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 Gli auguri (e la tenerezza) di Antonio Gramsci

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Adelasia Inserito il - 25/12/2008 : 19:51:38
Si è riparlato, in questo periodo, della presunta conversione di Antonio Gramsci in punto di morte.
Alla ricerca di tracce che preannunciassero tale percorso, ho riletto le sue “Lettere dal carcere”: non ho trovato nulla che facesse ipotizzare un qualche ripensamento sulle sue convinzioni religiose, ma molto rispetto, quello sì.

Mi sono ritrovata comunque a riflettere su cosa Antonio Gramsci scrivesse dal carcere in occasione del Natale e dell’anno nuovo: mi piace riportarne qui qualche frase, spesso augurale, spesso ricca di infinita tenerezza.

12 dicembre 1927
Carissima mamma… Auguri vivissimi per le feste natalizie; spero che le trascorrerai senza tristezza, pensando che sicuramente riusciremo a festeggiare ancora molti Natali insieme, mangiando molte teste di capretto al forno. Ti abbraccio teneramente insieme agli altri di casa.

31 dicembre 1928
Caro Carlo…ho ricevuto in mucchio di cose: i medicinali, le 200 lire ecc…Per Natale è venuta a Turi Tatiana; si è trattenuta abbastanza per avere alcuni colloqui. Mi è dispiaciuto che proprio i giorni di Natale mi sia sentito poco bene…..Ho ricevuto la lettera della mamma del 24, con il biglietto e la figurina di Edmea….Bacia tanto Edmea da parte mia, con qualche leggero pizzicotto nelle parti grasse….Tanti auguri per il nuovo anno. Baci affettuosi.

19 dicembre 1929
Carissimo Carlo….devo farti gli auguri generali per il Natale e per tutte le altre feste che succederanno. Io farò il Natale alla meglio, un pò come il famoso signor Chiu, di cui parlava la mamma quando eravamo bambini. Abbraccia tutti affettuosamente e specialmente la mamma.

15 dicembre 1930
Carissima mamma, non so spiegarmi cosa succede: Carlo non mi ha scritto da più di tre mesi. Il tuo ultimo biglietto l’ho ricevuto circa due mesi fa…..Carissima mamma, ti auguro tante cose per le feste, di essere allegra e tranquilla. Tanti auguri e saluti a tutti di casa. Ti abbraccio teneramente.

15 dicembre 1930
Carissima Tatiana, sì sì, il libro dello Zangwill l’ho ricevuto da parecchio tempo e mi sono sempre dimenticato di dartene conferma….Carissima, ti auguro le buone feste e ti abbraccio teneramente.

28 dicembre 1931
Carissima Tania, ho ricevuto la tua lettera del 23 dicembre…Mi dispiace non poter scrivere a mia madre. Essa mi aveva annunziato che per la vigilia di Natale avrei ricevuto un pacco per ferrovia, ma il pacco non è giunto neppure oggi…ti dico che avevo già pensato che non sarebbe arrivato in tempo, quando lessi che si erano messi d’impegno e volevano fare le cose in grande e avevano addirittura fissato che sarebbe giunto per la vigilia di Natale.
Dovresti davvero conoscere come sono quelli di casa mia: fanno sempre un mucchio di progetti, di ipotesi di grandi preparativi e poi dimenticano qualche cosa di essenziale che fa fallire tutti i progetti ben costruiti….Tuttavia mi dispiace non aver ricevuto il pacco per il giorno di Natale;
se avessi saputo cos’era avrei scritto di averlo ricevuto e di aver gustato molto questo e quello, sicuro di renderli felicissimi…Chissà la mamma come sarà disillusa quando saprà che il suo piano non è riuscito. Tanto più che ti aveva pregato di rinunziare e di lasciare fare a lei per questa volta…..

