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Nota Bene: Lo Zafferano di Sardegna (Crocus sativus L.) veniva usato sin dall’antichità sia come colorante per gli abiti e sia come pregiato condimento gastronomico. Ogni ettaro di terreno è in grado di produrre circa sette kg di preziosi stimmi che essiccati e polverizzati danno luogo alla spezia. Per avere un kg di stimmi occorrono circa 120.000 fiori che devono essere raccolti all’alba prima che il fiore si apra. Per le sue eccellenti qualità da qualche anno è stata riconosciuta la D.O.P. per la zona di produzione San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca nella provincia del Medio Campidano.



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 Miniere Aperte 28 maggio 2011

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
laier Inserito il - 27/05/2011 : 12:12:40
MINIERE APERTE
28 MAGGIO 2011


Galleria Villamarina - Miniera di Monteponi – Comune di Iglesias (CI)
La Galleria Villamarina, intitolata al Viceré del Regno di Sardegna Marchese di Villamarina, scavata a quota +174 m slm, è dotata di due imbocchi, distanti tra loro circa 70 metri, denominati Asilo, e Suore. Le denominazioni derivano dalla presenza in prossimità della galleria dell'Asilo edificato negli anni '20 e
dedicato a Renzo Sartori, e dei locali abitati dalle Suore della Carità che curavano l'assistenza nel vicino ospedale della miniera. Lo scavo della galleria Villamarina iniziò nel 1852. Essa incontra i due Pozzi più importanti della Miniera di Monteponi: il Pozzo Vittorio Emanuele ed il Pozzo Sella. Il Pozzo Vittorio Emanuele, scavato nel 1863, giungeva fino a quota -100 m. slm, era adibito al trasporto dei minatori e del minerale estratto dalle gallerie. Il Pozzo Sella, dedicato al parlamentare Quintino
Sella, scavato nel 1874 su progetto dell'ing. Adolfo Pellegrini, era destinato ad ospitare le grandi pompe a vapore, utilizzate per l'eduzione delle acque sotterranee.

Orario di Accesso
Alle ore 9,00 - 10,30 – 12,00 - 15,30 – 17,00 (ultimo ingresso)
Prezzo ridotto : 4,50 per tutti - gratuità per bambini.


Galleria di Porto Flavia – Miniera di Masua - Comune di Iglesias (CI)
Una ardita ed avvenieristica soluzione tecnica ai trasporti marittimi dei minerali prodotti nella zona.

Il sito minerario è situato lungo la costa sud-occidentale della Sardegna, presso la Località di Masua (Iglesias) Porto Flavia, che prese il nome dalla figlia primogenita del suo progettista Ing. Cesare Vecelli, fu realizzato nel 1924 scavando la montagna per circa 600 metri; alla base di due gallerie sovrapposte un nastro trasportatore riceveva i minerali dai depositi sotterranei per trasferirli, con il suo ingegnoso braccio mobile, direttamente nella stiva delle navi di carico alla fonda. Questa ingegnosa soluzione che allora fu capace di rivoluzionare il sistema di imbarco dei minerali, sino a tale data praticato con il carico a mezzo coffe trasportate a spalla dai “galanze” carlofortini sulle loro barche a vela di 20-30 tonn., è ora illustrato ai visitatori perché insieme al fascino di un luogo meraviglioso possano ammirare anche un esempio di ingegno e di tecnica realizzatrice.

Orario di Accesso
Alle ore 9,00 – 10,30 – 12,00 – 14,00 – 15,30 – 17,00 (ultimo ingresso)
Prezzo ridotto : 4,50 per tutti - gratuità per bambini.


