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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
beriberis Inserito il - 01/11/2007 : 22:25:33
Ho letto Le FIAMME DI TOLEDO (Sellerio 2006) di Giulio Angioni, basato sulla storia di Sigismondoi Arquer. E' un vero capolavoro, credetemi.
Adesso di Angioni c'è il nuovo LA PELLE INTERA (Il Maestrale), che devo ancora leggere.
12   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
beriberis Inserito il - 02/11/2007 : 20:59:21
Ciao barbaricina. Io devo leggere La pelle intera. Poi ne parliamo magari, di tutti e due.

inorabona
beriberis Inserito il - 02/11/2007 : 20:57:51
Barbaricina ha scritto:



ciao beriberis...

di Angioni, anche io ho letto l'Oro di Fraus...

cerco di procurarmi i due libri che hai segnalato....

grazie!!!!!


inorabona
Barbaricina Inserito il - 02/11/2007 : 20:10:51


ciao beriberis...

di Angioni, anche io ho letto l'Oro di Fraus...

cerco di procurarmi i due libri che hai segnalato....

grazie!!!!!
beriberis Inserito il - 02/11/2007 : 16:59:10
Una recensione di LA PELLE INTERA, da Sardinews, ottobre 2007, p.25.

Giulio Angioni, La pelle intera, Nuoro, Il Maestrale, 2007.


Come è noto, la narrativa di guerra cosituisce anche in Italia un filone importante della letteratura del Novecento, soprattutto per quanto riguarda le due grandi guerre, che oggi si usa identificare come i due maggiori episodi di una guerra civile europea durata circa mezzo secolo lungo la prima metà per lasciare poi luogo al periodo anch’esso semisecolare della guerra fredda nella seconda metà del Novecento. Gli orrori e soprattutto le vergogne italiane della seconda guerra mondiale hanno generato e reso egemone una narrativa incentrata sulla lotta di liberazione e di resistenza al nazifascismo, tanto che molti dei maggiori scrittori italiani del secondo Novecento, con al centro la narrativa di scrittori quali Pavese, Fenoglio, Calvino, Vittorini, e tanti altri come anche Moravia e la Morante non a torto individuati anche o principalmente come scrittori della resistenza con caratteristiche che li ha fatti accomunare in una corrente artistica non solo letteraria detta neorealistica.
Un cenno anche solo molto fugace e generico a un tale fenomeno è d’obbligo quando ci si trova di fronte a un romanzo come questo ultimo di Giulio Angioni, La pelle intera, appena uscito presso Il Maestrale. A lettura finita, dopo l’apprezzamento della attentissima scrittura, del ritmo incalzante della narrazione, della cinematografica precisione dei personaggi e delle azioni, non si può non fare una importante constatazione storico-contenutistica: che questo è un romanzo diverso, per tono e assunto della narrazione, dalla pluridecennale narrativa di guerra e soprattutto resistenziale neorealistica italiana, ma diversa e nuova anche, per accortezza e dignità estetica, dalla nuova narrativa che tematizza la seconda guerra mondiale e in essa la guerra di resistenza e di liberazione o guerra civile italiana, simbolizzabile magari negli ultimi libri di Giampaolo Pansa, in modi e toni che si vogliono inediti.
La pelle intera di Angioni non ha il piglio di chi ha una tesi da sostenere o un nuovo filone da inaugurare, sebbene lo scrittore sardo non sia alieno dall’avere nei suoi romanzi e racconti assunti forti ed evidenti, anche tematizzabili in una tesi. Se si vuole, infatti, in questo suo romanzo si può trovare almeno un tema portante e importante, e cioè lo smarrimento in cui ci si poteva trovare in una simile tragedia collettiva, specialmente da parte dei più giovani, anch’essi sollecitati e obbligati a prendere partito con le armi in pugno. Efis Brau, il protagonista, è infatti soprattutto un adolescente costretto a fare i conti con una tale tragedia. Ma La pelle intera è prima di tutto un libro che nasce da una forte esigenza di racconto e quindi di senso, che prende a tema la catastrofe tragicadi una delle più tremende guerre in cui siamo stati implicati negli ultimi secoli.
Le note editoriali e la bandella del volume riassumono la vicenda narrata notando a proposito che siamo in Alta Italia, Piemonte, Monferrato, nell'inverno fra il 1944 e il 1945. Qui si muove il protagonista di questa storia: Efis Brau, sardo, diciassettenne. Cinque anni prima, attraversando il mare, è arrivato in Piemonte per studiare dai preti, ma da qualche mese si ritrova costretto nelle file di un esercito mezzo tedesco e mezzo italiano che solo la confusione di quegli anni poteva concepire e mettere insieme. Uno sbandamento generale: fra repubblichini, lotta partigiana, occupazione tedesca, avanzata anglo-americana.
Il racconto si apre con Efis che è di sentinella nella scuola requisita di Calamandrana, quando nella notte gelata vede portare come prigioniero, con modi alquanto spicci, un uomo che ha conosciuto durante gli anni di studio. Quello è Ricu Gross, ci ha fatto la vendemmia una volta, su per i colli, e chissà perché l'hanno acciuffato e lo malmenano. Gli interrogativi si moltiplicano quando Efis, una sera, casualmente, non visto, assiste al comportamento da compagnoni fra Ricu Gross e il capitano Capo Franco Wolf. Prima pedate e poi pacche sulle spalle? Qualcosa non quadra. Ma molto altro non quadra in questi tempi da disfatta. Tutto si scompagina nella testa del ragazzo: lontano dalla sua isola e in un Paese allo sbando. Efis si vedrà catturato, fuggiasco, imboscato, per superare un’interminabile inverno di guerra, dove non si sa più chi è amico o nemico, dove occorrerà sì salvare la pelle intera, espressione tratta da una canzone delle brigate nere, Le donne non ci vogliono più bene. lncerto, avventuroso e rocambolesco è il percorso che attende Efis Brau, fra camuffamenti, illusioni e rovesci di una realtà tragicamente magmatica, bisognosa di senso anche solo per decidere come cavarsela nell’immediato.
Vale la pena almeno enumerare alcuni altri personaggi principali. Oltre a Efisio Brau, il suo commilitone e amico Anselmo Cassano tutto buon senso pratico, don Pissavino prete anticonformista e a modo suo antifascista, il capitano Berger delle SS organizzatore della legione e reclutatore di Efisio Brau, col quale il ragazzo dovrà fare certi conti finali e definitivi, un americano e un inglese clandestini oltre le linee. Protagonisti sono anche la fame e la paura, insieme con la morte onnipresente, e magari anche il Piemonte contadino, per intenderci, quello di Fenoglio e di Pavese .
Come si vede, personaggi e situazioni non proprio inediti, anzi spesso già visti nel cinema e letti nella narrativa europea dell’ultimo dopoguerra e magari anche del primo dopoguerra. Eppure, sebbene a volte ben riconoscibili, hanno un’aria nuova, diversa dal solito, sono meno risaputi, meno stereotipi, soprattutto sono meno o buoni o cattivi. Insomma, sono veri, si direbbe, di quella verità che solo la forza creatrice dell’arte può ottenere. Con tratti molto originali è rappresentato il mondo, anch’esso travolto dalla guerra, dei collegi religiosi in cui molti giovani allora si formavano secondo andamenti già da secoli noti e collaudati, anche nella narrativa. Nuovo, inedito e vero appare soprattutto il giovane protagonista, che racconta in prima persona in un presente diretto, stralunato ma vigile, in cui ci si immerge fin dalle prime righe per non uscirne più nemmeno alla fine della lettura.

