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Nota Bene: Alla periferia di Goni (Ca) in località Peinconi a circa 400 m s.l.m. è presente una zona fossilifera di scisto nero a Graptoliti, minuscoli animali marini vissuti tra il Siluriano ed il Ludlow Inferiore, che formavano colonie in fondali argillosi. Si ritiene che da essi siano scaturiti gli antichi esseri marini.



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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
pisittu Inserito il - 11/07/2007 : 11:00:32
Petizione per la salvaguardia delle razze autoctone della Sardegna in via di estinzione

http://www.petitiononline.com/perti...etition.html

Al presidente della Regione Sardegna,On. Renato Soru
Al presisente del Consiglio Regionale della Sardegna ,On. Giacomo Spissu
All’assessore all’agricoltura della Regione Sardegna ,On. Francesco Foddis

Chiediamo:
-La tutela e la salvaguardia delle razze autoctone della Sardegna, in grave pericolo di estinzione.
In particolar modo: baca pertiatza, cani pertiatzu ,cani de lèpuri,pecora nera di Arbus.
-L'istituzione dei registri di razza, e la messa in atto di iniziative e politiche,finalizzate alla tutela di questa risorsa ,di alto valore economico,genetico e culturale.


Shot at 2007-07-07


Shot with [URL=http://profile.imageshack.us/camerabuy.php?model=DCR-TRV940E&make=SONY]DCR-TRV940E[/URL] at 2007-07-07


Shot with [URL=http://profile.imageshack.us/camerabuy.php?model=QV-R4&make=CASIO+COMPUTER+CO.%2CLTD]QV-R4[/URL] at 2007-07-0



http://www.dogosardo.it/

la petizione è on line da pochi giorni,se potete diffondetela,anche per far conoscere il problema in giro,e se conoscete possessori di queste razze,segnalatelo!
13   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
pisittu Inserito il - 21/10/2007 : 17:18:57
up
pisittu Inserito il - 31/07/2007 : 11:07:16
hai ragione

