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Nota Bene: La Tomba I o Tomba dei Vasi Tetrapodi di Santu Pedru, nella strada provinciale tra Alghero e Uri , e' il primo ipogeo preistorico Sardo ed il primo del Mediterraneo ad aver restituito una "stratigrafia". Cioè una successionedi strati di riempimento intatti che ne attestano diversi momenti di uso. La tomba , preceduta da un lungo corridoio scoperto, ha un'anticella semicircolare, una grande cella centrale sostenuta da pilastri scavati nella trachite e varie celle secondarie . La cella principale presenta corna taurine scolpite ed una finta porta.
Sino alla scoperte di questo bellissimo monumento , databile alla cultura prenuragica di Ozieri ( 3200 a.C.) , si riteneva che queste grandi tombe fossero nuragiche e fossero contemporanee agli etruschi. La denominazione dell'ipogeo si deve alle grandi ciotole a quattro piedi , della cultura del Vaso Campaniforme , che restitui', i "vasi tetraposi" appunto.



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 Museo dell'OSSIDIANA a PAU

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
burrinka Inserito il - 09/05/2007 : 16:12:41
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41,21 KB

L'ossidiana, vetro di origine vulcanica largamente utilizzato dall'uomo neolitico per produrre utensili di varia natura, definita "l'oro nero" dell'antichità, fu di straordinaria importanza anche per lo sviluppo della preistoria sarda. Manufatti ottenuti con l'ossidiana del Monte Arci, sfruttata a partire dal IV millennio a.C., sono stati ritrovati in svariati insediamenti neolitici della Sardegna, dell'Italia settentrionale e della Francia meridionale.
Nel complesso vulcanico del Monte Arci, di cui sono note almeno tre colate distinte di ossidiana: SA (Conca Cannas–Uras), SB1 e SB2 (Santa Maria Zuarbara–Marrubiu), SC (Perda Urias/Sennixeddu-Pau), il territorio di Pau è l'unico che abbia consentito, almeno per ora, di documentare attraverso resti archeologici di notevole entità, centri di riduzione e trasformazione della materia presso le sorgenti primarie. Il centro di lavorazione dell'ossidiana di Sennixeddu, localizzato lungo l'omonima valle, è uno dei più vasti del Monte Arci.

Tratto da Wikipedia

Pau, Museo dell'Ossidiana
Indirizzo: via San Giorgio 90 Pau; telefono: 0783 934009
Ente titolare: Comune di Pau
Orari: 9,00-13,00 e 14,00-17,00
Biglietto: gratuito

Il museo
Situato all'ingresso del paese, per coloro che provengono da Ales, è nato nel 1999 come museo artistico che valorizza l'ossidiana, roccia vetrosa che in Sardegna si trova esclusivamente sul Monte Arci.
Sono esposte le opere artistiche di Karmine Piras, il primo e più apprezzato scultore dell'ossidiana, e altre realizzate dei fratelli Atzori di Oristano.
Sono in fase di allestimento la sezione archeologica, con l'esposizione dei reperti degli scavi avviati nel territorio di Pau. e la sezione per la mostra permanente di minerali.
La visita al museo si completa con il percorso storico naturalistico, che conduce alla cime del Monte Arci, lungo il quale si trova il più antico giacimento di ossidiana di tutto il Mediterraneo, particolarmente suggestivo per le numerose scaglie reperibili lungo il sentiero. Il generale Alberto della Marmora, che nell'Ottocento visitò questi luoghi, ne rimase particolarmente colpito, tanto da scrivere nel suo "Itinerario" di non aver visto in nessun altro luogo una tale quantità della pietra nera e lucente.
Distribuite nell'area urbana si trovano alcune opere scolpite su roccia in ossidiana, di grandezza tale da poter essere annoverate nei guinnes dei primati.

Tratto da Sardegna cultura

Dopo aver visitato il museo ho fatto un giro per PAU e ho fatto qualche foto...Questa è all'entrata del paese, arrivando da Ales
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62,66 KB

Piazza davanti al municipio
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73,5 KB
Tutti i numeri civici hanno un piccolo pezzo di ossidiana...
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38,05 KB

Anche i cartelli con le vie...

