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paola
Salottino
Utente Guru
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Inserito il - 15/02/2007 : 21:14:28
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insandus cussa niedda....
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paolas
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ziama
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 15/02/2007 : 21:17:43
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NIMMANCU CUSSSSAAAA....OOOIIAAA PAOLAAAA..MO ME LE NOMINI TUTTE!!!!!
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 15/02/2007 : 21:56:58
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| ziama ha scritto:
NIMMANCU CUSSSSAAAA....OOOIIAAA PAOLAAAA..MO ME LE NOMINI TUTTE!!!!!
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Allora ci provo io:
perché eri cosi' imbrociata Ziama:nasino all'insu' bellezza in piu'.
non sei male e che il fotografo,doveva aver appena mangiato e non ha badato alla prospettiva
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 15/02/2007 : 21:59:18
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Se non sei quella sei un'altra che é veramente bella.
Pero' non vi dico di piu',solo questo:e' tutto naturale?
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Ela
Moderatore
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Inserito il - 15/02/2007 : 22:02:23
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Io lo so...io lo so...ma non mi chiedete nulla perchè non ho il permesso di Ziama!!!! Ma io la conoscevo già per cui è stato più facile....La foto ,in effetti, non le rende giustizia.....Di persona è molto più carina......
Mezus terra senza pane, que terra senza justitia
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 15/02/2007 : 22:14:08
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Cee ,mi sta venendo il dubbio che forse ho indovinato.
Ma questo naturalmente non lo sapro' mai
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shardanaleo
Utente Attivo
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Inserito il - 16/02/2007 : 09:12:42
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Circoli SHARDANA crescono... nel mondo! sarebbe opportuno comunicare fra... possiamo cominciare a linkare i vari circoli con questo nome sul sito ufficiale dei SHARDANA: www.shardana.org dove si trova anche un calendario di incontri e di dibattiti nei vari circoli d'Italia, europa... del Mondo... saluti SHARDANIKI da SHARDANA.LEO
"SOS SHARDANA RIBELLES KI NEMOS PODET BINKERE" (RAMESSU II)
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ziama
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 16/02/2007 : 20:50:06
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allora ragazzi forza...qualcuno di voi ha gia lasciato la firma sul libro degli ospiti...ma tutti gli altri dove sono???? DDAIIII.... dategli almeno un'occhiatina!!!
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carusoandfriends
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 16/02/2007 : 20:56:56
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| ziama ha scritto:
allora ragazzi forza...qualcuno di voi ha gia lasciato la firma sul libro degli ospiti...ma tutti gli altri dove sono???? DDAIIII.... dategli almeno un'occhiatina!!!
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Ci ho dato un'occhiatina...e ti ho anche riconosciuta....eh ..eh...eh..
carusoandfriends
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 16/02/2007 : 22:14:02
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Eccertu anti popstu su nomindi de tottusu!!
_________________________________________________________ ... vegno del loco ove tornar disio
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ziama
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 18/05/2007 : 15:55:38
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Dall'unione sarda di oggi, 18 Maggio:
L’UNIONE SARDA, 18 Maggio 2007 SARDI nel MONDO Bruno Orru’
Di Anna Piccioni , A New York...
di Anna Piccioni A New York «mi manca la qualità della vita europea, o meglio italiana, amicizie vere e durature, un più marcato livello culturale, il clima e, naturalmente, il nos-tro mangiare». Questo l'unico cruccio di Bruno Orrù, sardo di Mogoro, negli Usa da oltre vent'anni. Nessun altro rimpianto, nessun piagnisteo da emigrato nostal-gico, ma tanti propositi dopo la lunga esperienza di "espatriato", come preferi- sce definirsi. «Sono arrivato qui senza chiedere nulla a nessuno». In quest'affermazione è racchiuso un orgoglio tutto isolano, che non ha vacillato neppure un momento, dal giorno in cui ha varcato l'Oceano, dopo gli studi in Eco-nomia e Commercio all'università di Cagliari. Si è guadagnato un lavoro in banca nella stessa città, poi un breve periodo a Milano e Roma, e, infine, tra San Fran-cisco e New York. L'istituto di credito italiano per il quale lavora tuttora gli ha dato la grande opportunità di