L'arte delle tessitura in Sardegna veniva esercitata da quasi tutte le donne dell'isola, esse contribuivano all'attività contadina e nelle ore libere, ma specialmente d'inverno si dedicavano alla tessitura sia per uso familiare sia come produzione artigianale destinata alla vendita. Non si ha una data precisa della nascita del telaio, si narra che fossero già prpresentiell'isola 1347.... Per tramandare la tradizione tessile una madre incominciava a istruire la propria figlia intorno ai 12 anni, prima con mansioni molto semplici, ad esempio riempire un rocchetto, la preparazioni degli "aghi" e poi a tessere le tele usate per fare i sacchi che dovevano contenere il grano. Il telaio faceva parte integrante del corredo della sposa che provedeva a tessere il corredo con le propie mani, ma non tutte le donne potevano permetterselo....Però cosa avveniva.... il telaio veniva prestato a chi dovesse provedere al corredo oppure si andava a casa della propietaria e si tesseva senza niente in cambio, ma noi sardi abbiamo un anima buona e si contraccambiava il favore regalando i frutti della terra. Esistono tre tipi di telaio, i più antichi sono il telaio verticale, tipico delle zone di montagna, il telaio orizzontale conosciuto in tutta l'isola e il telaio oblicuo ma di recente introduzione!! Le donne che incominciavano a tessere il corredo iniziavano con gli asciugamani, panni per coprire il pane,lenzuola, tappeti, copriletti,sa bettua (bisaccia) cannacas ( collane per cavalli e buoi) su battile ( coprisella) e per ultimo... la donna esprimeva tutta la sua creatività nel realizzare su coberi bancu (copricassa, la classica cassapanca presente in tutte le case).
Le fibre tessili
Lana rigorosamente sarda, lino coltivato sino a poco tempo fa ma al giorno d'oggi viene importato, canapa ma è una fibra che nessuno al giorno d'oggi usa più, seta, cotone e bisso.
1 su bangu, trave di sostegno 2 is speisi, i "piedi" di sostegno 3 i'naisi, tavole verticali 4 su cuaddu il "cavallo" asse dentellata 5 is intaccusu, le tacche 6 su srubiu de ananti, il subbio antariore 7 su srubiu de appabasa, il subbio posteriore 8 sa sparitta, tavola dotata di fori 9 su serraròiu, asse per fermare il subbio 10 su stamini, l'ordito 11 sa barra de pittzusu de sa cascia, l'asse superiore della cassa battente 12 sa barra de asuta de sa cascia l'asse inferiore della cassa battente 13 su pettini, il pettine 14 i' manuntasa, le tavolette verticali 15 is cannasa " le canne" 16 i littzusu, i licci 17 is cannasa dei littzusu, " le canne dei licci 18 is codreddasa,i legacci 19 sa canna, "sa canna" 20 is tauleddasa po sa gruxi de su stamini, piccole aste di legno per la croce dell'ordito 21 is pedalisi, i pedali
Pensa Milly, che ieri notte dopo essermi scervellata a fare la ricerca per il gioco passa la foto, non trovando nulla, mi ero ripromessa di chiederti di aprire un topic che parlasse della tessitura in Sardegna... Non per facilitarmi nel gioco, ma per la voglia di avvicinarmi a questa arte e cercare di capirne e carpirne qualcosa Appena collegata son rimasta sorpresa nel trovare il topic gia' aperto!!! Avro' mica il dono della trasmissione di pensiero anche con chi non ho mai visto!! ??? Grazie per aver iniziato questa bella discussione... aspetto il seguito...
Pensa Milly, che ieri notte dopo essermi scervellata a fare la ricerca per il gioco passa la foto, non trovando nulla, mi ero ripromessa di chiederti di aprire un topic che parlasse della tessitura in Sardegna... Non per facilitarmi nel gioco, ma per la voglia di avvicinarmi a questa arte e cercare di capirne e carpirne qualcosa Appena collegata son rimasta sorpresa nel trovare il topic gia' aperto!!! Avro' mica il dono della trasmissione di pensiero anche con chi non ho mai visto!! ??? Grazie per aver iniziato questa bella discussione... aspetto il seguito...
i nostri pensieri si sono incontrati, anche se non ci conosciamo ho deciso di aprire il topic ieri notte, e sono contenta di averlo fatto. Vi avverto.... sono molto chiaccherona riguardo alla tessitura mi piace troppo e adoro vedere "nascere" un manufatto attraverso i miei adorati telai!!! Datemi 3 giorni di tempo e vi faccio vedere tutti i passaggi per preparare il telaio per iniziare un arazzo !!!
Anche a me ha sempre affascinato il telaio, con tutti i fili di lana e i vari intrecci, mi è sempre sembrato così difficile e così brave chi lo sapeva e lo sa utilizzare e come riescono a creare dei bellisimi lavori.....Milly non vedo l'ora di ammirare i tuoi lavori
salve Milly avrei bisogno della tua consulenza tecnica! Quanto mi verrebbe a costare rifare questa fascia?
salve, non riesco a capire con quale tecnica di tessitura è stata eseguita... potresti inserire una foto più ingrandita, anche se non riprendi tutto il manufatto non ha importanza, vista così sembra a un'i denta ma non sono sicura.
prima di inziare la tessitura vera e propia bisogna prepare il telaio, tanti anni fa si prepara l'ordito, era un operazione che richiedeva l'impiego di due o più tassitrici e generalmente avveniva per strada o nei loggiati.Purtroppo non ho immagini per mostravi questa complessa operazione.Al giorno d'oggi questa operazione è non avviene più, si acqustano i "rulli" o il subbio pronti da montare nella parte posteriore del talaio
rullo o subbio pronto
a questo punto siamo pronti per il rimettaggio, in sardo si dice " a rimissi" però dobbiamo prima stabilire quale tecnica vogliamo eseguire perchè quasi tutte le tecniche hanno un diverso tipo di rimettaggio. Per rimettaggio si intende ("si intrara in littzusu" detto in sardo), l'inserimento dei fili dell'ordito nei licci e poi inseriti nel pettine.
il nome deriva dal fatto che in ogni dente del pettine va fatto passare un solo filo d'ordito.Con questa tecnica si ottiene un tessuto liscio ,molto fitto e con fili d'ordito completamente nascosti dai fili di trama.per ottenere questa tecnica occorrono 2 licci collegate con con 4 canne
tecnica a battoro in posta o a mustra e agu
è una tecnica molto complessa richiede molta praticità con il telaio,consente di avere dei tessuti che a prima vista sembrerebbero ricamati successivamante alla tessitura in quanto i disegni risaltano sulla tela di base. per ottenere questa tecnica occorrono 4 licci collegate con 8 canne
tecnica a pibiones o a ranu
il disegno decorativo, formato da grani in rilievo, viene creato per mezzo di un rudimentale ferro metallico che consente l'inalzamento rispetto alla suferficie del tessuto.Per ottenere questa tecnica occorrono 4 licci collegate con 8 canne
è una tecnica poco diffusa e apprezzata, in quanto al giorno oggi facilmente realizzabile con i telai meccanici e a poco prezzo. In ogni caso per questa tecnica bisogna decidere che disegno eseguire, (in base al disegno si fa il rimettaggio) deve essere un disegno geometrico e il numero dei licci può variare da 4 a 18, più è complesso il disegno più licci occorrono.
si scaccu
questa tecnica viene usata per i tovagliati e asciugamani anche essa da origine a disegni geometrici molto apprezzati e pregevoli, il disegno più richiesto è "sa mustra de su limone". Per questa tecnica occorrono da 4 a 8 licci, stesso discorso per la tecnica a littzos, più e complesso il disegno più licci occorrono
è un'altra tecnica che sta scomparendo,viene utilizzata per tessere le bisacce copricassa e le così dette "strisce".Con l'infilatura a ginestra si possono comporre a seconda dell'alternanza dei pedali due diversi motivi, uno a rombi, di diversa dimensione a secondo il numero dei fili nei licci, l'altro a lisca di pesce.Questa tecnica permette di ottere un tessuto uguale in ambe due i lati.
battoro in posta
qualcuno dirà...c'è un errore!!! no nessun errore nella pagina precedente accanto alla scritta battoro in posta appare anche la scritta "a mustra de agu".In questa tecnica cambia il modo di legare i licci a sa canna(n.19) e alternando in piedi tra pedali interni ed esterni, si ottiene questo tessuto utilizzato per tessere le bisacce, anche questa tecnica è uguale in ambi due lati
salve Milly avrei bisogno della tua consulenza tecnica! Quanto mi verrebbe a costare rifare questa fascia?
salve, non riesco a capire con quale tecnica di tessitura è stata eseguita... potresti inserire una foto più ingrandita, anche se non riprendi tutto il manufatto non ha importanza, vista così sembra a un'i denta ma non sono sicura.
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prima di inziare la tessitura vera e propia bisogna prepare il telaio, tanti anni fa si prepara l'ordito, era un operazione che richiedeva l'impiego di due o più tassitrici e generalmente avveniva per strada o nei loggiati.
Alcune immagini, credo risalenti agli anni Cinquanta, provenienti da vecchie foto trovate in uno stazzo della campagna di Aggius. Esse illustrano la preparazione dell'ordito in una "carrera" di Aggius.
Nelle descrizioni delle tecniche di tessitura mi sembra di aver capito che le canne sono il doppio dei licci, è sempre così o varia? La tua è una passione o hai "compattato" passione e lavoro? Su scaccu mi piace molto...
Mi paice molto questa tecnica.... quanto tempo occorre per creare un tapetto di media grandezza?
molto fine e bella anche la tecnica: si scaccu. E per creare una tovaglia e 12 tovaglioli qunto tempo occorre e quanto costa?
per fare un tapetto di media grandezza un mesetto circa la tecnica a scaccu richiede più tempo rispetto a un tapetto, e il prezzo dipende se per trama si usa il lino o il cotone, tieni presente che con il cotone si ha più scelta di colori invece per il lino ci sono quattro tonalità, candido, neutro, grigio e beige
Nelle descrizioni delle tecniche di tessitura mi sembra di aver capito che le canne sono il doppio dei licci, è sempre così o varia? La tua è una passione o hai "compattato" passione e lavoro? Su scaccu mi piace molto...
no neva le canne non sono il doppio dei licci, ti faccio un esempio, se decido di fare il rimettaggio per lavorare a pibiones e mi ritrovo con 1000 fili mi servono 1000 licci.Questi mille licci sono divisi in 4 canne, ma il liccio per fare il suo lavoro deve essere " appeso su e giù" quindi abbiamo un totale di 8 canne. Sicuramente conosci il punto croce, per ogni punto una crocetta, per il telaio un punto equivale a quattro licci lo so non è facile capire.....dammi tempo e vi sposto delle foto così capirete meglio
la mia è una grande passione adoro tessere, vedere nescere sotto le mie mani un manufatto è una cosa bellissima....se rimango un giorno senza tessere ne sento la mancanza.Mi piace moltissimo imparare tutte le tecniche, conoscere la storia, ascoltare i racconti delle persone anziane,conoscere gli strumenti che si usavano una volta..... e poi.... sta diventando un lavoro vero e propio.... vi ho avvisato..... perdo la cognizione del tempo quando parlo di tessitura
milly73 ha scritto: no neva le canne non sono il doppio dei licci, ti faccio un esempio, se decido di fare il rimettaggio per lavorare a pibiones e mi ritrovo con 1000 fili mi servono 1000 licci.Questi mille licci sono divisi in 4 canne, ma il liccio per fare il suo lavoro deve essere " appeso su e giù" quindi abbiamo un totale di 8 canne. Sicuramente conosci il punto croce, per ogni punto una crocetta, per il telaio un punto equivale a quattro licci lo so non è facile capire.....dammi tempo e vi sposto delle foto così capirete meglio
Ho idea che è una di quelle attività complicatissime da spiegare e poco complicate da eseguire solo dopo molto tempo... comunque l'esempio del punto croce mi ha aiutato a capire qualcosa in più...
milly73 ha scritto: no neva le canne non sono il doppio dei licci, ti faccio un esempio, se decido di fare il rimettaggio per lavorare a pibiones e mi ritrovo con 1000 fili mi servono 1000 licci.Questi mille licci sono divisi in 4 canne, ma il liccio per fare il suo lavoro deve essere " appeso su e giù" quindi abbiamo un totale di 8 canne. Sicuramente conosci il punto croce, per ogni punto una crocetta, per il telaio un punto equivale a quattro licci lo so non è facile capire.....dammi tempo e vi sposto delle foto così capirete meglio
Ho idea che è una di quelle attività complicatissime da spiegare e poco complicate da eseguire solo dopo molto tempo... comunque l'esempio del punto croce mi ha aiutato a capire qualcosa in più...
neve abbi fede.....vedrai che quando inserisco le immaggini capirai
se la mia mente non mi tradisce, sino agli settanta si usavano i licci in lino o in cotone e venivano fatti con uno strumento chiamato "sa dima"
esempio di come si usa lo strumento
il liccio pronto per essere "appeso" alle canne
al giorno d'oggi poche donne ricorrono a questo strumento, se non per qualche tecnica particolare.I licci in lino vengono sostituiti con quelli in acciaio molto più lunghi rispetto a quelli in lino e sopratutto sono molto più resistenti. Ci tengo a precisare che i licci in acciaio non vengono realizzati in Sardegna ma bisogna ordinarli, come si diceve una volta....dal continente...
Rimettaggio eseguito con le canne e i licci in cotone.....come si faceva una volta...
invece in questa immagine ho eseguito il rimettaggio inserendo i licci in aste di metallo e i licci in acciaio
per eseguire il rimettaggio necessitano due persone una porge i fili in ordine come si presentano nell'ordito e l'altra persona inserisce i fili nei licci. Vi assicuro che ci vuole tanta concentrazione e tanta pazienza, basta un solo filo inserito nel liccio sbagliato e bisogna riniziare da capo !!!
contaci neva, datemi un paio di giorni e vi stupirò
[/quote] A patto che siano un paio e non una pariga!!!! [/quote] ops!!! mi era sfugguto!!!! ti sto facendo aspettare tanto ?????? aspetta aspetta [/quote]
non farci caso... in questo periodo mi devono dare la medaglia per tutti gli errori ortografici che sto combinando..... però sfugguto mi piace
salve Milly avrei bisogno della tua consulenza tecnica! Quanto mi verrebbe a costare rifare questa fascia?
salve, non riesco a capire con quale tecnica di tessitura è stata eseguita... potresti inserire una foto più ingrandita, anche se non riprendi tutto il manufatto non ha importanza, vista così sembra a un'i denta ma non sono sicura.
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la lavorazione della fascia è uguale alla lavorazione del tappeto?
Sono affascinata.. ( mancai non c'apu cumprendiu meda) Milly quanti anni avevi quando hai iniziato a lavorare al telaio??
Nuragica mi dispiace, ca non c'asi cumprediu meda !!! Comunque avevo 20 anni quando FINALMENTE ho realizzato il mio più grande desiderio di imparare a tessere e per questo devo ringraziare una signora molto gentile. Per quanto riguarda la storia della tessitura ...ogni volta che vado a Samugheo ho la fortuna di incontrare signore anziare che amano la tessitura come me e allora...... raccontano raccontano..... e io..... ascolto con molto interesse, poi gli amici , parenti non perdono l'occasione per regalarmi libri sulla tessitura
kolipo.. conosco quella fascia. ho potuto vederla da vicino e toccarla... dubito moltissimo che sia una cosa tessuta in sardegna.. ricorda molto fasce che ho visto in africa settentrionale... tra l'altro usa fili certamente non usati di norma in sardegna .. anche se vi sono eccezioni le tecniche con cui e' intessuta sono molteplici, da qualcosa che assomiglia ai fruninzos della tessitura verticale a qualcosa che assomiglia alla tecnica che milly chiama "a ginestra" , ma nessuno può negare che se una brava tessitrice si impegna può ottenere qualcosa di simile...
tizi: l'arte della tessitura e' davvero affascianate,hai ragione,, se ci si stacca per un attimo dall'ammirazioe estetica per i manufatti, e si medita sulle regole logiche e matematiche che la caratterizzano... ci si rende conto che e' di certo il primo "calcolatore complesso" inventato dall'uomo... ci sono antropologi che ritengono che il cervello dell'uomo " moderno" si sia assestato come e' con la pratica ed il progresso della tessitura..
mully: complimenti... per la tua passione e perchè parli con cognizione di causa davvero
milly73 ha scritto: non farci caso... in questo periodo mi devono dare la medaglia per tutti gli errori ortografici che sto combinando..... però sfugguto mi piace
Finalmene ho potuto vedere come "anticamente" si creava l'ordito. Quando le mie zie mi raccontavano preparavano l'ordito da mettere nel telaio, nn riuscivo ad avere l'idea come si facesse perchè per me era un concetto astratto. La fotografia in bianco e nero è utilissima per avere un'idea del procedimento.
kolipo.. conosco quella fascia. ho potuto vederla da vicino e toccarla... dubito moltissimo che sia una cosa tessuta in sardegna.. ricorda molto fasce che ho visto in africa settentrionale... tra l'altro usa fili certamente non usati di norma in sardegna .. anche se vi sono eccezioni le tecniche con cui e' intessuta sono molteplici, da qualcosa che assomiglia ai fruninzos della tessitura verticale a qualcosa che assomiglia alla tecnica che milly chiama "a ginestra" , ma nessuno può negare che se una brava tessitrice si impegna può ottenere qualcosa di simile...
tizi: l'arte della tessitura e' davvero affascianate,hai ragione,, se ci si stacca per un attimo dall'ammirazioe estetica per i manufatti, e si medita sulle regole logiche e matematiche che la caratterizzano... ci si rende conto che e' di certo il primo "calcolatore complesso" inventato dall'uomo... ci sono antropologi che ritengono che il cervello dell'uomo " moderno" si sia assestato come e' con la pratica ed il progresso della tessitura..
mully: complimenti... per la tua passione e perchè parli con cognizione di causa davvero
S' intrada in pettini (infilatura dell'ordito nel pettine)
abbiamo detto che una volta inseriti i fili nei licci nell'ordine stabilito dalla tecnica da eseguire bisogna inserire i fili nel pettine, per agevolarci il compito tra gli spazzi del pettine si inserisce un coltello o un uncinetto e si appoggiano i fili e si fa passare attraverso gli spazzi.
Una volta esauriti i fili da inserire si incastra il pettine nella cassa battente.
Tanti anni fa i pettini erano fatti con le canne,al giorno d' oggi sono in acciaio. I più usati sono il pettine da 50 in 10 (significa che nel pettine ci sono 500 spazzi) oppure da 60 in 10 (600 spazzi). Il pettine da 50 in 10 viene utilizzato per la tessitura dei tappeti
con il pettine da 60 in 10 generalmente si tessono le classiche "striscette"
però..... si possono tessere anche i tappeti.... !!!!
ho voluto farvi vedere alcuni lavori per capire la differenza del pettine... usando un pettine a spazzi "larghi" devo usare un filato grosso, invece se uso un pettine a spazzi stretti devo usare un filato sottile ma la differenza....è tanta...il risultato è un manufatto delicato e sopratutto elegante
Sempre più affascinante, ma complicato!!! Pazienza, attenzione, intelligenza, sveltezza... hai sicuramente tutte queste doti per poter fare tali lavori. Bravissima milly!!!
Sempre più affascinante, ma complicato!!! Pazienza, attenzione, intelligenza, sveltezza... hai sicuramente tutte queste doti per poter fare tali lavori. Bravissima milly!!!
Milly ha scritto: per fare un tapetto di media grandezza un mesetto circa la tecnica a scaccu richiede più tempo rispetto a un tapetto, e il prezzo dipende se per trama si usa il lino o il cotone, tieni presente che con il cotone si ha più scelta di colori invece per il lino ci sono quattro tonalità, candido, neutro, grigio e beige
che bello mi piacerebbe tanto comprarmi una tovaglia e 12 tovaglioli tessia, forse in lino è meglio giusto? e credo che costi anche di più.
Milly più guardo le immagini che posti e più mi rendo conto di quanto sia difficile eseguire il bellissimo lavoro di tessitura......è magico, tutti quei fili che si intrecciano e danno vita a delle opere davvero molto belle...complimenti per la tua passione
Milly ha scritto: per fare un tapetto di media grandezza un mesetto circa la tecnica a scaccu richiede più tempo rispetto a un tapetto, e il prezzo dipende se per trama si usa il lino o il cotone, tieni presente che con il cotone si ha più scelta di colori invece per il lino ci sono quattro tonalità, candido, neutro, grigio e beige
che bello mi piacerebbe tanto comprarmi una tovaglia e 12 tovaglioli tessia, forse in lino è meglio giusto? e credo che costi anche di più.
dipende... tieni presente che la tovaglia tessuta con il lino rimane un pochino "rigida" e il costo sale, invece usando il cotone rimane "morbida" al tocco, dipende dai gusti di ognuno di noi.Domani sposto una foto di una tovaglietta tessuta con il lino, così vedi la differenza.