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41,25 KB





15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Lessa Inserito il - 14/06/2009 : 23:14:48
Di nulla Maurizio.
il link est custu comunque!
http://www.sardegnadigitallibrary.i...+piras&ric=1
maurizio feo Inserito il - 14/06/2009 : 09:04:52
Grazie mille, Lessa e Nuragicum!
Sono certo che sia tu, sia altri amici del Forum conosciate già quello che posto, che è il frutto di una mia ricerchetta, appena fatta su Sardegna Digital Library:

http://www.sardegnadigitallibrary.i...26&id=198725

Si tratta di un'intervista a Carmine Piras, più che un artigiano ed un artista, quasi uno scienziato, che dovrò riuscire ad intervistare anche io, prima o poi...
All'inizio, spiega visivamente la lavorazione antica dell'ossidiana, poi illustra altre ed interessanti lavorazioni (che qui, magari sono fuori tema, ma sono egualmente interessantissime)
Un saluto a tutti!
M.
Lessa Inserito il - 13/06/2009 : 14:33:01
nuragicum ha scritto:

Lessa ha scritto:

Salve a tutti! sapete spiegarmi perchè viene considerato Pau il paese dell'ossidiana, e non Morgongiori, che risulta praticamente sulla montagna?
è una cosa che non ho mai capito, potete rispondermi?

grazie, ciao!


In realtà, Pau è uno dei paesi dell'ossidiana, ma fra questi Morgongori sicuramente non è dei più rappresentativi, perchè nel suo territorio non ci sono grossi giacimenti. A dirla tutta, i veri "paesi dell'ossidiana" dovrebbero essere tre: oltre Pau, anche Marrubiu e Masullas. Questi ultimi due possiedono delle cave di perlite (attive o abbandonate) dove si raccoglie moltissima ossidiana, anche in grossi blocchi.
Pau è l'unico che ha avuto il merito di puntare sulla valorizzazione della risorsa, adottando una normativa comunale che ne vieta il prelievo (negli altri comuni non mi risulta qualcosa di analogo, per cui chiunque può andare e riempirsi un camion, almeno in teoria) e soprattutto dando vita ad un centro per la lavorazione della pietra, anche se a livello di gadget turistici (per rispondere anche a Maurizio Feo, credo che questo tipo di lavorazione avvenga con mole elettriche, come per una qualsiasi pietra ornamentale). L'ideale sarebbe che il museo si orientase anche verso l'archeologia sperimentale, ma questa è una porta aperta, e credo che ci sia già una mezza collaborazione fra il museo di Pau e gli specialisti di Palaeoworking (che hanno una sede in Sardegna ad Ardauli).
Poi, attorno al Monte Arci, ossidiana se ne trova un po' sparsa in tutti i comuni: Morgongiori, appunto, ma anche Uras (al punto che la cava di Conca 'e Cannas viene spesso erroneamente atribuita a Uras, invece che a Masullas), Siris, Pompu, Ales; poi nei versanti Est e soprattutto Nord il materiale diminuisce (Usellus, Bannari/Villaverde, Villaurbana). I giacimenti veri e propri restano comunque quelli di Pau, Masullas e Marrubiu.
Tenete presente che "sul" Monte Arci non c'è ossidiana (se salite ad Acqua Frida, non ne troverete se non qualche minuscola scaglia): si trova solo nei versanti, a mezza costa o anche alle falde.

Grazie mille per l'esaustiva risposta!


Maurizio l'ossidiana si lavora per scheggiatura o pressione tramite strumenti semplici, come corna di cervo, percussori litici eccetera,
Altrimenti smerigli vari, dremel e carte vetrata ultrafine.
burrinka Inserito il - 03/06/2009 : 15:05:29
maurizio feo ha scritto:

Come si lavora?
Ho rotto diversi arnesi, inutilmente...
M.



mi dispiace ma io non so risponderti...

prova a spostare la domanda nella sezione minerali...magari qualcuno ne sa di più...
nuragicum Inserito il - 03/06/2009 : 08:38:15
Lessa ha scritto:

Salve a tutti! sapete spiegarmi perchè viene considerato Pau il paese dell'ossidiana, e non Morgongiori, che risulta praticamente sulla montagna?
è una cosa che non ho mai capito, potete rispondermi?

grazie, ciao!