Mostra Permanente delle Macchine da Miniera - Miniera di Masua
Comune di Iglesias (CI)

Dopo il 1850 è iniziata l’era industriale delle miniere iglesienti che, tra l’altro, ha portato all’utilizzo di mezzi meccanici sempre più aggiornati tecnologicamente che hanno, di fatto, dato il via alla meccanizzazione delle miniere. Dal 1980 per la necessità di dare forte impulso alle produzioni, è avvenuta l’introduzione delle grandi macchine che hanno permesso la rapida “coltivazione” di grandi aree mineralizzate e il trattamento di quantitativi notevoli di tout-venant .
In considerazione della necessità di adattare costantemente le macchine e renderle sempre più specifiche alle varie esigenze, le miniere di piombo e zinco sarde sono state banco di prova e fucina per tante aziende costruttrici che, grazie all’adozione di soluzioni tecniche sperimentate nelle
officine minerarie, hanno portato a miglioramenti nei rendimenti e nelle prestazioni delle macchine poi costruite. Per questi motivi è stato ritenuto importante allestire il “Mostra Permanente delle Macchine da Miniera” che, con le sue oltre 70 macchine e le sue attrezzature specifiche per lavori minerari, rappresenta la testimonianza di una evoluzione industriale di grande prestigio, cresciuta nel sottosuolo e fuori dai clamori esterni, così come, da sempre, sono abituati a fare i veri minatori.

Orario di Accesso
Alle ore 9,00 alle 17,00 (ultimo ingresso)
Prezzo ridotto: 1 euro per tutti - gratuità per i bambini


Galleria Henry - Miniera di Planu Sartu - Comune di Buggerru (CI)
E' questa la più importante struttura della miniera di Planu Sartu (1865). Consentiva il trasporto dei minerali su rotaia dalle fronti di produzione alle laverie.

E' ubicata alla quota di m. 50 slm, appena al di sopra dell'abitato di Buggerru, e attraversa per circa un Km l'altipiano di Planu Sartu.

Le sue imponenti dimensioni furono determinate dall'impiego (1892) di una locomotiva a vapore che, grazie ad una rete ferroviaria, soppiantò in breve tempo i lenti ed onerosi trasporti con i muli.
La sua unicità è costituita dal ripetuto rapporto con la falesia sul mare, attraverso piccole gallerie e camminamenti scolpiti nella roccia che consentono viste suggestive della costa a strapiombo e panorami mozzafiato.

Orario di Accesso
Alle ore 9,00 – 10,30 – 12,00 – 14,00 – 15,30 – 17,00 (ultimo ingresso)
Prezzo ridotto : 4,50 per tutti - gratuità per bambini.



Galleria Anglosarda – Pozzo Sant’antonio – Miniera di Montevecchio
Comune di Guspini (MC)