Grazie Milly, se posti le immagini delle due tovaglie mi fai un piacere, così vedo la differenza, a me piace sia in cottone che il lino, la scelta è ardua. Certo che se penso allo stiro della tovaglia, con il lino si fa più fatica, il cottone come giustamente hai detto tu rimane più morbido.
Milly più guardo le immagini che posti e più mi rendo conto di quanto sia difficile eseguire il bellissimo lavoro di tessitura......è magico, tutti quei fili che si intrecciano e danno vita a delle opere davvero molto belle...complimenti per la tua passione
per me tessere è la cosa più bella..... ogni volta che inizio un manufatto mi piace fare piccole pause e ammirare quello che sto realizzando e mi chiedo... ma l'ho sto facendo io? Mi piace accarezzare i miei mille fili...... Sicuramente è un lavoro che richiede tanta tanta pazienza e sopratutto ti deve piacere !!!!
Grazie Milly, se posti le immagini delle due tovaglie mi fai un piacere, così vedo la differenza, a me piace sia in cottone che il lino, la scelta è ardua. Certo che se penso allo stiro della tovaglia,
con il lino si fa più fatica
, il cottone come giustamente hai detto tu rimane più morbido.
Ma è compensato dall'eleganza e dalla raffinatezza del materiale che il cotone on avrà mai e poi basta stirare da appena umido e va benissimo... secondo me non c'è nemmeno da porsi il problema.
miLLy, non posso negare di essere uno che non sa niente della tessitura della sardegna,sebbene conosca molto di più dei paesi attorno a sassari.. e tutte le volte che imparo qualcosa della tessitura di altre zone non posso non prendere atto che la tessitura al telaio orizzontale, dal punto di vista tecnico, e' identica in tutta la nostra isola a volte persino nei temini ( per es : intrare in pettene nel logudoro) questo mi porta a pensare che si e' partiti da una matrice comune, e' probabile che siano stati gli ordini religiosi a introdurre questo strumento di origine medioevale forse già in epoca bizantina, questo a dispetto delle numerose varianti locali di prodotti, disegni, colori
aldila' si questo io posseggo alcuni pettini di canna,bellissimi, quasi nuovi, se ti serve mi piacerebbe regalartene uno.. fammi un fischio!!!
tovaglia di cotone e lino ( si dipende dai gusti) io ne ho una piccola, rigidetta, rustica tutta di di lino e mi piace molto molto di più di un'altra che ne ho più morbida e recente, piu "fine", con l'ordito di cotone... io la farei senz'altro di lino.... ciau
si si avete ragione il lino è senz'altro molto meglio del cottone, anche per la sua eleganza, fa tutta un'altra figura sul tavolo.... Milly spero che quest'estate io possa ammirare da vicino i tuoi lavori e poter scegliere insieme a te la tovaglia giusta per me
miLLy, non posso negare di essere uno che non sa niente della tessitura della sardegna,sebbene conosca molto di più dei paesi attorno a sassari.. e tutte le volte che imparo qualcosa della tessitura di altre zone non posso non prendere atto che la tessitura al telaio orizzontale, dal punto di vista tecnico, e' identica in tutta la nostra isola a volte persino nei temini ( per es : intrare in pettene nel logudoro) questo mi porta a pensare che si e' partiti da una matrice comune, e' probabile che siano stati gli ordini religiosi a introdurre questo strumento di origine medioevale forse già in epoca bizantina, questo a dispetto delle numerose varianti locali di prodotti, disegni, colori
aldila' si questo io posseggo alcuni pettini di canna,bellissimi, quasi nuovi, se ti serve mi piacerebbe regalartene uno.. fammi un fischio!!!
tovaglia di cotone e lino ( si dipende dai gusti) io ne ho una piccola, rigidetta, rustica tutta di di lino e mi piace molto molto di più di un'altra che ne ho più morbida e recente, piu "fine", con l'ordito di cotone... io la farei senz'altro di lino.... ciau
mi farebbe molto piacere avere un pettine di canna quindi ti faccio un .................... fischioooooooooo!!!!!!!!
ti chiedo un piccolo favore... sposteresti una foto del pettine di canna ? così i paradisolani possono vedere la differenza!!!! se puoi un mega grazieeeeee!!!!!!!!
si si avete ragione il lino è senz'altro molto meglio del cottone, anche per la sua eleganza, fa tutta un'altra figura sul tavolo.... Milly spero che quest'estate io possa ammirare da vicino i tuoi lavori e poter scegliere insieme a te la tovaglia giusta per me
decisamente il lino è molto più elegante e il lavoro risulta "in fine" come si usa dire dalle mie parti
tovaglia in lino....adesso vi svelo un piccolo segreto questo è il rovescio della tovaglia
questo è quello che otteniamo sul davanti del lavoro mentre stiamo tessendo
oH!!!! milly..a buon santo di invochi!! io non so postare le foto!! sono un disastro con la tecnologia... pettine..quando passi a sassari o qualcuno di tua fiducia passa.. avvertimi per tempo.. ed il pettine e' tuo!!!!
oH!!!! milly..a buon santo di invochi!! io non so postare le foto!! sono un disastro con la tecnologia... pettine..quando passi a sassari o qualcuno di tua fiducia passa.. avvertimi per tempo.. ed il pettine e' tuo!!!!
Per le foto non preoccuparti !!! Per il pettine contaci GRAZIEEEEEEEEEEE
Milly, ho visto con piacere quante belle cose sai fare! sono contento che anche a S. Giusta ci sia qualcuno che porta avanti una tradizione nobile e importante. Una curiosità: riesci a reperire esempi di disegni "tradizionali" del tuo paese? Cioè, hai trovato dei pezzi antichi originali? sarebbe bello capire eventuali legami con altri centri dell'Oristanese e altre zone della Sardegna. Saluti
santo: nella collezione di cui sono conservatore, ora non aperta al pubblico, ci sono alcuni pezzi dell'oristanese e di santa giusta ... un pezzo di s. giusta che ricordo e' un telo in lino tessuto in bianco con la parte centrale non decorata e le due balze policrome, che sembrano quasi ricamate.. fatte con fili di seta ,di lana cotone e metallici.. il disegno comprende fiori molto stilizzati un ostensorio centrale e due "angelus" affrontati con croci in una mano..... un pezzo significativo e' una coperta di tramatza.. in lino a pibionis microspopici... al centro e' un disegno dell'lbero della vita .. nelle balze, castelli, cervi, chiesette, cani e cacciatori a cavallo.. il pezzo reca la scritta: " sisisnnia murgia di tramatza. anno 1828...
Milly, ho visto con piacere quante belle cose sai fare! sono contento che anche a S. Giusta ci sia qualcuno che porta avanti una tradizione nobile e importante. Una curiosità: riesci a reperire esempi di disegni "tradizionali" del tuo paese? Cioè, hai trovato dei pezzi antichi originali? sarebbe bello capire eventuali legami con altri centri dell'Oristanese e altre zone della Sardegna. Saluti
Con grandi sacrifici, studi in biblioteca e trovando persone disposte a mostrarmi degli arazzi (ho avuto l'impressione di violare segreti custoditi gelosamente ) sono riuscita a risalisare ai disegni originali realizzati a Santa Giusta. Venivano tessuti con la tecnica "a mustra de agu", ne cito alcuni , sa mustra de su Carmine (mostra del Carmelo),de sa pramma (mostra dell'Ostensorio),de su cantaru ( motivo paleocristiano della fontana), de su sisinu (mostra del sisino, antica moneta aragonese) , sa mustra de s'istella ( mostra della stella), il "vaso fiorito", bronzetti, angeli e motivi rinascimentali etc. Adesso sono impegnata con un lavoro abbastanza impegnativo, come trovo un pò di tempo vi sposto delle foto con manufati realizzati con disegni tipici di Santa Giusta
santo: nella collezione di cui sono conservatore, ora non aperta al pubblico, ci sono alcuni pezzi dell'oristanese e di santa giusta ... un pezzo di s. giusta che ricordo e' un telo in lino tessuto in bianco con la parte centrale non decorata e le due balze policrome, che sembrano quasi ricamate.. fatte con fili di seta ,di lana cotone e metallici.. il disegno comprende fiori molto stilizzati un ostensorio centrale e due "angelus" affrontati con croci in una mano..... un pezzo significativo e' una coperta di tramatza.. in lino a pibionis microspopici... al centro e' un disegno dell'lbero della vita .. nelle balze, castelli, cervi, chiesette, cani e cacciatori a cavallo.. il pezzo reca la scritta: " sisisnnia murgia di tramatza. anno 1828...
babborcu.............. mi piacerebbe tanto tanto vederli ........
Babbo hai centrato il punto: anche al Palazzo di Città a Cagliari ci sono esposte molte cose dell'Oristanese. Nel campo della tessitura c'è molto da lavorare e da recuperare perchè, fatte poche eccezioni come Samugheo, mogoro e qualche caso sporadico, nell'Oristanese, dagli Anni Cinquanta, c'è stato un periodo di abbandono generale dell'arte della tessitura. i manufatti sono spariti dentro gli aramadi e nessuno ne ha saputo (quasi) più nulla. Ora è arrivato il momento di recuperare le tecniche e, soprattutto, i disegni tradizionali, carichi di significati simbolici. Per questo, persone come Milly hanno un grande compito, quello di recuperare e tramandare ai posteri un'arte e un apparato di decorazioni, formatosi nel corso di secoli, che però rischia di scomparire nel giro di cinquant'anni o poco più.
la tessitura dell'oristanese,santo, era tanto rinomata, per gli esemplari preziosi , che e' stata, fortunatamente, collezionata ed e' ampiamente pubblicata ( vedi aratra e biasi e libro su tessuti illisso,ad es) credo che da li si possa attingere molto.. anche se resta un notevole "sommerso", soprattutto per capire cosa e' stato elaborato, aggiunto e reinventato dagli anni 20 30 del novecento.... e negli anni 50...
il problema maggiore, dal punto si vista etnografico, cosi' come in quasi tutte le località e' la documentazione del contesto di questi oggetti e soprattutto dei manufatti " poveri " , molti dei quali distrutti, riutilizzati ,scarsamente considerati.... e a mio parere,molto molto importanti...
Milly : possiedo le fotografie di quei pezzi, non e' come toccare con mano,ma..
la tessitura dell'oristanese,santo, era tanto rinomata, per gli esemplari preziosi , che e' stata, fortunatamente, collezionata ed e' ampiamente pubblicata ( vedi aratra e biasi e libro su tessuti illisso,ad es) credo che da li si possa attingere molto.. anche se resta un notevole "sommerso", soprattutto per capire cosa e' stato elaborato, aggiunto e reinventato dagli anni 20 30 del novecento.... e negli anni 50...
il problema maggiore, dal punto si vista etnografico, cosi' come in quasi tutte le località e' la documentazione del contesto di questi oggetti e soprattutto dei manufatti " poveri " , molti dei quali distrutti, riutilizzati ,scarsamente considerati.... e a mio parere,molto molto importanti...
Milly : possiedo le fotografie di quei pezzi, non e' come toccare con mano,ma..
si hai ragione per quanto riguarda i manufatti , se hai la possibiltà di toccare con mano è tutto in altra cosa..... però ti fai un idea dei motivi che si tessevano un tempo....
Babbo hai centrato il punto: anche al Palazzo di Città a Cagliari ci sono esposte molte cose dell'Oristanese. Nel campo della tessitura c'è molto da lavorare e da recuperare perchè, fatte poche eccezioni come Samugheo, mogoro e qualche caso sporadico, nell'Oristanese, dagli Anni Cinquanta, c'è stato un periodo di abbandono generale dell'arte della tessitura. i manufatti sono spariti dentro gli aramadi e nessuno ne ha saputo (quasi) più nulla. Ora è arrivato il momento di recuperare le tecniche e, soprattutto, i disegni tradizionali, carichi di significati simbolici. Per questo, persone come Milly hanno un grande compito, quello di recuperare e tramandare ai posteri un'arte e un apparato di decorazioni, formatosi nel corso di secoli, che però rischia di scomparire nel giro di cinquant'anni o poco più.
sai quanti disegni ho recuperato??? tanti, però sono sincera, hanno un "QUALCOSA DI MIO" ti spiego il perchè... il disegno della bisaccia che c'è pagine addietro risale al 1850 ma non ti dico in che condizioni era l'originale, sai quanti strappi aveva.... non oso ricordarmelo...ma con tanta pazienza sono riuscita a recuperarlo, molti gli ho "ridisegnati" grazie all'aiuto dei libri, ma non sono originali. Il punto è....e qui veramente divento cattiva Molti non vogliono farti copiare i disegni originali senza capire l'importanza di tramandare.....ma io non mi arrendo e continuo imperterrita il lavoro di recupero disegnando da me i manufatti ma attenendomi ai motivi originali
milly.. guarda che anche le tessitrici antiche avevano il tuo problema..la gelosia dei disegni e' sempre esistita: anche kloro cercavano di rubare con gli occhi e persoalizzavano.. . la riproposizione cieca e uguale uguale della tradizione, e' impossibile ,ma anche sterile.. a mio parere . il bello sta nel conferire gusto personale ed unicità ad un patrimonio decoratico senza pero' stravolgerlo... si tratta di capire quali sono i moduli ( la grammatica e la sintassi) della tradizione e quali sono le cose che sono state "appiccicate" e che non c'entrano nulla ( generalmente le cose più barocche, meno stilizzate, con contorni curvilieni, con riverca di "realismo" ) .. la tentazione di eccedere in senzo decoratico, nelle forme e nei colori va poi controllata e frenata ed anche quella di aumentare le proporzioni dei singoli segni per invadere tutti gli spazi...
milly.. guarda che anche le tessitrici antiche avevano il tuo problema..la gelosia dei disegni e' sempre esistita: anche kloro cercavano di rubare con gli occhi e persoalizzavano.. . la riproposizione cieca e uguale uguale della tradizione, e' impossibile ,ma anche sterile.. a mio parere . il bello sta nel conferire gusto personale ed unicità ad un patrimonio decoratico senza pero' stravolgerlo... si tratta di capire quali sono i moduli ( la grammatica e la sintassi) della tradizione e quali sono le cose che sono state "appiccicate" e che non c'entrano nulla ( generalmente le cose più barocche, meno stilizzate, con contorni curvilieni, con riverca di "realismo" ) .. la tentazione di eccedere in senzo decoratico, nelle forme e nei colori va poi controllata e frenata ed anche quella di aumentare le proporzioni dei singoli segni per invadere tutti gli spazi...
i disegni decorativi tradizionali hanno un qualcosa di particolare,ad esempio i fiori le figure degli sposi a cavallo e tanti tanti altri, non sono ben deffiniti, ma secondo me il bello è propio quello infatti, ripeto la citazione che mi è rimasta nel cuore "la donna lasciava per ultimo la tessitura del copricassa e nel tesserlo esprimeva tutta la sua creatività". così nascevano i motivi della tradizione sarda.....Invadere gli spazzi? haime anche quello fa parte della tradizione, pensa agli arazzi di Mogoro... non lasciano uno spazio vuoto si tente a riempire e ti assicuro che Santa Giusta non è da meno
é proprio a quel genere di difficoltà che pensavo Milly. So bene che molte persone sono invidiose delle proprie cose ma credo che molte lo siano sia per pochezza personale sia perché, spesso, non ne capiscono fino in fondo l'importanza, altrimenti le metterebbero a disposizione. Comunque, neanche io sono per la ripetizione pedissequa dei motivi, ciascuno deve mettere del suo in ciò che fa, altrimenti si avrebbero solo quei tessuti fatti a macchina, tutti uguali, che non mi piacciono per niente. In fondo una tessitrice seguiva il suo gusto, aggiungeva o toglieva disegni, ne metteva insieme altri, ne inventava di nuovi. Senza che si perdesse mai l'originalità o la "sardità" del manufatto. Milly continua la tua ricerca e varia quanto puoi il tuo lavoro: il repertorio è tanto grande! Tu non imitare mai la macchina, poi vediamo se la macchina riesce a imitare te! Comunque, anche l'esposizione al palazzo di città a Cagliari è ben fornita e, se ci andrai, non sarai delusa e potrai vedere da vicino alcuni pezzi molto belli, in maggioranza provenienti proprio dall'Oristanese.
Babbo, devo dire che dagli Anni '30 agli anni '50, per quanto ho potuto vedere, alcune copiavano i disegni antichi, altre innovavano con soggetti che, personalmente, non amo molto: gli arazzi con sa cassa manna (che, guai a toccarla al giorno d'oggi), l'Ultima Cena, il ballo sardo, angeli di vario genere, fanciulle in tunica e altri motivi tratti da album di lavori femminili. In paese, ora c'è una sola persona (che tu ben conosci) in grado di tessere ed io sto impegnandomi per farle mollare questi disegni da album di uncinetto, spero di convincerla...
Rimanendo in tema di motivi tradizionali..... Adoro leggere il libro di Salvatore Cambosu , in particolare il capitolo "il cervo in ascolto" vi trascrivo la parte inerente l'argomento dei motivi decorativi
E di discendenza in discendenza qualcuna quasi si dimenticò dell'origine e volse gli occhi a oriente.Così Nule diede il suo tappeto e l'inalzò quasi insegna straniera per insoliti colori.E così Ploaghe col suo leone e il tralcio della vite.Morgongiori invece restò fedele all'acquila coi corvi e fantasticò castelli e torri e chiese.Mogoro diede cavalli quasi quadrati neri o rossi.Isili gli uccelli stecchiti, la cavalcata nuziale, la gente che balla in tondo,il guerriero che combatte coi cervi.Santa Giusta le confraternite d'angeli.La marmilla il ballo tondo come gara di resistenza.La Barbagia la geometria che Nuoro alternò con gli uccelli.Gavoi Bolotona e Oliena il tapinude mortu.E Ruinas diede gli asinelli in serie, Ilbono i garofani sanguigni e Nulvi palme e uccelli e cagnolini.Senis terra di pochi fuochi, cervi neri grecizzannti.E terralba rose di ogni colore.E Sarule calici e chiavi e clessidre..........!!!!!!
conosco bene la tessitura mogorese, milly e so che l'orror vacui fa parte delle caratteristiche di molte produzioni artigianali.. e li va bene, niente da dire..trovo da ridire se nel luogo vi era un equilibrio pieno vuoto particolare e,come spesso succede, per arricchire, si riempie tutto..c'e' da dire che a mogoro o morgongiori le tessitrici agivano dentro un contesto di gusto generalizzato... oggi un intervento molto innovativo e' arduo..perchè le tessitrici spesso di avvicinano ai tessuti senza capirne grammatica, lessico e sintassi e"copiano e abelliscono seguendo solo un istinto decorativo superficiale... voglio dire che occorre conoscere bene qualcosa le regoledel suo linguaggio, prima di azzardarsi a "creare""
santo : io odio sa cazza reale.. che tanto piace!! ma c'e' anche di peggio!! tutte le cose checiti ci sono anche nel pio paese hahaha! so di chi parli..mi impegnero' anche io per farlo tornare in carreggiata..
a margine: ho visto alcuni fazzoletti... uno con scoiattoli e nocciole detto su muncaloru de os sorighittos, uno con pallini rosa detto su muncaloru de sa chinina, uno con pallini policromi..de sas giggiulas.. uno a pallini grigi detto de os soddittos... e uno a pallini verdi detto de sa pastigliavarda.. hahaha! sono off topic,ma dovevo comunicartelo!!!!
Eppure la caccia reale è ricercatissima, io personalmente non faccio a tempo a tesserla che è già venduta !!!!!! Ma le persone non hanno ancora CAPITO che la caccia reale non è un arazzo tipico sardo !!!!! A me piace tanto crearmi disegni tutti miei, c'è tanto da lavorare, non solo per salvaguardare una tradizione che si sta perdendo, ma anche per "inventarne" altri basta un pochino di fantasia.....Adoro la sartiglia, allora mi è venuta un idea...perchè non relizzare un arazzo della vestizione de "su componidori"??? Allora mi sono messa all'opera, il risultato mi è piaciuto e adesso non mi rimane altro che tesserla.Come mi libero un pò da altri lavori mi metto all'opera !!! Poi inserisco le foto e mi piacerebbe avere il vostro parere
Beh Milly, non mi stupisce il grande successo de sa cassa manna, praticamente è ritenuto più sardo di qualsiasi altra cosa. Quanto all'arazzo della vestizione della sartiglia, sono curioso di vedere cos'ha creato la tua fantasia...