svolgere il suo incarico nella filiale di Manhattan: Tesoriere, responsabile dei Cambi, Mercati monetari e Capital market. Lavoro «piuttosto stressante: mi sta un po' "consumando" ma spero di poter presto fa- re qualcosa di più piacevole, magari un'attività nel campo delle Public Relations». Segue molto la politica italiana ma anche quella sarda e, in particolare quella «disastrosa» di Bush: «Un presidente eletto principalmente dalla destra religio- sa e conservatrice (neo con), il cui operato è stato quasi esclusivamente pro-impresa e classe benestante. In eredità lascia un'America divisa, e un terribile strascico di debiti astronomici, in gran parte causati dalle due guerre in corso». Di Berlusconi parla come del grande imprenditore prestato alla politica, «ma inesperto e poco diplomatico. Ad ogni modo, meglio separare nettamente l'ope-rato del suo governo dal personaggio stesso: un po' più di modestia e meno pro-tagonismo penso che sarebbero meglio accetti anche nel suo stesso centrode-stra». Per il governatore della Sardegna solo elogi: «Anche lui imprenditore di successo, è intelligente e pratico. Come altri imprenditori prestati alla politica (Bloomberg, sindaco di New York, lo stesso Berlusconi), ha dovuto pagare il pe-daggio per la scarsa conoscenza del Palazzo, però mi è parso coraggioso e con-creto. Credo abbia bisogno di tempo per completare l'opera, ma a volte il mon- do non può aspettare». Infatti a New York tutto corre a grande velocità, anche per questo Orrù torna a Mogoro almeno due-tre volte l'anno e fa il pieno di energia. «Anche i miei figli, Giuseppe, ventunenne, e Stefania, 18 anni, trascorrono in Sardegna le loro va-canze estive». Entrambi studenti universitari, si sentono molto sardi e poco pu-gliesi (regione d'origine della madre), «forse perché sono andati nell'Isola tutti gli anni, sin da quando erano piccoli». Com'è stato il suo approccio con la cultura americana? «Mi è tornato molto utile essere stato qui da studente di scuola su-periore, con gli scambi culturali di AFS-Intercultura». L'11 settembre 2001 lei è arrivato a Manhattan subito dopo il crollo delle Torri gemelle. Che immagine le è rimasta? «Quel giorno ero in ritardo, ho visto tutto dal New Jersey, dove abito. Parte alla tivu e parte dalla strada, insieme a migliaia di persone che abi-tano nel viale sul fiume Hudson, di rimpetto a Manhattan». Come ha reagito? «Con un senso di disagio e impotenza. Avevo idea che neanche gli Usa sarebbe- ro scampati all'ondata di terrorismo nel mondo, e così è stato». Sull'attacco si sono fatte tante ipotesi. Qual è la più accreditata sei anni dopo? «Che la politi- ca estera americana abbia avuto un ruolo determinante e lasci molto a deside-rare. Basti pensare a come vengono nominati gli ambasciatori, che non sono pro-prio di carriera ma amici di partito, o persone che fanno ingenti donazioni o che raccolgono fondi durante la campagna elettorale presidenziale». Quanto sono cambiati gli americani da allora? «Vivono nella paura e hanno dovuto rinunciare a molti aspetti della privacy; la nazione si è impoverita, con miliardi di dollari spesi nelle due guerre senza aver raccolto niente». Secondo Bush è il prezzo per esportare la democrazia. «Pretesa che non sta in piedi. Iraq e Afghanistan stavano meglio prima e i dollari spesi avrebbero risolto la crisi della Social Security (una specie di Inps) e dell'assicurazione sanitaria di oltre il 30 per cento di americani che non possono permettersela». Come si manifesta la fobia del terrorismo? «Ogni allarme, ogni sospetto, ogni piccolo scoppio di qualsiasi natura, scatena procedure di sicurezza su vasta scala, spes- so esagerate, che provocano disagi inimmaginabili». Sono stati presi dei prove-dimenti nuovi, per esempio nei confronti dei musulmani? «Restrizioni o divieti religiosi di vario genere sono demandati ai singoli Stati. Alcuni hanno tassativa-mente proibito l'uso del burka». Il multiculturalismo è di casa a New York: quan-to ne hanno risentito gli immigrati? «New York (insieme a Los Angeles) è tolle-rante; ha bisogno degli immigrati, anche quelli clandestini, e quindi collabora molto poco con il dipartimento dell'Immigrazione». Lei ha mai subito dicrimina-zioni? «Come sardo mai. Gran parte della gente non distingue questo dettaglio, essendo la Sardegna pressoché sconosciuta. Come italiano, qualche accenno di razzismo ad opera di idioti che ancora hanno in mente gli stereotipi di 50-100 anni fa, sì. E, comunque, sono in grado di difendermi». Come vede la sua Sarde- gna da New York? «Piccola piccola, ma viva. E indimen-ticabile, irrinunciabile. Seguo da qui le sue vicende, soprattutto le giuste lamen-tele dei giovani sul lavoro». Il maggior difetto di noi sardi? «Scarso spirito di associazione; diffidenza ed eccessivo vittimismo dettato da ragioni storiche, quindi poca intraprendenza, una certa testardaggine, e poco rispetto per ciò che abbiamo». Il pregio? «La fierezza dell'identità. Il sardo è tenace, ospitale, leale, infaticabile, tratti