Forum Sardegna - L'Ultima Jana di Pia Deidda
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Nota Bene: Villa S.Antonio pr. di OR, un altro meraviglioso angolo della Sardegna, situato nell'alta Marmilla a 265 m. sul livello del mare.
Il territorio è prevalentemente collinare e ricco di sorgenti. Fra le testimonianze archeologiche, oltre ai nuraghi e i menhir, meritanto particolare attenzione le necropoli a Domus de Janas situate nelle località "is Forrus" e "Genna Salixi".



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 L'Ultima Jana di Pia Deidda
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Agresti

Moderatore




Inserito il - 16/10/2008 : 22:45:35  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Agresti Invia a Agresti un Messaggio Privato
In occasione della Sagra de "is culurgionis"a Sadali
era stato presentato il libro L'ultima Jana di Pia Deidda,
autrice sarda che vive da oltre trent'anni a Torino.

Essendo il racconto dell'Ultima Jana, ambientato nella grotta de Is Janas Sadali ed essendo deliziosamente imperniato sulla tradizione enogastronomica della Sardegna, la location e l'evento contornante
potevano non essere per l'appunto Sadali e la sua sagra de" is culurgionis"

I prossimi appuntamenti invece saranno a
Torino il 28 Novembre 2008 e
a Tortolì il 22 Dicembre 2008



La storia è questa: Breve descrizione: “C'erano tante cose che le sorelle non capivano di lei. Spesso si chiedeva se fosse nata dalla stessa jana maista tanta era la differenza che riscontrava con le altre tre. No, non avrebbe volato nemmeno quella notte. Avrebbe attraversato il bosco utilizzando le gambe”.
Cicytella è diversa dalle sue sorelle fate-streghe e ci accompagna in una storia fantastica e passionale, che si snoda fra fornelli, piatti prelibati e succulenti della cucina sarda, prodotti dell'artigianato, feste e ricorrenze, indimenticabili paesaggi, in una lontana Sardegna medievale e pur ancora a noi vicina nelle sue tradizioni e nella sua bellezza.
L'autrice, ispirandosi ad una leggenda che si racconta nelle grotte Is Janas a Sadali, ha creato una favola piena di sentimento, a volte umoristica, a volte ironica, sicuramente intrisa di amore e di nostalgia per una terra antica piena di fascino come la Sardegna.


Io l'ho letto in una giornata, ho aperto il libro e non sono riuscita a richiuderlo finchè non ho finito..
Il racconto trasuda di Sardegna, si ritrovano tutti gli aspetti e tutte le sfumature delle tradizioni, degli usi e dei costumi e tutto ciò fa da sfondo alla delicata storia d'amore tra la jana quasi umana Cicytella e il cantore Efis..
Vi è una descrizione delle Janas, della loro vita quotidiana, delle differenze tra loro e gli esseri umani...
Cicytella è in buona compagnia con le sue sorelle Pabassina, Piricchitta e Pardula.. ogni giorno è festa, si preparano i dolci tradizionali, vengono spiegate le ricette, fanno gli abbinamenti con i vini e volano da una parte all'altra dell'isola alla ricerca dei cibi sopraffini che alliettano il loro palato..

In attesa che l'autrice si iscriva nel forum, mi ha chiesto di porvi questa domanda.. Magari sarò difficile dare una risposta, non avendo letto il libro, però qualche indicazione ve l'ho data e voi potete esprimere qualsiasi curiosità a riguardo.

Voglio proporvi un quesito e premetto che la risposta per me è importantissima perchè mi tocca personalmente come autrice del romanzo fiaba L'ultima jana.
Devo presentare a fine Novembre il libro a Torino e con gli organizzatori dell'evento è sorto il problema: ma una fiaba sarda, che parla di tradizioni, usi e costumi, così specifici e rinchiusi nell'ambito strettamente regionalistico, come può interessare fuori dalla Sardegna? Come proporla?
Se voi mi aiutate a trovare una risposta ve ne sarò infinitamente grata.