A latere, per Babbo: ho visto muccadoris a bocciuas, a soddus, a crabittus e a crabious; gira voce di un muccadori a brachitteddas in un unico esemplare, sepolto con la sua proprietaria e ho anche sentito parlare di un muccadori a areopranus, non meglio precisato. Ma sugli scoiattoli con annesse nocciole alzo le mani e mi arrendo!!!Ci avete battute (pure cun sa pastigliavarda poi...)
sa cassa manna se la gurdi superficialmente pare farti entrare in un mondo antico, medievale, aristocratico... il fatto che spezzi le caratteristiche consuete delle decorazioni sarde ( stilizzazione, mancanza di proporzioni reali, di profili curvi e assenza di effetti di prospettiva e profondità) fa pensare a qualcosa di più curato e "realistico " e quindi piace... ma le nostte donne difficilmente copiavano la realtà ( avrebbero fatto pecore per es se cosi' fosse stato) la riptoponevano un mondo idealizzato, fatto di simboli, anche con valore scaramantico ..per cui leoni, aquile, pavoni, rami di corallo, grappoli d'uva, schemi geometrici.... uscire da questo "seminato" e' percorrere un cammino minato davvero.. per questo ( non volermene milly) risolverei la vestizione del componidori con figurette stilizzatissime non diverse da quelle del solito ballo o degli sposi a cavallo o de " sa bella intrende in cresia"..altrimenti si va molto otre ..come in una coperta ( anche se di argomento estero) in cui una signora di Ottana ha riprodotto i profili dei Kennedy con la bandiera a stelle e strisce.. AH! santo... un fazzoletto con morivi a spirale e fiorami... e' detto muncaloru de sa joga manna! hahahaha!!!
questi giorni ho fatto il rimettaggio a un rullo d'ordito e ho fatto le foto a tutti i passaggi per preparare il telaio alla tessitura, sicuramente è più chiaro per chi non ha capito come avviene il rimettaggio
i licci pronti per l'inserimento dei fili
l'inserimento dei fili nei licci nell'ordine stabilito dalla tecnica da eseguire
si sposta il liccio per far spazzio e proseguire con il rimettaggio
si posiziona il liccio successivo pronto per l'inserimento del filo d'ordito
finito il lavoro dell'inserimento dei fili d'ordito nei licci, sono stata fortunata mi sono passati tra le mani solo 1000 fili si fa la verifica del rimettaggio( un solo filo inserito nel liccio sbagliato compromette la tessitura vera e propria ) e si inseriscono nei denti del pettine,io come aiuto ho usato un coltello ma si può usare anche un uncinetto
premendo i pedali centrali del telaio ( si apre un varco) si dividono i fili e si legano al subbio con un nodo stretto
scusate la foto non è delle migliori ma l'importante è capire
inseriamo sa cannitta
faccimo un mezzo giro al subbio, questo procedimento serve a bloccare i fili al subbio se no girerebbero i fili " a vuoto" e non si può procedere con la tessitura
ciao, no l'orbace non la produco, se ti interessa devi contattare qualcuno dalle parti di Desulo, nella speranza che la producano ancora.è un tipo di tessitura che sta scomparendo haimè
Complimenti Milly, sono immagini bellissime. Mi piacerebbe poter allestire il mio vecchio telaio ma non sò a chi rivolgermi per acquistare la bobina di filo per l'ordito, le maglie per liccio, il pettine e quali dimensioni devo richiedere. Mi puoi dare qualche suggerimento? Ti ringrazio tanto
Complimenti Milly, sono immagini bellissime. Mi piacerebbe poter allestire il mio vecchio telaio ma non sò a chi rivolgermi per acquistare la bobina di filo per l'ordito, le maglie per liccio, il pettine e quali dimensioni devo richiedere. Mi puoi dare qualche suggerimento? Ti ringrazio tanto
io i rulli dell'ordito li acquisto a Samugheo, se hai il subbio vuoto lo porti nel laboratorio e loro te lo restituiscono pronto per il rimettaggio,per quanto riguarda le misure dipende da quello che tu vuoi realizzare!! Io ho diversi subbi, uno per i tappeti e ci sono 1000 fili, per una larghezza che varia da 90 cm circa, se uso il pettine da 50 in 10, invece se uso il pettine da 60 in 10 ho una larghezza di 80 cm circa. Per tessere le classiche striscette uso un rullo con 750 fili che uso rigorosamente con il pettine da 60 in 10 e hai una larghezza di cm 60 circa. Per quanto riguarda l'acquisto dei licci e del pettine ti invio in privato l'indirizzo e il numero di tel. di una ditta, posso garantire che sono abbastanza seri, i licci e i pettini sono in acciaio, ti assicuro che la tessitura si esegue con più sveltezza rispetto ai licci in lino !!!
momentaneamente ho dovuto abbandonare questo post..... non mi vergogno di dirvi che sto combattendo una dura battaglia con un lavoro che mi sta facendo sudare le così dette "7 camicie" , devo tessere uno striscione ( boh si chiama così? adesso ho un vuoto di memoria ) e dopo averne tessuto un metro e dieci ( piccola premessa... deve essere lungo 2 metri ) ho dovuto tagliare il tutto perchè ero delusa del risultato Adesso, fortuna vuole che la mia testardaggine e la voglia di fare bella figura abbiano stretto amicizia, ho nuovamente iniziato il tutto e devo assolutamente terminarlo prima della feste di Santa Severa ecco perchè sono un pò latitante se no la festa l'associazione che me lo ha ordinato la fa a me
momentaneamente ho dovuto abbandonare questo post..... non mi vergogno di dirvi che sto combattendo una dura battaglia con un lavoro che mi sta facendo sudare le così dette "7 camicie" , devo tessere uno striscione ( boh si chiama così? adesso ho un vuoto di memoria ) e dopo averne tessuto un metro e dieci ( piccola premessa... deve essere lungo 2 metri ) ho dovuto tagliare il tutto perchè ero delusa del risultato Adesso, fortuna vuole che la mia testardaggine e la voglia di fare bella figura abbiano stretto amicizia, ho nuovamente iniziato il tutto e devo assolutamente terminarlo prima della feste di Santa Severa ecco perchè sono un pò latitante se no la festa l'associazione che me lo ha ordinato la fa a me
Sicuramente farai una splendida figura! Non lasciarti prendere dal nervosismo e vedrai che tutto andrà come si deve!!!
Carissima Milly, non ho parole, mi son letta d'un fiato le sei pafine di discussione e divorata le foto. Sei davvero brava e non ti sto intortando Ho sempre avuto un desiderio e te ne parlerò appena ne avrò la possibilità, senz'altro sei la persona giusta per realizzarlo Complimenti sincerissimi
Autore Risposta: maria Inserita il: 26/08/2010 10:05:44 Messaggio:
Wauuuuuuuuuuuuuu mi stavo perdendo questa discussione Che bel lavoro che fai complimenti Milly
momentaneamente ho dovuto abbandonare questo post..... non mi vergogno di dirvi che sto combattendo una dura battaglia con un lavoro che mi sta facendo sudare le così dette "7 camicie" , devo tessere uno striscione ( boh si chiama così? adesso ho un vuoto di memoria ) e dopo averne tessuto un metro e dieci ( piccola premessa... deve essere lungo 2 metri ) ho dovuto tagliare il tutto perchè ero delusa del risultato Adesso, fortuna vuole che la mia testardaggine e la voglia di fare bella figura abbiano stretto amicizia, ho nuovamente iniziato il tutto e devo assolutamente terminarlo prima della feste di Santa Severa ecco perchè sono un pò latitante se no la festa l'associazione che me lo ha ordinato la fa a me
Sicuramente farai una splendida figura! Non lasciarti prendere dal nervosismo e vedrai che tutto andrà come si deve!!!
grazie neva, speriamo bene lo ammetto questo lavoro mi sta creando un pò di tensione e nervosismo !!!! Ma devo farcela ormai ho accettato la sfida
Carissima Milly, non ho parole, mi son letta d'un fiato le sei pafine di discussione e divorata le foto. Sei davvero brava e non ti sto intortando Ho sempre avuto un desiderio e te ne parlerò appena ne avrò la possibilità, senz'altro sei la persona giusta per realizzarlo Complimenti sincerissimi
Grazie sei gentilissima, mi fa molto piacere e diciamo che tutti i vostri complimenti mi aiutano a non arrendermi davanti alle difficoltà che incontro nel mio cammino e vi assicuro che sono tante !!!! però sono tosta non mollo facilmente
P.S. sono curiosa di sapere quale è il tuo desiderio !!!
Complimenti anche da parte mia Milly....ho seguito il tuo percorso- discorso...davvero molto bello....non ti preoccupare se hai da lavorare...saremo qui ad attenderti...anto
finalmente ho terminato il mio "orgoglio" mi sono presa un attimo di pausa e pavoneggiata nei complimenti festeggiato il successo che ha avuto ed eccomi qui a mostrarvelo spero vi faccia piacere
adesso prima di immergermi in un'altra impresa vorrei continuare questa discussione
Autore Risposta: maria Inserita il: 05/11/2010 20:56:33 Messaggio:
Stupendoooooooooooooooooooo che capolavoro bravissima
sa mustra de sa pramma (mostra dell'ostensorio in gloria) sa mustra de su Carmine ( mostra del Carmelo) sa mustra de su sole (mostra del sole) sa mustra de su sisinu (mostra del sesino. antica moneta aragonese) sa mustra de sa cazza reale (mostra della caccia reale) sa mustra de s'istella e ganzos ( mostra di stella e ganci) sa mustra dei cannugheddas (mostra della rocca per filare) sa mustra de sa tiliccas (mostra della tiliccas) sa mustra de su broccau ( mostra de broccato) sa mustra de sa bella intrendi a cresia ( mostra della bella entrando in chiesa)
le mostre che vi elencherò adesso sono più recenti tant'è che a me è venuto il dubbio che non siano tipiche sarde ma che negli anni sono diventati dei "simboli tipici della Sardegna,ma rimane il ma...
la mostra dello zoo del conte o liocorno la mostra dell'uccello fiorito la mostra dell'uccello del paradiso la mostra dell'uccello marino la mostra delle colombe della pace la mostra dei bronzetti la mostra dei draghi la mostra del giardino fiorito
ho elencato le mostre più ricercate e famose ma sono tante tante tra la tradizione e l'innovazione e pi ripeto, ogni tessitrice mette un qualcosa di suo in tutto quello che tesse
Brava Milly, che passione, che pazienza! Grazie anche per la spiegazione
Pensa che io iniziaia un centro a punto croce(che è assolutamente molto ma molto più semplice dei lavori che fai tu, direi che non è paragonabile) quando ero alle scuole medie, quindi tanti e tanti anni fa, ed è ancora da finire... che vergogna quando non c'è passione tutto si spegne! ma quando la passione e la bravura, come in te, c'è si vede e sicuramente persiste negli anni.
grazie Tizi sei molto gentile e sono d'accordo con te per quanto riguarda la passione e per quanto riguarda il telaio è così oltre alla passione richiede tanta tanta pazienza
Milly vedo solo ora la tua ultima fatica!!! Io non ne capisco nulla di tessitura, ma a vederlo così è splendido!!! Brava, brava come al solito!!! Cosa ci mostrerai nelle prossime settimane?? Quale sarà la tua prossima creazione??
Milly vedo solo ora la tua ultima fatica!!! Io non ne capisco nulla di tessitura, ma a vederlo così è splendido!!! Brava, brava come al solito!!! Cosa ci mostrerai nelle prossime settimane?? Quale sarà la tua prossima creazione??
Ciaoooo, grazie gentilissima la mia prossima impresa??? Saranno 3 tende, la stola, coprileggio un tappeto, bisacce e uno stendardo della serie...la pacchia è finita
Prima dell'introduzione dei coloranti chimici le fibre tessili venivano tinte mediante l'impiego delle essenze vegetali.Ancora oggi alcune tessitrici ricorrono alle tinte vegetali per distinguere il loro lavoro, a volte basta un colore particolare per dare un tocco in più al manufatto. Le piante più usate per la colorazione dei filati usati nella tessitura sono il daphne gnidium, si ottiene il nero e varie tonalità di giallo, dalla robbia e l'oricello varie tonalità di rosso, guado e mercorella l'azzuro e il blu,dall'ontano otteniamo il nero beige e marrone,lo zafferano la fillirea,buccia del melograno e la tapsia il giallo,erba guada il giallo limone,la cellidonia giallo senape, il rovo e la fitolacca il rosso granato, feccia di vino il bordeau,mallo di noce il nero e marrone,papavero selvatico il viola,corteccia di quercia il beige marrone, alaterno il marrone avana,scopa da ciocco l'avana, fungo di malta il marrone scuro,tamerice il nero,il fico d'india l'arancione, l'ortica il sambuco e l'edera il verde. Ho elencato le più conosciute e usate ma ci sono tante tante sostanze vegetali, una cosa che mi preme dire è che le fibre tessili vanno sottoposte a mordenzatura prima di essere tinte se no verrebbero tutte verdi qualsiasi essenza vegetale usassimo.
I mordenti più usati sono il cremor tartaro, allume di rocca, solfato di ferro e il tannino. Si fanno scioglire in poca acqua calda, quando saranno sciolti si aggiunge acqua fredda e si immerge la fibra tessile, si strizza e si immerge subito nel bagno di colore.Invece per fissare il colore si immerge la fibra in un bagno di aceto e acqua o in un bagno di cenere e acqua
una piccola curiosità le tessitrici che usano le tinte vegetali fanno la "prova colore" immergendo un uovo per vedere la tonalità ottenuta
Milly, aggiungo complimenti ai complimenti, sei veramente un MAESTRO dell'arte tessile e di tutto questo mondo affascinante che le ruota intorno. Cosi' ora ho appreso anche che ci son tantissimi vegetali dai quali si ricavano i colori.. Mentre leggevo mi è venuto in mente che una variante di colore dello scialle dell'abito tradizionale del mio paese è il vinaccio/ bordeau .. e dato che non è facile trovare la stoffa di quel colore, pensavo che forse si potrebbe usare la vinaccia... Quanto stingono i tessuti tinti artigianalmente???
P.S. Complmenti anche per il tu ultimo capolavoro!!!
La tintura naturale delle fibre Ho elencato le più conosciute e usate ma ci sono tante tante sostanze vegetali, una cosa che mi preme dire è che le fibre tessili vanno sottoposte a mordenzatura prima di essere tinte se no verrebbero tutte verdi qualsiasi essenza vegetale usassimo.
Mi sapresti spiegare questa cosa, che mi incuriosice? Interessante questo post sulle tintire vegetali... tu ne fai uso frequente oppure ormai è diventato troppo laborioso?
Milly, aggiungo complimenti ai complimenti, sei veramente un MAESTRO dell'arte tessile e di tutto questo mondo affascinante che le ruota intorno. Cosi' ora ho appreso anche che ci son tantissimi vegetali dai quali si ricavano i colori.. Mentre leggevo mi è venuto in mente che una variante di colore dello scialle dell'abito tradizionale del mio paese è il vinaccio/ bordeau .. e dato che non è facile trovare la stoffa di quel colore, pensavo che forse si potrebbe usare la vinaccia... Quanto stingono i tessuti tinti artigianalmente???
P.S. Complmenti anche per il tu ultimo capolavoro!!!
ti ringrazio tantissimo per i complimente i tessuti tinti con le essenze vegetali stingono pochissimo però bisogna sottoporre la fibra tinta al naturale a vari esperimenti faccio un esempio, io sono una gran curiosona e così decisi di fare il mio primo esperimento, ho provato con la buccia del melograno, in questo caso non ho sottoposto la lana a mordenzatura in quanto la buccia del melograno è ricca di tanino.Ho fatto bollire il tutto, filtrato e ho fatto il bagno di colore, ottenuto il colore bisogna risciacquare bene e per evitare di stingere ho preparato in parti uguali una soluzione di acqua e aceto e senza risciacquare o steso la matassa. Una volta asciutto si testa la lana tinta quindi ho tenuto la lana un mesetto al buio, poi l'ho esposta al sole sempre per un mesetto e la rilavo nuovamente.Tutto questo per verificare la solidità del colore dato al filato.
La tintura naturale delle fibre Ho elencato le più conosciute e usate ma ci sono tante tante sostanze vegetali, una cosa che mi preme dire è che le fibre tessili vanno sottoposte a mordenzatura prima di essere tinte se no verrebbero tutte verdi qualsiasi essenza vegetale usassimo.
Mi sapresti spiegare questa cosa, che mi incuriosice? Interessante questo post sulle tintire vegetali... tu ne fai uso frequente oppure ormai è diventato troppo laborioso?
generalmente la fibra si sottopone a mordenzatura per preparare il filato per prendere meglio il colore. un giorno parlando con una signora anziana (fonti di tanti segreti ) mi lamentai del fatto che se usavo delle essenze vegetali non mi davano il colore che cercavo ma il tutto risultava un bagno di colore verde , e lei mi disse, ma tu cosa usi come mordente ? E io li che cadevo dalle nuvole, perchè non sapevo di cosa stesse parlando Allora molto gentilmente cercò in poco tempo di darmi qualche lezione Faccio un esempio, se decido di tingere con la robbia e voglio ottenere un bel rosso devo sottoporre il filato a mordenzatura con allume di rocca e cremor tartaro.Ma ripeto a seconda del colore che si vuole ottenere ci sono altri mordenti da usare.
Non uso di frequente le essenze vegetali per tintere la lana ma ho fatto vari esperimente con risultati molto soddisfacenti. Ho provato con la buccia della cipolla che regala una calda tonalità di marrone, la feccia del vino un viola tenue, purtroppo nella botte ne ho trovato poco e come mordente ho usato l'allume di rocca ho fatto anche altri esperimenti ma adesso non ricordo... appena posso vi sposto le foto della lana da me tinta
Sì, grazie altre foto sarebbero molto interessanti... in pratica per la lana è valido lo stesso procedimento che per i capelli, se li vuoi biondi devi prima "prepararli" altrimenti la tintura va a ramengo...
Sì, grazie altre foto sarebbero molto interessanti... in pratica per la lana è valido lo stesso procedimento che per i capelli, se li vuoi biondi devi prima "prepararli" altrimenti la tintura va a ramengo...
si esatto, sembra una cosa semplice ma non lo è affatto, però i miei primi esperimenti hanno dato delle piccole soddisfazioni, appena posso ve li mostro
Sì, grazie altre foto sarebbero molto interessanti... in pratica per la lana è valido lo stesso procedimento che per i capelli, se li vuoi biondi devi prima "prepararli" altrimenti la tintura va a ramengo...
si esatto, sembra una cosa semplice ma non lo è affatto, però i miei primi esperimenti hanno dato delle piccole soddisfazioni, appena posso ve li mostro
Sì Milly, grazie trovo l'argomento affascinante...
questa lana è tinta con la buccia del melograno, ed è il mio primo esperimento,partendo da sinistra verso destra si può notare la diversa tonalità di colore, ho ottenuto un senape bello brillante è deciso, man mano che continuavo a tingere ottenevo un colore più tenue.
lana tinta nel 2005 come si può notare una solidità di colore decisamente soddisfacente
lana tinta con la buccia della cipolla, ho ottenuto un nocciola dalle tonalità calde, ho ripetuto l'esperimento ma avevo poca buccia quindi ho ottenuto un nocciola chiaro. Anno 2005
lana tinta con il mosto, il colore ottenuto è un marrone Anno 2005
lana tinta con Euforbia (Sa Lua) ho ottenuto un bel verdone, ma a seconda della stagione questa pianta ci regala anche una bella tonalità di giallo. Anno 2006
ogni tanto mi piaceva sperimentare e qui ho provato a tingere con i petali delle zinnie ed ho ottenuto un beige. Anno 2006
ho fatto altre prove, ho provato con i carciofi, i petali dei papaveri e tanto altro ancora, ma ho utilizzato la lana quindi non posso mostrarvi il risultato però ho in programma un altro esperimento voglio provare con la buccia del mandarino poi vi mostrerò il risultato
dagli anni 70 circa abbiamo la possibilità di tessere copriletti e tappeti di grandi dimensioni grazie al telaio semimeccanico, ci permette di tessere in un unico telo un manufatto per una larghezza massima di 2 metri e sessanta circa. Prima degli anni 70 questo non era possibile, venivano tessuti e poi uniti tra loro e da qui la definizione dei tessuti chiamati "su tappetu o coperilettu a teusu a teusu".Questo tipo di telaio si differenzia dal "telaio classico" sia dalla struttura in ferro, sia dallo scambio dei licci per ottenere l'incroncio che avviene per mezzo di un sistema meccanico,si hanno quattro subbi e in più bisogna lavorare stando in piedi. Per questo tipo di telaio bisogna essere in due per la battitura (la cassa battente è lunga due metri e ottanta) quindi occorre tanta forza
il sistema meccanico che ci permette lo scambio dei licci i due subbi anteriori e la cassa battente
Buonasera Milly Sei bravissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Io arrivo solo a tingermi i capelli
buonasera Maria, grazieeeeeeeee
Andresti d'accordo con il maritino lui e ingeniere tessile
ooohhhh che bel lavoro svolge il tuo maritino che bello, io per il mio lavoro perdo la testa e il tempo che scorre mi piace tanto tanto, sto tessendo e pensando alla mia prossima impresa
Autore Risposta: maria Inserita il: 22/11/2010 21:19:43 Messaggio:
milly73 ha scritto:
maria ha scritto:
milly73 ha scritto:
maria ha scritto:
Buonasera Milly Sei bravissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Io arrivo solo a tingermi i capelli
buonasera Maria, grazieeeeeeeee
Andresti d'accordo con il maritino lui e ingeniere tessile
ooohhhh che bel lavoro svolge il tuo maritino che bello, io per il mio lavoro perdo la testa e il tempo che scorre mi piace tanto tanto, sto tessendo e pensando alla mia prossima impresa
Qui ho degl'armadi pieni di tapetti che ha fatto lui ma son solo prove Voleva avere un telaio qui a casa
Milly complimenti di nuovo per questa tua bellissima passione!! Una cosa voglio chiederti,riesci a vendere bene i tuoi capolavori o anche questo settore come altri sono penalizzati in questo periodo?
