V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Ammutadori |
Inserito il - 22/11/2006 : 11:21:51 Oggi vi propongo...
"Su Scusorgiu" è un tesoro, per così dire, nascosto, che si può trovare dovunque, sulla Terra, nei luoghi più impensati: nel cavo di un albero, in un buco sotto terra coperto da un lastrone di pietra, fra i muri o nel tetto di una casa vecchia, o allo scoperto sotto un albero o sopra un sasso e così via immaginando. Su Scussorgiu non è un tesoro stabile, ossia nel luogo dov'è posto, non vi si trova sempre e , sopratutto, non è a disposizione di chiunque possa capitarvi casualmente o magari ricercandolo con speciali strumenti di rivelazione o per indicazione di un qualunque tipo di veggente. Esso viene dato nel sogno a chi lo merita; oppure, a certe condizioni, viene indicato da uno spiritello. Per quanto riguarda il sogno, può essere dato ad una persona tutto per sè, come grazia particolare; e allora deve andare da sola a ritirarlo dal luogo precisamente indicato, entro il termine stabilito, in genere nel giorno o nella notte immediatamente successivi. Oppure viene dato al sognante associato con un'altra persona, con la quale devono dividerlo in parti uguali. In questo caso però deve riuscire a condurvi l'associato ( o associata) senza rivelargli il segreto, finchè insieme non arrivano a scoprire il tesoro. Possono sorgere delle complicazioni in quanto se non si segue fedelmente questo rituale ( se per es. non si va nel tempo stabilito, o per paura uno ci va accompagnato, se gli è dato da solo, o va solo per averlo tutto, se gli è dato in due), il tesoro allora si trasforma in carbone, che dopo poco scompare.
Oltre alla rivelazione in sogno, i tesori possono essere rivelati da uno spiritello, o folletto, che viene chiamato Ingannadori, a causa del suo comportamento. Su Ingannadori si presenta come un ometto normale e dalle dimensioni di un bambino di due o tre anni. Ha un capuccio rosso tondo e un abbigliamento indefinibile. Corre velocissimo appena sfiorando il terreno, la superficie dell'acqua o del bosco, e varcando a volo qualsiasi ostacolo che gli si pari davanti. Si posa lieve dove gli pare, non solo sul terreno, ma indifferentemente sugli alberi, sui tetti, sull'acqua, su scogli o picchi di roccia. Può apparire all'improvviso dovunque, sotto qualsiasi forma, e scomparire all'istante. Bada particolarmente al suo cappuccio rosso tondo, dove pare che abbia tutta la sua potenzialità materiale; per il resto è spirito inafferrabile. E però, se si riesce a prendergli il cappuccio, è costretto, per riaverlo, a rivelare un tesoro nascosto. Tuttavia non cede facilmente: egli vi va dietro e attorno, chiedendolo, con un pianto che fa molta pena e con tante promesse di ogni bene. occorre essere molto furbi ed avere un cuore di pietra per resistere a quel pianto e a quelle promesse. Perciò in genere il folletto riesce a farsi restituire il suo cappuccio. dopo che lo ha riavuto, non solo non mantiene le promesse, ma si dilegua per non riapparire mai più. www.contusu.it
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15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Crilo |
Inserito il - 14/09/2007 : 10:57:13 allora ti chiedo: il nome del frate,(o se non vuoi metterlo,il periodo in cui e' successo).
questa e' una parte della storia vissuta dai nostri nonni;io ci credo.
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Ammutadori |
Inserito il - 14/09/2007 : 10:54:40 chiedi a me... l'ho scritta io.. ed è tutto vero perchè è successo a miei parenti strettissimi.... certe cose le ho viste di persona...
Saludi e Trigu http://www.contusu.it http://www.3stops.com http://www.flickr.com/photos/amuttau/ |
Crilo |
Inserito il - 14/09/2007 : 10:36:30 ho letto che le donne furono aiutate da un afrate conosciuto a cagliari...aggiungerei santo..perche' lo conosco anch'io.
se mi dici a che anno piu' o meno risale la storia,posso chiedere qualcosa.
