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Nota Bene: Monumento naturale Pan di Zucchero (Concali su Terràinu) - si erge nella magnifica insenatura di Masua, è uno scoglio di calcare cambrico le sue misure sono 133 m altezza e 3,72 ha superficie, è uno dei più grandi e affascinanti faraglioni d'Europa.



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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Marialuisa Inserito il - 23/02/2008 : 08:36:44
Di origini sarde , Antonella Anedda Angioy , nata nel 1958 , vive tra Roma e l’isola della Maddalena a nord della Sardegna. Ha pubblicato: il volume di poesie Residenze invernali (Crocetti, Milano 1992), il libro di saggi Cosa sono gli anni (Fazi, Roma 1997), il libro di traduzioni e variazioni Nomi distanti (Empiria, Roma 1998). Ha curato un’antologia di poesie e prose di Philippe Jaccottet dal titolo Appunti per una semina ( Roma 1994). Nel 1999 è uscito per la casa editrice Donzelli il volume di poesie Notti di pace occidentale (Premio Montale 2000 per la poesia edita) e l’anno successivo il libro di saggi La luce delle cose (Feltrinelli, Milano). Il libro Notti di pace occidentale per la cura di Emilio Coco, è stato recentemente tradotto in Spagna (Sial, Madrid, 2001).

“Sogno un linguaggio capace di dire l'io senza l’invadenza dell’io”. Una volontà di dialogo con il mondo delle cose, realizzato da un io che cerca di “farsi da parte” per annullare fin da principio qualsiasi sbavatura soggettiva. Questa una delle modalità stilistiche ricorrenti lungo tutta la produzione poetica di Antonella Anedda , autrice fra le più significative all’interno del panorama poetico italiano.

(da)
Il catalogo della gioia


Delle isole.

Essere nel maestrale. Soffia sulle Bocche
fino a Bonifacio. È la mia bocca. Spalancata
piena di mare. Forte di sale
più forte di ogni bufera. È
la mia tempesta che spezza le pagine dei libri
che scortica le querce fino ai sugheri
scuote le insegne e ruota tra i traghetti.
Mi spinge mi
vuota il cuore, lo scava.
È una conca di fiato.

* * *

Vedo dal buio
come dal più radioso dei balconi.
Il corpo è la scure: si abbatte sulla luce
scostandola in silenzio
fino al varco più nudo - al nero
di un tempo che compone
nello spazio battuto dai miei piedi
una terra lentissima
- promessa



Scrivere una poesia, dunque

respirare l’aria tra la notte e il giorno
e insieme a loro tra gli alberi
quasi venisse sulla punta di ogni foglia
un tintinnio di brina un tepore di bava
l’inizio confuso di una frase
che strisciando mi scaccia
depone oggetti, basse note
tremando leggermente
fa del mio guscio un cielo.






6   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Blumy Inserito il - 25/03/2009 : 12:44:29
non ricordo più da quanto tempo 'conosco' Antonella Anedda: ho tutti i suoi libri e la considero una delle maggiori poetesse italiane contemporanee. La adoro e sono orgogliosa che sia 'nostra'.
Marialuisa Inserito il - 04/04/2008 : 15:35:29


Maggio, notte

a mia madre e mio padre

Vento di maggio da Bonifacio a Corte, maestrale dalle Bocche a ritroso fino a Santa Teresa e a sud del sud fino al Campidano. Arcipelaghi a stella e furore di bellezza senza dei. Le mucche sfilano per la festa di Sant'Efisio con le corna circondate di fiori, avanzano con il mare luce-bianca sul dorso. Laggiù - l'orizzonte. Qui - nella stanza - muore il cane più amato con il muso socchiuso alla luce quasi finito da una mano invisibile.

Da: Notti di pace occidentale [Notturni]

Qui Puoi ascoltare la lirica dalla voce di Antonella Anedda [source lyrikline .org][format RealAudio]


Benedetta tu a distanza

Benedetta tu a distanza
la più innocente tra le cose lontane
nicchia di tavolo e mela
una sfera un piano e contro l'alta fiamma del fuoco
le due forme congiunte a scavare il nitore di un vano.
Nulla in realtà ci chiama
eppure ci accostiamo agli oggetti
quasi fossero gli echi di una voce
l'annuncio indifeso di altre vite.
L'acqua nera, la sagoma del cane contro il molo.
Nessuno può dirli ricordi e fischiare davvero come allora
ma noi vediamo le tre stanze, lo scatto
di chi ancora viveva
e a un tratto gli armadi ci rimandano
un fuoco errante la stella incerta di un viso.
Nulla è compiuto nulla è ancora profondo.
C'è solo il tonfo di una calce improvvisa
e queste grida tra felci che sferzano le schiene
grida che non capiamo come accade nel buio agli inseguiti.
Alberi, corpi, folate contro i muri.
Basta un gesto: il rovescio di un gomito che spegne una candela.
Di colpo diventiamo ciò che aveva tremato.