Milly complimenti di nuovo per questa tua bellissima passione!! Una cosa voglio chiederti,riesci a vendere bene i tuoi capolavori o anche questo settore come altri sono penalizzati in questo periodo?
ci sono periodi dove non riesco a coprire tutte le richieste, come adesso, con grande dispiacere ho dovuto rinunciare a dei lavori, ma anche in questo settore ogni tanto si è penalizzati e la crisi si fa sentire però di una cosa vado orgogliosa, mi piace mettere sempre un qualcosa di mio nel mio lavoro ed ascoltare gli altri è molto importante per contraddistinguermi e lavorare di continuo, ad esempio, mi hanno chiesto delle tovagliette all'americarna, ma non le solite dove a mala pena ci sta il piatto!!!La sfida con me stessa a inizio e i risultati piano piano arrivano, hanno avuto un successo che non ti dico, non ne potevo più, come minimo ne avrò fatto una quarantina, spero vi faccia piacere ve ne mostro alcune e poi ti ringrazio per complimenti
ci tengo a precisare una cosa, non mi piace vantarmi, lascio agli altri il compito di giudicare i miei lavori, se posso aiuto volentieri il prossimo affinchè l'arte tessile non vada perduta, ma di una cosa sono gelosa....dei miei lavori.....
Autore Risposta: maria Inserita il: 23/11/2010 14:03:14 Messaggio:
milly73 ha scritto:
Le mie tovagliette
Wauuuuuuuuuuuuuuuu Milly stupende ne voglio una anch'io Per quanto riguarda il rumore del telaio mi basta queLlo che mi fa con la sua batteria Ciao Milly
I tuoi lavori sono stupendi........questa discussione mi ha interessato dal primo momento . Anche a casa mia c'è sempre stato il telaio, quello tradizionale in ginepro prima di mia nonna e poi di mia mamma e...[B]adesso smontato e messo lì in un angolo ) Per tenerlo fermo e in asse, gli mettevano sopra alcuni grossi massi e ogni tanto si fermavano e misuravano la diagonale per essere sicure che il lavoro venisse a squadra e non sbilenco!!! Mia madre tesseva e ultimamente aveva imparato a fare i tapetti cosi chiamati a " pipiionisi" poi purtroppo la malattia se l'è portata via e così il suo telaio è raccolto con l'ordito avvolto ancora nel sobbio e nei licci ecc........ Ogni tanto mi passa per la testa di montarlo di nuovo e magari provare a continuare da dove aveva interrotto.....
I tuoi lavori sono stupendi........questa discussione mi ha interessato dal primo momento . Anche a casa mia c'è sempre stato il telaio, quello tradizionale in ginepro prima di mia nonna e poi di mia mamma e...[B]adesso smontato e messo lì in un angolo ) Per tenerlo fermo e in asse, gli mettevano sopra alcuni grossi massi e ogni tanto si fermavano e misuravano la diagonale per essere sicure che il lavoro venisse a squadra e non sbilenco!!! Mia madre tesseva e ultimamente aveva imparato a fare i tapetti cosi chiamati a " pipiionisi" poi purtroppo la malattia se l'è portata via e così il suo telaio è raccolto con l'ordito avvolto ancora nel sobbio e nei licci ecc........ Ogni tanto mi passa per la testa di montarlo di nuovo e magari provare a continuare da dove aveva interrotto.....
che bello sentire le storie del passato mi immagino la scena , scusa se mi permetto, perchè non provi??? Non è difficile se hai bisogno chiedi pure, ti aiuto molto volentieri,sai oggi un piccolo problema mi ha tenuto lontano dal mio lavoro ma non ti dico quanto mi manca, il suo rumore secco e deciso lo trovo meraviglioso se ho capito bene nel subbio è già stato fatto il rimettaggio, quindi è ancora più semplice montarlo per poter tessere....la tecnica a pibiones, secondo me, è la più facile
I tuoi lavori sono stupendi........questa discussione mi ha interessato dal primo momento . Anche a casa mia c'è sempre stato il telaio, quello tradizionale in ginepro prima di mia nonna e poi di mia mamma e...[B]adesso smontato e messo lì in un angolo ) Per tenerlo fermo e in asse, gli mettevano sopra alcuni grossi massi e ogni tanto si fermavano e misuravano la diagonale per essere sicure che il lavoro venisse a squadra e non sbilenco!!! Mia madre tesseva e ultimamente aveva imparato a fare i tapetti cosi chiamati a " pipiionisi" poi purtroppo la malattia se l'è portata via e così il suo telaio è raccolto con l'ordito avvolto ancora nel sobbio e nei licci ecc........ Ogni tanto mi passa per la testa di montarlo di nuovo e magari provare a continuare da dove aveva interrotto.....
I tuoi lavori sono stupendi........questa discussione mi ha interessato dal primo momento . Anche a casa mia c'è sempre stato il telaio, quello tradizionale in ginepro prima di mia nonna e poi di mia mamma e...[B]adesso smontato e messo lì in un angolo ) Per tenerlo fermo e in asse, gli mettevano sopra alcuni grossi massi e ogni tanto si fermavano e misuravano la diagonale per essere sicure che il lavoro venisse a squadra e non sbilenco!!! Mia madre tesseva e ultimamente aveva imparato a fare i tapetti cosi chiamati a " pipiionisi" poi purtroppo la malattia se l'è portata via e così il suo telaio è raccolto con l'ordito avvolto ancora nel sobbio e nei licci ecc........ Ogni tanto mi passa per la testa di montarlo di nuovo e magari provare a continuare da dove aveva interrotto.....
che bello sentire le storie del passato mi immagino la scena , scusa se mi permetto, perchè non provi??? Non è difficile se hai bisogno chiedi pure, ti aiuto molto volentieri,sai oggi un piccolo problema mi ha tenuto lontano dal mio lavoro ma non ti dico quanto mi manca, il suo rumore secco e deciso lo trovo meraviglioso se ho capito bene nel subbio è già stato fatto il rimettaggio, quindi è ancora più semplice montarlo per poter tessere....la tecnica a pibiones, secondo me, è la più facile
Mi piacerebbe davvero riprendere in mano quel telaio, ma ora come ora ho altri mille impegni e non ho davvero tempo, ma chissà, magari più in là può darsi pure che ci riesca. Voglio continuare a raccontare qualche anedotto dei tempi in cui questo funzionava. Il telaio di cui parlo è proprio antico.....i licci erano in cotone ,e per alternarli e scambiarli erano legati, ad una specie di pedaliera (si chiamava " PEIGAS") che era sistemata sotto a essi con 4 pedali ,uno per ogni liccio, e mamma con i piedi, tirava giù i licci che di volta in volta servivano, alternandoli a due a due. D'inverno quando c'era freddo sistemava davanti ai piedi una bella paletta di ferro con delle braci del cammino, ed era compito mio o delle mie sorelle o di chi era con lei , rinnovare quelle ormai spente con altre belle calde.......ancora oggi sento l'odore caratteristico delle stesse.....
continua a raccontare anedotti, mi piace leggere la storia d' altri tempi riguardanti il telaio la tecnica da te descritta da noi veniva usata per tessere "i mantasa de zappu", mia madre racconta che una vicina di casa aveva il telaio, in quei tempi bambole non ne possedevano e loro per giocare se le creavano con dei pezzi di stracci, ma questa tessitrice prendeva"le bambole" contro la loro volontà per tagliarle a strisce e tesserle !!!! Che tempi
Da noi si tessevano le così dette "mantas de stracciu"" o "a trama e manta" allo stesso modo, tagliando a strisce qualsiasi tessuto o pezzo di stoffa ricavato anche da abiti o altro indumento ormai dismesso. Naturalmente non c'era certo alcun progetto o disegno studiato precedentemente. Risultato ........accostamenti di colori a caso, parti della coperta o tutte chiare o tutte scure....per non parlare di colori che col lavaggio della stessa stingevano e andavano a colorare anche altre parti. Queste sopratutto le coperte della nonna...... Quelle che invece ha tessuto mia madre, in tempi più moderni dove non lo si faceva più per il bisogno ma bensì per arte e con gusto estetico,sono a linee sottili , hanno un accostamento dei colori con varie sfumature rendendo il tutto più armonico e bello. Naturalmente trattandosi di un telaio artigianale per fare una bella coperta si univano almeno 3 teli per il letto singolo e 4 teli per il letto matrimoniale. Anche in questo si vedeva il gusto estetico e l'arte nel far combaciare i vari colori . Appena posso posto alcune foto delle une e delle altre per vedere le differenze!
sono bellissime, meravigliose appena ho un pò di tempo voglio provarci, è un modo per non perdere le tradizioni del nostro passato grazie per ever inserito le foto
Autore Risposta: maria Inserita il: 02/12/2010 09:14:26 Messaggio:
Bellasa sas Mantasa Con il freddo che fa qui me ne prenderei una
Bellasa sas Mantasa Con il freddo che fa qui me ne prenderei una
sai Maria, le coperte tipiche sarde stanno cadendo in disuso e non vengono quasi più richieste,se non in casi particolari perchè sono molto pesanti ma non fanno caldo
Autore Risposta: maria Inserita il: 19/12/2010 15:15:33 Messaggio:
milly73 ha scritto:
maria ha scritto:
Bellasa sas Mantasa Con il freddo che fa qui me ne prenderei una
sai Maria, le coperte tipiche sarde stanno cadendo in disuso e non vengono quasi più richieste,se non in casi particolari perchè sono molto pesanti ma non fanno caldo
prima di andare avanti e parlarvi del telaio verticale volevo inserire una sorta di vocabolario dei termini e utensili usati nella tessitura
arcolaio akroba termine usato a Mogoro, ischiobedrama termine usato a Samugheo, trobetramma termine usato a Tonara, ghìndhalu termine logudorese, rokku paju termine usato a Sant'Antioco
alas pintas sono le bande laterali delle coperte di Bitti
ambisùes sanguisughe, motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Nule
matassa angarzu termine usato a Paulilatino, atzola termine logudorese
arkittu piccolo arco, motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Sarule
aspo arnese in legno per avvolgere la lana e formare le matasse
bertulas bisaccia , nel passato era fra i manufatti tessili più diffusa in tutta l'isola. Si ottiene tessendo una lunga striscia di cm 230 circa ripiegata alle due estremità a costituire due tasche, ciascuna larga cm 50 circa, separata dalla parte mediana che fa da bilanciere per essere portata in spalla o sulla sella
commercianti ambulanti bertulèris termine usato a Bosa,bittuleris termine usato a Sassari così chiamati dai contenitori (bertulas) per il trasporto delle merci
bindighi lunas le 15 lune, motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Nule
biscotteddos i biscottini, motivo decorativo delle coperte di Bitti
bisso fibra tessile ottenuta dai filamenti della "pinna nobilis"
bombiscu lanterna, motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Sarule
calcole pedali per comandare i movimenti dei licci
cardare sciogliere e pettinare la lana con metodi meccanici o manuali
ciàe chiave, motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Sarule
cillonarj termine usato a Gavoi per i venditori ambulanti di coperte
codas ligias motivo decorativo delle coperte di Sarule
conocchia insieme di rocca e pennecchio
denteddas dentelli, decorazioni delle coperte di Bitti e Sarule
dima attrezzo per la preparazione delle maglie dei licci
ena termine usato nel nuorese per indicare la parte migliore della lana durante la pettinatura
fanuga copriletto, fresada,ma non ricordo dove viene chiamata così, a Nule si dice karraldzu 'e lettu a Sarule si dice sa burra ma qui merita una piccola storia, questo manufatto nasce come coperta e viene dato in dote al figlio maschio quando si sposa,ma si presenta troppo pesante quindi per non rimanere all'interno de "sa cascia" viene usato come tappetto
follatura trattamento meccanico per l'infeltrimento artificiale dell'orbace
fuso su fusu, arnese di legno mediante il quale nella filatura è prodotta per rotazione la torsione del filato
ghigliottinos puntini, motivo decorativo delle coperte di Tonara
gràmola strumento di legno uttilizzato per maciullare le fibre del lino e della canapa
gualchiera detto anche follone , macchina costituita da mazze di legno azionate da ruota idraulica utilizzata per l'infeltrimento dell'orbace
iddu termine logudorese per indicare la parte migliore della lana ottenuta durante la pettinatura
impilòriu aspo, termine usato a Mogoro
impoyare mettere a macerare i fasci di lino nelle pozze termine logudorese
isciobidòrgiu aspo termine usato a Samugheo
istamine ordito
istuppa stoppa
ishtuppa fine stoppa fine, cascame della pettinatura del lino, utilizzata per manufatti tessili di uso comune
isthuppa russa stoppa grossa, cascame della pettinatura del lino
istrhaddente termine usato a Ittiri e nel logudoro per indicare le fibre più corte e deboli della lana, cioè quelle che restano impigliate negli aculei del pettine,a Tonara la chiamano koa 'e pettene
kalike calice, motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Sarule
kannuga rocca,termine logudorese e campidanesa
koberbankus tappeto da tavolo manufatti tessili a disegni policromi tessuti con telaio orizzontale
koberikascia copricassa manufatti tessili a disegni policromi tessuti con telaio orizzontale
kollanas collari festivi per buoi e cavalli confezionate con strisce di tessuto relizzati al telaio orizzontale
koridzòne termine logudorese per indicare le fibre pregiate del lino ottenute con l'ultima pettinatura, utilizzate per manufatti di pregio
liccio littos, litzus,elemento del telaio che ha la funzione di sollevare i fili dell'ordito per formare il passo entro cui far scorrere la navetta contenente il filo di trama
licciòli asticelle di legno o di metallo che limitano verso l'alto e verso il basso le maglie dei licci
liondzu copricapo del vestiario femminile di Orgosolo, di seta grezza tessuto al telaio orizzontale
lòmberu gomitolo, termine usato a Paulilatino, lòmeru termine usato a Tonara lòrumu termine logudorese
manta coperta o copriletto
mattoneddhos piccoli mattoni, motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Tonara
mendhuleddhas motivo decorativo dei tappeti e delle coperte di Sarule
mustra motivo ornamentale, il termine viene fatto seguire dal nome del simbolo raffigurato
nappa o naspa aspo
navetta elemento del telaio a forma di piccola nave contenente la spola dei fili di trama che viene lanciata avanti e indietro attraveso i fili dell'ordito in modo da dar luogo al tessuto
neas motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Nule
ordito serie di fili tesi longitudinalmente sul telaio, destinati a fornire la larghezza o altezza del tessuto
pandhela stendardo, motivo decorativo delle coperte dei tappeti di Sarule
papassinos papassini, motivo decorativo della coperta di Bitti e delle coperte e tappeti di Nule
passo apertura ad angolo di due stratti di fili di ordito tra i quali si passa la trama
pettenèddas pettinini, motivo delle coperte e dei tappeti di Nule
pèttene mazzuolo di legno utilizzato nel telaio verticale per pressare i fili di trama. Nel telaio orizzontale, invece, si indica con questo termine lo strumento contenuto dentro la cassa battente, su cui vengono fatti passare i fili d'ordito
pettenedda mazzuolo di legno , termine usato a Nule
pèttenes de ferru pettine di ferro o scardassi, costituiti da una tavoletta di legno con impugnatura su cui sono conficcati degli aculei di ferro utilizzati per pettininare la lana, il lino e la canapa
pidzu termine usato a Nule per indicare tappeti e coperte a Nule
pimpirinos puntini, motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Tonara
pinnìccios pennecchio, termine logudorese quantità di fibra tessile che viene sistemata sulla rocca per la filatura
pireddu punteruolo di legno utilizzato per regolare la tensione della trama nel telaio verticale, termine usato a Bitti, a Nule viene chiamato sadzu
pirikeddos- piriccheddhu kàtinu motivi decorativi delle coperte e dei tappeti di Sarule
pizzi pizzi termine campidanese per indicare la parte migliore della lana ottenuta durante la pettinatura
pòddighes trottos dita storte, motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Nule
punga motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Sarule
ràju stecca d'osso utilizzata nel telaio verticale per spingere verso il basso i fili di trama
rimettaggio operazione consistente nel passaggio dei fili di ordito attraverso i licci secondo ordine determinato all'armatura del tessuto che si vuole ottenere
ritorcitura operazione di ritorsione di due o più filati per ottenere un filato più resistente
rucca rocca , termine usato nel logudoro e in altre zone della Sardegna. Arnese in legno o di canna palustre per la filatura a mano costituito da un asta alla cui sommità viene avvolto il pennecchio
rughittas antigas crocette antiche, motivo decorativo delle coperte e dei tappeti di Nule
saccu de coberri capo di vestiario maschile a forma di mantello con cappuccio, confezionato in orbace
Il telaio verticale si distingue da quello orizzontale perchè ha una struttura molto semplice, essendo costituito da due travi verticali parallele di legno, che sostengono i subbi ancorati al muro, ed è provisto da un liccio mobile che viene sollevato col procedere della tessitura. Un asse, costituito da una canna palustre, separa i fili dispari da quelli pari e durante il lavoro consente l'inversione dei fili dell'ordito. La tessitura inizia dal basso verso l'alto e il tessuto che si ottiene è liscio a doppio diritto. I fili di trama vengono inseriti fra quelli dell'ordito direttamente con le mani facendo scorrere dei piccoli gomitoli preparati per lo scopo. Gli strumenti accessori sono rappresentati da una stecca d'osso (raju) che ha la funzione di spingere verso il basso i fili di trama, da un grosso pettine o mazzuolo di legno per pressare sulla parte già tessuta i fili di trama "sa colata", precedentemente abbassati con su raju mediante colpi rendendo in tal modo compatto il tessuto, un paio di forbici con cui tagliare i fili eccedenti e un punteruolo di d'oleastro ( sadzu a Nule , pireddu a Bitti) per regolare la tensione dei fili di trama. Con questo tipo di telaio si possono tessere, coperte, tappeti e bisacce. Le decorazioni sono a strisce policrome parallele,anche con motivi geometrici,sas denteddas-sos papassinos-sa trina-sos biscotteddos distribuite in due bande di diversa altezza(sas alas pintas) nei manufatti di Bitti. Nelle coperte e nei tappeti di Nule(pidzos)compaiono spesso motivi policromi a zig zag o a fiamma e disegni geometrici e rombetti(sas ambisues-sos poddighedos trottos-sas petteneddas-sas rughittas antigas-sas bindighi lunas). A Sarule le coperte e i tappeti sono caratterizzati dalla predominanza del giallo. Strisce gialle e nere oppure gialle e marroni si alternano sul manufatto con motivi sparsi,quali su kalike-sa rosa-su pudzone-su bombiscu e sa pandhela mentre nei bordi si susseguono motivi geometrici non disposti casualmente ma secondo un ordine preciso,sas codas ligias-sos tokkikeddhos-su pirikeddhu kàtinu-sas menduleddhas- sas neas nei bordi paralleli all'ordito,sa ciàe-sa punga-s'arkittu-sas istriscias-sas rosas-sa mesu ciàe . A Tonara le coperte (burras) tessute con il telaio verticale sono caratterizzate da strisce policrome denominate tzingas, costituite a loro volta da diversi motivi come per esempio,mattoneddhos-ghigliottinos-dentes etc.