In realtà, Pau è uno dei paesi dell'ossidiana, ma fra questi Morgongori sicuramente non è dei più rappresentativi, perchè nel suo territorio non ci sono grossi giacimenti. A dirla tutta, i veri "paesi dell'ossidiana" dovrebbero essere tre: oltre Pau, anche Marrubiu e Masullas. Questi ultimi due possiedono delle cave di perlite (attive o abbandonate) dove si raccoglie moltissima ossidiana, anche in grossi blocchi.
Pau è l'unico che ha avuto il merito di puntare sulla valorizzazione della risorsa, adottando una normativa comunale che ne vieta il prelievo (negli altri comuni non mi risulta qualcosa di analogo, per cui chiunque può andare e riempirsi un camion, almeno in teoria) e soprattutto dando vita ad un centro per la lavorazione della pietra, anche se a livello di gadget turistici (per rispondere anche a Maurizio Feo, credo che questo tipo di lavorazione avvenga con mole elettriche, come per una qualsiasi pietra ornamentale). L'ideale sarebbe che il museo si orientase anche verso l'archeologia sperimentale, ma questa è una porta aperta, e credo che ci sia già una mezza collaborazione fra il museo di Pau e gli specialisti di Palaeoworking (che hanno una sede in Sardegna ad Ardauli).
Poi, attorno al Monte Arci, ossidiana se ne trova un po' sparsa in tutti i comuni: Morgongiori, appunto, ma anche Uras (al punto che la cava di Conca 'e Cannas viene spesso erroneamente atribuita a Uras, invece che a Masullas), Siris, Pompu, Ales; poi nei versanti Est e soprattutto Nord il materiale diminuisce (Usellus, Bannari/Villaverde, Villaurbana). I giacimenti veri e propri restano comunque quelli di Pau, Masullas e Marrubiu.
Tenete presente che "sul" Monte Arci non c'è ossidiana (se salite ad Acqua Frida, non ne troverete se non qualche minuscola scaglia): si trova solo nei versanti, a mezza costa o anche alle falde.
maurizio feo Inserito il - 02/06/2009 : 15:31:10
Come si lavora?
Ho rotto diversi arnesi, inutilmente...
M.
Lessa Inserito il - 16/05/2009 : 13:50:17
Salve a tutti! sapete spiegarmi perchè viene considerato Pau il paese dell'ossidiana, e non Morgongiori, che risulta praticamente sulla montagna?
è una cosa che non ho mai capito, potete rispondermi?

grazie, ciao!
sam66mas Inserito il - 05/05/2009 : 21:28:56
Io qualche foto della chiesa di s. Prisca devo averla fatta per l'addobbo floreale di un matrimonio
burrinka Inserito il - 29/05/2007 : 11:30:31
Grande Quattromori!

Grazie!
quattromori Inserito il - 28/05/2007 : 22:23:43
burrinka ha scritto:

Grazie Albertina per aver parlato ampiamente di pau...della chiesa di s.prisca (ho cercato delle foto ma non le ho in digitale! Peccato!) e dell'ossidiana...

Chi si trova a passare nei dintorni dell'alta marmilla...ne vale la pena di fare un giro per il piccolo centro abitato di pau..., ma tutta la zona merita...



ecco una foto http://www.chiesecampestri.it/image...d=447&page=1
a breve su chiesecampestri ci sarà anche la scheda

________________________
www.bandierasarda.it
www.chiesecampestri.it
www.viaggioinsardegna.it
burrinka Inserito il - 23/05/2007 : 17:14:17
Altre foto sull'ossidiana...

targa del comune di Pau



Gioielli fatti con l'ossidiana










Immagini tratte dal sito obsidian.it
burrinka Inserito il - 13/05/2007 : 13:57:12
Grazie Albertina per aver parlato ampiamente di pau...della chiesa di s.prisca (ho cercato delle foto ma non le ho in digitale! Peccato!) e dell'ossidiana...