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campidano |
Inserito il - 14/09/2007 : 10:25:34 Trovata in rete.
Gli Scruxoxus, ovvero i tesori custoditi da entità più o meno benevole, sono diffusi più di quanto non si creda. Il problema è sapere dove sono. Possono essere scovati sostanzialmente in tre modi, come abbiamo scritto precedentemente:
Tramite un sogno Tramite un sensitivo/a Tramite la rivelazione di una entità
La storia che mi accingo a raccontarvi riguarda il secondo caso, e mi è stata raccontata dalle dirette interessate.
Per motivi legati al mondo del paranormale, una di queste persone, che chiamerò Pina, in compagnia di un'amica, Anna, si recò da una signora anziana con fama di sensitiva. Questa vecchietta per le sue divinazioni si invocava ai santi tramite preghiere in sardo ed un rosario con dei grani molto grandi. Proprio in uno di questi grani vide la presenza di uno scruxoxu in casa di Anna, sotto una pianta di limone. Anna rispose che non aveva piante di limoni in casa sua ma la vecchia sensitiva era irremovibile. In realtà la casa a cui la vecchia si riferiva era quella dei genitorì paterni di Anna in cui erano effettivamente presenti delle piante di limoni. Quest'ultima, con l'aiuto di Pina, iniziò quindi a scavare, seguendo le indicazioni della sensitiva senza comunque trovare nulla. Venne chiamato un altro sensitivo per "vedere" se effettivamente il tesoro era presente o meno. Preparato il rituale avvennero diversi fenomeni strani. Il medium iniziò a parlare diverse lingue, sia con tono maschile che femminile e addirittura cambiò statura, rimpicciolendosi alle dimensioni di un nano.
Probabilmente il medium subì l'influenza del guardiano del tesoro ma alla fine, dopo averlo liberato dalla possessione, Anna non ottenne nessuna indicazione utile per poter entrare in possesso dello scusorgiu. Non rimase altro da fare che rivolgersi nuovamente alla vecchietta, la quale si offrì di aiutare le due donne, a patto che queste le dessero una parte del tesoro. La vecchia abitava in un paese fuori Cagliari e nel tragitto in macchina verso la casa in cui si trovava il tesoro, cambiò idea perchè vedeva il corpo del figlio morto riverso sul ciglio della strada. Secondo lei si trattava di un avvertimento ma Anna riuscì a convincerla. Arrivate a destinazione venne preparato il rituale per l'evocazione del guardiano ma al manifestarsi di quest'ultimo, la vecchia venne colta da terrore e scappò via. Anna a questo punto rimase sola in balia dell'entità che utilizzò come tramite Pina. Si sviluppò una vera e propria lotta ma alla fine Anna riuscì, tramite preghiere ad allontanare il guardiano. Pina non ricordò nulla dell'accaduto.
Dopo questo episodio Anna e Pina si rivolsero ai frati e raccontarono tutti i fatti. Un frate, molto conosciuto a Cagliari, spiegò alle due come fare per riuscire a prendere il tesoro, il rituale preciso e il giorno e l'ora esatta in cui effettuarlo. Il frate raccomandò alle due donne di creare un cerchio e di entrarci dentro armate di bastone per colpire qualunque cosa fosse uscita dalla terra. Inoltre, cosa molto importante, avrebbero dovuto rispondere sempre no a qualunque domanda posta dal guardiano, anche se ieffettuate in altre lingue.
Quando giunse il momento, iniziarono a scavare. La terra diventò simile a sabbia le due fecero una fatica immensa perchè la buca si tappava di continuo. Di colpo una delle due avvertì qualcosa sotto la terra. Con la mano toccò il coffanetto contente il tesoro, seguendone la forma. Dalla terra iniziarono ad uscire delle creature nebulose a forma di serpenti, uccelli ed altri esseri indefinibili ed il guardiano utilizzò nuovamente come tramite Pina. Questa cambiò voce e lingua ed iniziò a fare richieste ad Anna che, seguendo il consiglio del frate, rispondeva sempre di no. Anche questa volta le due non ottennero nessun risultato.