Ciao Milly, complimenti per il lavoro e per le spiegazioni (trovo queste pagine molto interessanti). C’è tanto amore in quello che fai. Già da qualche tempo volevo capire come si seguivano i licci, le tue spiegazioni e immagini, sono state molto utili. Lo strumento usato da te “sa dima” non esiste dalle mie parti, mia zia dice che s’intrecciavano due fili di lino. Da quello che ho capito il risultato è simile. Volevo chiederti qualcosa sul rimettaggio per la tecnica a littzusu o a briali. Come dici anche tu per la tecnica a pibiones o a ranu, occorrono 4 licci collegate con 8 canne. Dove il rimettaggio è il seguente: esterno destro esterno sinistro, interno destro interno sinistro. Si procede in questo modo fino alla fine dei fili contenuti nel subbio o rullo. Posso chiederti come si procede quando il numero dei licci è superiore a 4. Grazie Sartinocchja
per la tecnica a briali devi avere il disegno davanti nel momento del rimettaggio, devi iniziare con i licci che confinano con il subbio dell'ordito e "disegnare" il motivo attraverso i licci, è più difficile da spiegare che da realizzare. Ricordiamoci che il disegno più è complesso più licci occorrono. Ti cerco un disegno semplice per farti capire meglio, poi ti consiglio, se lo vuoi provare di non iniziare con motivi elaborati in modo da capire meglio come avviene il rimettaggio.
Milly sei un angelo, grazie per la disponibilità, concordo con te che per iniziare è meglio un disegno semplice. Durante le vacanze di Pasqua devo recarmi nuovamente a Samugheo (ho già chiesto al Centro Tappeti) per farmi preparare l’ordito. Così quest’estate vorrei allestire nuovamente il telaio, è mia intenzione provare i vari rimettaggi, fra cui quello con più licci. Aspetto tue indicazioni a presto Sartinocchja.
Milly dove sei? le tue allieve aspettano (ciao Rocky)
inserisco alcuni termini usati dalle mie parti (come sempre premetto che non so scrivere in sardo, perdonate gli errori, accetto volentieri le correzioni): trobasciu- telaio orcobariu- arcolaio piziri impidoriu- spoletta per far passare la lana e il cotone agu suaghera- ago per lavorare "su briali" sa sparisceda- tavola dotata di fori lizza pra- licci cracuasa o craquasa?- pedali su cantu- parte iniziale e finale in cotone del tappeto a tratogiu a mesu posta
ciao, appu cumprendiu,praghidi a tia puru a tessi... aimi puru,ma non tenzu tempusu... ora sto terminando quel po di cotone che mi é rimasto in su sullu e mi faccio un tappeto per la doccia, poi mi devo fare la bisaccia tipica biddopranesa.
Ciao Rocky, è vero, amo un po’ tutto quello che ha che fare con le tradizioni del nostro popolo, fra cui anche l’arte della tessitura. Ma ahimè come te ho poco tempo da potervi dedicare. Forse posso rispondere alla tua domanda sul rimettaggio per la bisaccia. Se non ho capito male (come mi ha spiegato mia madre) e se sei un po’ pratica del rimettaggio per la tecnica a pibiones o a ranule, dovrebbe essere così: esterno destro (1), esterno sinistro(4), esterno destro(1), esterno sinistro(4); sequenza 1414 poi procedi con interno destro(2), interno sinistro(3), interno destro(2), interno sinistro(3); sequenza 2323. Così si dovrebbe essere concluso un ciclo. Procedi nuovamente con esterno destro (1), esterno sinistro(4), esterno destro(1), esterno sinistro(4); sequenza 1414 poi procedi con interno destro(2), interno sinistro(3), interno destro(2), interno sinistro(3); sequenza 2323, e così fino alla fine dei fili contenuti nel subbio. La sequenza da ripetere è 1414232314142323 ecc. Però non so se con questo rimettaggio puoi realizzare quella “tipica biddopranesa”?????
Questo è quello che ho capito io ma per essere sicura aspetta Milly (non vorrei averti dato delle indicazioni sbagliate). A si intendi prestu ()????
non mi sono dimenticata di te , ma in questo periodo sono impegnata con un lavoro abbastanza impegnativo. Entro nel forum per distrarmi,appena finisco il tappeto come promesso ti inserisco le spiegazioni e il disegno.
non mi sono dimenticata di te , ma in questo periodo sono impegnata con un lavoro abbastanza impegnativo. Entro nel forum per distrarmi,appena finisco il tappeto come promesso ti inserisco le spiegazioni e il disegno.
Ciao Rocky, è vero, amo un po’ tutto quello che ha che fare con le tradizioni del nostro popolo, fra cui anche l’arte della tessitura. Ma ahimè come te ho poco tempo da potervi dedicare. Forse posso rispondere alla tua domanda sul rimettaggio per la bisaccia. Se non ho capito male (come mi ha spiegato mia madre) e se sei un po’ pratica del rimettaggio per la tecnica a pibiones o a ranule, dovrebbe essere così: esterno destro (1), esterno sinistro(4), esterno destro(1), esterno sinistro(4); sequenza 1414 poi procedi con interno destro(2), interno sinistro(3), interno destro(2), interno sinistro(3); sequenza 2323. Così si dovrebbe essere concluso un ciclo. Procedi nuovamente con esterno destro (1), esterno sinistro(4), esterno destro(1), esterno sinistro(4); sequenza 1414 poi procedi con interno destro(2), interno sinistro(3), interno destro(2), interno sinistro(3); sequenza 2323, e così fino alla fine dei fili contenuti nel subbio. La sequenza da ripetere è 1414232314142323 ecc. Però non so se con questo rimettaggio puoi realizzare quella “tipica biddopranesa”?????
Questo è quello che ho capito io ma per essere sicura aspetta Milly (non vorrei averti dato delle indicazioni sbagliate). A si intendi prestu ()????
Ciao Rocky, è vero, amo un po’ tutto quello che ha che fare con le tradizioni del nostro popolo, fra cui anche l’arte della tessitura. Ma ahimè come te ho poco tempo da potervi dedicare. Forse posso rispondere alla tua domanda sul rimettaggio per la bisaccia. Se non ho capito male (come mi ha spiegato mia madre) e se sei un po’ pratica del rimettaggio per la tecnica a pibiones o a ranule, dovrebbe essere così: esterno destro (1), esterno sinistro(4), esterno destro(1), esterno sinistro(4); sequenza 1414 poi procedi con interno destro(2), interno sinistro(3), interno destro(2), interno sinistro(3); sequenza 2323. Così si dovrebbe essere concluso un ciclo. Procedi nuovamente con esterno destro (1), esterno sinistro(4), esterno destro(1), esterno sinistro(4); sequenza 1414 poi procedi con interno destro(2), interno sinistro(3), interno destro(2), interno sinistro(3); sequenza 2323, e così fino alla fine dei fili contenuti nel subbio. La sequenza da ripetere è 1414232314142323 ecc. Però non so se con questo rimettaggio puoi realizzare quella “tipica biddopranesa”?????
Questo è quello che ho capito io ma per essere sicura aspetta Milly (non vorrei averti dato delle indicazioni sbagliate). A si intendi prestu ()????
scusami ma non capisco destro e sinistro . la tecnica del rimettaggio per il "battoro in posta" è uguale al rimettaggio del pibiones ma doppio, io faccio: 3.4-3.4 1.2-1.2 3.4-3.4 e così si prosegue e deve finire 3.4-3.4
per capirci meglio ve lo dico alla sarda
su mesu de pebasa, su mesu de ananti, si ripete per due volte poi su de pabasa, su de ananti idem si ripete per 2 volte
i pedali vanno legati partendo dal primo liccio, si lega il pedale partendo da destra e si prosegue. Ricordiamoci la regola del telaio, per il primo liccio, si intende quello che confina con il subbio contenente l'ordito. Si premono i piedi centrali si inzia la tessitura a battoro in posta,inserisco la lana tra i fili d'ordito poi si preme il pedale opposto rispetto alla trama, per capirci meglio, se io ho la navetta a destra devo premere il pedale sinistro, e si "ferma" la lana con il passaggio della trama e si rinizia da capo. Se decido di fare lo scambio ( spero mi capiate ) premere gli esterni passo la lana poi per la trama idem come descritto in precedenza
aspettiamo milly,.....le pedane in che ordine le leghi ? ora vado e,do un paio di colpi al telaio!!!!!!
Qualche anno fa parlando con una signora anziana, le confidai che talmente mi piaceva lavorare al telaio mi capitava sovente di tessere anche la domenica. Questa signora mi guardò inorridita e dissa di non tessere mai la domenica perchè è definito un lavoro abbastanza pesante e impegnativo. Mi colpì molto il tono di voce che usò e lo ammetto, ci rimasi male
I tuoi colpi al telaio mi hanno fatto ricordare questa zietta
Ciao Rocky(), Milly () ha ragione si lega al liccio più esterno quello che confina con il subbio contenente l'ordito. Per il rimettaggio ok: il "battoro in posta" è uguale al rimettaggio del pibiones ma doppio.
Il rimettaggio che esegue mia madre è: aba ananti che io chiamo (esterno destro-1 quello per intenderci che confina con il subbio) aba de pabasa (esterno sinistro- 4, quello che confina con su pettini) da ripetere 2 volte. Mesu de ananti (interno destro-2) mesu de pabasa (interno sinistro-3) da ripeter due volte. La sequenza da ripetere è 1414232314142323 ecc. e così fino alla fine dei fili contenuti nel subbio. Ora per la conclusione mia madre mi dice che bisogna concludere la sequenza o ciclo (14142323) ????.
Mi dite qual è la bisaccia “tipica biddopranesa”, come sono ignorante.
Milly la tua sequenza 3.4-3.4 1.2-1.2 3.4-3.4 significa: 3.4 - 3.4 sta per su mesu de pebasa, su mesu de ananti, si ripete per due volte e 1.2 -1.2 poi su de pabasa, su de ananti idem si ripete per 2 volte ????? forse stiamo dicendo la stesa cosa???
Per la lavorazione della parte (non a mosta) a mattoncini come dice Milly: Si premono i piedi centrali (Mesu de ananti (interno destro-2) mesu de pabasa (interno sinistro-3). S’inizia la tessitura a battoro in posta, inserisco la lana tra i fili d'ordito poi si preme il pedale opposto rispetto alla trama: per capirci meglio, se io ho la navetta a destra devo premere il pedale sinistro <Mesu de ananti (interno destro-2) aba de pabasa (esterno sinistro- 4)>, e si "ferma" la lana con il passaggio della trama e si rinizia da capo. Cosi per otto volte poi c’è lo scambio???
Concordo per il nuovo nick: Sa maista de tessingiu
aspettiamo milly,.....le pedane in che ordine le leghi ? ora vado e,do un paio di colpi al telaio!!!!!!
Qualche anno fa parlando con una signora anziana, le confidai che talmente mi piaceva lavorare al telaio mi capitava sovente di tessere anche la domenica. Questa signora mi guardò inorridita e dissa di non tessere mai la domenica perchè è definito un lavoro abbastanza pesante e impegnativo. Mi colpì molto il tono di voce che usò e lo ammetto, ci rimasi male
I tuoi colpi al telaio mi hanno fatto ricordare questa zietta
Milly devi amare molto il telaio, mi dispiace che la signora non abbia capito tua passione per quest'arte ... l'arte non conosce giorni di riposo ...
aspettiamo milly,.....le pedane in che ordine le leghi ? ora vado e,do un paio di colpi al telaio!!!!!!
Qualche anno fa parlando con una signora anziana, le confidai che talmente mi piaceva lavorare al telaio mi capitava sovente di tessere anche la domenica. Questa signora mi guardò inorridita e dissa di non tessere mai la domenica perchè è definito un lavoro abbastanza pesante e impegnativo. Mi colpì molto il tono di voce che usò e lo ammetto, ci rimasi male
I tuoi colpi al telaio mi hanno fatto ricordare questa zietta ciao, le nostre nonne dicevano che, non si tagliava il lavoro di venerdi perchè portava male,si rischiava di perdere il tessuto,perché si pudriada!!!!!!! io dico che,il cotone o la lana era già vecchia !!!!!mi é capitato di tagliarne di venerdi e,di domenica ,e sono ancora intatte!però é bello sentire queste cose. noi la bisaccia la ordeusu in questo modo.1 a pabasa 1 a nanti 1a mesu e pabasa 1 a mesu a nanti e cosi via fino a consumare i fili .se riesco vi mando una foto .della bisaccia de biddobrà tessuta da mia suocera .
Ciao Rocky(), Milly () ha ragione si lega al liccio più esterno quello che confina con il subbio contenente l'ordito. Per il rimettaggio ok: il "battoro in posta" è uguale al rimettaggio del pibiones ma doppio.
Il rimettaggio che esegue mia madre è: aba ananti che io chiamo (esterno destro-1 quello per intenderci che confina con il subbio) aba de pabasa (esterno sinistro- 4, quello che confina con su pettini) da ripetere 2 volte. Mesu de ananti (interno destro-2) mesu de pabasa (interno sinistro-3) da ripeter due volte. La sequenza da ripetere è 1414232314142323 ecc. e così fino alla fine dei fili contenuti nel subbio. Ora per la conclusione mia madre mi dice che bisogna concludere la sequenza o ciclo (14142323) ????.
Mi dite qual è la bisaccia “tipica biddopranesa”, come sono ignorante.
Milly la tua sequenza 3.4-3.4 1.2-1.2 3.4-3.4 significa: 3.4 - 3.4 sta per su mesu de pebasa, su mesu de ananti, si ripete per due volte e 1.2 -1.2 poi su de pabasa, su de ananti idem si ripete per 2 volte ????? forse stiamo dicendo la stesa cosa???
Per la lavorazione della parte (non a mosta) a mattoncini come dice Milly: Si premono i piedi centrali (Mesu de ananti (interno destro-2) mesu de pabasa (interno sinistro-3). S’inizia la tessitura a battoro in posta, inserisco la lana tra i fili d'ordito poi si preme il pedale opposto rispetto alla trama: per capirci meglio, se io ho la navetta a destra devo premere il pedale sinistro <Mesu de ananti (interno destro-2) aba de pabasa (esterno sinistro- 4)>, e si "ferma" la lana con il passaggio della trama e si rinizia da capo. Cosi per otto volte poi c’è lo scambio???
Concordo per il nuovo nick: Sa maista de tessingiu
ciao, si stiamo dicendo la stessa cosa per quanto riguarda "i mattoncini" dipende, io lascio scorrere la mia fantasia...a volte 10,15 opppure solo 5 e poi scambio, ho fatto tante bisacce ma mai e poi mai le ho fatte uguali....a volte mi piace giocare anche con i "colori"
per quanto riguarda la bisaccia biddobraesa io so che nel campidano e nel barigadu abbiamo una tipologia di rimettaggio e da origine a una tela uguale a questa foto
invece in marmilla si ha un tipo di rimettaggio diverso e da origine a una tela di base diversa come nella foto
aspettiamo milly,.....le pedane in che ordine le leghi ? ora vado e,do un paio di colpi al telaio!!!!!!
Qualche anno fa parlando con una signora anziana, le confidai che talmente mi piaceva lavorare al telaio mi capitava sovente di tessere anche la domenica. Questa signora mi guardò inorridita e dissa di non tessere mai la domenica perchè è definito un lavoro abbastanza pesante e impegnativo. Mi colpì molto il tono di voce che usò e lo ammetto, ci rimasi male
I tuoi colpi al telaio mi hanno fatto ricordare questa zietta
Milly devi amare molto il telaio, mi dispiace che la signora non abbia capito tua passione per quest'arte ... l'arte non conosce giorni di riposo ...
si amo moltissimo il mio lavoro e sono gelosissima dei miei telai per quanto riguarda la zietta mi piace scoprire le loro storie, anche se a volte non sono per niente d'accordo con loro, ma lo ammetto ho imparato tante tante cose grazie a loro
aspettiamo milly,.....le pedane in che ordine le leghi ? ora vado e,do un paio di colpi al telaio!!!!!!
Qualche anno fa parlando con una signora anziana, le confidai che talmente mi piaceva lavorare al telaio mi capitava sovente di tessere anche la domenica. Questa signora mi guardò inorridita e dissa di non tessere mai la domenica perchè è definito un lavoro abbastanza pesante e impegnativo. Mi colpì molto il tono di voce che usò e lo ammetto, ci rimasi male
I tuoi colpi al telaio mi hanno fatto ricordare questa zietta ciao, le nostre nonne dicevano che, non si tagliava il lavoro di venerdi perchè portava male,si rischiava di perdere il tessuto,perché si pudriada!!!!!!! io dico che,il cotone o la lana era già vecchia !!!!!mi é capitato di tagliarne di venerdi e,di domenica ,e sono ancora intatte!però é bello sentire queste cose. noi la bisaccia la ordeusu in questo modo.1 a pabasa 1 a nanti 1a mesu e pabasa 1 a mesu a nanti e cosi via fino a consumare i fili .se riesco vi mando una foto .della bisaccia de biddobrà tessuta da mia suocera .
perdonami ma quello che tu descrivi è la tecnica a pibiones
questa storia del venerdì non la conoscevo, interessante per quanto riguarda la storia dei nostri avi
aspettiamo milly,.....le pedane in che ordine le leghi ? ora vado e,do un paio di colpi al telaio!!!!!!
Qualche anno fa parlando con una signora anziana, le confidai che talmente mi piaceva lavorare al telaio mi capitava sovente di tessere anche la domenica. Questa signora mi guardò inorridita e dissa di non tessere mai la domenica perchè è definito un lavoro abbastanza pesante e impegnativo. Mi colpì molto il tono di voce che usò e lo ammetto, ci rimasi male
I tuoi colpi al telaio mi hanno fatto ricordare questa zietta ciao, le nostre nonne dicevano che, non si tagliava il lavoro di venerdi perchè portava male,si rischiava di perdere il tessuto,perché si pudriada!!!!!!! io dico che,il cotone o la lana era già vecchia !!!!!mi é capitato di tagliarne di venerdi e,di domenica ,e sono ancora intatte!però é bello sentire queste cose. noi la bisaccia la ordeusu in questo modo.1 a pabasa 1 a nanti 1a mesu e pabasa 1 a mesu a nanti e cosi via fino a consumare i fili .se riesco vi mando una foto .della bisaccia de biddobrà tessuta da mia suocera .
perdonami ma quello che tu descrivi è la tecnica a pibiones
questa storia del venerdì non la conoscevo, interessante per quanto riguarda la storia dei nostri avi [ si é la stessa tecnica !perché cosi la tela é semplice é , non doppia. Sono indecisa per il n del pettine da usare .mia zia dice di usare il pettine di canna, quello che usavano loro ,ma io non sono molto propensa, in quanto non sono molto scorrevoli. Ne ho di diverse misure . Ho provato a riprodurre le rose ma non é venuto un bel lavoro potresti darmi indicazioni..... ormai sei sa maista.
in primis per quanto riguarda "sa mista" stavo scherzando sono consapevole che ho ancora tanto da imparare
mi chiedo come è possibile tessere una bisaccia con la tecnica indicata da te (pibiones, sicuramente fattibile, ne ho viste alcune realizzate) così tessendo, però, ti ritrovi la parte mediana tessuta al rovescio...a meno che non sia una tecnica a me sconosciuta. Se io faccio "sa mustra" tessuta col il rimettaggio del "battoro in posta" non ho una tela doppia ma una tela semplice. Io sono molto esigente per quanto riguarda i miei lavori, preferisco usare lana e cotone in più ma amo i lavori tessuti "in fine" quindi per le bisacce uso il pettine da 60 in 10 in acciaio.A seconda della grossezza del filato (lana cotone seta) che uso per "sa mustra"uso la trama n.16 o n.30, il numero 16 rimane grossolano, invece il n.30 è simile al filo per cucire con l'unico, inconveniente, crea qualche problema durante la cucitura della bisaccia Altra domanda che mi sto ponendo.....come le hai tessute le rose?
Ciao Rocky(), Milly () ha ragione si lega al liccio più esterno quello che confina con il subbio contenente l'ordito. Per il rimettaggio ok: il "battoro in posta" è uguale al rimettaggio del pibiones ma doppio.
Il rimettaggio che esegue mia madre è: aba ananti che io chiamo (esterno destro-1 quello per intenderci che confina con il subbio) aba de pabasa (esterno sinistro- 4, quello che confina con su pettini) da ripetere 2 volte. Mesu de ananti (interno destro-2) mesu de pabasa (interno sinistro-3) da ripeter due volte. La sequenza da ripetere è 1414232314142323 ecc. e così fino alla fine dei fili contenuti nel subbio. Ora per la conclusione mia madre mi dice che bisogna concludere la sequenza o ciclo (14142323) ????.
Mi dite qual è la bisaccia “tipica biddopranesa”, come sono ignorante.