..Dall’articolo pubblicato recentemente dal Sole 24 Ore sul “rapporto demografico 2006 Istat”, emerge uno spaccato della nostra Isola per nulla rassicurante. La statistica ufficiale, che leva la Sardegna dall’ambiguità di dati riferiti troppo spesso ai gruppi “Isole” o, ancor peggio, “Mezzogiorno d’Italia”, ci costringe, infatti, ad una disamina allarmante che non può lasciarci indifferenti.
L’indagine ufficiale dell’Istituto Nazionale Italiano di Statistica ridimensiona ulteriormente i dati italiani rispetto alle ultime stime dell’Eurostat (Ufficio Statistico delle Comunità Europee), senza di fondo cambiare la sostanza del dato. Più precisamente l’Istat quantifica le nuove nascite a 9,5 ogni mille abitanti per anno, mentre il dato Eurostat si attestava a 9,7. Nella ricerca europea al fianco dell’Italia, oltre ad Austria e Germania già in ripresa per effetto delle politiche attuate a sostegno della natalità (9,2 e 8,2), compaiono paesi come Grecia, Polonia, Lettonia, Bulgaria, Malta, Slovenia e Lituania (tra il 9,7 e il 9,1). Ben distanti invece i restanti paesi del blocco storico dell’UE: i fondatori Francia 13, Belgio 11,5, Lussemburgo 12,1 e Paesi Bassi 11,3; ed ancora Danimarca 12,0, Irlanda 15,1, Regno Unito 12,2, Spagna 10,7 e Portogallo 10,4.
In questo quadro la Sardegna si attesta a fanalino di coda europeo con una media di 7,8 nuovi nati ed un valore intermedio di 1,06 bambini per donna a fronte di una media comunitaria di 1,52. I primati negativi dell’Isola si sprecano e vedono tra le otto province, comunque tutte sotto la media italiana, la provincia di Carbonia-Iglesias (6,5) in ultima posizione assoluta, seguita da Nuoro e il Medio-Campidano (rispettivamente a 6,8 e 6,9); nessun’altra provincia rimane, nei dati forniti dall’Istat, al di sotto dei 7 punti. Solo leggermente migliori le posizioni di Sassari, Cagliari, Ogliastra e Olbia-Tempio. Le prime variano precisamente dall’8,2 all’8,5, mentre alla provincia gallurese spetta sollevare la media isolana segnando un 9,3 in pagella. Il dato è però tutt’altro che confortante, considerato che il 16% di queste nascite sono da annoverare tra gl’immigrati, sorretti da una media di 2,61 figli per ogni donna. A completare il quadro rimane il dato relativo alla mortalità, nella nostra Sardegna si muore sempre un po’ meno che in Italia: 8,7 su mille abitanti per anno invece che 9,4.
Volendo analizzare brevemente la situazione, non possiamo che trovare tra le cause fondanti di questo stato di cose la massiccia emigrazione, per ragioni lavorative, di parti numerose e fondamentali del nostro popolo. Vanno sommate ancora le preoccupanti statistiche riguardanti sterilità e morti in giovane età, causa leucemie e tumori in primis, che ahimè ci vedono nuovamente primeggiare nel nostro continente. La politica che ha fatto colpevolmente dell’assistenzialismo e del clientelismo il proprio tratto distintivo, mostra oggi più che mai tutti i suoi limiti. Nell’Italia dai salari più bassi d’Europa (Eurispes 2006), noi paghiamo sempre più lo scotto della nostra insularità che aggrava sui costi di produzione, raggiungendo, nelle stesse zone dalla più bassa natalità, tassi di disoccupazione record intorno al 30% della popolazione attiva (Italia al 6,1 %, Istat, 1°trimestre 2006). Di fronte a questo panorama angosciante, il mio augurio è che si renda necessaria, in principio, una visione limpida delle statistiche, eludendo tranelli rassicuranti quali l’inclusione in macrozone che ho già citato, e in seconda battuta, una presa di coscienza che ci liberi il prima possibile da “vecchi vizi”. Solo in questo modo, con un’analisi realistica e un intervento repentino potremmo raccogliere l’opportunità che oggi l’Unione Europea rappresenta. Solo così riusciremo a rendere di nuovo questa terra, uno stupendo fine per i suoi abitanti anziché un nostalgico mezzo, insufficiente, disabitato e abbandonato.
cisto Inserito il - 31/07/2007 : 00:03:40
la pecora nera della sardegna è proprio lui .... inoltre mi piacerebbe salvare ...dall' estinzione "L' omine Sardus" perche di questo passo .....
pisittu Inserito il - 30/07/2007 : 20:50:05

brebei niedda...calincuna cosa parit ki est movendisi'...

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http://www.regione.sardegna.it/j/v/...=2&c=394&t=1

La capra sarda primitiva e la pecora nera di Arbus, l'impegno della Regione per la loro tutela e valorizzazione
"Il programma di sviluppo rurale - ha detto l'assessore Foddis in occasione di un convegno sulla capra sarda - prevede specifiche misure per la tutela della biodiversità, la difesa e la valorizzazione delle razze autoctone della Sardegna".CAGLIARI, 28 LUGLIO 2007 - La Regione è fortemente impegnata nella tutela e valorizzazione della capra sarda primitiva e di tutte quelle razze autoctone che possano dare valore aggiunto agli allevamenti e alla produzione primaria dell'Isola. Il nuovo Programma di sviluppo rurale va in questa direzione, con tutta una serie di interventi che hanno l'obiettivo di ridare fiducia a un comparto importante per la Sardegna e ancora di più per un territorio come quello di Arbus e del Medio Campidano". Con queste parole, questa mattina, l'assessore regionale dell'Agricoltura Francesco Foddis ha chiuso i lavori del convegno "La capra sarda, una risorsa da tutelare per la valorizzazione dei siti di interesse comunitario", organizzato per la settima edizione della capra dal Comune arburense. Un'occasione per affrontare temi, prospettive e problematiche di un settore in cui la Sardegna detiene il record nazionale per numero di capi: sono circa 210mila, il 25 per cento della popolazione di tutta la Penisola.