Chi si trova a passare nei dintorni dell'alta marmilla...ne vale la pena di fare un giro per il piccolo centro abitato di pau..., ma tutta la zona merita...
kigula Inserito il - 12/05/2007 : 16:36:30
devo assolutamente venire a vedere!
Albertina Inserito il - 10/05/2007 : 16:29:28
Inserisco la ricerca su Pau del nostro libro " La Marmilla attraverso le sue storie e le sue leggende".
Parliamo ampiamente della chiesa di S. Prisca e dell'ossidiana.

Pau


Lasciamo Bannari, la lasciamo chiamandola col suo antico nome, e ci dirigiamo a Pau, a pochi chilometri di strada, dopo una salita e un tratto pianeggiante. Sulla sinistra si eleva la chiesa di S. Giorgio martire. L’antico edificio sacro risale al XIV secolo. Il piazzale è stato rimesso a nuovo con un interessante restauro. La facciata si presenta con portaletto, quasi al centro ha un’apertura a semicerchio, mentre in alto si chiude con due spioventi dove si evidenzia un cornicione in pietra scolpito. Sulla sinistra un campanile a vela a due luci, mentre sulla destra c’è la casa canonica.
All’interno la chiesa ha il presbiterio a volta e l’altare si presenta con preziosi marmi rossi e verdi; al centro la nicchia col santo patrono guerriero a cavallo. Una balaustra separa il presbiterio dall’aula d’ascolto. Ai lati due cappelle. Vi si notano interessanti lavorazioni in pietra, come un’acquasantiera, la fonte battesimale, due nicchie. Conserva una statua lignea settecentesca: la Vergine del Rosario.
La comunità è di 360 abitanti e si distende ai piedi del monte Arci, a 323 metri sopra il livello del mare. Le sue risorse sono di antica data: l’agricoltura e la pastorizia, come confermano alcuni punti del centro storico rurale. I suoi abitanti vengono chiamati pauesi “pauesus”.
Nei pauesi c’è una tradizione orale secondo la quale a monte del paese , alle pendici della collina “Pitzu de sa Campana” sorgeva Pau Mannu. La tradizione è confermata da V. Angius nel dizionario storico di S. M. il Re di Sardegna.
Nel territorio sono visibili frammenti di vasellame che risalgono all’epoca romana.
Ziu Peppi racconta che in questo “Arruiabi” ( rovina ), mentre un giogo di buoi arava, venne rinvenuta una grande campana di bronzo. Le autorità decisero di collocarla nel campanile di S. Giorgio, venne caricata su un carro e avviata a Pau. Ma il giogo che trainava, arrivato al bivio di Parodi si fermò e non ne volle sapere di riprendere il percorso. Il conducente insisté in modo manesco, ma inutilmente. Allora si rivolse disperato al cielo invocando S. Pietro e così il giogo riprese il cammino, prendendo però la direzione di Ales.
Si tramanda, pur senza conferma ufficiale, che la campana rintocchi ad Ales, nella cattedrale di S. Pietro.
La comunità pauese, avendo profonde radici di cristianità, elevò altre due chiese nell’abitato: S. Sebastiano, pare parrocchiale nel XIII secolo, e la chiesa ottocentesca di S. Luigi Gonzaga. Delle due chiese oggi non c’è traccia.
Interessante la chiesa campestre di S. Prisca, a tre Km del paese. Poggia su un esteso prato, sotto le pareti rocciose di “Campu Serrau”. L’antica chiesa rurale si presenta con loggiato a tre archi archivoltati. L’antica ricorrenza si festeggia il due settembre. La comunità riserva tanta devozione verso la santa protomartire romana, che venne martirizzata mediante decapitazione in giovane età. Pau è l’unica località in Marmilla che onora questa santa: S. Pinta, per i pauesus. Suggestivo è il rientro della santa verso l’imbrunire su un cocchietto trainato da un giogo di buoi. La santa indossa un abito ricamato in oro su un tessuto rosso forte, in ricordo del martirio. Si giunge nel sagrato di S. Giorgio che è già notte, poi c’è il panegirico, lancio di granate e il canto dei “goggius”.