Provarono nuovamente e stavolta, scavando, riuscirono a vedere il coffanetto che si aprì per far vedere alle due cosa avrebbero potuto ottenere. Lo scrigno era lungo circa 50 cm e largo 20 cm e all'interno era pieno zeppo di pietre preziose. Una delle due riuscì ad afferrarlo per un anello che si trovava su coperchio subito dopo essersi richiuso ma dovette mollare la presa perchè il coffanetto la stava trascinando verso il basso. Si manifestò nuovamente il guardiano che, sempre tramite Pina, fece la sua richiesta. Voleva, in cambio del tesoro, 5 gigli. Le due, non pensando a nulla di particolare e la volta successiva portarono all'entità i fiori richiesti. Si scatenò l'inferno. Pina, posseduta dal guardiano iniziò a pestare Anna che cercava di difendersi come poteva e di tenere la presenza all'interno del cerchio. Gridava a squarciagola per cercare l'aiuto di amici e parenti che stavano in una stanza poco distande dal giardino. Stranamente questi non sentivano nulla e il guardiano rideva e continuava a pestare Anna dicendole che tanto non l'avrebbero sentita.
Il caso volle che il marito di Anna, arrivasse in quel momento, attirando l'attenzione di chi stava nella stanza perchè suonò il campanello. A quel punto, chi uscì per aprire la porta, sentì la voce di Anna che urlava in modo flebile, come se venisse da molto lontano, anche se in realtà si trovava al massimo a qualche metro di distanza. Tutti si precipitarono fuori in aiuto di Anna che si trovava letteralmente a cavalcioni di Pina ed entrambe erano sospese per aria. Qualcuno irruppe nel cerchio per dare una mano e prendendo anche lui la sua razione di botte. Il guardiano era furioso perchè voleva 5 gigli maschi. Dopo un bel pò di tempo e con preghiere particolari si riuscì a portare la calma nuovamente dentro il cerchio ed a chiudere il rituale. Pina non aveva un graffio e naturalmente non ricordava nulla, mentre Anna e gli altri erano pieni di lividi.
Non si riusciva a capire cosa il guardiano volesse in cambio del tesoro. La sua richiesta, secondo Anna e Pina era stata esaudita, ma le richieste di simili entità non sono mai così semplici da esaudire. Per questo le due chiesero nuovamente consiglio al frate capuccino. Appena ebbe sentito la richiesta, 5 gigli maschi, non ebbe nessuna esitazione a dire alle donne di lasciar perdere e spiegò l'uso di un rituale adatto a bandire il guardiano. In realtà quello che voleva la presenza, spiegò il frate, era l'anima di 5 bambini, che erano i due figli e due nipoti di Anna e il figlio di Pina. Le due seguirono i consigli del frate e ripulirono il giardino dalla presenza del guardiano.
Non ho idea se dopo il rituale consigliato dal frate, il tesoso esiste ancora. Per loro natura gli scusorgius si spostano continuamente e forse questo è semplicemente sparito. Non credo, che ci sia qualcuno in grado di estrarre tali tesori senza dover pagare comunque caro, anche se lo scrigno e il suo contenuto sono destinati a lui. Ho l'impressione che i guardiani siano sempre delle entità da cui occorre guardarsi bene ma nonostante tutto ci sono, o forse è meglio scrivere, c'erano persone che andavano a caccia, magari con l'aiuto di sensitivi compiacenti, gli scusorgius, mettendo a rischio la vita dei loro cari stessi, ma questa è un'altra storia..... MAH, deu non ci creu!!
