V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Antonio Alfonso |
Inserito il - 13/11/2008 : 19:15:56 Energie rinnovabili, occasione da non perdere
I primi di marzo del 2007 i capi di stato e di governo dell’Unione Europea riuniti a Bruxelles hanno preso una decisione di importanza “storica”, come ha dichiarato lo stesso presidente dell’Unione Barroso e altri leaders europei; dandosi una scadenza precisa : produrre entro il 2020 il 20% di energia da fonti rinnovabili - attualmente la media è del 6% - del fabbisogno energetico globale dell’Europa dei 27; puntando soprattutto sul sole il vento e le biomasse. Contemporaneamente i gas serra, - soprattutto anidride carbonica,( CO2 ) - saranno ridotti del 20%. Un altro importante contributo dovrebbe arrivare dal risparmio energetico : coibentazione delle abitazioni, elettrodomestici di classe A + + , motori ad alta efficienza, cogenerazione: produzione contemporanea di energia elettrica e termica. La preoccupazione per il cambiamento del clima è ormai tema di attualità e la maggior parte della comunità scientifica concorda che, le attività umane sono responsabili di questo cambiamento; le decisioni non sono più rinviabili, il rischio di lasciare in eredità alle generazioni future un pianeta invivibile è realisticamente serio. Bene ha fatto quindi l’Unione Europea a forzare i vincoli dei Trattati che non delegavano all’Unione le competenze in materia di energia. Per l’Italia, il governo centrale delega alle regioni la pianificazione degli impianti che con i loro piani energetici regionali, decidono come e dove installarli. La Regione Sardegna, nel suo Piano Energetico Ambientale Regionale ha deciso di installare l’eolico solo nelle aree industriali. Nel caso specifico della Sardegna nord-occidentale potrebbe essere un’occasione per l’area industriale di Porto Torres, dove comunque esistono impianti per la produzione di elettricità che utilizzano carbone. Lo stesso vale per l'area sud occidentale; purtroppo con un inquinamento importante che la popolazione locale subisce ad opera delle centrali a carbone e dei vari impianti industriali Con l’eolico on-shore e off-shore : aereogeneratori installati sia sulla terraferma che in mare aperto si potrebbe produrre energia a costi ormai concorrenziali con le fonti fossili: carbone,petrolio,gas naturale e, far ripartire delle aree industriali che da troppo tempo viaggiano a ritmi ridotti, producendo però energia pulita ,rispettosa dell'ambiente e salvaguardando il territotrio in modo che quest'ultimo possa svilupparsi anche con il turismo A questo proposito visitando il sito web di Middelgrunden , area portuale di Copenaghen, ci si rende conto del come una città si è posta il problema ambientale, del paesaggio e lo ha risolto coinvolgendo i cittadini. A questo si può aggiungere il fotovoltaico diffuso, anche con piccoli impianti da qualche kw, utilizzando il “conto energia”, approvato dal governo e incentivato dalla regione. Un’iniziativa interessante è quella partita dal Comune di Loceri che, con il progetto – consorzio d’acquisto - “ Sardegna al Sole” ha invitato i cittadini dell’Ogliastra a sottoscrivere una manifestazione di interesse, predisposta dall’ufficio tecnico comunale, per la realizzazione di impianti fotovoltaici; a oggi le adesioni arrivano a 700 e provengono anche da diversi Comuni sardi. La Germania ad esempio, con il 30% di insolazione in meno dell’Italia, ha installato una generazione elettrica da fotovoltaico di 2000mw; in Italia, paese del sole, soltanto 50mw. Da seguire con interesse lo sviluppo del solare termico: comincia a diffondersi seriamente in tutta l’isola. Da tener presente la tecnologia, ormai matura, del mini e microeolico, aereogeneratori da 20 kw a qualche kw, con impatto ambientale bassissimo. Un’altra forma di energia rinnovabile, sono le biomasse, potrebbe coinvolgere gli imprenditori agricoli trasformandoli in imprenditori agro-energetici, migliorando il loro reddito, destinando una parte dei loro terreni, terreni a riposo o incolti a colture energetiche: colza, girasole,mais,piante a rapido accrescimento come l’eucalipto; utilizzando per l’irrigazione le acque reflue depurate; penso al depuratore di s.Marco di Alghero di prossima inaugurazione e a quello di Sassari-Porto Torres, se non erro si parla di migliaia di mc. all’ora; in questo modo si ottengono due vantaggi : 1 ) evitando di scaricare le acque depurate in mare, migliora la qualità delle acque costiere per la balneazione, a tutto vantaggio del benessere dei cittadini e