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Nota Bene: L'isola Serpentara-Villasimius è una piccola isola situata 4 km a sud-est della Sardegna. La superficie è di 134 ettari ed è disabitata. Le rocce dell'isola sono granitiche ed il nome deriva dalla forma della costa orientale, che ricorda un serpente. Sul punto più alto dell'isola (54 m s.l.m.) si trova la Torre di San Luigi, usata durante la dominazione spagnola per l'avvistamento delle navi saracene che infestavano le coste del Sarrabus.



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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
davìd Inserito il - 27/10/2009 : 16:06:02
La Civiltà dei nuraghi ha in Sardegna lasciato ampie tracce su tutto il territorio.La moltitudine di monumenti include anche il ponte sul rio Murtazzolu a Birori.La presenza di questo raro esemplare di archittettura viaria fa pensare che in quell'epoca esistesse una fitta rete di strade che percorrevano in lungo e in largo tutta l'isola.Probabilmente esistono altri ponti,anche se in rovina di cui pochi sono a conoscenza,oppure tratti di di strade ascrivibili sempre all' epoca dei nuraghi.Cosa ne pensate?
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
DedaloNur Inserito il - 01/11/2009 : 23:52:42
maurizio feo ha scritto:

Allora parlacene, Dedalo. Più in alto della Chefferie c'è soltanto lo Stato, che io sappia. Che cosa intendi dire esattamente, per quanto riguarda la Sardegna?
MF

ciao certo, che problema c'è? cmq l'ho gia fatto qui in risposta a tholoi.
http://www.gentedisardegna.it/topic...whichpage=10
Trambuccone Inserito il - 01/11/2009 : 23:51:31
@ Lessà
Mi viene in mente Su Crucifissu mannu , dalle parti di Monte d'Accoddi . Bisognerebbe spulciare il GRS.
T.
Lessa Inserito il - 01/11/2009 : 23:08:20
quale luogo T?
MirkoZaru Inserito il - 01/11/2009 : 22:56:05
In merito c'è qualcuno che ne ha scritto un libro.
Massimo Frera - Il mistero delle cart ruts, una nuova interpretazione
Trambuccone Inserito il - 01/11/2009 : 22:37:27
Farei follie per vedere un carro passare in tale luogo. Secondo me si sfascia dopo dieci metri.
T.
maurizio feo Inserito il - 01/11/2009 : 19:49:34
Scusa Lessa: non avevo intenzione di travisarti.
Ma esistono davvero dei segni di ruote di carro su lastre di pietra (parallele, anche). Solo che non sono databili. Confesso che mi piacerebbe potere avere una datazione certa di un carro sardo veramente antico.
temo ciò sia destinato a restare un pio desiderio...
MF
Lessa Inserito il - 01/11/2009 : 13:13:30
Maurizio stai travisando ciò che ho scritto.

le "ruote di carro" sono linee scolpite nella roccia che si avvicinano man mano. Son presenti anche in alcune domos de Janas (pimentel ed altre)...visto che non sono parallele tra loro (come quelle delle vie di pompei, che sono VERI solchi di carri) il termine è ovviamente "convenzionale".
Per me sono fenomeni artistici raggruppabili con il più vasto termine di "coppellismo".

Se poi questa "strada"...lo sia veramente...non posso affermarlo. A me sembra più una camminata su roccia.
Avevo sentrlare di una strada "nuragica" in un libro di Pollastri...ma vista l'attendibilità dell'autore....

Salud!
maurizio feo Inserito il - 01/11/2009 : 10:06:31
Disponiamo anche in questo Forum di numerose foto di strade (tratti di lastroni di pietra, utilizzati come strade e non databili, purtroppo), segnate dalle ruote di carri.
La ruota del carro è documentata in Mesopotamia nel 3200 avanti Cristo, mutuata da quella del vasaio che è almeno trecento anni più antica.
E' attestata in Egitto nel 1500 a.C (modificata, già a raggi e non più piena), circa trecento anni prima del suo famoso uso nella battaglia di Qadesh.
Giunse in Britannia solo nel 500 a.C.
Sono aprioristicamente sicuro che la ruota sia giunta in Sardegna molto prima che in quella data. Non ho gli elementi per potere dire quando...
Ha ragione Lessa a parlare di bronzetti: il materiale genetico dei buoi fa risalire la Chianina all'oriente e la vede partire attorno al 1500 a.C (interessante dato farabutto, no?). Quindi i buoi viaggiarono per nave.
Perché non i carri (che vediamo anche su alcuni bronzetti)?