Milly la tua sequenza 3.4-3.4 1.2-1.2 3.4-3.4 significa: 3.4 - 3.4 sta per su mesu de pebasa, su mesu de ananti, si ripete per due volte e 1.2 -1.2 poi su de pabasa, su de ananti idem si ripete per 2 volte ????? forse stiamo dicendo la stesa cosa???
Per la lavorazione della parte (non a mosta) a mattoncini come dice Milly: Si premono i piedi centrali (Mesu de ananti (interno destro-2) mesu de pabasa (interno sinistro-3). S’inizia la tessitura a battoro in posta, inserisco la lana tra i fili d'ordito poi si preme il pedale opposto rispetto alla trama: per capirci meglio, se io ho la navetta a destra devo premere il pedale sinistro <Mesu de ananti (interno destro-2) aba de pabasa (esterno sinistro- 4)>, e si "ferma" la lana con il passaggio della trama e si rinizia da capo. Cosi per otto volte poi c’è lo scambio???
Concordo per il nuovo nick: Sa maista de tessingiu
ciao, si stiamo dicendo la stessa cosa per quanto riguarda "i mattoncini" dipende, io lascio scorrere la mia fantasia...a volte 10,15 opppure solo 5 e poi scambio, ho fatto tante bisacce ma mai e poi mai le ho fatte uguali....a volte mi piace giocare anche con i "colori"
per quanto riguarda la bisaccia biddobraesa io so che nel campidano e nel barigadu abbiamo una tipologia di rimettaggio e da origine a una tela uguale a questa foto
invece in marmilla si ha un tipo di rimettaggio diverso e da origine a una tela di base diversa come nella foto
Ciao Milly, Ok per il rimettaggio. Per i mattoncini, parlo della Bisaccia “sa bettua”, che si realizzano delle mie parti (Alta Marmilla). La questione del numero delle passate è molto seria (mia madre, anziana e fatica a ricordare, quando le ho chiesto del numero era preoccupata perche non ricordava bene se otto o nove. Come se non si potesse modificare qualcosa che è così dalla notte dei tempi), nel senso che è una di quelle cose codificate dalla comunità, “si fa così”.
1) Ora non capisco se tu ti riferisci alla parte da realizzare “a mosta” (mustra e agu), che da me si chiama “su cambu a lauru”?
2) O quella indicata sempre da te: battoro in posta (bianco e nero)
Nel primo caso concordo con te quando dici “(…) ho fatto tante bisacce ma mai e poi mai le ho fatte uguali”. Ci sono tanti disegni (io sono per quelli antichi da recuperare) quindi perché non variare e magari integrare con la fantasia di chi sta realizzando l’opera. Se ti riferisci al secondo, forse si possono realizzare più o meno mattoncini (da 5 a 15), ma come ho detto nel mio caso la via di mezzo è quella seguita dalle mie nonne/bisnonne (questo naturalmente è il mio modo di procedere). La realizzazione dell’intera bisaccia con la tecnica “a mosta” (mustra e agu) o lauru dalle mie parti è un’invenzione recente/recentissima (che sa più di tappeto che di bisaccia).
Posso chiederti cosa intendi quando dici che nella tecnica battoro in posta “(…) qualcuno dirà...c'è un errore!!! no nessun errore nella pagina precedente accanto alla scritta battoro in posta appare anche la scritta "a mustra de agu". In questa tecnica cambia il modo di legare i licci a sa canna(n.19) e alternando in piedi tra pedali interni ed esterni, si ottiene questo tessuto utilizzato per tessere le bisacce, anche questa tecnica è uguale in ambi due lati” … cambia il modo di legare i licci a sa canna (n19)????
Altra domanda, abbiamo detto che il rimettaggio della Bisaccia è: • Aba ananti che io chiamo (esterno destro-1 quello per intenderci che confina con il subbio.) • Aba de pabasa (esterno sinistro- 4, quello che confina con su pettini) da ripetere 2 volte. • Mesu de ananti (interno destro-2) mesu de pabasa (interno sinistro-3) da ripeter due volte. La sequenza da ripetere è 1414232314142323 ecc. e così fino alla fine dei fili contenuti nel subbio. Questo tipo di rimettaggio è quello che tu indichi per la Marmilla. Posso sapere cosa cambia nel rimettaggio per la bisaccia del Campidano e nel Barigadu e in quella biddobraesa?
aspettiamo milly,.....le pedane in che ordine le leghi ? ora vado e,do un paio di colpi al telaio!!!!!!
Qualche anno fa parlando con una signora anziana, le confidai che talmente mi piaceva lavorare al telaio mi capitava sovente di tessere anche la domenica. Questa signora mi guardò inorridita e dissa di non tessere mai la domenica perchè è definito un lavoro abbastanza pesante e impegnativo. Mi colpì molto il tono di voce che usò e lo ammetto, ci rimasi male
I tuoi colpi al telaio mi hanno fatto ricordare questa zietta ciao, le nostre nonne dicevano che, non si tagliava il lavoro di venerdi perchè portava male,si rischiava di perdere il tessuto,perché si pudriada!!!!!!! io dico che,il cotone o la lana era già vecchia !!!!!mi é capitato di tagliarne di venerdi e,di domenica ,e sono ancora intatte!però é bello sentire queste cose. noi la bisaccia la ordeusu in questo modo.1 a pabasa 1 a nanti 1a mesu e pabasa 1 a mesu a nanti e cosi via fino a consumare i fili .se riesco vi mando una foto .della bisaccia de biddobrà tessuta da mia suocera .
Ciao Rocky, mi piacerebbe vedere le foto "della bisaccia de boddobrà tessuta da tua suocera", non solo ma anche di quella realizzata con il rimettaggio a pibiones (o forse sono la stessa cosa?). Pure io mi chiedo come hai realizzato le rose?
ciao ,mi dispiace, ma non ho mai sentito parlare del numero preciso delle passate. Quando ho detto 10-15 o 5, mi riferivo alle passate "nere" chiamate oltre che tessitura "battoro in posta" anche a scaccu. per la tecnica denominata a mostra che caraterizza la tasca della bisaccia viene deffinita, a làuru (come dalle tue parti),a bàgas (termine prettamente dialettale) e a pùnt'e agu. Da ciò che ho letto tu hai la possibilità di poter contare la passate di lana nera, quindi puoi tranquillamente recuperare la tradizione del tuo paese.
Vediamo se riesco a spiegarvi bene, non è facile, io ci proco. Decido di realizzare una bisaccia, faccio il rimettaggio come da te descritto 1° rimettaggio che da origine a tela semplice, e qui sono tosta.... uguale a quella ottenuta facendo il rimettaggio per il pibiones
2° questo tipo di rimettaggio è in uso ancora oggi nelle zone del campidano e del barigadu. Nelle zone della marmilla, Mogoro Morgongiori ecc. hanno un rimettaggio diverso da quello da te descritto
3° inizio a tessere e decido di iniziare a tessere a pùnt'e agu. quindi occorre la tela e non si scaccu quindi i licci sono legati "pari" a due a due senza l'intreccio perchè facilita i movimenti dei pedali, anche loro pari spero mi capiate
così forse ci capiamo meglio
però volendo non c'è ne bisogno (anche se la procedura corretta è quella appena descritta, almeno a me hanno spiegato così) ma io "barrosa e curiosa"ho provato a lavorare senza legare pari i licci ma lasciando l'intreccio, vi inserisco una foto così e più chiaro, ma i pedali da premere cambiano. Partendo da destra premo il primo pedale salto il secondo e premo il terzo, poi cambio, premo il sinistro salto un pedale e premo il terzo, insomma e più difficile da spiegare che da fare.
per quanto riguarda i disegni da recuperare non è facile,se hai a disposizione l'originale si può procedere con il recupero del manufatto diverso è il discorso del "copiare" io personalmente lo faccio, ma chiarisco una cosa, non mi piace "vantarmi" lo faccio solo perchè amo alla follia la tessitura, ho l'occhio allenato e riesco facilmente a riprodurre un disegno ma non è mai preciso e non è il disegno originale. Ma nella mia vita ho avuto la fortuna di incontrare persone con il cuore d'oro che molto gentilmente mi hanno fatto copiare i disegni delle loro bisacce, ho recuperato un disegno risalente a 1850....ma quante sudate scoprendo che usavano anche il mezzo punto . Quando la rifinisco ve la faccio vedere ma anche in quella bisaccia ho "messo un qualcosa di mio"
bisaccia tessuta a Samugheo XIX secolo tessuta a scaccu in un solo verso. potrei andare avanti con altre foto, ma ho notato che Nuraminis, Villasor, Samatzai ect. hanno le stesse passate, da un minimo di 10 ad un massimo di 15 non ho trovato altro che potesse farmi capire o che alcuni abbiano citato l'usanza delle 8 o 9 passate.Sicuramente è un usanza del vostro paese, mi piacerebbe conoscere la motivazione
In base a queste foto ho potuto capire la lavorazione e l'utilizzo del colore per la realizzazione de su scaccu ma.....io ho notato un'altra cosa a me sconosciuta sino a poco tempo fa... cattivella io.... appena posso mi piacerebbe realizzarne alcune
però rileggendo, sartinocchja, ho notato un tuo commento "che sa più di tappeto che di bisaccia" posso chiederti il perchè ?
milly: ho letto solo ora il tuo elenco delle mostas e le consideraioni su quelle antiche e recenti. a p. 7 e hai pienamente ragione.. a quelle che hai indicato antiche ne aggiungo altre che si ritrovano in logudoro: sa mustra de sa ide noa sa mustra de sa ide sa mustra de su tullu sa mustra de sos leones sa mustra de sa cataluffa.....
Milly quelli che posti sono pezzi molto belli, grazie per le immagini e le spiegazioni. Ma andiamo per ordine, quindi il tuo da 5 a 15 si riferisce alla parte “nera” (battoro in posta" o “a scaccu”), da noi si dice semplicemente “a bettua” per distinguerla dalla parte “a làuru”. Ovvero questo tipo di lavorazione.
milly73 ha scritto:
bisaccia tessuta a Samugheo XIX secolo 12 passate poi cambia e ripete
Le bisacce postate da te variano da un minimo di 5 a un massimo di 15 (dove 5 credo si riferisca ai mattoncini piccoli e 10/15 quelli più grandi). Io mi riferisco a quelle realizzate da mia mamma/nonna dove la parte “a bettua” deve avere un tot di centimetri per i mattoncini più lunghi e un tot per quelli piccoli quando cambi. Per quelli lunghi si calcola un massimo di 9 passate. In questo senso intendevo max 8/9 che corrisponde a tot centimetri prima del cambio. Ora forse il mio 8/9 corrisponde al tuo 15. Credo sia importante capire se quelle postate da te corrispondono a quella descritta da me per realizzazione, rimettaggio, uso del materiale, pettine. Ho visto di recente (ora non ricordo dove) una bisaccia di realizzazione attuale con un numero di passate ben oltre le tue 15 e le mie 8/9 prima del cambio. Che cosa dire è sempre una bisaccia?! Si! visto che in tutta l’Isola probabilmente sono tante le varianti nella realizzazione di questo pezzo e molte altre ne verranno apportate in futuro. Mi chiedo se si debba tutelare il passato?
Per il rimettaggio Milly scusa ma non capisco. Mettiamo che io voglia realizzare una bisaccia, devo fare il rimettaggio: Il primo è quello indicato da Rocky (a pibiones semplice 1423). Il secondo è quello indicato da me (14142323 doppio), qui non capisco se tu lo consideri delle zone del campidano e del barigadu o delle zone della marmilla, Mogoro Morgongiori. Ancora non ho capito com’è il terzo tipo di rimettaggio (appartenente o alle zone del campidano e del barigadu o alle zone della Marmilla, Mogoro Morgongiori. Così per quella biddobraesa?
• Ok per il modo di legare i licci a sa canna (anche se da me non si usa), grazie per le foto si capisce benissimo. Mi piace il tuo laboratorio.
• Per i disegni fai bene a mettere di tuo. Quando si può, è bene recuperare quelli originali, per il “mezzo punto” intendi due fili (noi la chiamiamo “a mesu posta”)??? mi piacerebbe vedere la tua Bisaccia.
• Non capisco “(…) Da ciò che ho letto tu hai la possibilità di poter contare la passate di lana nera …”. Perché tu no?
Milly quando faccio quest’affermazione “(…) che sa più di tappeto che di bisaccia", devo fare una precisazione, io non sono ferrata sull’argomento ma ti dico quello che ho appreso osservando mia madre (e i racconti su mia nonna) nel realizzare questi pezzi. Dai ricordi da bambina di chi usava quest’oggetto in paese e nel circondario. Per quella di uso quotidiano la parte “a bettua” era prevalente. Mentre per quella delle feste la parte realizzata a làuru occupava una parte della bisaccia (le due frontali e non del tutto). Mi piacerebbe conoscere la realtà di Santa Giusta, i tuoi ricordi in questo senso.
Ora tu stessa hai postato delle immagini di bisacce quasi interamente realizzate a làuru (vedi bisacce di Mogoro, dell’oristanese) dove la parte realizzata “a bettua” (almeno la parte visibile a noi non capisco come sono realizzate dietro) è minima se non quasi assente. Altre in cui è quasi assente quella a làuru (vedi quella di Villaurbana o di Samugheo). Secondo me bisogna spiegare queste varianti caso per caso, il loro significato. Da me si realizza una bisaccia dove le proporzioni fra parti realizzate “a làuru” e parti realizzate “a bettua” sono equilibrate, questo nella maggioranza dei casi, poi ci sono le eccezzioni dove quelle a làuru prevalgono su quelle a bettua. Di recente ho visto una Bisaccia realizzata “unicamente” a làuru, sembra più un tappeto o arazzo che una bisaccia anche se la forma è quella. Un caro saluto
milly: ho letto solo ora il tuo elenco delle mostas e le consideraioni su quelle antiche e recenti. a p. 7 e hai pienamente ragione.. a quelle che hai indicato antiche ne aggiungo altre che si ritrovano in logudoro: sa mustra de sa ide noa sa mustra de sa ide sa mustra de su tullu sa mustra de sos leones sa mustra de sa cataluffa.....
traduco: nell'ordine( della vite nuova) con pampini e grappoli d'uva entro una rete di esagoni ( della vite) con soli pampini ( del tulle ) fiorami ispirati ai disegni dei veli di tulle del costume nuziale ( dei leoni) torie di leoni con code alzare"a pennacchio" ( dell'"albero della vita ") e' una sorta di albero - candelabro
milly: ho letto solo ora il tuo elenco delle mostas e le consideraioni su quelle antiche e recenti. a p. 7 e hai pienamente ragione.. a quelle che hai indicato antiche ne aggiungo altre che si ritrovano in logudoro: sa mustra de sa ide noa sa mustra de sa ide sa mustra de su tullu sa mustra de sos leones sa mustra de sa cataluffa.....
ciao
ops hai ragione ma tu ne dimentichi un'altra, non meno importante Sa mustra de sa tiliccas
quando dico da un minimo di 5 a un massimo di 15, intendo le passate della lana, non si misurano in cm. Un punto, secondo me molto importante,è la lana, oggi è filata grossolanamente, i nostri avi usavano lana filata in casa e ti posso assicurare che il manufatto cambia non solo al tatto ma anche per il fatto che erano tessute belle fitte e in "fine". Le mie bisacce al tocco rimangono rigide invece ho avuto modo di ammirarle tessute tanti anni fa e al tocco risultavano morbide. Ho visto bisacce anche con solo 5 passate di lana, per lo scambio a volte due ma a volte anche solo una passata. Sono molteplici le varianti che ho potuto notare. Tutte le bisacce che ho avuto modo di ammirare hanno un massimo di 15 passate, sicuramente nella bisaccia che tu descrivi la tessitrice ha voluto mettere un qualcosa di suo. Non ho mai sentito o letto una regola per la bisaccia inerente le passate a scaccu o battoro in posta o a mattoneddos.
Tutelare il passato è importante ma non facile, sicuramente è facile scroprire il numero delle passate della lana,i filati e le tecniche di realizazzione. Ho avuto modo di scoprire che possono essere "ricamate" a pibiones, o "a punto", (per ogni punto si fa un giro sui fili dell'ordito ) diverso dalla tecnica a pùnt'e agu e troviamo i seguenti metodi, detti a "perra a posta" "punto a fiu sparrau"e "punto a duas postas" il tutto con il rimettaggio da te descritto, 14142323, maggiormente usato nel campidano, ripeto, in marmilla il rimettaggio è diverso.
Il mio telaio ha circa 100 anni gli unici cambiamenti che ho voluto sono le carrucole,i licci e il pettine, sicuramente il tuo è così
quando premi i pedali le canne vanno giù facilmente con le carrucole invece legate così (come nella foto) devi aiutarli
sa tilicca, rosas a cadena, rosas e ganzos, sas battor rosas, su puzone in su rattu, s'ispola, s'isfera, su coraddu, sa pramma, su fiore de sa zucca, sos limones, sas mendulas boidas, sas mendulas pienas ecc eeeeH ne esistono molte...
sa tilicca, rosas a cadena, rosas e ganzos, sas battor rosas, su puzone in su rattu, s'ispola, s'isfera, su coraddu, sa pramma, su fiore de sa zucca, sos limones, sas mendulas boidas, sas mendulas pienas ecc eeeeH ne esistono molte...
aspeeeee.... dammi tempo ti cito le mustras del mio paese
La bisaccia (bèrtula) era fra i manufatti tessili più diffusi in Sardegna. Si ottiene tessendo una lunga striscia di tessuto larga 50/60 cm e lunga circa 230, ripiegata alle 2 estremità a costituire due tasche, ciascuna lunga 50 cm, separate dalla parte mediana che fa da bilanciere per essere portata in spalla o sotto la sella del cavallo. "Contenitore" indispensabile per tutti quelli che lavoravano in campagna, le tasche venivano utilizzate per riporvi il pane, il companatico,il recipiente dell'acqua i semi e i piccoli attrezzi da lavoro. Il pastore la utilizzava per il trasporto del latte, gli agnellli nati durante la transumanza e a volte nell'ovile, stesa per terra come letto o cuscino. Son fatte di lana tessuta e quasi sempre ligate da strisce di colori diversi.
Lo scrittore inglese D.H. Lawrence sbarcò in Sardegna il 6 gennaio del 1921 e ciò che lo colpì furono le bisacce, le descive così : sono rozzamente tessute a strisce di lana grezza nero- ruggine, alternate a strisce bianche; le fasce e le strisce sono di varia ampiezza e corrono in senso trasversale. E nelle fasce chiare sono intessuti a volte fiori di colori incantevoli: rosso, azzurro e verde, di disegno contadino; a volte animali fantastici, bestie in lana scura. Così che queste misteriose altre fantastici, grifoneschi animali, sono veri paesaggi a se.
Nel corredo della futura sposa non dovevano mancare le bisacce il cui numero variava in rapporto alle possibilità economiche e alla posizione sociale nell'ambito della comunità. Generalmente era la futura sposa che si tesseva e confezionava la bisaccia ed è per questo motivo che appare il nome della donna che l'ha tessuta,la data di realizzazione,le iniziali dell'uomo al quale era destinata, oppure le iniziali degli sposi.
La prima bisaccia era semplice, a volte bicolore, piccoli motivi decorativi ma niente altro, in sardo chiamata "sa bèrtula pro andare a monte".
La seconda era "delle grandi occasioni" tessuta con lanette colorate di importazione, sfuttando tutti gli spazzi disponibili. Durante la confezione delle bisacce, i bordi e le tasche venivano orlati con strisce di tessuti vari, ma sempre preziosi (brocato,seta, velluto) e venivano mostrate in occasioni festive e cerimoniali, in sardo chiamata "sa bèrtula frorida".
sa tilicca, rosas a cadena, rosas e ganzos, sas battor rosas, su puzone in su rattu, s'ispola, s'isfera, su coraddu, sa pramma, su fiore de sa zucca, sos limones, sas mendulas boidas, sas mendulas pienas ecc eeeeH ne esistono molte...
Babborcu grazie per la traduzione ti chiedo se gentilmente puoi tradurre anche queste (abbi pietà ma non capisco). Grazie
quando dico da un minimo di 5 a un massimo di 15, intendo le passate della lana, non si misurano in cm. Un punto, secondo me molto importante,è la lana, oggi è filata grossolanamente, i nostri avi usavano lana filata in casa e ti posso assicurare che il manufatto cambia non solo al tatto ma anche per il fatto che erano tessute belle fitte e in "fine". Le mie bisacce al tocco rimangono rigide invece ho avuto modo di ammirarle tessute tanti anni fa e al tocco risultavano morbide. Ho visto bisacce anche con solo 5 passate di lana, per lo scambio a volte due ma a volte anche solo una passata. Sono molteplici le varianti che ho potuto notare. Tutte le bisacce che ho avuto modo di ammirare hanno un massimo di 15 passate, sicuramente nella bisaccia che tu descrivi la tessitrice ha voluto mettere un qualcosa di suo. Non ho mai sentito o letto una regola per la bisaccia inerente le passate a scaccu o battoro in posta o a mattoneddos.