Adiósu Pia Deidda








Modificato da - Agresti in Data 16/10/2008 23:05:55

 Regione Sardegna  ~ Città: Sarda seu ! I'm Sardinien! Ich bin Sardisch!  ~  Messaggi: 7963  ~  Membro dal: 11/04/2006  ~  Ultima visita: 15/07/2010

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drFolk
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 16/10/2008 : 23:02:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di drFolk Invia a drFolk un Messaggio Privato
Per tutti noi esiste un luogo chiamato casa. Quando noi raccontiamo il posto in cui viviamo, diciamo casa mia, e la descriviamo come se fosse l'ultima meraviglia della terra... perchè in essa c'è molto di quello di cui abbiamo bisogno, c'è un bagaglio di saperi ricordi e conoscenze da conservare, divulgare e (perchè no?) contestare. Pia, devi raccontare di Cycytella come se abitasse in casa tua, aprire con lei la tua opera e proporla alla curiosità di chi, come te, ha il coraggio di varcare il mare per confrontare la sua storia coi mondi degli altri.






Modificato da - drFolk in data 16/10/2008 23:04:05

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Lollove

Nuoro

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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alepazzi
Salottino
Utente Maestro




Inserito il - 16/10/2008 : 23:36:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di alepazzi Invia a alepazzi un Messaggio Privato
dev'essere bellissimo questo libro....mi ispira!!!






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Cala Goloritzè

Baunei (Nu)

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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Marialuisa

Utente Master



Inserito il - 17/10/2008 : 11:33:00  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Marialuisa Invia a Marialuisa un Messaggio Privato
Cara Pia ,
innanzitutto bentrovata !
Cosa è una fiaba ?
E' un viaggio della fantasia e nella fantasia ; lasciamo il mondo reale e ci accingiamo ad avventurarci nel mondo della sorpresa , della meraviglia .
Non importa dove ci avventureremo , che tradizioni scopriremo e quali personaggi ci verranno incontro : come sempre è il viaggio che conta .
Andremo lontano , troveremo quello che vorremmo sentire ? Oh questo non è dato saperlo , forse no e comunque alla fine di quel viaggio saremo diversi e - anche noi - pronti a raccontare !







  Firma di Marialuisa 

 Regione Sardegna  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 2410  ~  Membro dal: 10/11/2007  ~  Ultima visita: 05/09/2016 Torna all'inizio della Pagina

Jana87
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 17/10/2008 : 11:51:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Jana87 Invia a Jana87 un Messaggio Privato
Wow... parlerà mica di me...

Pia... ci sono molti sardi anche fuori dalla Sardegna e molti non sardi che la amano ugualmente ... e poi se una storia è ben fatta... interessa a tutti, non solo i lettori che hanno qualcosa in comune col libro...
Vai tranquilla... Verrei volentieri alla presentazione del libro a Torino!







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La Cinta

San Teodoro (OT)

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

 Regione Sardegna  ~ Città: Cagliari / Milano  ~  Messaggi: 3359  ~  Membro dal: 04/04/2008  ~  Ultima visita: 22/05/2012 Torna all'inizio della Pagina

babborcu
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 17/10/2008 : 11:56:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di babborcu Invia a babborcu un Messaggio Privato
le janas , pur avendo uno strettissimo sapore locale, rimandano anche etimologicamente al latino diana , la dea vergine ,come le janas, della natura intatta, della luna e dei morti,,, come fece diana o altri dei collegati, le janas sarde trasformano gli uomini in altre entità o pietre... nel meridione le streghe maghe sono dette janare... le domus de hanas rientrano in un fenomeno architettonico che va da isdraele all'africa, alla spagna alla penisola italiana sino al bacino di parigi.... sono questi i temi comuni che si possono sfruttare..


ma mi domando perchè se si scrive insistendo su cose sttrettamente locali poi ci si mette il problema della loro non comprensione da parte degli altri.... forse sarà un problema a livelelo di " colpo" pubblicitario iniziale,,, ma se il libro vale andrà avanti oltre confine!!! AUGURI , PERò