che risaltano soprattutto fuori dall'Isola». Cosa non funziona in Sardegna? «Troppa politica, burocrazia lenta, eccessivo distacco tra le istituzioni e la gente; la scarsità di risorse e l'insularità accentuano tutto questo. Inoltre, l'intero sistema dei trasporti necessita di una radicale trasfor-mazione». Di cosa non può fare a meno (di sardo) a New York? «Delle cose ma-teriali poco. I prodotti sardi si trovano anche qui». Cosa pensa della tassa sulla seconda casa per i non residenti (anche se nati) in Sardegna? «Non ritengo sia giusta. Siamo domiciliati altrove, ma I diritti sono gli stessi, tant'è vero che riceviamo puntualmente il certificate elettorale». Come considera la legge salvacoste? «Un'iniziativa coraggiosa, forse tardiva, e che potrebbe essere rivista, perché non dà agli enti locali gli strumenti per una corretta gestione. Ma il principio resta validissimo». Com'è vista l'Italia di oggi? «C'è voglia di tutto ciò che è italiano: cultura, mo- da, gastronomia e la Lingua, che ora viene insegnata in quasi tutte le università e tante scuole superiori». Lei è presidente di un circolo sardo: cosa l'ha spinta a costituirlo? «Il sentimento di disagio dei sardi immigrati dopo la seconda guerra mondiale, il doversi aggregare ad altre associazioni regionali italiane, col rischio reale di perdere la propria identità». Qual è lo scopo finale? «Diven-tare il collante tra la comunità sarda in Usa e l'Isola, e tra i sardi stessi. Non- ché promuovere il nome Sardegna in tutti gli aspetti». Obiettivo raggiunto? «Lo Shardana è una bella realtà che coinvolge gli Stati di New York, New Jer- sey, Connecticut, Rhode Island, un punto di riferimento per I 160 soci, I tanti che vengono a fare ricerca, e anche gente di passaggio». Hanno ancora senso i circoli? «Hanno senso se svolgono la loro attività in un contesto che sia di utilità alla regione in termini di promozione dell'Isola a tut- to campo. Ci vuole però la continua assistenza delle istituzioni, in primis l'asses-sorato regionale al Lavoro, che, a onor del vero, ci ha sempre sostenuti». Quali professioni svolgono gli iscritti al suo circolo? «Edilizia, giardinaggio, ristora zione, alcuni sono piccoli imprenditori o pensionati. Ma una buona metà sono gli espatriati della nuova emigrazione: medici, biologi, ricercatori nel campo dell' ingegneria, dell'informatica, managers, artisti. Ognuno è un nostro piccolo amba-sciatore». Per quanti si avvera il sogno americano? «Chi viene per fare ricerca o per studiare, o chi è altamente specializzato può sfruttare buone occasioni, ma da qualche anno gli Usa hanno stretto le maglie: per lavorare bisogna avere già un contratto e chi sponsorizza deve dimostrare che non ha trovato in loco chi è in grado di fare quel determinato lavoro». A cosa va incontro chi trasgredisce? «Chi non riparte alla scadenza dei tre mesi del visto turistico - se trovato – vie- ne arrestato anche per 2 - 3 giorni, e deportato». Cosa (se) la imbarazza dell'es-sere italiano? «Niente. Mi reputo sardo innanzittutto, con passaporto italiano. Talvolta questo suscita ironia in alcuni connazionali, ma la cosa non mi scuote minimamente».
18/05/2007
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 18/05/2007 : 16:43:04
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Bel personaggio il sig. Bruno Orru'..
Nel leggere la sua intervista, mi son resa conto che gran parte delle sue idee le condivido in pieno.. Tra le altre cose noto che non ha problemi ad esporsi dicendo la sua anche se controcorrente!! Bravo bruno!! Ottima la sintesi del suo essere sardo.
| ». Il maggior difetto di noi sardi? «Scarso spirito di associazione; diffidenza ed eccessivo vittimismo dettato da ragioni storiche, quindi poca intraprendenza, una certa testardaggine, e poco rispetto per ciò che abbiamo». Il pregio? «La fierezza dell'identità. Il sardo è tenace, ospitale, leale, infaticabile, tratti che risaltano soprattutto fuori dall'isola». |
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Tranquillo
Salottino
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Ironic Man
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Inserito il - 18/05/2007 : 16:52:47
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Felice di essere rappresentato dal sig. Orrù!!!
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Monteferru
Moderatore
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Inserito il - 18/05/2007 : 22:15:11
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Un'uomo tutto d'un pezzo, non è un caso che sia il Presidente di un Circolo così importante.
Maurizio
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paola
Salottino
Utente Guru
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Inserito il - 18/05/2007 : 22:40:16
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certo è proprio una bella mente....
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paola
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