dell’immagine delle città e dei luoghi di villeggiatura 2 ) riutilizzo delle acque depurate; non utilizzando quelle degli invasi destinati per gli usi civili e per l’orticoltura, a questo proposito l’esperimento che da qualche anno è in atto a Villasimius è di esempio. Utilizzo dei “digestori anaerobici” : apparecchiature in grado di trasformare in biogas la “frazione umida biodegradabile” dei rifiuti solidi urbani, dei fanghi di depurazione, scarti delle aziende agricole e agroindustriali, vinacce, reflui zootecnici, scarti di macellazione. Prodotti che da problema, possono trasformarsi in risorsa. Con il biogas prodotto si possono alimentare dei cogeneratori : motori a scoppio o turbine a gas, con cui produrre energia elettrica e termica. Dopo 20/ 30 giorni, con i residui rimasti nel “digestore” si ottiene del concime da utilizzare nei terreni agricoli,chiudendo cosi il ciclo ecologico. Sarà proprio la “ generazione diffusa dell’energia”, motore della terza rivoluzione industriale, che tiene conto del territorio in cui ci si trova, a dare una risposta al problema ambientale per cui l’Italia si è impegnata, ed anche, ad un problema antico di cui la Sardegna ancora oggi non ha trovato soluzione in modo adeguato: il problema occupazionale. Ecco perché le energie rinnovabili sono un’occasione da non perdere
Antonio Alfonso
e-mail: antonioalfo@gmail.com
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Antonio Alfonso |
Inserito il - 12/12/2008 : 11:50:23 Ringrazio sia nikos che codice di sorres per il loro contributo al tema delle energie rinnovabili. Infatti sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale possono e devono andare d’accordo; mettendo insieme sviluppo e rispetto dell’ambiente. A questo proposito ho sottomano uno studio congiunto dell’ANEV – associazione nazionale energia del vento – e del sindacato UIL che parla di oltre 6334 occupati al 2020 in Sardegna, tra persone impiegate direttamente e nell’indotto; senza contare che con le royalty, percentuale incassata dai comuni dell’energia prodotta, questi ultimi possono finanziare servizi ai propri cittadini, creando altra occupazione. Tutto questo senza l’effetto “selva” prodotto da un gran numero di macchine eoliche, tanto temuto dai nostri politici, e anche da tutti noi, valutando attentamente l’impatto sul paesaggio. Da aggiungere l’occupazione che si può creare dall’installazione del mini e microeolico, quest’ultimo ha un impatto simile ad una parabola per la ricezione TV e, la cui installazione ha un costo di circa la metà del fotovoltaico a parità di potenza; nella speranza che i decreti attuativi lo facciano accedere al conto energia. Una domanda che sicuramente alcuni potrebbero porsi è questa: le energie rinnovabili sono discontinue, infatti il vento non è costante, il sole c’è solo di giorno, i cambi di disponibilità energetica possono creare problemi alla stabilità del sistema elettrico; oltre a questo la Sardegna è un isola. Potremo trovarci quindi con poca energia quando ne abbiamo bisogno oppure, con troppa quando vento e sole la producono ma non la utilizziamo… Situazioni possibili, ma la tecnologia ci permette di superarle, come? Bisogna stare in “rete” un po’ come il web, dove l’interattività è la norma. E’ prevista la posa di due cavi sottomarini ad alta tensione di 500 mw l’uno, quindi di 1000 mw totali che collegheranno la Sardegna alla penisola e quindi alla rete europea. Questo permetterà, oltre alla stabilizzazione della rete elettrica sarda, la realizzazione di una rete intelligente che “prende” quando ha bisogno, oppure “da” quando ha energia in eccesso. Un cordiale saluto a tutti/e
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nikos |
Inserito il - 01/12/2008 : 16:04:05 SOno interessata anch'io, come sarda penso che sia un'opportunita'importantissima per la nostra terra, soprattutto il fotovoltaico. Ribelliamoci ai politici che vogliono riesumare le centrali nucleari che creano solo disastri e scorie pericolosissime! Il mio sogno e'che la Sardegna diventi un esempio di isola eco-compatibile e non solo per l'energia ma anche per le costruzioni( tempo fa vidi un servizio su Report, la trasmissione di raitre, sulle case costruite con materiali non inquinanti come legno, paglia e vernici non tossiche). link
http://www.report.rai.it/R2_popup_a...5064,00.html
http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,Ra...3821,00.html
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CodicediSorres |