Lo sfruttamento delle mineralizzazioni del grande Filone dell’Arburese – Guspinese, che da Montevecchio si estende sino ad Ovest di Ingurtosu per circa 12 km, risale ad epoche antiche; è sicuramente riferito all’epoca romana, come testimoniato da diversi reperti, ma probabilmente è stato interessato da qualche lavoro anche in tempi precedenti.
L’attività estrattiva ebbe un efficace impulso nel XIII e XIV secolo, durante la dominazione pisana ed aragonese ma ebbe il suo definitivo ed importante sviluppo quando, dopo alterne vicende, nel 1848 il re Carlo Alberto rilasciò a titolo perpetuo, la concessione della miniera di Montevecchio al sassarese Giovanni Antonio Sanna.
Da quel momento inizia lo sfruttamento industriale della miniera che si protrarrà ininterrottamente e con profitto sino agli anni sessanta per poi declinare e finire del tutto nel 1991.
Nella zona di Levante, cioè nella porzione di giacimento a levante di Montevecchio, una delle prime ad essere interessata da ricerche minerarie, è la ben nota galleria Anglosarda che prende il nome dalla compagnia La Piemontese - Compagnia Reale Anglosarda - alla quale la Società di Montevecchio appaltò lo scavo per accelerare i lavori e migliorare gli introiti.
Lo scavo della galleria iniziò nel 1852 alla estremità levante del grande giacimento, sul filone S. Antonio che rappresenta una diramazione del filone principale, e venne spinto con grande rapidità perchè subito furono incontrate concentrazioni eccezionali di galena.
Per razionalizzare il trattamento del minerale prodotto, in prossimità dell’imbocco fu costruito, nel 1867, un impianto meccanizzato per trattare sia il grezzo proveniente dalla galleria Anglosarda, che quelli di altre gallerie come Scala, Colombi, S. Barbara e S. Antonio.
Nel 1871 l’ing. Asproni incentivò notevolmente i lavori di ricerca, sopratutto nei livelli Anglosarda e S.Antonio che dettero ottimi risultati tanto che nel 1872 fu intestato il pozzo S.Antonio, che nel 1874 raggiunse la quota di -63 metri dalla quota del piazzale di partenza, portando sino a tale profondità i lavori di coltivazione.
Il filone Sant’Antonio è risultato forse il più ricco e generoso, a parità di sviluppo longitudinale, di tutto il sistema filoniano Arburese, ed è stato seguito nel senso dell’altezza per circa 600 m, dagli affioramenti a quota +420 sin oltre il livello –180.
Tutta la fascia filoniana del sistema Arburese – Guspinese è inserita in un contesto naturalistico eccezionale, con boschi di notevole bellezza e paesaggi che in vari punti, lasciano intravedere il magnifico mare occidentale fra Funtanazza, la mirabile colonia per i figli della Montevecchio ora vandalizzata, e la costa spettacolosa che passando per Piscinas, si spinge sino a Capo Pecora.

Orario di Accesso
Alle ore 9,00 – 10,30 – 12,00 – 14,00 – 15,30 – 17,00 (ultimo ingresso)
Prezzo ridotto : 4,50 per tutti - gratuità per bambini.


Miniera di Funtana Raminosa - Comune di Gadoni (NU)
La miniera di Funtana Raminosa è situata nel Comune di Gadoni (Sardegna centrale) in posizione intermedia tra la Barbagia di Belvì e quella di Seulo. Il patrimonio archeo-industriale presente in questa miniera, rappresenta oggi uno dei massimi esempi di recupero e valorizzazione di strutture minerarie per scopi turistici-culturali.
Gli impianti minerari, risalenti agli inizi del '900, sono stati costruiti sulla sponda sinistra del Rio Saraxinus, a circa 2 Km dalla confluenza col Flumendosa, mentre sulla stessa sponda, a qualche centinaio di metri verso valle, sono ubicati i cantieri minerari più antichi che siano stati coltivati a livello industriale durante la prima metà del secolo scorso.
La coltivazione più antica dei minerali di rame risale probabilmente all'età del bronzo; infatti già verso la fine dell'ottocento si scoprirono i segni di un'antica attività estrattiva, databile sulla base dei reperti ritrovati, all'epoca nuragica.
I giacimenti cupriferi sono stati sicuramente interessati da attività estrattive anche in epoche successive (700 d.C.), lo stesso nome del torrente che attraversa la miniera, il Rio Saraxinus, è sicuramente una testimonianza che anche i Saraceni erano interessati all'estrazione dei metalli locali.
L'attività mineraria ha lasciato profondi segni della passata attività, quali discariche, scavi, imbocchi di gallerie, che assieme alle diverse strutture impiantistiche costituiscono un patrimonio di alto pregio storico e industriale che si fonde nell'ambiente naturale circostante e che ne rafforza la singolarità e la suggestività.
Allo stato attuale il processo di recupero e valorizzazione delle strutture minerarie consente di riscoprire l'intero patrimonio impiantistico e di addentrarsi nelle antiche gallerie che conservano ancora oggi il fascino della passata attività, dove si potranno ammirare le macchine sapientemente restaurate che rievocano i tempi passati.
Infine la natura stessa, col suo verde dominante e la presenza dell'acqua nelle sue varie forme, è protagonista principale dell'intero paesaggio che contribuisce pienamente al recupero di un ambiente minerario e naturalistico ineguagliabile.