Sa notti... Su xielu.. sa luna is isteddusu.. Poi.. sa luxi-e-su soli.. is ogus tuos!
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Crilo |
Inserito il - 14/09/2007 : 09:57:02 mia nonna fece questo sogno,un po' di tempo fa. le apparve in sogno mio nonno,gia' defunto,che le disse di andare a riappendere
l'ombrello nell'angolo del magazzino,e di controllare giu' nell'angolo dov'era appeso; che c'era un baule( non mi ricordo il termine in
sardo che uso');ed io mi armai di picco( e rosario!!! era quasi buio..),e feci una fossa;e poi mia zia mi esorto' a smettere,noncurante del
sogno insolito.quando la rivedro',le chiedero' i particolari che oramai non ricordo piu'.
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Ammutadori |
Inserito il - 14/09/2007 : 09:17:00 Pobabilmente si riferivano al diavolo che custodiva un tesoro e lo dava in cambio della dannazione di chi accettava...
Saludi e Trigu http://www.contusu.it http://www.3stops.com http://www.flickr.com/photos/amuttau/ |
annika |
Inserito il - 13/09/2007 : 17:57:20 Si Campidano Su Estiu era riferito a su Dimoniu pero' i racconti erano molto simili... chissa'.... |
campidano |
Inserito il - 13/09/2007 : 17:52:33 | annika ha scritto:
Che bello risentire questi racconti...... I miei nonni me ne raccontavano di simili.... ma loro mi parlavano de " SU ESTIU" (non Scusorgiu).. Ti risulta qualcosa Ammutadori ?
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Mi paridi, ka SU ESTIU furiada su DIMONIU ka pigada bisura de cristianu. Aicci mi contada nonnu.
Sa notti... Su xielu.. sa luna is isteddusu.. Poi.. sa luxi-e-su soli.. is ogus tuos!
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annika |
Inserito il - 13/09/2007 : 17:48:55 Che bello risentire questi racconti...... I miei nonni me ne raccontavano di simili.... ma loro mi parlavano de " SU ESTIU" (non Scusorgiu).. Ti risulta qualcosa Ammutadori ? |
Ammutadori |
Inserito il - 13/09/2007 : 17:26:27
Abbiamo avuto modo di scrivere più volte sul mito dello Scusorgiu. Nella nostra magica Terra, sotto ogni nuraghe, dentro ogni antica casa, sotto ogni pietra dalla forma strana poteva nascondersi - ed ancora può trovarsi - un tesoro in grado di dare agli uomini felicità o dannazione.
Per trovare i tesori esistono più scongiuri, uno dei quali è il seguente:
Custu puntu de obiada beneitta sa posada beneitta conzuntura chircami sa fortuna po nos dare sa salude in custa santa bertude Corpus santu amè in su chelu sezis re po nos dare indendimentu laudadu semper siada su santissimu sacramentu
Questo punto d'incontro sia benedetto per la fermata benedetta la congiuntura cercatemi la fortuna per darci la salute in questa santa virtù Corpo santo amen nel cielo siete re per darci intendimento sia sempre lodato il santissimo sacramento
Secondo le testimonianze, questo berbu andrebbe recitato nel punto in cui inizia il territorio interessato al tesoro.
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jennifer402 |
Inserito il - 16/08/2007 : 15:37:35 ho capito.......mi piace molto questa discussione... |
Ammutadori |
Inserito il - 16/08/2007 : 10:49:46 non è del tutto corretto. Leggi il primo post del tread in cui sono riportate alcune spiegazioni su come vengono rivelati i tesori nascosti. Il pericolo nasce nel momento in cui qualcuno tenda di impadronirsi di un tesoro non destinato a lui. Bisogna sapere che tali tesori sono sempre custoditi da guardiani che talvolta chiedono in cambio determinate cose che solo un pazzo o una persona senza alcuno scrupolo può dare.