Inserito il - 29/11/2008 : 13:10:09 Ciò non significa che nel futuro non si assista alla creazione di situazioni economiche tali, da poter permettere una espansione significavativa di impianti energetici che sfruttano le fonti rinnovabili, che magari saranno così presenti che non avrà più senso chiamarle alternative. C'è da tenere presente un concetto fondamentale, e cioè che in realtà non esistono fonti energetiche rinnovabili; neanche l'energia radiante solare è rinnovabile e inesauribile, dato che l'astro solare ha una vita finita, non infinita, e inoltre l'energia del vento è direttamente legata all'energia solare. Anzi, anche i cicli biologici sono legati alla energia solare. Però se ci riferiamo alla scala temporale umana possiamo definirle rinnovabili ed inesauribili, e inoltre sono effettivamente fonti non inquinanti dal punto di vista chimico ( un pò diverso è il discorso dell'impatto ambientale). Per quanto riguarda l'idrogeno H, esso, pur essendo uno degli elementi più relativamente abbondanti nell'universo, esso non può essere considerato una fonte diretta, almeno sulla Terra. In pratica non esistono, in generale, "serbatoi naturali" di idrogeno, da sfruttare direttamente. Ma questo è stato detto anche mei post precedenti. L'idrogeno si trova presente in composti chimici, x es l'acqua H2O, o in soluzioni liquide, solide o gassose. Ma la Termodinamica ci dice che per "estrarre" l'elemento idrogeno occorre rispettare certe condizioni termodinamiche (parametri) e occorre agire in un certo modo, o in certi modi. Un punto cruciale nelle trasformazioni energetiche è la presenza delle irreversibilità energetiche, "misurate" dalla grandezza Entropia, la quale entra in gioco in grandezze basilari per le analisi energetiche, x es la Energia Libera, importante per l'analisi e il progetto anche delle celle a combustibile idrogeno, che però non inquinano localmente, ma a monte hanno comportato trasformazioni energetiche probabilmente inquinanti, cioè derivanti dalla combustione di combustibili fossili. |
CodicediSorres |
Inserito il - 29/11/2008 : 12:44:04 È vero che, specie in alcune realtà, ci sono esempi di sfruttamento della energia solare, x es anche dal punto di vista domestico, con palazzine e ville dotate di impianti a pannelli solari, e i cui costi sono stati effettivamente ammortizzati in tempi accettabili, ma in economia una cosa è analizzare singole o limitate situazioni, e un'altra cosa è analizzare una ipotetica diffusione globale di tali tipi di impianti. Si vede da tali analisi che proprio x ora non c'è possibilità di una evoluzione in tal senso. Lo stesso vale per lo sfruttamento della energia eolica, anche se x questa occorrono considerazioni in parte diverse, anche per i costi. Tra l'altro occorre considerare che tali fonti energetiche rinnovabili, solare e eolica, non sono costanti ne nel tempo, e ne nel territorio, e quì entrano in gioco ulteriori concetti relativi ai problemi di gestione. |
CodicediSorres |
Inserito il - 29/11/2008 : 12:32:21 Poichè i concetti relativi a quella scienza chiamata Economia sono scaturiti anche dal fatto che nel mondo in cui viviamo le varie risorse utili in realtà non sono inesauribili, e tali risorse sono distribuite in modo irregolare nei vari territori, e non sempre tali risorse sono facilmente sfruttabili (con differenze da zona a zona), e inoltre per vari motivi, non sempre dovuti a meriti di lavoro o di intelletto, le varie risorse fin dai tempi antichi sono andate x la max parte sotto il controllo di una parte della popolazione mondiale, allora si vede anche da queste considerazioni che il problema energetico mondiale non può prescindere dai concetti economici che regolano non solo la vita dei paesi occidentali, ma di tutto il globo. Anche se la questione è abbastanza complessa, uno dei motivi per cui le energie alternative rinnovabili finora non hanno trovato una espansione cruciale, tranne in limitate realtà, è proprio questo, cioè il problema dei costi e della convenienza economica, e anche il fatto degli interessi economici contrastanti. È vero che x es l'energia radiante solare sarebbe sufficiente a soddisfare le esigenze energetiche mondiali attuali e future, ed è vero che ormai la tecnologia permette di captare e sfruttare tale energia con rendimenti energetici soddisfacenti, però se si fa una analisi globale inerente la realizzazione di tali impianti (x es pannelli solari termici a fluido o pannelli a celle fotovoltaiche) sia domestici che centralizzati di alta potenza, si vede che le condizioni economiche globali attuali impongono costi di realizzazione elevati.