Effettivamente, però, questo è un altro di quei tanti tasselli che chiudono ancora lo scrigno. Cadendo il quale sapremmo qualche cosa di più sulla Sardegna antica.
C'è qualcuno che può dirmi quando sarebbe attestata la ruota più antica in Sardegna?
MF
Lessa Inserito il - 31/10/2009 : 20:00:52
è sita nelle campagne di Villa S. Antonio, nella cosiddetta "valle dei menhir"
è una spianata di roccia in cui si notano delle ruote di carro.
Io sapevo che viene chiamata con questo nome. Effettivamente la località mi è nota per la presenza di menhirs, domos de janas e altre rappresentazioni protostoriche. Coppellismo incluso.
davìd Inserito il - 31/10/2009 : 18:44:27
Comunque,si consideri la richiesta delle misure di Maurizio,la quale non mi pare un dato di poco conto.Se la larghezza superasse un certo limite si potrebbe intuire l'utilizzo di mezzi trainati da animali,altrimenti no.Quindi la considerazione sui carri mia e vostra,dovrebbe tener conto di questo parametro,per il si o per il no.Anche se non esclusivamente di quello.
Riguardo alla "strada dei giganti" di che si tratta?
Lessa Inserito il - 31/10/2009 : 18:15:14
effettivamente come ben vuol farci notare T noi sappiamo dell'uso dei carri nel periodo della bronzistica...che NON corrisponde al periodo di edificazione dei nuraghi, ma del loro riutilizzo....


quanto ai romani...mi pare ovvioc he abbiano ricalcato le strade precedenti, che fossero fenicie, puniche, nuragiche o PRE.
La "strada dei giganti la conoscete"?
Trambuccone Inserito il - 31/10/2009 : 16:31:52
Occhio all'uso dei carri in epoca........ nuragica.......!
T.
maurizio feo Inserito il - 31/10/2009 : 16:17:17
1a) Gli antichi abitanti della Sardegna costruirono certamente alcune strade: oggi, per noi sarebbero probabilmente quasi dei viottoli, scomodi tratturi, pieni di curve e di dislivelli, ma sufficienti ad essere percorsi dai carri a ruote piene di allora.

1b) Gli stessi antichi abitanti procedevano con ogni probabilità anche lungo i tratti navigabili dei fiumi, attraverso gli stagni, e probabilmente usavano come porti le principali insenature naturali e le foci dei fiumi, (presso cui dovevano trovarsi almeno alcuni piccoli nuclei abitati).

1c) Quali potevano essere i percorsi di questi antichi abitanti?

2a) Gli antichi Sardi vivevano in villaggi, molti dei quali sono noti, molti altri perfettamente sconosciuti, oppure solo ipotizzati. Alcuni di questi villaggi, benché siano detti “nuragici” non sono tali, bensì posteriori, in modo vario. In questo studio la cosa non è di capitale importanza, perché le vie di comunicazione non possiedono solitamente un carattere di provvisorietà tale da essere facilmente abbandonate dall’oggi al domani; né esse costituiscono un’opera di scarso impegno, tanto da essere costruite alla leggera per esigenze effimere: tendono anzi ad essere conservate nel tempo e migliorate secondo le nuove esigenze.

2b) Per vivere, gli antichi Sardi svolgevano alcune attività note e documentate in modo più o meno sicuro: pesca, caccia, scavo d’alcuni minerali lapidei (selce prevalentemente in Anglona, ossidiana a Monte Arci) e di alcuni metalli (galena, rame, stagno, ed altro ancora). Le sedi bersaglio di molte di queste attività sono abbastanza facilmente rintracciabili su una mappa della Sardegna. Alcuni villaggi sorgevano nei pressi d’alcuni Nuraghi. Altri Nuraghi erano piuttosto isolati: in ogni caso, anche i Nuraghi noti dovevano essere congiunti o tra loro o con altri punti focali d’attività, da strade. (Si tratta, qui, di un arco di tempo piuttosto lungo: periodo Eneolitico e Bronzo Antico e Medio)

2c) Con il passare del tempo, si sono andate affermando alcune altre strutture (i cosiddetti "pozzi sacri" ed altri luoghi di culto, da distinguersi dalle sorgenti), anch'esse raggiungibili attraverso strade.