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jennifer402 |
Inserito il - 16/08/2007 : 10:37:52 Io ho sempre saputo che su Scixòxu è una tentazione del diavolo che in sogno ti rivela un tesoro segreto, e che chi cede alla tentazione e va a cercare il tesoro poi muore in breve tempo....qualcuno ha sentito parlare di questa cosa? |
Ammutadori |
Inserito il - 16/08/2007 : 10:12:42 Ciao, inserisco un racconto relativo alla zona di Dualchi su un tesoro sepolto....
Il tesoro di zio Mauro Bussolo
Si dice che un pastore di nome Mauro Bussolo, teneva le pecore in una tanca, controllate da suoi due figli. Un giorno, il più piccolo dei due uscì dalla capanna, suonando il flauto di canna. All'improvviso al piccolo si presentò un signore a testa nuda, che gli disse di scavare sotto al nuraghe di Ono, presente all'interno della tanca. Il piccolo, dopo la scomparsa del signore, corse a narrare il fatto al fratello maggiore e tutti e due lo raccontarono al babbo appena tornato dal paese. Esso, dopo aver consigliato il figlio piccolo a non temere quel signore, si nascose in una macchia di lentischio. Il signore apparve un#8217;altra volta e condusse il piccino al nuraghe e gli mostrò il tesoro, entrambe invisibili agli occhi del babbo nascosto. Dopo sparito il signore, il piccino corse dal babbo per condurlo al luogo mostrato. Mauro scavò trovando una pentola piena di pezzi d#8217;oro che si portò a casa di notte. Da quel tempo quel pastore diventò ricco.
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Ammutadori |
Inserito il - 16/08/2007 : 10:12:12 Grazie a Contusu, la mia sete di scoperta della cultura della nostra terra è cresciuta in modo esponenziale. Cerco di leggere più libri possibile e tra questi, mi è capitato fra le mani "Leggende e tradizioni di Sardegna" di Gino Bottiglioni.
Ho già avuto modo di scrivere circa alcune delle "leggende" Sarde che più mi affascinano. Si tratta delle storie legate agli "scusorgius", i misteriosi tesori custoditi da entità particolari. Nei suoi studi glottologici sulla linguistica Sarda, Gino Bottiglioni fa riferimento a diverse leggende che hanno come protagonista il "tesoro". Gino Bottiglioni giunse a Cagliari non ancora trentenne sul finire del 1915, come professore di italiano nelle regie Scuole Normali. Riguardo la sua permanenza nell'Isola scrive: "Dimorando in Sardegna per un tempo assai lungo, è accaduto a me, come a tanti altri, di non poter resistere al desiderio di conoscere un po#8217; intimamente quell#8217;isola piena d#8217;interesse e di attrattive per chi voglia studiare la sua natura, la sua storia, il suo popolo." Riportiamo in due articoli un piccolo stralcio del suo libro.
"Le leggende sui tesori le quali hanno avuto una grande diffusione nel Medio Evo fiorirono e fioriscono ancora molto numerose anche in Sardegna, dove il tesoro si chiama siddátu nel centro e nel settentrione dell#8217;isola, scusórgiu nel mezzogiorno e pósidu in qualche località, come per esempio a Dualchi. La Sardegna offre ancora oggi all#8217;archeologo un largo campo di ricerche e di studi appunto perché il sottosuolo, quantunque sia stato già molto frugato, riserba tuttavia delle sorprese non solo allo studioso, ma anche al pastore e al contadino; questi trovano spesso monete antiche e oggetti preziosi che accendono più che mai la loro fantasia e li persuadono a delle ricerche non sempre infruttuose, anzi qualche volta fortunate. Quindi le numerose leggende che su questo argomento si andarono formando tra i sardi hanno, nel loro complesso, un fondo di verità; le lotte che dilaniarono l#8217;isola e le incursioni saracene che la funestarono dovettero effettivamente indurre le varie popolazioni ad affidare alla terra protettrice i loro averi, prima di fuggire dinanzi al nemico vincitore o alla invasione dei barbari.