Nel corso dei vari interventi, tenuti da esperti dell'Agris–Istituto zootecnico caseario di Sassari, del mondo accademico e dell'Ente Foreste, si è parlato anche della costituzione di un registro della capra sarda primitiva, delle interazioni tra allevamenti caprini e le colonie di cervi locali e delle zone Sic che, al di là della stretta normativa peraltro ancora tutta da definire, si possono trasformare in opportunità.

"La peculiarità di un ambito territoriale come quello di Arbus, dove è presente un numero significativo di aziende zootecniche, richiede certamente un'attenzione particolare – ha sottolineato l'assessore Foddis – per la quale la nuova programmazione, nei prossimi sette anni, vuole venire incontro con risposte adeguate. Il Psr, che in appena 15 giorni ha ottenuto la ricevibilità dall'Unione europea con cui ora è avviato il negoziato, prevede specifiche misure per la tutela della biodiversità, la difesa e la valorizzazione delle razze autoctone della Sardegna: in questo elenco non solo rientra la capra sarda primitiva, ma anche un'altra peculiarità del patrimonio zootecnico locale, la "pecora nera" di Arbus. Plaudo all'iniziativa dell'Istituto zootecnico caseario di Sassari che sta lavorando per la creazione di un registro specifico e di un Comitato di allevatori per la salvaguardia delle specificità faunistiche del territorio: la Regione sostiene pienamente questi progetti che vogliono promuovere le risorse genetiche dei nostri allevamenti e distinguere dagli incroci le razze autoctone".

Nel corso del dibattito sono emerse le criticità della zona, come le scarse infrastrutture, lo spopolamento dei centri abitati, l'abbandono dei campi da parte dei giovani, la convivenza nelle zone sottoposte a vincoli di salvaguardia ambientale. "Le emergenze non sono di adesso, non sono responsabilità di questa giunta – ha spiegato Foddis – ma sono quelle croniche della nostra terra. È importante dire che non esistono ricette infallibili, ma stiamo lavorando per cercare di risolverle. Sempre nel Psr, nell'Asse 2, dedicato alla tutela agro–ambientale, sono previste misure che vengono incontro alle esigenze degli agricoltori che assumono allo stesso tempo anche il ruolo di difensori dell'ambiente in cui vivono e operano. L'Asse 3 invece ha l'obiettivo di recuperare la vivibilità nei centri rurali per combattere il fenomeno dello spopolamento, vuole incentivare lo sviluppo di iniziative imprenditoriali da parte dei produttori che in questo senso sono i veri attori e protagonisti della multifunzionalità, concetto chiave in un'ottica di integrazione del reddito e sviluppo delle potenzialità del comparto".

Ultima, ma non per importanza, la prospettiva del mercato: "Occorre chiedersi, in chiusura di filiera, dove poi possano essere venduti i prodotti locali: è inutile produrre e magari vendere solo al vicino di casa. È necessario pensare a progetti di aggregazione, promuovere politiche di marketing efficaci, puntare sull'innovazione di processo salvaguardando nel contempo le nostre tradizioni e la nostra identità produttiva, superare in definitiva il nostro atavico individualismo. Solo così saremo capaci di affrontare le sfide di un mercato sempre più competitivo e globale", ha concluso l'assessore Foddis.
pisittu Inserito il - 18/07/2007 : 09:35:12
monteferru ha scritto:

Che significato ha nei vostri paesi "pertiatzu".

Al mio paese con questo termine si vuole indicare una persona o animale che a causa del suo carattere (arrebbelosu), necessita per la sua correzzione di una pertica (tipu sa zironia), non so se sono fuori tema ma potrebbe essere attinente al nominativo di questi animali.

Maurizio


significa "pezzato",cioè striato!
Monteferru Inserito il - 17/07/2007 : 23:06:29
Che significato ha nei vostri paesi "pertiatzu".

Al mio paese con questo termine si vuole indicare una persona o animale che a causa del suo carattere (arrebbelosu), necessita per la sua correzzione di una pertica (tipu sa zironia), non so se sono fuori tema ma potrebbe essere attinente al nominativo di questi animali.