…Issu solu est su Signori
ddi rispundis cun decoru
”A Issu s’anima e su coru
appu offertu generosa”

Chi si reca a visitare Pau viene subito colpito dalla visione basaltica del versante orientale del monte Arci, che sembra quasi un muraglione in difesa del luogo. Ancora strisce di macchie forti e tenui di verde, dove la vegetazione appare quasi aspra, formata da boschi di rovere, lecci, sugheri, lentischi, mirti e altro, dove un grande cielo azzurro avvolge albe e tramonti con nuvole bianche e grigie che filtrano colori rosei e violacei e nell’alto saettanti voli di uccelli liberi invitano a contemplare. Qui, in questo scenario visitatori dell’Ottocento si fermarono a visitare il territorio di “Perda Urias” e l’area di “Sennixeddu” dove affiora “ l’oro nero”, l’ossidiana, roccia di origine vulcanica amorfa, priva di struttura cristallina che si identifica col vetro. Era usato nelle prime civiltà in Sardegna per manufatti rudimentali di armi da caccia e armi taglienti, commerciate nell’area mediterranea.
Alberto La Marmora aveva descritto nel suo soggiorno a Pau che percorrere il sentiero di “Scaba Crobina”, gli rammentava una vecchia fabbrica di bottiglie nere.
Sentiamo cosa dice invece il francese Pasquale Valery: “ …troviamo la chiesa di S. Pinta, molto antica, presso la quale si vedono numerose pietre vulcaniche. Il monte Arci che ho attraversato m’offrì, anziché banditi che m’avevano annunziato, l’ottima acqua della fonte di “Truncheddu”
E Carlo Viller, anche lui francese, giornalista e artista paesaggista, magari avrà dipinto qualche qualche angolo suggestivo di Pau.
Il paese ha una lunga storia che affonda le radici nella preistoria, subisce la colonizzazione romana, vive il periodo feudale spagnolo, sabaudo, sopporta calamità naturali e pestilenze e con tutto ciò riesce a sopravvivere. Oggi nell’era della globalizzazione rischia di scomparire, perché la disoccupazione porta all’emigrazione. Gli amministratori già da tempo si sono dati da fare per arginare questo problema e hanno creato in “S’Ennixeddu” l’unico campeggio montano della Sardegna. Ora l’amministrazione comunale capeggiata dal sindaco dott. Gianfranco Marras è riuscita a creare il museo dell’ossidiana, dove sono custoditi reperti antichi e non solo; e il laboratorio per la lavorazione degli stessi. Vi si svolgono nel luogo interessanti convegni internazionali dedicati all’oro nero della Marmilla. Inoltre ci si sta avviando alla creazione di un territorio turistico con percorsi che collegano località suggestive come “Mitza S’Ennixeddu” “Mitza Mereu” , “Rio S’Arrexi” e la misteriosa grotta “Su forru de Sinzurreddus” dove si raccontano favolose leggende.
Per la valorizzazione turistica Pau è inserita nella “XVII Comunità Montana dell’Alta Marmilla” e nel “Consorzio del Parco del Monte Arci”






Adelasia Inserito il - 10/05/2007 : 16:06:13
Burrinka! Grazie al tuo post, per associazione, mi sono ricordata dove si trova una bella chiesa campestre che avevo visitato qualche anno fa: a Pau!!! Erano giorni che ci pensavo, ora ne ricordo anche il nome, S. Prisca...
Tornando al museo, non avevo fatto in tempo a visitarlo perchè mi ero inoltrata nelle Trebine alla ricerca di quei sentieri di ossidiana che tu citi e che hanno affascinato tanti viaggiatori. Non mancherò di andarci, anche perchè mi hai dato l'idea che si tratta di un piccolo gioiello.

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