Tutelare il passato è importante ma non facile, sicuramente è facile scroprire il numero delle passate della lana,i filati e le tecniche di realizazzione. Ho avuto modo di scoprire che possono essere "ricamate" a pibiones, o "a punto", (per ogni punto si fa un giro sui fili dell'ordito ) diverso dalla tecnica a pùnt'e agu e troviamo i seguenti metodi, detti a "perra a posta" "punto a fiu sparrau"e "punto a duas postas" il tutto con il rimettaggio da te descritto, 14142323, maggiormente usato nel campidano, ripeto, in marmilla il rimettaggio è diverso.
Il mio telaio ha circa 100 anni gli unici cambiamenti che ho voluto sono le carrucole,i licci e il pettine, sicuramente il tuo è così
quando premi i pedali le canne vanno giù facilmente con le carrucole invece legate così (come nella foto) devi aiutarli
continua........
Milly, tenere i centimetri lontano dall’organizzazione spaziale di un manufatto è a mio avviso impossibile, credo che nella realizzazione non si possa prescindere dai numeri (che poi si traducono in passate naturalmente), ma che pure corrispondono a un tot di centimetri (anche se spesso sentivo dire a mia madre “a ogu” ma stranamente poi corrispondeva a un tot di passate ben precise).
Come dici te è importante non solo la lana ma anche il cotone con cui è preparato l’ordito (anche questo non è più quello di una volta), tutto questo pesa insieme agli altri elementi del telaio e non ultimo chi realizza il manufatto sul risultato finale.
Concordo con te che le varianti siano molteplici in tutta l’Isola. È pure vero che alcune sono tipiche di alcune zone e non di altre, quindi il tuo “(…) Ho visto bisacce anche con solo 5 passate di lana, per lo scambio a volte due ma a volte anche solo una passata”, si riferisce a questo. Dove forse quei 5 piuttosto che 15 ha un significato, codificato nel tempo.
Dici che non ci sono regole, ma il tuo affermare che non hai visto bisacce che superano le 15 passate è di per se una regola, che sapevano bene le nostre nonne. Questa “regola” forse ci serve per fare una distinzione fra manufatti realizzati in passato e manufatti recenti (come ti ho detto ho visto bisacce sia con un numero superiore a 15 passate sia realizzate interamente a làuru). Qui mi vengono in mente le parole di Babborcu riferite al costume “(…) Le fogge tradizionali hanno tutte subito un evoluzione finita quando il costume non era più d'uso normale (quotidiano, festivo, ecc) qualsiasi momento di tale evoluzione testimoni il costume è valido … non è valido ciò che si aggiunge dopo (perchè non filtrato e digerito attraverso il gusto della comunità) …” mi chiedo se si debba fare un discorso simile anche per l’arte tessile? È questo che mi chiedo: “quanto di quello che vediamo oggi in tutta l’isola “è filtrato e digerito attraverso il gusto della comunità?”. Dove collocare … “la tessitrice ha voluto mettere un qualcosa di suo”. Sono d’accordo con te che bisogna tutelare il passato.
Per le tecniche di realizzazione: Cerco di capire tecnica “a pibiones”, per ogni punto si fa un giro attorno al ferro appoggiato sul dritto del lavoro. Tecnica “a briali, “a most’e pei”, “lizza pintara” per questa tecnica come dici te (bisogna decidere che disegno eseguire, in base al disegno si fa il rimettaggio, deve essere un disegno geometrico e il numero dei licci può variare da 4 a 18, più è complesso il disegno più licci occorrono).
Tecnica a “pùnt'e agu, “a lauru”, “a bagas” oltre alla trama di fondo a seconda del disegno si inseriscono di volta in volta le trame supplementari (in lana, fili dorati ecc) che si portano sul dritto del lavoro per creare le decorazioni, questi ricoprono interamente il tessuto di fondo (l’ordito).
Tecnica "a punto", per ogni punto si fa un giro sui fili dell'ordito,
“a posta” (4 fili) "perra a posta", “mesu posta” (2 fili) "punto a duas postas" (8 fili) "punto a 3 postas" (12 fili) "punto a 4 postas" (16 fili)
Tecnica "punto a fiu sparrau" ? Milly puoi spiegare cosa significa: passate a scaccu a battoro in posta a mattoneddos.
Ok per il rimettaggio di Rocky e il mio che tu dici appartiene al campidano e al barigadu. Posso chiederti com’è quello della Marmilla, Mogoro Morgongiori? Così per quella biddobraesa?
Con mio grande dispiacere il telaio di mia madre non è così vecchio, quello appartenente alle mie nonne (sia materna sia paterna) sono finiti nelle mani delle mie zie più grandi. In compenso sono riuscita a recuperare il fuso, che custodisco gelosamente, quello si ha oltre 100 anni. A Pasqua ho provato a filare la lana (che ridere, un vero disastro, ringrazio mia zia ottantenne per la pazienza). Grazie, a presto
tu pensi che i nosri avi lavoravano con il metro? Secondo me non lo usavano, e io non lo uso.... o meglio lo uso ma ti faccio un esempio, se la tasca della bisaccia ha cm 50 è normale che anche il "dietro deve avere 50 cm e più c'è da tener conto della piega, per fare la parte mediana io non uso più il metro ma il tot di mattoncini che ho fatto per il dietro della bisaccia, stesso discorso per il dietro della seconda tasca. Se decido di fare 10 passate....io le conto per tutto il lavoro e non uso i cm, per me è impossibile, naturalmente questo è il mio punto di vista .
Quando cito le 5 o 15 passate ti parlo del campidano barigadu e marmilla. Mi dispiace ma ripeto nessuno mi ha parlato di regole.....
La persona che lo ha voluto mi disse: voglio un qualcosa di moderno e un qualcosa di tradizionale, un mix (non ridete sono abituata a richieste strane )
questo lavoro sempre tessuto a battoro in posta ha solo 5 passate prima dello scambio...tradizione e innovazione
Questi giorni sto rielaborando un disegno per una bisaccia quindi ho fatto una ricerca, ma niente di niente neanche le persone anziane hanno saputo dirmi niente
Il mio affermare un massimo di 15 è riferito alla mia zona e alle bisacce che ho avuto la fortuna di ammirare da vicino, però se tu noti io ho inserito una foto di una bisaccia con i mattoncini senza lo scambio, a mio aviso questo fa riflettere, io stessa ne ho realizzato una simile
interamente tessute a lauru non ne ho mai viste, e qui penso che con la tradizione non ci siamo propio
quanto ho citato questo: Ho avuto modo di scoprire che possono essere "ricamate" a "pibiones" "a punto" o a "a pùnt'e agu" il tutto con il rimettaggio da te descritto, 14142323
esempio, questa tovaglietta e stata realizzata a pibiones con il rimettaggio 14142323
questa tovaglietta ha 150 anni e un pò vecchiotta
per quanto riguarda la tradizione....non sempre viene tutelata ho visto di tutto e di più....disegni che vengono "deffiniti" tipici sardi ma non lo sono.... L'introduzione dei fili argentati o dorati, non fanno parte del passato, è una "moda" dei giorni nostri, anche io li uso per abellire il tutto e sopratutto per una questione di richiesta ma rimane il ma... e torno li li non ho mai visto ricami dorato o argentati sulle bisacce che vanno dal 1800 al 1900.
La bisaccia (bèrtula) era fra i manufatti tessili più diffusi in Sardegna. Si ottiene tessendo una lunga striscia di tessuto larga 50/60 cm e lunga circa 230, ripiegata alle 2 estremità a costituire due tasche, ciascuna lunga 50 cm, separate dalla parte mediana che fa da bilanciere per essere portata in spalla o sotto la sella del cavallo. "Contenitore" indispensabile per tutti quelli che lavoravano in campagna, le tasche venivano utilizzate per riporvi il pane, il companatico,il recipiente dell'acqua i semi e i piccoli attrezzi da lavoro. Il pastore la utilizzava per il trasporto del latte, gli agnellli nati durante la transumanza e a volte nell'ovile, stesa per terra come letto o cuscino. Son fatte di lana tessuta e quasi sempre ligate da strisce di colori diversi.
Lo scrittore inglese D.H. Lawrence sbarcò in Sardegna il 6 gennaio del 1921 e ciò che lo colpì furono le bisacce, le descive così : sono rozzamente tessute a strisce di lana grezza nero- ruggine, alternate a strisce bianche; le fasce e le strisce sono di varia ampiezza e corrono in senso trasversale. E nelle fasce chiare sono intessuti a volte fiori di colori incantevoli: rosso, azzurro e verde, di disegno contadino; a volte animali fantastici, bestie in lana scura. Così che queste misteriose altre fantastici, grifoneschi animali, sono veri paesaggi a se.
Nel corredo della futura sposa non dovevano mancare le bisacce il cui numero variava in rapporto alle possibilità economiche e alla posizione sociale nell'ambito della comunità. Generalmente era la futura sposa che si tesseva e confezionava la bisaccia ed è per questo motivo che appare il nome della donna che l'ha tessuta,la data di realizzazione,le iniziali dell'uomo al quale era destinata, oppure le iniziali degli sposi.
La prima bisaccia era semplice, a volte bicolore, piccoli motivi decorativi ma niente altro, in sardo chiamata "sa bèrtula pro andare a monte".
La seconda era "delle grandi occasioni" tessuta con lanette colorate di importazione, sfuttando tutti gli spazzi disponibili. Durante la confezione delle bisacce, i bordi e le tasche venivano orlati con strisce di tessuti vari, ma sempre preziosi (brocato,seta, velluto) e venivano mostrate in occasioni festive e cerimoniali, in sardo chiamata "sa bèrtula frorida".
continua.......
questo riassunto che ho riportato, secondo me, aiuta a capire quali erano le usanze, i filati usati, anche qui un punto interrogativo ???? I filati in seta non vengono usati nelle bisacce del 1800-1900 si parla di lanette di importazione, oggi molti manufatti sono realizzati con questo tipo di filato. A me fa molto riflettere l'affermazione di D.H. Lawrence le fasce e le strisce sono di varia ampiezza
tu pensi che i nosri avi lavoravano con il metro? Secondo me non lo usavano, e io non lo uso.... o meglio lo uso ma ti faccio un esempio, se la tasca della bisaccia ha cm 50 è normale che anche il "dietro deve avere 50 cm e più c'è da tener conto della piega, per fare la parte mediana io non uso più il metro ma il tot di mattoncini che ho fatto per il dietro della bisaccia, stesso discorso per il dietro della seconda tasca. Se decido di fare 10 passate....io le conto per tutto il lavoro e non uso i cm, per me è impossibile, naturalmente questo è il mio punto di vista .
Quando cito le 5 o 15 passate ti parlo del campidano barigadu e marmilla. Mi dispiace ma ripeto nessuno mi ha parlato di regole.....
La persona che lo ha voluto mi disse: voglio un qualcosa di moderno e un qualcosa di tradizionale, un mix (non ridete sono abituata a richieste strane )
questo lavoro sempre tessuto a battoro in posta ha solo 5 passate prima dello scambio...tradizione e innovazione
Questi giorni sto rielaborando un disegno per una bisaccia quindi ho fatto una ricerca, ma niente di niente neanche le persone anziane hanno saputo dirmi niente
Il mio affermare un massimo di 15 è riferito alla mia zona e alle bisacce che ho avuto la fortuna di ammirare da vicino, però se tu noti io ho inserito una foto di una bisaccia con i mattoncini senza lo scambio, a mio aviso questo fa riflettere, io stessa ne ho realizzato una simile
interamente tessute a lauru non ne ho mai viste, e qui penso che con la tradizione non ci siamo propio
quanto ho citato questo: Ho avuto modo di scoprire che possono essere "ricamate" a "pibiones" "a punto" o a "a pùnt'e agu" il tutto con il rimettaggio da te descritto, 14142323
esempio, questa tovaglietta e stata realizzata a pibiones con il rimettaggio 14142323
questa tovaglietta ha 150 anni e un pò vecchiotta
per quanto riguarda la tradizione....non sempre viene tutelata ho visto di tutto e di più....disegni che vengono "deffiniti" tipici sardi ma non lo sono.... L'introduzione dei fili argentati o dorati, non fanno parte del passato, è una "moda" dei giorni nostri, anche io li uso per abellire il tutto e sopratutto per una questione di richiesta ma rimane il ma... e torno li li non ho mai visto ricami dorato o argentati sulle bisacce che vanno dal 1800 al 1900.
Milly, non mi sembra di aver detto che "i nostri avi lavoravano con il metro" (ora che leggo mi hai fatto venire in mente che mia madre, per vedere se il manufatto non è difettoso utilizza una cordicella), sul fatto del numero, passate centimetri, tradizione innovazione confermo quello che ho detto nell’ultimo post. Ora forse diventa importante chiedersi cosa intendiamo “per regole” prima di proseguire.
Puoi dire in che senso fa riflettere “(…)però se tu noti io ho inserito una foto di una bisaccia con i mattoncini senza lo scambio, a mio aviso questo fa riflettere, io stessa ne ho realizzato una simile”.
Milly io credo sia importante spiegare il più possibile, in modo da comunicare più informazioni possibili a chi si avvicina per la prima volta a quest’arte e non solo: in questo senso ti chiedo nuovamnte del rimettaggio ... so quello che usa Rocky, quello descritto da me che tu dici appartiene al campidano e al barigadu. Posso chiederti com’è quello della Marmilla, Mogoro Morgongiori? Così per quella biddobraesa?
Per le tecniche di realizzazione mi riferivo in generale e non solo per la bisaccia, anche qua credo sia importante spiegare di che cosa si tratta:
Cerco di capire tecnica “a pibiones”, per ogni punto si fa un giro attorno al ferro appoggiato sul dritto del lavoro. Tecnica “a briali, “a most’e pei”, “lizza pintara” per questa tecnica come dici te (bisogna decidere che disegno eseguire, in base al disegno si fa il rimettaggio, deve essere un disegno geometrico e il numero dei licci può variare da 4 a 18, più è complesso il disegno più licci occorrono). Tecnica a “pùnt'e agu, “a lauru”, “a bagas” oltre alla trama di fondo a seconda del disegno si inseriscono di volta in volta le trame supplementari (in lana, fili dorati ecc) che si portano sul dritto del lavoro per creare le decorazioni, questi ricoprono interamente il tessuto di fondo (l’ordito).
Tecnica "a punto", per ogni punto si fa un giro sui fili dell'ordito, ????
“a posta” (4 fili) "perra a posta", “mesu posta” (2 fili) "punto a duas postas" (8 fili) "punto a 3 postas" (12 fili) "punto a 4 postas" (16 fili)
Tecnica "punto a fiu sparrau" ?
Milly puoi spiegare cosa significa: passate a scaccu a battoro in posta a mattoneddos.
I fili d’oro/dorati sono usati anche nell’antichità, raramente visto che pochi si potevano permette il costo, non certo nella bisaccia, non mi riferivo a questo.
“(…)A me fa molto riflettere l'affermazione di D.H. Lawrence le fasce e le strisce sono di varia ampiezza”. Se per fascia o striscia intendiamo la parte a lauru (e non la lunghezza totale della bisaccia) come ho detto io, non sono ferrata sull’argomento ma ti dico quello che ho appreso osservando mia madre (e i racconti su mia nonna) nel realizzare questi pezzi. Dai ricordi da bambina di chi usava quest’oggetto in paese e nel circondario. Per quella di uso quotidiano la parte “a bettua” era prevalente. Mentre per quella delle feste la parte realizzata a làuru occupava una parte della bisaccia (le due frontali e non del tutto). Io non ho letto gli scritti di D.H. Lawrence, mi sembra che non aggiunga nulla di nuovo, se mai conferma. A presto
la misura antica dei tessuti ( ma non solo) in sardegna era la "canna) circa un metro e mezzo... nel logudoro, dove le bisacce con molti colori e con decori ricchi e non geometrici sono rare, esiste una gamma di bisacce, che, aldilà della bisaccia di gala, che talvolta confezionavano le fidanate, facevano parte del corredo maschile ( messo a disposizione dalla famiglia dello sposo) assieme all biancheria personale, ai sacchi per il grano e per la semina, e a tutto quello in tessuto che poteva servire ai lavori rurali maschili... faceva parte del corredo maschile anche almeno un asciugamano di lino con iniziali ricamate e grangie macrame' molto elaborate ( in genere dono della nonna materna o della madrina di battesimo).. le bisacce andavano da quelle tutte in cotone e bianche ( de ogni die) .. le si faceva di cotone perchè il tessuto si piegava ed adattava bene agli omeri.. a quelle di mezza festa, generelmante a quadretti ( bianchi e neri o ruggine, rosso ,ocra, giallo , marrone ecc) su armatura a spigato ,tutte in lana con semplici decorazioni in tessuto di cotone azzurro o in velluti di cotone, a quelle di gran festa caratterizzate da decorazioni a bande nere su spigato bianco e nero ( a listrones) e filatura finissima ,sempre tutte in lana, e con applicazioni ad archetti, arabeschi ecc in velluto di seta granato, verde, cremis, viola ,azzurro sottolineato da cordoncini applicati.... in quellenuziali non mancano mai auori in stoffe preziose, applicati qeste bisace erano abbianate a sottosella ( battiles) decorati con hli stessi velluti e fitti di piccoli fiocchi rossi di panno ( ittrti, utri, villanova M leone, ploaghe) ad osilo la tessitura finissima si accosta a nastri ( sa coldedda) in lino o cotone color crudo ,tessuti sul posto con un telaio particolare..
a ploaghe, bonorva, thiesi ,cossoine si hanno anche bisacce più elaborate ( ma in antico erano rare e destinate ai "ricchi") anche con tecnica "ad agu"..
presto vi tradurro'le mostas nella "misteriosa" parlata del logudoro.. ciau
la misura antica dei tessuti ( ma non solo) in sardegna era la "canna) circa un metro e mezzo... nel logudoro, dove le bisacce con molti colori e con decori ricchi e non geometrici sono rare, esiste una gamma di bisacce, che, aldilà della bisaccia di gala, che talvolta confezionavano le fidanate, facevano parte del corredo maschile ( messo a disposizione dalla famiglia dello sposo) assieme all biancheria personale, ai sacchi per il grano e per la semina, e a tutto quello in tessuto che poteva servire ai lavori rurali maschili... faceva parte del corredo maschile anche almeno un asciugamano di lino con iniziali ricamate e grangie macrame' molto elaborate ( in genere dono della nonna materna o della madrina di battesimo).. le bisacce andavano da quelle tutte in cotone e bianche ( de ogni die) .. le si faceva di cotone perchè il tessuto si piegava ed adattava bene agli omeri.. a quelle di mezza festa, generelmante a quadretti ( bianchi e neri o ruggine, rosso ,ocra, giallo , marrone ecc) su armatura a spigato ,tutte in lana con semplici decorazioni in tessuto di cotone azzurro o in velluti di cotone, a quelle di gran festa caratterizzate da decorazioni a bande nere su spigato bianco e nero ( a listrones) e filatura finissima ,sempre tutte in lana, e con applicazioni ad archetti, arabeschi ecc in velluto di seta granato, verde, cremis, viola ,azzurro sottolineato da cordoncini applicati.... in quellenuziali non mancano mai auori in stoffe preziose, applicati qeste bisace erano abbianate a sottosella ( battiles) decorati con hli stessi velluti e fitti di piccoli fiocchi rossi di panno ( ittrti, utri, villanova M leone, ploaghe) ad osilo la tessitura finissima si accosta a nastri ( sa coldedda) in lino o cotone color crudo ,tessuti sul posto con un telaio particolare..
a ploaghe, bonorva, thiesi ,cossoine si hanno anche bisacce più elaborate ( ma in antico erano rare e destinate ai "ricchi") anche con tecnica "ad agu"..
presto vi tradurro'le mostas nella "misteriosa" parlata del logudoro.. ciau
mi spieghi come puoi misuare con una canna da un metro e mezzo un lavoro tessuto al telaio orizzontale ? Sarebbe bello capire il metodo dei nostri avi, tenendo conto che le antiche bisacce hanno misure differenti l'una dall'altra
con il mio telaio puoi misurarne al massimo cm 25 cm senza toccare il subbio mai e poi mai bisogna sgolvere il manufatto tessuto dal subbio regola antichissima
non pensare ad una canna di fiume secca.. forse la misura derivava da quella.... pero' la canna era il nome dell'unità di misura.. ne sono certo .. i tessuti si misuravano e vendevano a canne... e come per il metro , vi erano i sottomultipli : dalla mezza canna : circa 70 cm ; sino al palmo: circa 25 cm...