Orario di Accesso
Alle ore 9,00 – 10,30 – 12,00 – 14,00 – 15,30 – 17,00 (ultimo ingresso)
Prezzo ridotto : 4,50 per tutti - gratuità per bambini.

Miniera di Sos Enattos - Comune di Lula (NU)
La miniera di Sos Enattos è ubicata nel territorio del Comune di Lula, in provincia di Nuoro, in un contesto paesaggistico di notevole attrattiva per una natura in parte ancora incontaminata che la catena del Monte Albo contribuisce a rendere di eccezionale bellezza.
Cenni di storia della miniera di Sos Enattos si ritrovano in documenti redatti dal La Marmora e dal Sella nei loro importanti lavori sulle miniere sarde e sono testimoniati dalle evidenti tracce di antichi lavori (pozzi romani) osservabili fino al 1960 quando, per esigenze derivanti dall’attività di produzione sempre più intensiva, si giunse alla distruzione di queste testimonianze che presumono la presenza in epoca Romana, di schiavi condannati “ad metalla”.
E’ comunque certa nel territorio, nell’XI secolo d.c., la presenza di una colonia di schiavi ebrei gestita da un ricco possidente di nome Nabat o Nabatha come soprintendente.
Per un periodo di tempo abbastanza lungo non si hanno notizie certe; solo nel 1864 risulta una “dichiarazione di scoperta del giacimento” con successiva concessione mineraria che, dopo alterne vicende in mano a privati, nel 1905 viene trasferita ad una società mineraria franco-belga, la “Societè Anonyme des Mines de Malfidano”.
Dopo una successiva rinuncia ed un conseguente periodo di stasi nell’area della miniera viene concesso un permesso di ricerca a privati, poi trasferito nel 1951 alla RIMISA SpA. Questa società, dopo una intensa campagna di ricerca, coronata da risultati incoraggianti, chiede una “concessione mineraria” che viene accordata nel 1962.
Nasce così la miniera di Sos Enattos che, modernamente attrezzata con tecnologie di avanguardia ed operante con metodologie della più avanzata “arte Mineraria”, dà inizio ad un fecondo periodo produttivo.
Nel 1971 però, proprio durante un periodo di forte attività, mentre viene ultimato il pozzo Rolandi per meglio estrarre il minerale prodotto in profondità, si manifesta una forte crisi dell'attività mineraria, specie nel settore piombo-zincifero, che costringe gli azionisti privati a rinunciare alla proprietà. Per salvare l'occupazione l'Ente Minerario Sardo subentra quale unico azionista e cerca, con imponenti ristrutturazioni, di migliorare produzioni e rendimenti.
Nell’intervallo di tempo che va dal 1979 al 1983, l’attività di produzione viene temporaneamente sospesa e si procede anche ad un ridimensionamento dell’organico con esodi e sostituzioni che ringiovaniscono il personale ma , portano l’organico a circa 48 unità con le quali si operano altre trasformazioni della struttura produttiva cercando di ottimizzarla al massimo e di migliorare il conto economico. Malgrado tutti gli sforzi, nel 1996 anche la miniera di Sos Enattos è costretta alla chiusura produttiva come la quasi totalità delle altre miniere sarde del settore e la Società RIMISA viene comunque incaricata di procedere subito alla messa in sicurezza degli impianti nonché dei luoghi già interessati dall'attività minerarie.
Nel 2003 la Società RIMISA S.p.A. viene assorbita dalla Società IGEA S.p.A. (Società per gli interventi geo-ambientali) della Regione Autonoma della Sardegna, e continua sotto la nuova ragione sociale il suo cammino volto, ora, a completare nella sua miniera, ormai non più produttiva, tutti i lavori che possano legittimare, nel modo più completo, il suo inserimento fra i siti di interesse del Parco Geominerario della Sardegna sorto sotto il patrocinio dell'UNESCO che ha riconosciuto tali siti come patrimonio universale.