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cat-erpillar |
Inserito il - 28/11/2008 : 20:09:34 non conosco le condizioni che hanno portato una più ampia diffusione in altri paesi ma sono pronto a scommettere che non sono le condizioni che abbiamo oggi in italia |
afabica |
Inserito il - 28/11/2008 : 19:27:32 | cat-erpillar ha scritto:
.....continuo a pensare e credere che i tempi non siano ancora maturi, da punto di vista economico questo spiega la poca diffusione
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non è un problema economico, se uno ci crede investe. è poco diffuso perchè così hanno voluto così i governanti, ovvero non hanno dato molto importanza alle energie alternative nonostante nei paesi nordici non solo ci si è pensato ma hanno anche attuato ormai da decenni, ma si sa noi siamo sempre in ritardo e vogliamo risultati immediati, che gliene importa ai governanti se il beneficio si avrà fra decenni, fra decenni loro non ci saranno più e i voti non serviranno............ |
afabica |
Inserito il - 28/11/2008 : 19:20:45 | Antonio Alfonso ha scritto:
Gli installatori di pannelli fotovoltaici dovrebbero e fanno, almeno quelli preparati, tutto il ciclo dell’operazione : proposta di finanziamento, montaggio dell’impianto, pratiche burocratiche per il GSE; insomma, seguono il cliente e non lo lasciano per strada. A questo proposito allego due link che possono dare un contributo
http://www.solarenews.it/it/index.p...86&Itemid=34
http://www.ecoage.it/ecoage-web-tv.htm
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a parole tutto fila liscio.......... certo che il tecnico non ti lascia per strada pero se cozza contro la burocrazia comunale e deve "perdere" tempo per la scarsa preparazione degli organi preposti all'espletamento di alcune pratiche, si trova a "riccozzare" contro la furbagine regionale che ha riservato a pochi privilegiati le condizioni di agevolazione .........be allora uno con tutta la buona volonta magari decide di rivolgere le proprie energie altrove. (credo) sia tutto strumentalizzato a far perdere tempo per non usufruire delle condizioni in vigore quest'anno e rimandare il tutto al nuovo anno con nuove e peggiorative condizioni (credo) |
cat-erpillar |
Inserito il - 28/11/2008 : 18:55:41 .....continuo a pensare e credere che i tempi non siano ancora maturi, da punto di vista economico questo spiega la poca diffusione |
Antonio Alfonso |
Inserito il - 28/11/2008 : 18:26:21 Gli installatori di pannelli fotovoltaici dovrebbero e fanno, almeno quelli preparati, tutto il ciclo dell’operazione : proposta di finanziamento, montaggio dell’impianto, pratiche burocratiche per il GSE; insomma, seguono il cliente e non lo lasciano per strada. A questo proposito allego due link che possono dare un contributo
http://www.solarenews.it/it/index.p...86&Itemid=34
http://www.ecoage.it/ecoage-web-tv.htm
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afabica |
Inserito il - 26/11/2008 : 13:00:49 perchè per fare gli impianti fotovoltaici gli amministratori mettono i bastoni fra le ruote ovvero ti complicano le procedure allungando i tempi fino a far prendere la decisione di lasciar perdere? |
Antonio Alfonso |
Inserito il - 25/11/2008 : 00:39:15 Ringrazio Pier Paolo Saba, con il suo intervento contribuisce a tener vivo l’argomento sulle energie rinnovabili.