2 gennaio 1933
Carissima Tatiana, ho ricevuto poco fa la tua lettera e la cartolina degli ultimi giorni dell’anno. Ti ringrazio degli auguri e li ricambio, aggiungendo quelli per la tua festa del 12 gennaio; mi sono ricordato a suo tempo che Santa Tatiana è il 12 gennaio….
Ti assicuro che non ho aspettato la mezzanotte del 31 dicembre per avere l’impressione di entrare nell’anno nuovo. L’anno vecchio non era precisamente pieno di ricordi piacevoli per me; è stato l’anno più brutto che ho passato in carcere. Né l’anno nuovo si presentava con prospettive allettanti. Se l’anno ‘32 è stato brutto mi pare che il ‘33 debba essere peggiore…”


5   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Asinella80 Inserito il - 02/01/2009 : 23:36:25
E grande Adelasia...
sono trascorsi ormai anni da quando ho letto le lettere di Gramsci...ù
ma mi ha fatto piacere rileggere alcuni tratti....
un grande uomo ....
Adelasia Inserito il - 25/12/2008 : 21:43:56
Nei "Quaderni" si scopre un Gramsci attento alle ricorrenze: gli auguri per le feste natalizie e per gli onomastici sono ricorrenti. E non sono certo freddi e distanti, ma sempre teneri ed affettuosi.

Nelle frasi che ho riportato colpisce la speranza e la nostalgia del 1927:" sicuramente riusciremo a festeggiare ancora molti Natali insieme, mangiando molte teste di capretto al forno"; il saluto scherzoso nei confronti della nipotina Edmea, alla quale manda " qualche leggero pizzicotto nelle parti grasse"; l'ironia con la quale descrive i familiari che "fanno sempre un mucchio di progetti, di ipotesi di grandi preparativi e poi dimenticano qualche cosa di essenziale che fa fallire tutti i progetti ben costruiti". Riusciamo ad immaginarla particolarmente pasticciona, quella famiglia Gramsci che a Ghilarza programma l'invio di un pacco dono che dovrebbe arrivare ad Antonio per Natale, ma chissà se poi arriverà almeno per Pasqua...

E chissà chi era il signor Chiu...
beriberis Inserito il - 25/12/2008 : 20:14:41
Già, non poteva finire che così: il sardo più noto, più letto, più studiato, più amato per sempre in tutto il mondo.
Amon Inserito il - 25/12/2008 : 20:05:05
Questa canzone, Claudio Lolli l'ha scritta per lui

Quello lì

Il giorno che arrivò in città fresco dalla Sardegna, per fare l'università c'aveva già lui la faccia di chi c'insegna, aveva già la sua strana testa grossa e l'aria di uno che ha freddo fin nelle ossa.
Io lo sapevo quello lì, me lo sentivo quello lì, che non sarebbe andato avanti molto.

Che tipo strano e riservato, che aria da sbandato. E non sempre una gobba porta fortuna e oggi si vede che non mi ero sbagliato. E poi di sardi qui ce n'è già abbastanza, dissi a quel pazzo che gli affitto la stanza.
Io lo sapevo quello lì, me lo sentivo quello lì, che non avrebbe fatto mai molta strada.

Era capace di star dei giorni chiuso nella sua stanza, forse a studiare non so a che fare, io non gli ho dato mai troppa importanza. Certo non era allegro come goliardo, ma non ci dimentichiamo che era gobbo e sardo.
Io lo sapevo quello lì, me lo sentivo quello lì, che non avrebbe fatto una bella fine.

Cosa facesse oltre a studiare, non l'ho saputo mai. Ma avevo capito che fin d'allinizio che quello lì andava in cerca di guai, avevo capito che era un socialista, quelli li riconosco a prima vista.
E soprattutto quello lì, io lo sapevo quello lì, avrebbe avuto quello che meritava.

Dopo un po' d'anni e chi ci pensava, ho appreso con sgomento, che quello lì, quel sardo lì, era finito eletto in parlamento, vabbene che il parlamento non conta niente, però non è proprio il posto per certa gente.
E soprattutto quello lì, io lo sapevo quello lì, che avrebbe cercato di farla franca.

Ma ieri ho saputo, che finalmente, si son decisi a farlo, l'han messo dentro, avrà vent'anni, abbiam risparmiato il tempo di ammazzarlo, perchè è malato ed è una cosa vera, che non uscirà vivo dalla galera.
Io lo sapevo quello lì, me lo sentivo quello lì, non poteva finire altro che così.

Adelasia Inserito il - 25/12/2008 : 19:56:23
Predisse bene il suo futuro, Antonio Gramsci.
Dal 1932 visse infatti solo altri cinque Natali: in quegli anni la sua salute peggiorò ulteriormente e si affievolirono le sue forze e le sue speranze. Anche quella di rientrare in Sardegna, a Santu Lussurgiu dove, scriveva, “un ciclo della mia vita forse si chiuderà definitivamente”.



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