Ad epoca remota risale la ricerca dei tesori in Sardegna; qui come altrove, fu regolata da norme giuridiche minute e precise, le quali si resero necessarie specialmente al tempo del dominio spagnuolo, quando essa divenne addirittura una febbre. Dal Prof. Taramelli, direttore del Museo di Cagliari, mi fu mostrata la copia di un curioso documento in lingua spagnuola il quale contiene un lungo elenco di tesori nascosti in Sardegna, che sono indicati con una cura minuziosa; il compilatore ha certo lavorato in parte di fantasia, in parte deve aver attinto alle tradizioni esistenti nei vari luoghi, ma il documento non sembra scritto da uno che volesse burlarsi delle fole che i sardi raccontano intorno alle misteriose ricchezze raccomandate alla custodia della terra. In questo elenco, i tesori sono per la maggior parte collocati vicino alle chiese (1), ma il popolo crede che molti di essi giacciano anche nei pressi degli antichi monumenti preistorici. L#8217;archeologo che, dopo uno studio accurato e paziente, arriva alla scoperta di una stazione neolitica, di una necropoli creduta ignorata, si accorge spesso di essere giunto troppo tardi e di essere stato preceduto dai cercatori di tesori che hanno frugato dappertutto e hanno messo tutto a soqquadro. I nuraghi sono minacciati continuamente dai pastori che, per trovare il prezioso deposito, ruinano e scavano con una fede cieca la quale rasenta il fanatismo. Non sono pochi i monumenti nuragici e le tombe dei giganti che prendono il nome dal tesoro che vi si crede sotterrato (2), come certe località per le quali sarebbe difficile determinare donde abbiano derivata la loro fama (3).
A volte la fantasia popolare non si limita a creare l#8217;esistenza di un tesoro, ma cerca anche di stabilirne l#8217;origine; così parecchi tesori si credono dovuti alla munificenza dei giudici e nascosti al tempo loro, come quello che fu ricercato invano per oltre un ventennio a Sassari, nella casa detta di Michele Zanche. A Esterzili, si crede che, nel monte Santa Vittoria, siano sepolti i paramenti e gli arredi sacri di sette chiese e le ricchezze di sette paesi che furono un tempo intorno al suddetto monte. I pisani, che ebbero a temere l#8217;invasione di un popolo, seppellirono tutti i loro averi in un pozzo profondo quaranta metri e chiuso con uno strato di sabbia e di calce. Mi raccontarono che, essendosi trovata nel 1912 una carta nella quale si parlava di questo tesoro, furono fatti degli scavi, ma non si rinvenne altro che un idoletto di bronzo, delle perle antichissime e uno scheletro umano, perché le ricerche non seguirono le indicazioni precise del documento.
Però in generale il popolo o attribuisce al tesoro un#8217;origine favolosa o si contenta di sapere soltanto che esiste e che può venire in suo possesso per una fortunata combinazione, quantunque ciò sia tutt#8217;altro che facile. Infatti, secondo le nostre leggende, per lo più il cercatore è sfortunato e vede fallire l#8217;impresa proprio nel momento in cui sta per afferrare le ricchezze bramate (4). Mi narrarono che una volta queste furono scoperte da una capra che, fuggendo dal gregge, si lasciò inseguire dal pastore e lo guidò, a poco a poco, sul luogo del tesoro; ma, per lo più, questo viene indicato direttamente a chi deve toccare, dal custode stesso."
"Infatti ogni tesoro è gelosamente custodito da uno spirito che lo concede, con determinate condizioni, a quello cui è destinato. Questi, appena riceve l#8217;avviso, deve conservare con ogni cura il segreto e affrettarsi a compiere ciò che gli vien prescritto, dando prova di coraggio col restare impassibile davanti a qualunque manifestazione spiritica che tenda a spaventarlo; non ottemperando a quello che gli vien prescritto o ritardando nell#8217;impresa, non troverà più il tesoro, ma solo del carbone e della cenere.