D’accordo di “ levare il piatto dove s’approvvigionano” però bisogna che ci sia un’alternativa, un percorso fattibile e realistico. Qualche domanda per capirci meglio. Nel post lei parla dell’idrogeno ricavato dal mare: non so se pensa all’isotopo dell’idrogeno chiamato “ deuterio” utilizzato negli esperimenti sulla fusione nucleare, - tutta da sperimentare -; di questo tipo di idrogeno nel mare ce né molto, ma probabilmente non fa al caso nostro. Oppure, penso faccia riferimento all’idrogeno comune, quello tanto per intenderci, presente come componente nell’acqua, insieme all’ossigeno. E qui bisogna entrare nel merito del problema: l’idrogeno non si trova libero in natura, non è una fonte primaria di energia, come il petrolio, ma solo un vettore, una forma, un modo per accumulare l’energia. In soldoni: non esistono giacimenti dove lo si trova allo stato puro e quindi di immediato utilizzo, ma è sempre legato a qualche altro componente, da cui bisogna estrarlo, per l’appunto: dall’acqua oppure dal metano. Per fare questa operazione, separarlo dall’ossigeno – nel caso dell’acqua - o dal carbonio, – nel caso del metano - bisogna impiegare molta energia, più di quella che lui ridarà una volta bruciato o fatto reagire nelle celle a combustibile, con un bilancio energetico negativo. Comunque, se l’energia usata per estrarre l’idrogeno dai vari componenti è rinnovabile: solare, eolico ecc. non si inquina, ma se facciamo l’operazione usando combustibili fossili, es. metano, o peggio, carbone come sembra vogliano fare nel Sulcis, il gioco non vale la candela, si immette CO2 in atmosfera vanificando il tutto. Molto meglio usare “ subito” l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nei vari processi, civili, industriali ecc. senza passare dall’idrogeno, si ottiene un rendimento più alto. La nostra amata Sardegna può fare un percorso virtuoso ed affrancarsi, energeticamente parlando, con il solare fotovoltaico e termico diffuso, il minieolico, l’eolico on-shore, off-shore, ed anche, con il geotermico, che madre natura gli ha dato gratuitamente. Antonio Alfonso
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Pier Paolo Saba |
Inserito il - 24/11/2008 : 10:42:24 Energie rinnovabili in Sardegna. Occasione da non perdere! (???)
Questo stesso argomento era stato aperto e discusso qualche tempo fa… Oggi si ripropone ad opera di Antonio Alfonso, con grande entusiasmo generale.
Leggo i vari post in tema ed i commenti riflessi ma, non avendo dimenticato quanto è giù stato discusso, mi permetto di intervenire riportando in auge quella che è stata la mia bandiera a difesa del territorio. Ancor oggi, infatti, la mia è una ferma convinzione dove, per parlare di energia alternativa ovviando alle problematiche sollevate dall’utilizzo del carbone. (vedi il nuovo caso Carbonia), oppure legate agli oli grezzi, tra l’altro importati a costi esorbitanti e, tanto peggio, considerando la scriteriata ipotesi delle centrali nucleari e tutti i rischi ed i gravissimi pericoli che comportano oltre allo smaltimento delle scorie … ce forse una formula alternativa vera?
Personalmente sono convinto che l’unica, la vera fonte alternativa per produrre energia pulita, a parte i costi iniziali, sia il tanto osteggiato IDROGENO. quello ricavato dal mare, e che, è inesauribile.
Non nego che l’Eolio ed il Fotovoltaico siano formule alternative da prendere in considerazione ma, tutto il gran da fare dei vari Governi. mi pare sia una forma speculatoria ulteriore.. per non abbandonare l’orrida speculazione intorno al petrolio. Eolico e fotovoltaico, tuttavia, non saranno sufficienti per colmare la “fame energetica” mondiale… pertanto il petrolio dominerà imperterrito il mercato internazionale… ancora a lungo; Produttori e mercanti vari continueranno a speculare intorno a quella che è l’unica risorsa energetica, ed è altrettanto chiaro che non faranno assolutamente nulla per mollare la presa… Continueranno a cercare collusioni con i politici e con tutte le forme e tipi di mafie mondiali pur di sostenere la loro egemonia. Loro, sono terrorizzati dal possibile sopravento dell’idrogeno, pertanto han fatto, e faranno di tutto per osteggiare quello che, ripeto, è l’unica vera fonte alternativa e che non procura alcuna emissione tossica … diversamente da quella che invece viene portata dalle altre descritte…. tanto peggio, se a queste aggiungiamo le scie chimiche rilasciate da certi aerei, e le polveri nanometriche sollevate dagli esperimenti militari effettuati nel tristemente famoso poligono di tiro di Quirra, e non solo. Il quadro si rende semplicemente terrificante innanzi alle centinaia di ammalati e morti per Cancro, incentivato poi dalle fabbriche di veleni letali altrettanto tristemente famose nell’isola. Vogliamo andare avanti di questo passo? Vogliamo lasciar fare?... che i nostri cari continuino a morire per l’ingordigia di certuni?…. Leviamo loro il piatto al quale s’approvvigionano e richiediamo con forza che vengano costruiti gli impianti all’idrogeno… Da quel momento in poi… allora si, il mondo sarà diverso, sano e pulito. Eliminando per altro, anche il surriscaldamento globale procurato col CO2, in brevissimo tempo.