 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 4364  ~  Membro dal: 18/02/2008  ~  Ultima visita: 28/05/2012 Torna all'inizio della Pagina

Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 18/10/2008 : 00:02:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
Una cosa è certa: quello che mi ha spinto ha scrivere una storia - anche se fantastica - ambientata in Sardegna è stata la nostalgia. Feroce nostalgia provata in questi ultimi anni per la nostra terra. “La mia casa” come dice Dr folk.
Ho scelto Cicytella, nome della mia protagonista, rubandola al personaggio principale di un racconto di Grazia Deledda intitolato Vita Silvana. Questa scelta non l'ho fatta solo perchè il nome, un diminutivo di Franceschina, suonava bene alla mia fatina, ma perchè nel racconto ci sono dei passaggi – molto sottili e delicati – dove emerge forte e prepotente la nostalgia che sicuramente avrà provato anche Grazia Deledda ogni qualvolta la nave si staccava dal porto di Olbia alla volta di Civitavecchia. Un omaggio quindi alla grande nostra Grazia Deledda.
Vi lascio uno stralcio preso dal finale del racconto:

«Giacomo, sul ponte, conversava animatamente con altri passeggieri, ma di tanto in tanto gettava uno sguardo inquieto su Cicytella che china sul parapetto, il viso appoggiato alla mano, i ricci scompigliati dalla brezza, guardava fisso il profilo dell'isola che si allontanava, bruno ed immobile fra le onde bianche ed il cielo glauco.
Ella cercava ancora la sua casetta, i suoi massi le sue siepi verdi, il bosco e le rupi dalle cui cime aveva spesso guardato questo mare che ora la trasportava a luoghi ignoti a lei, cercava le sue pecore, i suoi cani, il suo cavallino grigio, ascoltava attentamente se mai udiva il mormorio del ruscello, il fremito delle foreste e il canto degli uccelli, vedeva con la fantasia il villaggio nel cui modesto camposanto nereggiava la croce del suo vecchio babbo, del buon Bastiano, e sussultava pensando che nessuno più avrebbe deposto su quella croce le corone di fiori di musco, di rose montane e d'ellera olezzante...
Si ha un bell'essere felicissimi, vicini ad un padre che ci adora, in viaggio verso una terra divina, fatta meravigliosa da Dio e dagli uomini, promettente una vita di delizie, la vera vita, ardente e piena di piaceri e di meravigliose sorprese: fa sempre impressione, desta nell'anima una desolata malinconia il dire addio alla povera, deserta e solitaria terra ove si è passata l'infanzia, il lasciare per sempre i luoghi che conoscevamo in tutta la loro estensione, in ogni cespuglio, in ogni rupe, nei quali vagavamo liberamente, come se la loro azzurra e verde solitudine, animata solo da noi, ci appartenesse, fosse il lembo della terra destinato alla nostra esistenza.
Due lagrime spuntarono negli occhi di Cicytella, caddero nel mare... Il bruno profilo dell'isola che la fanciulla considerava come sua patria era diventato indistinto... anche i cespugli anneriti avevano tremolato un'ultima volta sul cielo, fatto color d'oro dai raggi della luna falcata, come per restituirle l'addio: poi tutto era sparito.
- Addio, addio, Sardegna...
Giacomo si avvicinò alla melanconica bambina.
- Cicytella - le disse posandole una mano sul capo - perché sei così triste, perché piangi?
Cicytella si sollevò, e stese la mano verso l'isola.
- È sparita, babbo, è sparita! La rivedrò forse? Rivedrò le mie pianure ondulate, le mie valli coperte di vigneti, d'ulivi, di mandorli, di pervinche dai fiori azzurri e d'alte canne susurranti? Rivedrò le mie montagne, i miei boschi, il mio cielo? E le mie piccole amiche? E don Martino, e zio Francesco? E la mia casetta, il mio gregge, e... la croce di zio Bastiano?...
L'artista l'abbracciò commosso: dal lampo degli occhi di Cicytella vedeva ancora una volta che ella era una fanciulla perfettamente buona: nell'accento delle sue parole riconosceva una fanciulla perfettamente artista.
- Mia piccola, mia cara Cicytella - esclamò - non disperarti! Ogni autunno verremo in Sardegna. Lo promisi a don Martino, a zio Francesco, ad Azzo che verrà anche lui, lo prometto a te. Verremo.... ».