Orario di Accesso
Dalle ore 9,00 alle 13,00
Prezzo ridotto : 4,50 per tutti - gratuità per bambini.

Museo dell’Ossidiana – Comune di Pau (OR)
Il percorso espositivo della struttura museale è organizzato secondo il principio della fruizione diretta e partecipata agli aspetti scientifici naturalistici, tecnologici, sociologici e storici dell'ossidiana, intesi nella loro dimensione più generale ed in quella che attiene più specificamente alle caratteristiche regionali, del Monte Arci e del territorio di Pau. Il visitatore è condotto, contestualmente, attraverso una fruizione ternaria del messaggio culturale, rispettivamente a livello cognitivo razionale, sensoriale e sperimentale. Il primo livello è gestito con l'impiego di supporti documentari fissi quali complementi cartografici e fotografici, schede didascaliche monotematiche, supporti audiovisivi dinamici a proiezione continua, supporti audiovisivi interattivi. Il secondo livello è affidato alla percezione autogestita, visiva e tattile, delle caratteristiche fisiche, accompagnata da videoclip e da basi sonore diffuse negli ambienti, atte ad evocare le caratteristiche sonorità dell'ossidiana allo stato naturale e di quelle prodotte dalla lavorazione individuale e di gruppo attraverso la pratica sperimentale.

Sito in Via San Giorgio n. 8 - Pau (OR)

sito web: http://www.museossidiana.it/

Orario di apertura: 10.00/ 12.00 --- 16.00/ 18.00
Biglietto adulti € 2.00 bambini € 1.00

GeoMuseo Monte Arci “Stefano Incani” – Comune di Masullas (OR)
Oggi, le Collezioni Naturalistiche sono riconosciute dallo Stato Italiano fra i Beni Culturali da tutelare e valorizzare, al pari di quelli artistici ed archeologici, non solo ai fini di conservazione della nostre identità biogeologiche e pre-istoriche, ma anche come importante mezzo di attrazione turistico-culturale.
Acquisire alla collettività un patrimonio di inestimabile valore come quello formato dalle Collezioni Mineralogiche e Paleontologiche, raccolte in decenni di silenziosa operosità dal Cav. Vincenzo Incani nei terreni di Masullas e della Marmilla, era un dovere ed un omaggio alla nostra identità.
Peraltro, in questo Museo, per la prima volta in Sardegna, si è voluta ricostruire la storia più antica della nostra Isola - quella geologica -, dalla quale, non possiamo scordarlo, derivano le bellezza naturalistiche e paesaggistiche che tutti ci invidiano. Non di meno, senza il divenire lento di “questa” storia - la “nostra” storia geologica -, i popoli nuragici non avrebbero avuto l’ossidiana, il rame, l’argento e forse noi non avremmo avuto la Storia come oggi la conosciamo.

Sito presso l'ex Convento dei Cappuccini - Piazza Convento
Tel.: 0783991866 0783 990251 3891777100
Sito web: www.geomuseomontearci.it
e-mail: coopilchiostro@tiscali.it

Orario di apertura
10-12; 16-19
In occasione della manifestazione “Giornata nazionale sulle miniere” il biglietto d’ingresso è di € 1 (ridotto)

EcoMuseo Villaggio minerario di Rosas - Comune di Narcao (CI)

