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 Il pane di Abele di Salvatore Niffoi

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Pia Inserito il - 26/03/2009 : 21:16:01
Vesuvio mi ha inviato delle foto della presentazione del libro Il pane di Abele di Salvatore Niffoi tenutasi a Roma il 24 marzo 2009 alla Libreria Feltrinelli - Galleria Colonna

"Vrades pro sempere!", fratelli per sempre: questo si giurano Zosimo e Nemesio il giorno in cui quest'ultimo lascia il paesino di Crapiles per andare a iscriversi all'università. Zosimo, che a Crapiles ci è nato, rimarrà a fare il pastore: come suo padre, come il padre di suo padre. Sebbene così diversi, i due ragazzi sono stati amici dal giorno in cui la famiglia di Nemesio è arrivata in paese dal "continente". Da quel momento sono stati inseparabili: Zosimo ha portato Nemesio a casa sua, dove lo hanno accolto come un figlio, gli ha insegnato a mangiare formaggio di pecora con il pane crasau, e a cercare nei boschi i nidi dei colombacci. Nessun dubbio, nessun sospetto, nessun cattivo pensiero può scalfire nell'animo puro di Zosimo l'amore per l'amico. Così come nessuna malalingua potrebbe gettare un'ombra su quello per la bella Columba, di cui fin da piccolo è innamorato e che sta per diventare sua moglie. Dopo la partenza di Nemesio le loro strade si divideranno, ma solo per tornare a incrociarsi molti anni dopo: e allora, cadute le maschere, scoppierà il dramma. In questo romanzo Niffoi racconta con mano sicura una vicenda di amore e di amicizia che conferma le sue straordinarie doti di narratore di storie, anzi, di vero e proprio cantastorie: uno di quelli ancora capaci di incantarci con una fantasia lussureggiante - e con la musica di una lingua potentemente suggestiva.
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Agresti Inserito il - 19/04/2009 : 19:03:00
Grande emozione avrei provato se, questa sera in questo preciso momento, mi trovavo a Sinnai per la presentazione del libro..

Ringrazio il quotidiano che sfoglio giornalmente e che mi avvisava
che domani alle ore 18.30 Salvatore Niffoi sarebbe stato al Teatro Civico..
Adesso scopro che l'appuntamento, secondo il sito del Teatro civico, è staseraaaa
Pia Inserito il - 18/04/2009 : 20:55:31
Mi è giunta notizia che Salvatore Niffoi ha letto questo topic!!!!

Maestro se dovesse ripassare da queste parti potrebbe rispondere al nostro quesito? Grazie anticipatamente.

Ragazzi! Che emozione!
Tharros Inserito il - 02/04/2009 : 18:02:01

A Rosamunda, invece, dico che anche io ho letto tutti i libri di Niffoi, li ho letteralmente divorati! Il modo di scrivere usando l'italiano e il sardo lo considera il suo personalissimo modo di contribuire alla "continuità territoriale", che si fa con la cultura, con le idee!
[/quote]

Condivido e approvo. Tra tutti gli autori sardi che ho letto solo Dessì ha la stessa forza evocativa di Niffoì..Anche la Deledda non è male ma, mentre lei era molto vicina ai tempi che descriveva forse Niffoi ne è più lontano e questo fa si, io credo, che le sue descrizioni siano a volte più...complete. Personale opinione...
Rosamunda Inserito il - 31/03/2009 : 11:28:50
Nel libro L'ultimo invernoil nome "Degnasar " è l'anagramma di Sardegna.Ma "Pirocha"?"Gorolai" può essere Gonare?
CodicediSorres Inserito il - 30/03/2009 : 21:15:18
Vesuvio ha scritto:

Rispondo a Codicedisorres: credo che sia semplicemente una "scelta artistica". Comunque quando avrò l'occasione di incontrare nuovamente Niffoi o di parlare con lui gli girerò la domanda.
A Rosamunda, invece, dico che anche io ho letto tutti i libri di Niffoi, li ho letteralmente divorati! Il modo di scrivere usando l'italiano e il sardo lo considera il suo personalissimo modo di contribuire alla "continuità territoriale", che si fa con la cultura, con le idee!
Grazie per la risposta. Probabilmente è effettivamente una scelta artistica dell'autore, che permette tra l'altro di evitare ripetitività di luoghi e cognomi nelle trame dei libri, che molto spesso sono ambientati nella zona di Orani, e cmq nella Sardegna centrale.
Vesuvio Inserito il - 30/03/2009 : 20:43:29
Rispondo a Codicedisorres: credo che sia semplicemente una "scelta artistica". Comunque quando avrò l'occasione di incontrare nuovamente Niffoi o di parlare con lui gli girerò la domanda.
A Rosamunda, invece, dico che anche io ho letto tutti i libri di Niffoi, li ho letteralmente divorati! Il modo di scrivere usando l'italiano e il sardo lo considera il suo personalissimo modo di contribuire alla "continuità territoriale", che si fa con la cultura, con le idee!
Pia Inserito il - 30/03/2009 : 20:37:46
CodicediSorres ha scritto:

Per ora delle opere di Salvatore Niffoi ho letto completamente solo "Cristolu", e ne ho sfogliato di sfuggita altri due. E ho notato che in tali libri l'autore maschera quasi sempre i veri nomi delle località e dei paesi, e maschera anche i cognomi. Perlomeno nelle opere che ho visionato io. Come mai? È una precisa scelta che punta a dare un tono particolare anche per mezzo di nomi modificati? O ciò è in relazione al fatto che spesso i romanzi sono basati su fatti realmente accaduti, anche in periodi relativamente recenti? Perchè in genere non nomina i paesi quali Orani, Orotelli, Olzai, Mamoiada, Nuoro, etc...? E per i cognomi x es nomina famiglie Sioppo (Siotto?), Melonza (Meloni?) e vari altri modificati. Mi chiedevo appunto i motivi di tale scelta.


Sssttt....ho chiesto a Vesuvio...la quale chiederà direttamente a Niffoi... aspettiamo la risposta; penso che in tanti se lo chiedano.
Quando leggo i suoi romanzi entro in un mondo parallelo che mi stacca dal contesto storico-geografico. Le sue storie restano sospese in una atmosfera surreale. E' come se non parlasse di Sardegna ma di sardità. Se collocasse le scene in realtà oggettive che tutti conosciamo perderemmo quel che di fiabesco esse contengono.
Ma questa è solo la mia piccola opinione.
Aspettiamo...
Rosamunda Inserito il - 30/03/2009 : 15:49:26
Bene,menomale che Niffoi c'è altrimenti bisognerebbe inventarlo!Finora i suoi lavori non li ho LETTI,li ho DIVORATI! Ogni storia ti rapisce,e con il suo parlare tra italiano e sardo ed espressioni popolari ogni volta che prendo un suo libro lo finisco di leggere in una sera!
CodicediSorres Inserito il - 30/03/2009 : 15:05:47
Per ora delle opere di Salvatore Niffoi ho letto completamente solo "Cristolu", e ne ho sfogliato di sfuggita altri due. E ho notato che in tali libri l'autore maschera quasi sempre i veri nomi delle località e dei paesi, e maschera anche i cognomi. Perlomeno nelle opere che ho visionato io. Come mai? È una precisa scelta che punta a dare un tono particolare anche per mezzo di nomi modificati? O ciò è in relazione al fatto che spesso i romanzi sono basati su fatti realmente accaduti, anche in periodi relativamente recenti? Perchè in genere non nomina i paesi quali Orani, Orotelli, Olzai, Mamoiada, Nuoro, etc...? E per i cognomi x es nomina famiglie Sioppo (Siotto?), Melonza (Meloni?) e vari altri modificati. Mi chiedevo appunto i motivi di tale scelta.
Pia Inserito il - 30/03/2009 : 13:15:49
Niffoi mi aveva stregato con La vedova scalza. Non mi ha mai deluso nelle altre letture. Una scrittura forte, maschia, moderna, libera. Penso non mi deluderà nemmeno questa volta.
Mi fido della mia amica Vesuvio....metto nella lista dei prossimi libri da leggere.
Orani71 Inserito il - 28/03/2009 : 18:45:47
Comprato oggi!!! Ovviamente non potevo non farlo!!!
nube che corre Inserito il - 26/03/2009 : 22:37:48

dopo una presentazione così andrò da Feltrinelli a Genova a comprarlo, anche perchè ne ho molti di Niffoi e mi piace la sua forza barbaricina,come dice Vesuvio.
Vesuvio Inserito il - 26/03/2009 : 22:10:34
impossibile non commentare!
per prima cosa il libro: naturalmente l'ho letto subito, non appena uscito.
Un libro dalla trama impegnativa, che si districa tra amicizia e amore. Un libro nel quale, come nello stile di Salvatore Niffoi, i personaggi "escono" dal romanzo in tutta la loro forza. Zosimo, il sardo verace, "pastore ce vuole fare il pastore", Nemesio, il "continentale", l'amico, o finto amico, che viene da un ambiente diverso e in quell'ambiente fa ritorno. E Columba, la donna di cui i due sono innamorati, e che li ama entrambi.
Come ha evidenziato lo stesso Salvatore non è una storia di vendetta. E' una storia dove la peggior condanna per ognuno è il rimorso.
Incontro molto significativo, dove la "forza barbaricina" di Salvatore è emersa in ogni momento. A completare il calore dell'ambiente la cantante Teresa De Sio, amica personale di Salvatore, che ha regalato intensi momenti muscali.
Che dire? emozione.... grande emozione .....
Pia Inserito il - 26/03/2009 : 21:59:57

Pia Inserito il - 26/03/2009 : 21:47:29

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