Maurizio
pisittu Inserito il - 17/07/2007 : 21:33:23
...coraggio,date il vostro contributo con una firma,se vi capita diffondete la petrizione il altri siti!grazie
Adelasia Inserito il - 11/07/2007 : 15:43:10
Agresti ha scritto:

Interessante iniziativa che ci porta a scoprire ed approfondire
un argomento poco trattato


Quello che scrivi rispecchia il mio pensiero.
Io ci sono arrivata recentemente grazie a preziose e illuminanti chiacchierate con un ricercatore del settore e all’archeologia: pare infatti che anche i bovini dell'antichissima razza “pettiatza” trovino un convincente riscontro in quei graffiti paleolitici riportati nelle foto, che sono stati appunto scoperti in una grotta della Catalogna.

Credo inoltre che ci sia stata un’interrogazione in Consiglio Regionale e a quanto mi consta il Dipartimento di Biologia animale della facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari è piuttosto sensibile al problema.
pisittu Inserito il - 11/07/2007 : 13:59:59
alcune in formazioni sul dogo sardesco(cani pertiatzu)


il Dogo sardo,
un tipo di cane di probabile origine caucasica, importato in sardegna attraverso le preistoriche migrazioni di popoli provenienti dall'asia minore.
Detto anche cani Pertiatzu.
Tra le caratteristiche ricordiamo la taglia grossa e tozza, la testa quadrata, labbra abbondanti, occhio arrotondato, orecchie piccole e corte, grande forza e temperamento coraggioso.
Il Dogo sardesco è nominato da Sebastiano Satta nella poesia "Cani da battaglia" e talaltri lo identificano nel cane di Gavoi o Tigrinu, un animale molto aggressivo, a pelo corto e dal manto generalmente nero o tigrato, di taglia medio-grande.
Gli anziani allevatori raccontano come in passato il dogo fosse molto più alto e tarchiato dell'attuale: un molossoide brachicefalo dal corpo compatto e con un peso variante tra i 50 e 60 chilogrammi e punte anche di 75!
Uno scrittore sardo, non ricordo il nome, ha da poco scritto un libro intitolato "canes Gherradores" dedicato proprio al dogo sardo.
Altre informazioni:
Nella primavera dell'anno 1905 il Soprintendente alle Antichità A. Taramelli rinvenne, sull'architrave di una tomba di giganti in località Craminalana, nel Comune di San Giovanni Suergiu (Sulcis), un graffito ora depositato presso il museo archeologico di Sant'Antioco (Ca), che l'archeologo così descrisse: "la figura dell'incisione è data da un solco non molto profondo, ma continuo e sicuro: rappresenta inferiormente, in quello che pare il primo piano, il profilo di una figura umana a braccia distese, con tunica lunga a larghe maniche; a destra di essa una figura di quadrupede che, per le proporzioni ed il profilo del capo, parrebbe quello di un CANE (…) dietro è rappresentato un carro a due ruote (…) due tratti, riunenti il quadrupede al carro, vogliono forse esprimere il laccio che tratteneva il cane alla custodia del veicolo (…) è evidente qualche analogia con alcune delle rappresentazioni di età preistorica sinora conosciute (…) è evidente l'intendimento dell'artefice di esprimere la scena abbastanza complessa di un uomo, accompagnato da un quadrupede, che a mio giudizio sembra un cane, presso alla leggera carretta (…) il fitto strato di licheni e la generale erosione della superficie della roccia che ammorbidì gli orli dell'incisione, non mi lasciarono acquistare la certezza che si tratti di incisione con scalpello di metallo, anziché di pietra."

Il prof. Giovanni Lilliu, accademico dei Lincei, ritiene che il quadrupede raffigurato nella lastra di Craminalana sia un cane e che la rappresentazione possa datarsi intorno all'ottavo secolo A.C.