Scoperta nel 1832, Rosas venne riconosciuta come area mineraria nel 1849 ed ottenne nel 1851 dal re Vittorio Emanuele II la concessione per l’estrazione della galena come Società Anonima dell’Unione Miniere del Sulcis e del Sarrabus. Dalle sue gallerie si estrassero piombo, zinco e ferro. Restò attiva sino al 1980 quando venne chiusa definitivamente. Il complesso degli edifici e delle strutture minerarie è stato recuperato e ristrutturato a fini museali e ricettivi, dando vita al Museo – Villaggio minerario di Rosas, oggi tra i beni tutelati dall’Unesco e grande museo a cielo aperto immerso in un contesto ambientale di assoluto valore naturalistico. La laveria è il vero cuore pulsante della miniera, in cui è possibile ammirare i grandi mulini per la lavorazione del minerale perfettamente funzionanti. Al piano superiore dello stesso edificio, le sale multimediali con schermi e “pozzetti” ripercorrono l’epopea mineraria sarda e, in particolare, la storia e le vicende di Rosas e delle miniere di Narcao raccontata dalla voce dei protagonisti, i vecchi minatori.
Un altro spazio espositivo si apre nel grande piazzale al centro del villaggio. Al suo interno, tra pannelli illustrativi, documenti e attrezzature da lavoro, si possono ripercorrere le vicende di Rosas, dal momento della scoperta al declino, fino alla rinascita come grande compendio museale e naturalistico.
Visitabile è anche la galleria Santa Barbara dove è possibile osservare i sistemi e le condizioni di lavoro all’interno di una miniera di piombo e zinco. E’ inoltre possibile ammirare l’ex ufficio postale e centro direzionale (oggi ristorante), il forno di calcinazione, i depositi di stoccaggio (oggi bar), la fucina del fabbro (oggi esposizione museale polifunzionale), la foresteria e gli alloggi dei minatori. Questi ultimi, ristrutturati, costituiscono oggi un particolare esempio di case-vacanza dove trascorrere soggiorni all’insegna del relax immersi in un contesto storico e naturale di particolare pregio.

Sito in loc. Rosas, fraz. Terrubia - Comune di Narcao (CI)
Tel. 0781.1855139 (reception)
Sito web: www.villaggiominerariorosas.it e www.comune.narcao.ci.it/minierarosas/
mail: info@villaggiominerariorosas.it e minieradirosas@libero.it

Orari Apertura:
Durante la manifestazione “Giornata nazionale sulle miniere” l’EcoMuseo osserverà i seguenti orari: Mattina 9 - 13; pomeriggio 15.30 -20.

In occasione della manifestazione “Giornata nazionale sulle miniere” il biglietto d’ingresso è di € 1 (ridotto)

Grotte Is Zuddas – Santadi (CI)
La Grotta di Is Zuddas è una cavità carsica della Sardegna sud-occidentale che si apre nelle dolomiepiù antiche d’Italia, datate circa 530 milioni di anni.
È costituita da una successione di cunicoli e sale che, assieme alla testimonianza di antichi fenomeni di crollo, evidenziano l’azioneerosiva e corrosiva delle acque sotterranee.
Ma la vera ricchezza della grotta è rappresentata da una straordinaria varietà di concrezioni.
Oltre alle comuni stalattiti, stalagmiti, colate e colonne, è infatti possibile osservarne di più rare, come i sottili “capelli d’angelo”, le concrezioni coralloidi, i frostworks e le eccentriche d’aragonite.
Queste ultime sono costituite da un indescrivibile intreccio di tubicini che senza seguire la forza di gravità, sono cresciuti nel più totale disordine, generando candide matasse di pietra.

Sito in Loc. Is Zuddas Santadi (CI)

Come arrivare: le grotte si trovano nel comune di Santadi a circa 6 km. dal paese, sulla strada per Teulada, e sono segnalate da numerosi cartelli. Sono gestite dalla Cooperativa “Monte Meana”. La Trattoria “Is Zuddas” situata a poche decine di metri dall’ingresso della grotta offre al visitatore l’opportunità di gustare i prodotti tipici della cucina sulcitana e santadese.

Telefono: 0781 955741/ 340 061 62 33
sito web: http://www.grotteiszuddas.com

Orari di visita:
9,30-12 e 14,30-17,30.