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Pedra Longa

Baunei (Ogliastra)

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callas
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 18/10/2008 : 09:48:52  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di callas Invia a callas un Messaggio Privato
Secondo me il tuo non è un grande problema.
Durante una lezione di letterature comparate, il nostro professore ci ha detto che in realtà non bisognerebbe parlare di letterature ma di una letteratura comparata, perchè di letteratura ce n'è una sola, anche se un libro tratta di un particolare paese o di una particolare tradizione.
Anzi, bisognerebbe chiedersi che cos'è in realtà una nazione, per capire quali sono i suoi limiti, letterari e umani, e per far questo vorrei ricordare le parole del grandissimo James Joyce, che in Ulisse scrive:
-Ma lei sa cosa significa una nazione? dice John Wyse
-Si, dice Bloom.
-Cos'è? dice Johnn Wyse.
-Una nazione? dice Bloom. Una nazione è la stessa gente che vive nello stesso posto.
Joyce voleva dire che parlare di nazione,cioè di un gruppo di uomini, ma anche di letteratura nazionale, è molto difficile, visto che le persone e con esse le loro tradizioni e le loro fedi, si spostano nel corso della vita.
Per cui un libro, anche se intriso di Sardegna, è un libro mondiale.
con stima.







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Golfo di Marinella

Porto Rotondo

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pedra
Salottino
Utente Normale


Inserito il - 18/10/2008 : 12:56:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di pedra Invia a pedra un Messaggio Privato
In riferimento al quesito di Pia Deidda ed il suo libro" L"ultima Jana"
L'ho appena ordinato e arriverà mercoledì, intanto, mi preme sapere dove avverrà esattamente la presentazione del libro a Torino, perchè la mia sorellanza di amiche scopritrici di nuovi libri, siamo sempre pronte alla partenza, inoltre sono già in Piemonte, poi aggiungo semplicemente, perchè tanti "non sardi" hanno letto i libri di Milena Agus e non dovrebbero appassionarsi al tuo?
( a me, il primo libro della Agus lo ha consigliato un'amica marchigiana, e in seguito è stato come un epidemia (benevola)......tantissime amiche non sarde l'hanno letto, amato e sorriso e infine hanno anche capito perchè le donne SARDE sono così eccezzionali e uniche)

Un abbraccio forte forte, pedra ( a cavallo tra lago d'Orta e Maggiore)







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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 18/10/2008 : 18:02:57  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
Dr folk, alepazzi, Marialuisa, Jana87, babborcu, callas e pedra, sto seguendo i vostri interventi e li trovo tutti positivi e incoraggianti. Vi ringrazio immensamente e continuo ad ascoltarvi.
Pedra puoi entrare nel mio blog e avrai più notizie riguardo la presentazione a Torino: lezionidibello.blogspot.com







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Pedra Longa

Baunei (Ogliastra)

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angiuleddu
Salottino
Utente Mentor


Cuore Rossoblu



Inserito il - 18/10/2008 : 19:43:29  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di angiuleddu Invia a angiuleddu un Messaggio Privato
Quando leggo un libro mi piace evidenziare qualche frase ....Si ha un bell'essere felicissimi, vicini ad un padre che ci adora, in viaggio verso una terra divina, fatta meravigliosa da Dio e dagli uomini, promettente una vita di delizie, la vera vita, ardente e piena di piaceri e di meravigliose sorprese: fa sempre impressione, desta nell'anima una desolata malinconia il dire addio alla povera, deserta e solitaria terra ove si è passata l'infanzia, il lasciare per sempre i luoghi che conoscevamo in tutta la loro estensione, in ogni cespuglio, in ogni rupe, nei quali vagavamo liberamente, come se la loro azzurra e verde solitudine, animata solo da noi, ci appartenesse, fosse il lembo della terra destinato alla nostra esistenza....
penso che il prossimo libro che leggerò sarà questo!