Da: Notti di pace occiddentale

Qui Puoi ascoltare dalla voce dell'autrice [source lyrikline.org ][format Real Audio]

John tutor Inserito il - 04/04/2008 : 12:17:07
Messaggio di Marialuisa

Di origini sarde , Antonella Anedda Angioy , nata nel 1958 , vive tra Roma e l’isola della Maddalena a nord della Sardegna. Ha pubblicato: il volume di poesie Residenze invernali (Crocetti, Milano 1992), il libro di saggi Cosa sono gli anni (Fazi, Roma 1997), il libro di traduzioni e variazioni Nomi distanti (Empiria, Roma 1998). Ha curato un’antologia di poesie e prose di Philippe Jaccottet dal titolo Appunti per una semina ( Roma 1994). Nel 1999 è uscito per la casa editrice Donzelli il volume di poesie Notti di pace occidentale (Premio Montale 2000 per la poesia edita) e l’anno successivo il libro di saggi La luce delle cose (Feltrinelli, Milano). Il libro Notti di pace occidentale per la cura di Emilio Coco, è stato recentemente tradotto in Spagna (Sial, Madrid, 2001).

“Sogno un linguaggio capace di dire l'io senza l’invadenza dell’io”. Una volontà di dialogo con il mondo delle cose, realizzato da un io che cerca di “farsi da parte” per annullare fin da principio qualsiasi sbavatura soggettiva. Questa una delle modalità stilistiche ricorrenti lungo tutta la produzione poetica di Antonella Anedda , autrice fra le più significative all’interno del panorama poetico italiano.

(da)
Il catalogo della gioia


Delle isole.

Essere nel maestrale. Soffia sulle Bocche
fino a Bonifacio. È la mia bocca. Spalancata
piena di mare. Forte di sale
più forte di ogni bufera. È
la mia tempesta che spezza le pagine dei libri
che scortica le querce fino ai sugheri
scuote le insegne e ruota tra i traghetti.
Mi spinge mi
vuota il cuore, lo scava.
È una conca di fiato.

* * *

Vedo dal buio
come dal più radioso dei balconi.
Il corpo è la scure: si abbatte sulla luce
scostandola in silenzio
fino al varco più nudo - al nero
di un tempo che compone
nello spazio battuto dai miei piedi
una terra lentissima
- promessa



Scrivere una poesia, dunque

respirare l’aria tra la notte e il giorno
e insieme a loro tra gli alberi
quasi venisse sulla punta di ogni foglia
un tintinnio di brina un tepore di bava
l’inizio confuso di una frase
che strisciando mi scaccia
depone oggetti, basse note
tremando leggermente
fa del mio guscio un cielo.









Ho un suo libro di poesie..Notti di pace...., poesie stupende!!! un consiglio..acquistatelo!!
Marialuisa Inserito il - 27/03/2008 : 16:29:24
Qui puoi ascoltare dalla voce dell'autrice questa lirica .

Se ho scritto è per pensiero

a M.M.

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta a una ringhiera
per l'attesa marina - senza grido - infinita.

Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi, mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.

Scrivi perché nulla è difeso e la parola bosco
trema più fragile del bosco, senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.


Antonella Anedda, "In un stessa terra", Notti di pace occidentale, Donzelli editore

Marialuisa Inserito il - 25/02/2008 : 09:06:06
Aspetta che scenda la temuta notte, che scompaia
la luce del crepuscolo, e ruoti
la terra sul suo asse.
Questa è la verità di questa sera incerta
sui cespugli di acacie e sulle case
questa è la sua misura - un acro di deserto.

Sopporta i tuoi pensieri dentro il buio
che avanzino in fitte di memoria.
Puoi schierarli fino a crinali di spavento
fissarli vacillare quando la pianura si oscura
attenderne il ritorno ora che il cane tace
e la mente si spegne
per un attimo forma senza male
anima del geranio
tesa sulla ringhiera.


Antonella Anedda, da Notti di pace occidentale
Adelasia Inserito il - 23/02/2008 : 22:33:29
Marialuisa, ancora una volta regali gocce di poesie...e che poesie! Non ti smentisci, ti riconosco il grande merito di scovare ancora sconosciuti eppur meravigliosi poeti della nostra terra.
Antonella Anedda Angioy, che io non conoscevo, scrive delle isole nell' isola, e la sua Maddalena è una di quelle. Io che amo quell'arcipelago e il suo vento, nel leggere i suoi potenti versi penso con emozione che lei ha saputo tradurre quello che io ho provo quando sento la salsedine, trasportata dal maestrale sui miei capelli, sulla mia pelle, insinunarsi ed incresparsi sui vetri del traghetto, attraverso i quali guardo il mare e penso ai suoi denti di schiuma, prendendo in prestito i versi di Lorca, io che mi inchino di fronte ai veri poeti... e a Anedda Angioi, che è una di loro: per questo il suo guscio è diventato un cielo.

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