Biglietto
Adulti: € 6,00
Ridotti. € 3,50 (6-12 anni)



Istituto Tecnico Industriale Minerario “Giorgio Asproni” con annessi Licei Tecnologico e delle Scienze Applicate - Comune di Iglesias (CI)
La “Scuola per Capi Minatori e Capi Officina” di Iglesias sorse nel 1871 per iniziativa di Quintino Sella, che ne sottolineò la necessità in alcune pagine della sua Relazione del deputato Sella alla Commissione d’ inchiesta composta dai deputati Depretis, Ferracciu, Macchi, Mantegazza, Sella, Tenani sulle condizioni dell’ industria mineraria nell’Isola di Sardegna, pubblicata negli Atti della Camera, XI legislatura in data 3 maggio 1871, in occasione della sua partecipazione alla commissione parlamentare d’inchiesta del Depretis nel 1869. “Annesso alla scuola mineraria - così proseguiva il Sella- dovrebbe essere , non solo per le esercitazioni degli scolari ma anche per il pubblico servizio, un laboratorio chimico. Per i contratti di minerali non solo, ma anche per le opportune nozioni sul valore dei minerali che si trovano nelle esplorazioni, o si ritraggono dalle lavorazioni, è necessario fare almeno i saggi docimastici dei minerali stessi. La galena ha caratteri fisici così distinti, che ad occhi si può avere un idea della ricchezza in piombo del minerale, ma il tenore in argento senza un saggio docimastico non si conosce... Scrive il Sella: “Colla scuola sorgerebbe da sè in Iglesias un museo mineralogico altamente istruttivo ed interessante, e si avrebbe così in Iglesias un centro scientifico i cui effetti sarebbero altamente benefici” Egli offri inoltre al museo, che volle all’ atto d’istituzione annesso alla scuola, diversi campioni di minerale, dando il via alla raccolta di importanti pezzi da collezione.” L'edificio inaugurato nel 1911, oggi utilizzato dall'Istituto tecnico Minerario e dalle scuola media, era definito all'epoca uno degli istituti più belli e meglio attrezzati del Regno. Riesce ancor oggi, grazie alla sua maestosità , l'eleganza dei fregi e l'accuratezza delle finiture, insieme alla ricchezza del Museo mineralogico e dei diversi laboratori, ad evocare il glorioso passato dell'Istituto Minerario" Giorgio Asproni". La costruzione venne realizzata dall'impresa Giuseppe Pinna Sirigu, su progetto dell'architetto Francesco Sappia e dell'ingegnere Telesforo Tarchioni, la direzioine dei lavori affidata all'ing. Dionigi Scano.

Sito in Via Roma, 45 09016 - tel. centralino: 078122304/22502
E-mail: catf02000d@istruzione.it
sito web: http://www.asproni.it
Orari Apertura: 09.00-12.00---- 17.00-20.00
L'ingresso in occasione della manifestazione è gratuito


Museo dell'Arte Mineraria - Comune di Iglesias (CI)
Il Museo dell'Arte Mineraria fu creato nel 1998 da alcuni "uomini di miniera", con lo scopo di conservare e far conoscere molte di quelle cose che hanno permesso al minatore di dominare la roccia e, studiando e creando cose nuove, diventare l'artefice di una cultura mineraria che per secoli è stata il centro della vita sociale ed economica di molta parte della nostra isola e non solo. In questo museo è possibile vedere macchine che già alla fine del 1800 erano usate in miniera (vedi la perforatrice BBR 13 della Ingersol) o celle di flottazione ancora oggi impiegate negli impianti di arricchimento dei minerali, nonchè circa 400 m di gallerie che, iniziate nel 1934 come laboratorio per gli studenti, diventarono sicuro rifugio antiaereo negli ultimi anni della 2° guerra mondiale.
Sito presso Istituto Tecnico Industriale Minerario “Giorgio Asproni”, Iglesias (CI) in Via Roma, 47.
Telefono/fax: 0781 350037, 328 8094091 346 7526003
sito web:http://www.museoartemineraria.it
E-mail: apimmg@tiscali.it
Orari Apertura: 09.00-12.00---- 17.00-20.00
L'ingresso in occasione della manifestazione è gratuito



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