Luigi Quadrio Ambrosetti


inorabona
beriberis Inserito il - 02/11/2007 : 09:47:25
annika ha scritto:

No . niente ! in genere appena ci si iscrive...ci si presenta.....
(vabbe' non e' obbligatorio )...

Pero' c'e' una sezione apposita... Presentazioni...
e si ricevono i benvenuti dalle persone componenti il forum,
guisto per cominciare a conoscersi....
Ma credo che ti farai conoscere comunque.. Ciao !

Sono un tipo timido e riservato.

inorabona
annika Inserito il - 01/11/2007 : 22:57:29
No . niente ! in genere appena ci si iscrive...ci si presenta.....
(vabbe' non e' obbligatorio )...

Pero' c'e' una sezione apposita... Presentazioni...
e si ricevono i benvenuti dalle persone componenti il forum,
guisto per cominciare a conoscersi....
Ma credo che ti farai conoscere comunque.. Ciao !
beriberis Inserito il - 01/11/2007 : 22:54:23
annika ha scritto:

beriberis ha scritto:

beni agataus a totus
beriberis

inorabona


Devi andare alla sezione "presentazioni "


Non capisco dove devo andare. Mi spieghi? Gtazie!

inorabona
Nuragica Inserito il - 01/11/2007 : 22:45:23
Ciao beriberis.. Grazie per aver citato il bravissimo scrittore trexentese...Io ho letto l'oro di fraus..
Sono convinta che bisognerebbe prestare piu' attenzione allo scrittore guasilese...


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... vegno del loco ove tornar disio
annika Inserito il - 01/11/2007 : 22:36:32
beriberis ha scritto:

beni agataus a totus
beriberis

inorabona


Devi andare alla sezione "presentazioni "
interfolk Inserito il - 01/11/2007 : 22:35:57
Ciao benvenuto in paradisola.....

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beriberis Inserito il - 01/11/2007 : 22:29:21
beni agataus a totus
beriberis

inorabona
annika Inserito il - 01/11/2007 : 22:27:09
Messaggio di beriberis

Ho letto Le FIAMME DI TOLEDO (Sellerio 2006) di Giulio Angioni, basato sulla storia di Sigismondoi Arquer. E' un vero capolavoro, credetemi.
Adesso di Angioni c'è il nuovo LA PELLE INTERA (Il Maestrale), che devo ancora leggere.


Benvenuto BerisBeris...


a si biri

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