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Tuerredda

Teulada (Ca)

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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 18/10/2008 : 22:51:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
Angiuleddu lo stralcio è preso da un racconto breve di Grazia Deledda che s'intitola Vita Silvana, lo puoi leggere anche su Internet.






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Pedra Longa

Baunei (Ogliastra)

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Adelasia

Moderatore

Penna d'oro


Inserito il - 19/10/2008 : 20:41:50  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato
Messaggio di Agresti

Il racconto trasuda di Sardegna...


Il che è un valore aggiunto.
A mio parere il problema che si pone Pia, alla quale faccio tanti auguri, non esiste proprio. Niffoi docet... tanto per restare nel presente. Babborcu scrive che se il libro vale andrà altre confine: è molto probabile, anche se penso che qualora non ci vada non significherà necessariamente che non valga...






Modificato da - Adelasia in data 19/10/2008 20:43:24

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Castello di Burgos

Burgos (Ss)

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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 19/10/2008 : 21:59:18  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
Mi è arrivata una mail di una amica che non è del forum ma mi ha dato il permesso di farvi partecipi di quanto ha scritto. E' un pò lunga, abbiate pazienza, mi sembra interessante:
<<Ho comprato l'ultimo romanzo di Giulio Angioni, La pelle intera, e Ali di babbo della Agus. Nel romanzo di Giulio Angioni puoi trovare, almeno alla lontana, qualche spunto per rispondere al quesito che hai posto su gentedisardegna, che sono andata a vedere, in quanto racconta la storia di un diciottenne sardo che è andato a vivere in Piemonte negli anni della seconda guerra mondiale. Anche il mondo contadino piemontese possiede i suoi miti, le superstizioni, le sue fate streghe.
Personalmente non saprei come aiutarti, a parte ciò che già ti dissi qualche mail passata. Nella mia testa da sradicata (Maria Rosaria non è sarda ma vive da una vita in Sardegna ed è quindi più sarda di me ndr) il problema neppure si pone. Non so, a Londra ho visto, della pittura rinascimentale italiana, molto più di quello che sono riuscita a vedere in Italia. Qui da noi: musica, cinema, teatro, arte, letteratura. Ricerchiamo, conosciamo, studiamo, apprezziamo prodotti artistici che provengono non solo dalla cultura anglosassone, ma ormai dall'Oriente, dall'Africa, culture lontane dal nostro modo di sentire e pensare, eppure...Viviamo in un'epoca di difesa delle lingue e culture minoritarie. Già questo, secondo me, è un motivo sufficiente per diffondere la letteratura sull'argomento.
Si, capisco che ti preoccupa il carattere regionalistico. Però penso che, nonostante la nostra bellissima e particolare storia dalla fine dell'impero romano ad oggi, noi italiani dovremmo rivedere un attimo questa idea di regionalismo, che forse appare ormai un pò superata. Siamo cittadini europei, ormai. D'altronde credo che tutti gli scrittori italiani abbiano portato nelle loro opere molto di regionale. Basti pensare solo ai siciliani. Però molti di loro sono diventati mondiali attraverso la letteratura e la cinematografia. Sapir, un linguista che ha rivoluzionato il nostro modo di studiare i rapporti tra lingua e cultura, già più di cinquant'anni fa aveva previsto quali sarebbero state le tendenze dei nostri tempi: da una lato globalizzazione e uniformità culturale e linguistica, dall'altro strenua difesa delle peculiarità di ciascuna cultura, soprattutto di quelle minoritarie. La cultura sarda, poi, affascina perchè viene percepita dai nostri connazionali come italiana si, ma anche lontana, diversa, peculiare alla Sardegna, esotica. Il motivo profondo del fiorire di questo tipo di letteratura nella nostra epoca, secondo me, sta proprio in ciò: il processo di globalizzazione e uniformizzazione pare inarrestabile. Di fronte a questa realtà, gli esseri umani sentono il bisogno di difendere ciò che li caratterizza come entità sia culturale e sociale, sia individuale, ossia di salvaguardare gli elementi e strumenti della propria identificazione e individuazione. Non necessariamente deve essere considerata chiusura rispetto al nuovo che avanza, per fortuna non sempre è così. E' un modo necessario e intelligente, maturo, ragionato, attento, profondo, di imparare a gestire e vivere positivamente i cambiamenti in atto, la storia che si svolge a noi contemporanea, senza dimenticare quella passata e senza ignorare chi siamo e da dove proveniamo, perchè diversamente non capiremmo granchè del nostro presente, saremmo ancora più disorientati dal mondo intero che ci raggiunge attraverso i mezzi informatici e i mass media e che noi stessi possiamo raggiungere in poche ore con i nostri mezzi di trasporto velocissimi. Non credo assolutamente che Torino sia una città "indietro" in questo senso. Anzi, tutt'altro>>.
Maria Rosaria