La presenza del CANE MOLOSSO e del levriere prima dell'arrivo dei Romani in Sardegna è testimoniata dalle terre cotte figurate rinvenute nella lagune di Santa Gilla (Cagliari) in regione "su Mogoro" negli anni 1891 e 1892: tra 327 pezzi rinvenuti sono infatti presenti 20 terre cotte (mezzo torso) di levriere e due teste di molosso. Di produzione locale, questi reperti hanno carattere votivo in quanto il sito di rinvenimento e risultato trattarsi di una officina che verosimilmente lavorò per un vicino santuario Cartaginese (ubicato tra i paesi di Elmas ed Assemini, circa 200-300 metri dalla sponda est della laguna stessa); essi sono riferibili al periodo fenicio-punico (Vivanet) o tardo punico e quindi pertinenti all'orizzonte dei Cartaginesi di Sardegna (F. Barreca)

L'eventualità teorica è stata illustrata con supporto audiovisivo dal dott. Zedda a Fonni il giorno nove luglio 2000, in occasione del primo raduno Enci organizzato per il censimento e riconoscimento ufficiale della razza.

Grazie alle misurazioni effettuate dai giudici federali dell'Ente Nazionale Cinofilo Italiano Gian Franco Giannelli e Giacinto D'Alessio in occasione del raduno, è stato possibile constatare evidenti compatibilità morfologiche e morfometriche, relativamente alla forma e dimensioni della testa, all'apofisi occipitale ed alla consistenza e forma dei denti canini e degli incisivi (sbalordisce lo sviluppo dei canini e dell'incisivo terzo superiore), tra gli animali presentati ed i reperti ossei, in totale sessanta resti riferibili a sette soggetti tra cui sei crani di cane tutti delle stesse dimensioni, aventi caratteristiche alquanto omogenee, rinvenuti dalla Sovrintendenza Archeologica all'interno del pozzo nuragico di Santu Antine in agro del Comune di Genoni (NU), animali che si ritiene siano stati probabilmente sacrificati come offerta propiziatoria. I reperti ossei sono stati oggetto di studio dell'Associazione Italiana di Archeozoologia e sono stati presentati dal dott. Marco Zedda e dal dott. Valentino Petruzzi al terzo convegno nazionale tenutosi a Siracusa dal 3 al 5 Novembre 2000.

E' opinione del dott. Zedda che le caratteristiche del cane al quale sono appartenuti i crani repertati siano quelle tipiche di un cane mesocefalo, CHE PUO' ESSERE ANCORA RICONOSCIUTO NELL'ATTUALE CANE DI FONNI. Esisterebbero alcune linee di sangue corrispondenti ad altrettanti modelli fenotipici, sicuramente tre.


il dogo sardesco(cani pertziau) è sull'orlo della scomparsa,assurdo ha resistito millenni e rischiamo di perderlo proprio ora! stessa storia per le vacche!Ma è importanitssimo conservarle per un gran numero di ragioni.
Accenno solo ad una: l'elevato livello di adattamento all'ambiente sardo. Nessun' altra razza importata, in teoria di maggior resa, riuscirebbe ad adattarsi altrettatto bene a situazioni ostiche di ambiente, clima, vegetazione, parassiti delle regioni più montagnose ecc ecc. Una risorsa importante e difficilmente sostituibile per l'economia delle zone di montagna!










pisittu Inserito il - 11/07/2007 : 13:31:42
annika ha scritto:

Ciao pisuttu ,io ho gia' firmato,
Strano pero' che e' scritto in inglese, per fortuna lo capisco.
miao

A SI BIRI !!!!


il sito appoggio è questo,viene utilizzato in tutto il mondo
http://www.petitiononline.com/
Agresti Inserito il - 11/07/2007 : 12:18:26
Interessante iniziativa che ci porta a scoprire ed approfondire
un argomento poco trattato
Sono la prima a dire che ne ero quasi all'oscuro...
Grazie per la segnalazione e..
tienici al corrente di tutti gli sviluppi!!

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***LIBRIDISARDEGNA***
annika Inserito il - 11/07/2007 : 11:45:02
Ciao pisuttu ,io ho gia' firmato,
Strano pero' che e' scritto in inglese, per fortuna lo capisco.
miao

A SI BIRI !!!!
Bakis Inserito il - 11/07/2007 : 11:13:31
Ciao pisittu, complimenti per le foto, purtroppo è cosi in tutto il mondo... della flora e della fauna.

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