3) In seguito i Romani, che costruirono una viabilità più moderna e sicuramente più dispendiosa, anche perché più ricchi di mezzi, con ottime probabilità seguirono in molti casi la precedente viabilità isolana pre nuragica e nuragica. Ad essa aggiunsero sicuramente qualche cosa, che è da mettere in relazione con le loro proprie attività militari, volte alla conservazione del possesso dell'isola. Di queste strade esistono preziosi resti ben visibili, ancorché spesso parziali, e descrizioni di varia natura (sia scritta, solo "descrittiva" ed ipotetica: Pittau - sia più propriamente cartografica: nel volumetto su Turris Lybisonis della collana Sardegna Archeologica. Anche Mastino ha fatto un ottimo lavoro in “Storia della Sardegna” consultabile in formato pdf su Sardegna digital library).


Naturalmente, tutti questi edifici collegati tra loro, queste attività di una società discretamente omogenea fino da tempi antichissimi, sorgevano in luoghi adatti. E che cosa rende un luogo "adatto"? I villaggi, probabilmente, non si discostavano molto da pianure fertili, cioé da zone coltivabili, con abbondante disponibilità d’acqua per le colture, gli animali e gli uomini, senza disdegnare eventuali esigenze climatologiche e difensive. Molto probabilmente, tutti questi luoghi erano resi - da opere umane -quanto più possibilmente comodi da raggiungere, seguendo itinerari che non fossero impossibili a percorrersi, pur seguendo obbligatoriamente i capricci orografici dell'isola.

Tutto questo costituisce - naturalmente - solo l'antefatto.

Per cui sono perfettamente d'accordo con te, Davìd, e con il tuo entusiasmo, che molto apprezzo.

MF
davìd Inserito il - 31/10/2009 : 15:28:57
Credo che ipotizzare,e ribadisco ipotizzare,delle vie di comunicazione,che non fossero solo dei sentieri,sia possibile.Se una popolazione,o civiltà che dir si voglia,occupava un dato territorio nella sua interezza(questo non credo lo si voglia negare,in sardegna per la civiltà dei nuraghi),questa provvederà a facilitare le percorrenze in detto territorio.Se gli spazi dovevano essere percorsi a piedi,chiaramente i sentieri bastano,se dovevano essere percorsi con animali,le mulattiere saranno sufficienti,se dovevano essere percorse da mezzi trainati occorre di più.
Corretta quindi la richiesta delle misure (primariamente in larghezza),da parte di maurizio,di detti ponti.
L'esistenza di ponti,implica un ragionamento deduttivo semplicissimo, riguardo anche all'esistenza di strade(altrimenti questi ponti che ci starebbero a fare?).La lastricatura delle strade di molti villaggi,e anche di alcuni nuraghi, fà pensare che tale sistema potesse essere utilizzato dai nuragici,anche per strutture viarie di comunicazione,questo sempre per deduzione.
Che i mezzi trainati li avessero,lo si capisce da bronzi (navicella Hera Lacinia),mezzi che non potevano certo percorrere sentieri,o mulattiere.
Il trasporto delle merci prevede dei mezzi idonei,non certo a spalla o a cavallo.Di merci nell'isola ne circolavano parecchie a partire dai prodotti ittici,i cui resti sono stati ritrovati in insediamenti interni,ma anche e soprattutto prodotti minerari.
Una cosa che ho notato,e che molti studiosi hanno notato è il fatto che molti nuraghi siano nelle vicinanze di strade tuttora usate.Il nuraghe Santu Antine,ad esempio si trova vicino alla principale arteria di comunicazione oggi esistente.La 131,ricalca comunque la più antica strada romana Kalaris-Turris.Presso il museo di Torralba sono presenti infatti diverse PIETRE MILIARI romane.Inoltre il medesimo nuraghe si trova nei pressi degli svincoli di strade che portano verso il Goceano e quindi la montagna,e verso la Nurra e quindi il mare.Noi sappiamosolo dell'esistenza della strada romana(o strade),ma nulla ci vieta di supporre,e ribadisco supporre,che i romani ripresero tracciati già preesistenti,come dopotutto abbiamo fatto noi moderni con le strade dei romani.Questo per un ragionamento,deduttivo,anche se non ancora supportato da prove tangibili.
maurizio feo Inserito il - 31/10/2009 : 10:38:28
Allora parlacene, Dedalo. Più in alto della Chefferie c'è soltanto lo Stato, che io sappia. Che cosa intendi dire esattamente, per quanto riguarda la Sardegna?
MF

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