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alepazzi
Salottino
Utente Maestro




Inserito il - 19/10/2008 : 22:51:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di alepazzi Invia a alepazzi un Messaggio Privato
pia, ti ho mandato un messaggio privato....






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Cala Goloritzè

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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 19/10/2008 : 23:24:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
come si legge un messaggio privato? scusa sono nuova del forum

Per farmi perdonare ti regalo un pezzo da L'ultima jana.

La festa grande

All'alba, del giorno di vigilia, per le viuzze del paese si sentivano i belati gioiosi degli agnellini, felici di essere condotti dai loro padroni fuori dall'ovile e dalle solite tanche; ma questi diventavano improvvisamente striduli e angosciati appena si rendevano conto di essere arrivati al macello. La vista dei corpi di quelli che li avevano preceduti, morti e appesi ai ganci, e l'odore acre del sangue che scorreva lungo le canalette di scolo li terrorizzava. Era odore di morte. Qualcuno di loro, più indietro degli altri, rendendosi conto del pericolo cercava di scappare, ma rimaneva intrappolato dagli abili macellatori che dapprima lo afferravano prendendolo per la coda poi lo bloccavano nelle esili gambe. Ad ognuno di loro spettava la stessa sorte, diventare una delle pietanze più gustose della festa, come còrda, trattalìa, o angiòni arròstu.
Stessa sorte sarebbe toccata ai maialini, carne prelibata da finire allo spiedo. Al contrario degli ingenui agnellini, questi animali sapevano osservare la realtà con acume e percepivano quando la loro esistenza veniva condotta all'ultimo anelito. Quando al mattino i cancelli delle porcilaie erano stati aperti avevano gridato grugniti acutissimi, strilla forti come di bambini isterici. Esprimevano così il loro terrore davanti al destino che li stava attendendo. Gli uomini facevano fatica a governarli e urlavano essi stessi più forte per impartire ordini che avrebbero permesso di condurli con la forza sopra il cassone del carro. Carro a buoi divenuto viatico di morte.
I laceranti belati e i perforanti grugniti accompagnavano così quelle prime ore dell'alba e tutti in paese si svegliavano prima del suono della campana che annunciava il giorno.
Nei tre giorni successivi si sarebbe diffuso per le strade del paese il fumo acre e aromatico degli arrosti che avrebbero stuzzicato le papille dei fedeli arrivati a Sàdali dai paesi vicini per onorare il Santo e sollazzare il palato.

Ciao, aspetto informazioni per come entrare nei messaggi privati.







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Pedra Longa

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