V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
UtBlocc |
Inserito il - 11/01/2008 : 08:52:25 Un libro che se non dovesse essere considerato una sorta di rimpianti dei tempi andati, Cambosu ha messo in evidenza tutto ciò che costituisce l'animo sardo nei secoli,fatti storici di tutte le età, documenti di archeologia e di arte, di letteratura e folclore. Detti presi da sopracitato libro: Bennarzu----Si custa die no tenes affannu, no des aer fastizu in tottu s'annu. Questa frase si usava dire nella giornata di capodanno, ecco la traduzione: Se in questo giorno non avrai affanni, non avrai guai per tutto l'anno.
Un'altra frase tra il pastore e gennaio pastore: Bessidu che ses bennarzu, chi m'hais minettadu, chi mi dias aer dadu, sa morte a su primu nie, no timo pius a tie, chi como timo frealzu. Traduzione: te ne sei andato gennaio, tu che mi avevi minacciato di darmi la morte alla prima neve, non temo più te, ora che temo febbraio.
C'è una storia nella vita di ogni uomo.
Shakespeare |
6 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
UtBlocc |
Inserito il - 11/04/2008 : 11:47:18 Un libro che non sono riuscita a finire di leggere....fino a un certo punto abbastanza scorrevole...poi un mattone. |
Andros |
Inserito il - 08/04/2008 : 20:56:22 Si Adelasia, sono d'accordo sull'acutezza dello scrivere del Cambosu. Forse la sua visibilità nella letteratura italiana è stata oscurata dall'insularità. La Deledda, in questo caso, ha avuto il pregio e sopratutto la forza sin da giovanissima età di rendersi protagonista e quindi visibile, assieme alla nostra terra, in un "palcoscenico" più ampio. Questo l'ha fatto non solo per le sue opere editoriali ma anche per far emergere la Sardegna e tutte le sue peculiarità, convogliando e stimolando altri scrittori sardi a scrivere in importanti riviste nazionali della fine dell'800. In questo riconosco nella Deledda una grande forza ed impegno, per lei, ma anche per far riconoscere la sua terra natìa non solo come un' Isola di confino. Un saluto. Andrea
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Adelasia |
Inserito il - 08/04/2008 : 18:26:57 Andros, non si è mai fuori tempo, a meno che il post non sia stato archiviato. Ben vengano pertanto i "ripescaggi" di post interessanti! In quanto a questo su Cambosu, senza nulla togliere alla grandezza della Deledda (nei confronti della quale siamo in perenne debito, noi sardi), confesso che le pagine di Cambosu mi hanno regalato forti emozioni che conservo sempre, insieme a un inaspettato stupore di fronte a una certa potenza..... Quelle delle Deledda in qualche modo...mi scivolano . Insomma: "Miele amaro" e "Il quaderno di don Domenico Gunales" non li dimentico mai. "Canne al vento" ed "Elias Portulu", confesso, sì. Anche dopo essermi entusiasmata nel rileggerli. |
Giorgia |
Inserito il - 08/04/2008 : 16:53:07 Concordo. |
Andros |
Inserito il - 07/04/2008 : 19:52:52 Prendo spazio in questa discussione anche se fuori tempo. Senza nulla togliere a Cambosu che sicuramente meritava un grande spazio all'interno dei tomi di letteratura italiana ma, la Deledda... dai... solo più nota e letta di lui no! Abbiamo idea di ciò che ha fatto per la Sardegna oltre che scrivere e vincere il Nobel? Ciao Andrea |
beriberis |
Inserito il - 12/01/2008 : 16:08:56 Miiele amaro (1955 circa in prima edizione) è uno dei migliori libri sardi, scritto da un sardo, sulla Sardegna, ma anche uno dei libri più adatti a una "introduzione alla Sardegna" anche per i sardi di oggi. Cambosu era cugino di Grazia Deledda. Come scrittore è tanto meglio di sua cugina quanto sua cugina è più nota e letta di lui.
inorabona |
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