Pier Paolo Saba
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Antonio Alfonso |
Inserito il - 23/11/2008 : 20:02:30 Un ringraziamento a chi è intervenuto sul tema delle energie rinnovabili in Sardegna, si vede che l’argomento interessa ed è di attualità. Alcuni giorni fa il presidente della provincia di Sassari, ha inviato una lettera al presidente della Europa Polimeri chiedendo di non abbandonare l’area industriale di Porto Torres. Operazione giusta e condivisibile, dato che la crisi nell’area industriale è presente da vari anni. Con l’aggravarsi della crisi economica mondiale, il fenomeno della chiusura e quindi delle dismissioni industriali preoccupa non poco le istituzioni e, logicamente chi vive del lavoro diretto e/o dell’indotto. Qualcosa di simile è successo tempo fa nel settore del tessile nel centro Sardegna; e anche qui si è registrato una “rincorsa” delle istituzioni verso le varie “ proprietà”, tutte rigorosamente fuori dall’Isola, nella speranza di un ripensamento, di un cambio di rotta dei vari padroni di turno che, logicamente, vanno a produrre dove i costi sono inferiori, fenomeno ormai mondiale della globalizzazione. Se, da un lato, i nostri politici si preoccupano della sorte di tanti posti di lavoro - dato positivo verso i cittadini che li hanno eletti -, da un altro lato preoccupa, e non poco. Preoccupa il fatto che, se i cittadini della Sardegna vogliono lavorare “devono aggrapparsi” anche agli scampoli di industrie rimaste nell’isola – magari inquinanti – come lo è stato per anni il petrolchimico di Porto Torres, anche se per alcuni decenni ha prodotto occupazione. Il nuovo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è convinto che uno dei modi per venir fuori dalla crisi mondiale che ci attanaglia, è quello di mettere a disposizione degli investimenti sulle rinnovabili 150 miliardi di $ in 10 anni e, di conseguenza, produrre milioni di posti di lavoro. La Sardegna ha le potenzialità naturali per questo cambiamento: mini e microeolico diffuso, solare, biomasse, geotermico, magari cominciando dai siti industriali dismessi o in crisi, il piano energetico regionale propone il grande eolico in questi siti; avviando così - come Rifkin la chiama - la terza rivoluzione industriale dopo carbone e petrolio: la generazione diffusa e locale dell’energia. Qualcosa si è fatto, gli interventi nel blog sulla formazione delle nuove professioni legate al settore fanno ben sperare, ma moltissimo rimane ancora da fare. Sono convinto, e come me tanti sardi che non è più rinviabile il momento di passare alla concretizzazione. La politica con leggi appropriate dovrebbe rapidamente mettere l’industria nelle condizioni di operare il cambiamento. Un saluto a tutti/e
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cat-erpillar |
Inserito il - 16/11/2008 : 22:11:10 non c'è dubbio che sia un ottima cosa, pensare che ancora si progetta di bruciare carbone oli e cose simili, incredibile! chi vende questi prodotti parla di ignoranza e poca informazione, però aspetta che siano gli altri a mettere i soldi, se ci fosse stato davvero da far soldi saremo i primi in europa, finchè non ci sarà un più reale e certo ritorno economico rimarra sempre così, ne sento parlare da quindici anni e siamo sempre sullo stesso piano, lo stato dovre incentivare maggiormente queto, se vedete in fondo alle vostre bollette trovate una voce che dice fonti rinnovabili, vorrei tanto sapere quanto abbiamo pagato (noi contribuenti) e quanto è stato messo in campo |
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