Fra i sardi, si ripetono spesso degli scongiuri caratteristici per ritrovare i tesori, e i santi preferiti a cui si chiede la grazia sono Sant#8217;Elena, San Silvestro, San Basilio, quantunque non sia sufficiente avere il favore del Santo, ma occorra soprattutto grande coraggio e prontezza di mente per interpretare ed eseguire subito la volontà dello spirito che tiene il tesoro. Questo può essere in possesso delle fate le quali, secondo una tradizione di Pozzomaggiore, abitavano sul colle di Monte Oe e andavano di notte a svegliare colui che volevano arricchire, chiamandolo tre volte. Una graziosa leggenda che mi fu narrata a Esterzili, racconta di un umile pastorello che, capitato per caso nell#8217;antro di una fata che stava in mezzo ad inestimabili ricchezze, tutte le rifiutò per avere un campanellino d#8217;argento da mettere alla sua pecorella prediletta; così il pastorello di Bisarcio, condotto nei sotterranei della chiesa di Sant#8217;Antioco, in presenza di una fata ricchissima di nome Giorgiana Jaròsa (forse la stessa Giorgia o Lucia rabbiosa), preferisce di morire nella miseria, piuttosto che toccare quell#8217;oro che quasi offende la sua modestia e la sua semplicità.
Qualche volta i tesori sono guardati da un fantasma, come il terribile Don Blas d#8217;Aragona che vigila sulle ricchezze nascoste nel castello di Burgos; più frequentemente il custode è l#8217;anima di un prete o di un frate. Per esempio si crede che, nei pressi di Solanas, non lungi da Oristano, sia nascosto un gran tesoro, posseduto da un frate misterioso che si mostra a mezzogiorno e spaventa chi osa avvicinarsi; così, tra Guspini e Arbus, vicino ad una fonte miracolosa, appare di notte, con un lampioncino rosso in mano, un prete senza testa, il quale sta a guardia delle ricchezze che ha seppellito in quei luoghi, avendole guadagnate con loschi maneggi e con imbrogli che furon causa della sua morte violenta. Nei nostri racconti, si trova spesso la figura del prete che custodisce i tesori, oppure ha facoltà di prenderne mediante i suoi esorcismi. Infatti, nei solitari paesetti di Sardegna, sperduti fra i monti o disseminati a larghe distanze nella pianura, il prete rappresenta l#8217;uomo più ricco e più colto (5) che, per il suo ministero, può scongiurare gli spiriti che stanno a guardia dei tesori e che sono quasi sempre di natura diabolica come il Pundácciu o Ammuntadòre già ricordato o la musca macèdda, un insetto terribile creato dalla fantasia dei sardi."
(1) P. Lutzu (in BBS, II, pp. 21 ss.) ricorda l#8217;antichissima chiesa di San Francesco d#8217;Oristano che fu fatta demolire dall#8217;arcivescovo Mons. Bua per trovarvi un tesoro. (2) Si chiamano Su scusórgiu una sepoltura di gigante presso Baunei e un nuraghe a Gesturi e a Sini. Un nuraghe De su schisórgiu è vicino a Santadi, un altro detto Su siddádu è nel territorio di Sindia ecc. (3) Un territorio ricco di tesori sarebbe intorno a Dorgali, dove si trovano varie regioni dette S#8217;iscusórgiu di Biristéddi, S#8217;iscusórgiu Lotronidda, S#8217;iscusórgiu sa Serra, S#8217;iscusórgiu Lortéi ecc. (4) Non mancano però i fortunati; di molte ricche famiglie, si dice che abbiano iniziato la loro fortuna con la scoperta di un tesoro, al quale si attribuiscono pure le ricchezze dei Cresi leggendari di Sardegna (5) Qualche volta è anche il più avaro e, come tale, è fatto segno ai frizzi e al sarcasmo della satira popolare.
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