non pensare ad una canna di fiume secca.. forse la misura derivava da quella.... pero' la canna era il nome dell'unità di misura.. ne sono certo .. i tessuti si misuravano e vendevano a canne... e come per il metro , vi erano i sottomultipli : dalla mezza canna : circa 70 cm ; sino al palmo: circa 25 cm...
ok adesso è più chiaro non capivo mai e poi mai metto in dubbio quel che mi si dice.....ma non mi era chiaro "a prammusu" ne avevo sentito parlare ma non me ne sono ricordata questo sicuramente è più che attendibile grazie mille
la misura antica dei tessuti ( ma non solo) in sardegna era la "canna) circa un metro e mezzo... nel logudoro, dove le bisacce con molti colori e con decori ricchi e non geometrici sono rare, esiste una gamma di bisacce, che, aldilà della bisaccia di gala, che talvolta confezionavano le fidanate, facevano parte del corredo maschile ( messo a disposizione dalla famiglia dello sposo) assieme all biancheria personale, ai sacchi per il grano e per la semina, e a tutto quello in tessuto che poteva servire ai lavori rurali maschili... faceva parte del corredo maschile anche almeno un asciugamano di lino con iniziali ricamate e grangie macrame' molto elaborate ( in genere dono della nonna materna o della madrina di battesimo).. le bisacce andavano da quelle tutte in cotone e bianche ( de ogni die) .. le si faceva di cotone perchè il tessuto si piegava ed adattava bene agli omeri.. a quelle di mezza festa, generelmante a quadretti ( bianchi e neri o ruggine, rosso ,ocra, giallo , marrone ecc) su armatura a spigato ,tutte in lana con semplici decorazioni in tessuto di cotone azzurro o in velluti di cotone, a quelle di gran festa caratterizzate da decorazioni a bande nere su spigato bianco e nero ( a listrones) e filatura finissima ,sempre tutte in lana, e con applicazioni ad archetti, arabeschi ecc in velluto di seta granato, verde, cremis, viola ,azzurro sottolineato da cordoncini applicati.... in quellenuziali non mancano mai auori in stoffe preziose, applicati qeste bisace erano abbianate a sottosella ( battiles) decorati con hli stessi velluti e fitti di piccoli fiocchi rossi di panno ( ittrti, utri, villanova M leone, ploaghe) ad osilo la tessitura finissima si accosta a nastri ( sa coldedda) in lino o cotone color crudo ,tessuti sul posto con un telaio particolare..
a ploaghe, bonorva, thiesi ,cossoine si hanno anche bisacce più elaborate ( ma in antico erano rare e destinate ai "ricchi") anche con tecnica "ad agu"..
presto vi tradurro'le mostas nella "misteriosa" parlata del logudoro.. ciau
Babborcu, confermo prima dell’Unità d’Italia in molte regioni esisteva l’unità di misura lineare “canna”. Inizialmente a leggere i messaggi pure io come Milly pensavo alla pianta graminacea. Anche perche sapevo dell’utilizzo di un’asta di canna (lunga 3 m) per la misurazione dei terreni, quindi per associazione pensavo qualcosa di simile anche per i tessuti (oggi, nei negozi di tessuti si utilizza un metro di legno lungo un metro e mezzo, (ma forse non centra niente), però anch’io la vedevo ardua per i manufatti al telaio. Milly per la regola “(…) mai e poi mai bisogna sgolvere il manufatto tessuto dal subbio regola antichissima”, questa è come quella di Rocky “(…) le nostre nonne dicevano che, non si tagliava il lavoro di venerdi perchè portava male, si rischiava di perdere il tessuto, perché si pudriada”. In realtà non succede nulla se controlli il manufatto mentre lo stai eseguendo (anzi se non sei esperta, ti consente di vedere se fa difetto e portarvi rimedio prima di concludere l’opera).
Ora devo spiegare però a cosa si riferisce l’uso della cordicella che ho menzionato prima (questa è realizzata attorcigliando del cotone “codrioba” “codrieda?” (simile a “sos cordones” del costume di Ittiri. Noi le utilizziamo per chiudere i ganci de “Is Pabixeddas” del costume, in seta color rosso). Sono le stesse che servono per legare i licci. La lunghezza non è di un metro e mezzo, ma ben oltre la lunghezza del telaio. Serve come ho detto per verificare se il manufatto fa difetto. Si procede così: si tende la cordicella da un’estremità all’altra delle tavole verticali (i’naisi) del telaio. Incrociando il subbio posteriore destro con quello anteriore sinistro e viceversa. Si prende la misura e poi si passa alla parte opposta, se non combaccia vuol dire che fa difetto. Ho fatto riferimento a questo per dire che i nostri avi utilizzavano altre forme di misura, che pure esistevano così come le regole. Ripeto mia madre usa dire “a ogu” ma è come se avesse la bilancia o il metro incorporato, acquisizione credo di anni e anni di esperienza.
Quindi nel logudoro esiste una gamma di bisacce. Ora che hai menzionato il corredo maschile, ricordo pure io quella in cotone semplice o a righe, i sacchi per il grano e per la semina, così gli asciugamani in macramè (realizzati da mia nonna paterna). Quello che cerco di capire è: a fronte di tutta questa varietà del logudoro, bisacce de ogni die, quelle di mezza festa, quelle di gran festa, di gala/nuziale; in passato nella realizzazione di questi manufatti si seguono dei canoni ben precisi (rispettati da tutte le tessitrici senza per questo penalizzare la creatività individuale di nessuna) oppure no????
Nella realizzazione delle bisacce de ogni die, quelle di mezza festa, quelle di gran festa, di gala/nuziale che rimettaggio si usa? Così per l’“armatura a spigato o saia”? Forse quello già menzionato da noi?
Tu sai qualcosa della “bisaccia biddobraesa”???? Quindi nell’antichità la tecnica “ad agu” era impiegata principalmente per quelle più elaborate e destinate ai ricchi?
Grazie per la traduzione delle “mostas”, mi dispiace non capire il logudorese, piano piano cerco di colmare le lacune …
sarti non ho sparatio ca..ate quindi con la storia della canna.. si: mi consta anche quel l sistema che hai citato per verificare i difetti anche per il logudoro ( si usava soprattutto per l'ìincubo che assillava le tessitrici che le cimose non fossero parallele.. il che avveniva quando le ante del telaio non erano ben ferme( per questo si mettevano a volte dei cantoni che con il loro peso aiutavano in questo)... anche io so di controlli svolgendo il subbio anteriore.. la creatività personale dei tessuti delle bisaccce in logudoro era assai frenata, ci erano delle stoffe fisse,, con possibilità di microvarianti.. che so fare più righe gialle e alternarle diversamente rispetto alle altre.. poi in fase di confesione , le orlature ed il colore delle stoffe commerciali dei soutaches e cordones.. permettevano " microvarianti".. la tecnica dello spigato, della saia ( a volte l'occhio di pernice) sono come quelle descritte da voi.. maggior creatività era possibile nelle bisacce ( rare in antico) a mustra de agu.... a thiesi e nei paesi circostanti alcune bisacce bianche e nere sono simili a quelle battor in posta di cui parlate voi... la scala di pregio delle tecniche in logudoro e' : tela, a ischina de pische, allittadura o iscaccu ( il vostro a briali) a raneddu ( pibionis) e a mustra de agu.. quest'ultima si fa a ploaghe , bonorva, villanova e ossi ... non so nulla delle bisacce di Villaurbana ( giusto)???
nomi delle musttras: sa tilicca ( dolce con pistioddu) rosas a cadena ( rose incatenate) rosas e ganzos ( rose e ganci) sas battor rosas ( le quattro rose) sa mendula piena e boida ( la mandorla piena e vuota) sa catalufa ( un albero-candelabro) su coraddu ( il corallo) sa pramma ( la palma) s'isfera ( l'ostensorio) s'ispola ( la spola) su puzone in su rattu ( l'uccello sul ramo) ... ciao..
guarda milly,delle tessitrici di osilo lo hanno svolto di fronte a me per mostrarmi il lavoro fatto, lo hanno fatto indue con lamassima attenzione e non e' successo niente di grave al lavoro... ergo qualche tessitrice non segue le regole!!
Bobborcu grazie per la traduzione, e per le altre informazioni … il mio primo obiettivo e quello di accrescere le mie conoscenze attraverso la conoscenza altrui e, se posso, fornire io delle informazioni (e non fare solo domande). Il mio dire “confermo” era per testimoniare che siamo in due a ragionare su una cosa e non per dire che tu spari ca…te, è probabile che sia io ha sparare ca…te visto la poca esperienza in materia … ma come ho detto piano piano colmo le lacune … anche grazie a voi. Conosco “l’incubo delle tessitrici” … è una delle prime cose che ti dicono quando ti avvicini a questo mondo … il manufatto non deve fare difetto … . Per le stoffe fisse intendi che erano tessute seguendo canoni ben precisi, come descritti da te “(…) che so fare più righe gialle e alternarle diversamente rispetto alle altre, ... poi in fase di confesione , le orlature ed il colore delle stoffe commerciali dei soutaches e cordones.. permettevano " microvarianti"..”. È così anche oggi? Babborcu mi sembra di capire (anche se tardi … io fantasticavo su una bisaccia particolare, realizzata chissà come … e non su un paese) che biddobraesa sta per Villaurbana, grazie. ciao
Milly come ho già detto credo che sia importante spiegare il più possibile, in modo da comunicare più informazioni (nessuno è obbligato naturalmente) a chi si avvicina per la prima volta a quest’arte o a chi come me ““ignora”” certe cose per tutta una serie di ragioni. Così com’è stato importante per te trovare persone disposte a insegnarti quest’arte credo sia altrettanto importante mettere a disposizione questa tua conoscenza (se vuoi naturalmente) a chi legge queste pagine, per me è molto utile. Sono diversi post che ti chiedo del rimettaggio della Marmilla senza riceve risposta (non so se è come per la bisaccia biddobraesa, forse hai già risposto e io non ho capito). Ritengo importante indicare concretamente come si realizza il rimettaggio, e non solo dire che quello del campidano e del barigadu è diverso da quello della marmilla Mogoro e Morgongiori. Perché è poi questo che serve nel concreto quando ti accingi a eseguirlo. Ma forse c’è un motivo particole perché non lo fai?!
Faccio fatica a seguire il tuo ragionamento sulle regole, provo a capire … io credo che il tuo testimoniare che in passato le nostre nonne usavano delle regole sia importante. Così come bisogna seguirle oggi. Il mondo attorno a quest’arte era sicuramente molto più complesso di come lo immaginiamo noi oggi. Provo a ipotizzare, dire che non si tesseva mai la domenica, perchè è definito un lavoro abbastanza pesante e impegnativo, o “(…) le nostre nonne dicevano che, non si tagliava il lavoro di venerdi perchè portava male, si rischiava di perdere il tessuto, perché si pudriada”, o mai e poi mai si deve svolgere il lavoro dal subbio una volta tessuto si rischia di compromettere il lavoro, o ancora non bisogna mai avventurarsi in un lavoro se non si ha uno schema pronto … tutto questo forse era un modo per esercitare un controllo, per salvaguardare le regole … per dire si fa così. Forse è anche grazie a queste regole che le tradizioni dei nostri avi sono giunte sino a noi quasi intatte. Ma è pur vero che sempre "all’interno di questo mondo" c’è chi sa che non succede nulla se controlli il manufatto mentre lo stai eseguendo … forse questa regola è meno risaputa rispetto alle altre … ma esiste ... forse tu non ne sei a conoscenza.
Aspetto le immagini sulla bisaccia realizzata a pibiones, a presto
Santi purtroppo in logudoro la tessitura e' in gran crisi ( ad onta della grandissima tradizione) si tesse qualcosa per bisacce, ma la mancanza di fili , filati a mano e sottili, dà risiltati scadenti che si vedono tanto, considerata la semplicità dei manufatti che acquistavano pregio proprio per la finezza del filato... anche la confezione non e' straordinaria, perchè si tende a risparmiare sulla qualità dei velluti ( quellli di seta costano parecchio e a volte sono difficilmente reperibili) l'ansia di rendere spettacolari i pezzi, poi, ha portato ad alterare le proporzioni delle applicazioni , ingrandendole.. e secondo me imbruttendole assai.. si arriva ad aggiungerelustrini ( di plastica) e cordelle dorate e argentate, che ci stanno come il cavolo a merenda.. per cui: tenere con tutte le cure i pezzi antichi ( ce ne sono diversi, per fortuna).. ciau
Milly come ho già detto credo che sia importante spiegare il più possibile, in modo da comunicare più informazioni (nessuno è obbligato naturalmente) a chi si avvicina per la prima volta a quest’arte o a chi come me ““ignora”” certe cose per tutta una serie di ragioni. Così com’è stato importante per te trovare persone disposte a insegnarti quest’arte credo sia altrettanto importante mettere a disposizione questa tua conoscenza (se vuoi naturalmente) a chi legge queste pagine, per me è molto utile. Sono diversi post che ti chiedo del rimettaggio della Marmilla senza riceve risposta (non so se è come per la bisaccia biddobraesa, forse hai già risposto e io non ho capito). Ritengo importante indicare concretamente come si realizza il rimettaggio, e non solo dire che quello del campidano e del barigadu è diverso da quello della marmilla Mogoro e Morgongiori. Perché è poi questo che serve nel concreto quando ti accingi a eseguirlo. Ma forse c’è un motivo particole perché non lo fai?!
Faccio fatica a seguire il tuo ragionamento sulle regole, provo a capire … io credo che il tuo testimoniare che in passato le nostre nonne usavano delle regole sia importante. Così come bisogna seguirle oggi. Il mondo attorno a quest’arte era sicuramente molto più complesso di come lo immaginiamo noi oggi. Provo a ipotizzare, dire che non si tesseva mai la domenica, perchè è definito un lavoro abbastanza pesante e impegnativo, o “(…) le nostre nonne dicevano che, non si tagliava il lavoro di venerdi perchè portava male, si rischiava di perdere il tessuto, perché si pudriada”, o mai e poi mai si deve svolgere il lavoro dal subbio una volta tessuto si rischia di compromettere il lavoro, o ancora non bisogna mai avventurarsi in un lavoro se non si ha uno schema pronto … tutto questo forse era un modo per esercitare un controllo, per salvaguardare le regole … per dire si fa così. Forse è anche grazie a queste regole che le tradizioni dei nostri avi sono giunte sino a noi quasi intatte. Ma è pur vero che sempre "all’interno di questo mondo" c’è chi sa che non succede nulla se controlli il manufatto mentre lo stai eseguendo … forse questa regola è meno risaputa rispetto alle altre … ma esiste ... forse tu non ne sei a conoscenza.
Aspetto le immagini sulla bisaccia realizzata a pibiones, a presto
davvero non succede nulla ??? La prima volta che la mia maestra mi disse di non svolgere MAI il manufatto dal subbio non la presi in considerazione...andai testarda avanti convinta che si sbagliava....ma mi sbagliai io...perchè una sera, curiosa di vedere il risultato di quel che stavo realizzando....rischiai grosso.... ma che dico, sono dicerie... le cimose si controllano nel momento che leghi i fili dell'ordito al subbio, e poi succesivamente mentre stai tessendo l'orlo....dicerie di un maestra che insegnò la storia e la teoria sull'arte tessile all'I.S.O.L.A.... Felice e orgogliosa di quel che mi ha insegnato...io vado avanti con quel che ho nella mia mente, perchè, ripeto, ho incontrato tante donne "innamorate" quanto me del telaio, vedendomi "piccola" di età (per loro) hanno voluto insegnarmi e regalarmi segreti custoditi gelosamente nel tempo.... sono tante.... io affettuosamente le chiamo "zie"...
milly.. credi che le tue zie( molto bello questo legame) avessero tutto lo scibile delle tecniche del tessinzu in Sardegna? io penso di no... certo che non e' consigliabile svolgere il subbio , massime se si e' da sole e non tanto esperte... ma quelle osilesi erano delle vecchie ed eccellenti maestre e sai bene che osilo e' uno dei centri di eccellenza della tessitura in sardegna.. lo fecero, te lo ripeto, con cautela ed attenzione, in due, e non successe nessun danno ... credo che la tua maestra Isola, si riferisse ad un telaio ben assestato , squadrato e perfetto, ma nel passato molti telai erano rudimentali davvero, a volte vecchi e e,ripeto, se traballavano sos sisios ( ovvero le cimose) potevano non venir parallele e per questo misuravano spesso come ha detto sartinocchja... magari anche un po' per "scaramanzia e superstizione" ma lo facevano.... ciau
Santi purtroppo in logudoro la tessitura e' in gran crisi ( ad onta della grandissima tradizione) si tesse qualcosa per bisacce, ma la mancanza di fili , filati a mano e sottili, dà risiltati scadenti che si vedono tanto, considerata la semplicità dei manufatti che acquistavano pregio proprio per la finezza del filato... anche la confezione non e' straordinaria, perchè si tende a risparmiare sulla qualità dei velluti ( quellli di seta costano parecchio e a volte sono difficilmente reperibili) l'ansia di rendere spettacolari i pezzi, poi, ha portato ad alterare le proporzioni delle applicazioni , ingrandendole.. e secondo me imbruttendole assai.. si arriva ad aggiungerelustrini ( di plastica) e cordelle dorate e argentate, che ci stanno come il cavolo a merenda.. per cui: tenere con tutte le cure i pezzi antichi ( ce ne sono diversi, per fortuna).. ciau
Babborcu, mi sembra di capire che la produzione/tradizione è portata avanti oramai da persone singole che operano nell’ambito domestico/familiare. Ma non sempre con risultati felici … come dici tu diventa importantissimo preservare quelli antichi, la loro storia … sicuramente sono in buone mani. A presto
@ Milly Quando parli della tua esperienza emergere la passione che muove ogni tuo pensiero, “innamorata” felice di incontrare altre persone “innamorate” per quest’arte. Questa passione, che muove i suoi primi passi all’interno di una realtà ricca e viva in questo senso, ti ha guidato in tutti questi anni all’interno di questo mondo. Durante questo viaggio di apprendimento, hai incontrato maestre e zie, pronte a condividere con te il loro sapere, e tu pronta a riceverlo. Trama e ordito, su cui è stato possibile con tempo intrecciare manufatti unici, manufatti che portano avanti la tua personalità, la tradizione e le regole della tua realtà. Sempre pronta, con viva passione, a far entrare nel tuo laboratorio altre maestre altre zie o chiunque ti porti notizie di questo mondo. Di farle convivere con le conoscenze acquisite nel corso degli anni, ora meno dubbiosa, ora meno paurosa di sbagliare … ora generosamente pronta a condividere tutto questo con noi. Tutto ciò è molto bello
sarti i famosi cantieri dell'ISOLA che hanno avuto sia meriti che demeriti, ma sono serviti a non far abbandonaredel tutto l'arte.. sono quasi tutti falliti in logudoro,,, sopravvivono i loro esiti a bonorva, ploaghe e osilo, ma si tratta di sparuti gruppi di tessitrici che collaborano e dividono un locale.. negli altri paesi, ma anche in quelli menzionati esercitano poche donne, dentro le mura domestiche.. la necessità di vendere a poco prezzo ( perchè il mercato richiede questo) fa scadere la qualità.. ma alcune tessitrici eseguono per qualche committente raffinato, per se stesse o familiari, opere superbe ,che conservano le qualità di un tempo... il problema maggiore sono i filati a macchina e talora l'incapacità di rimodulare i disegni antichi in maniera coerente o la scelta di nuovi disegni estranei e vistosi... ciau
Babbo, come realmente stanno le cose dalle mie parti non saprei dirti (non sono così dentro il settore da poter fare quest’analisi) … a me sembra che quest’arte sia viva nel territorio, non c’è mai stato un abbandono vero e proprio. Il centro pilota ISOLA è attivo, ci sono artigiane che operano in proprio … oltre al mondo racchiuso tra le mura domestiche che è poi il grande traghettatore della tradizione … fatto da signore che tessono per se stesse o per i familiari, compresa mia madre.
Ma anche qui le difficoltà non mancano, la crisi del settore di cui parli tu, non ha investito solo il Logudoro, si fa sentire anche qua in Marmilla e in altri centri … così come per il reperimento/qualità del materiale impiegato ... o l’aspetto che attiene all’innovazione, che non sempre è gestito nel migliore dei modi (ma forse questo è l’aspetto meno preoccupante in questo momento) … soprattutto è in crisi “l’interesse”. Se vogliamo Babbo, lo vediamo anche nel 378 paese della Sardegna, come questo sia evidente (pochi post portati avanti da appassionate … Asinella80, Milly) a fronte di decine su altri argomenti … tutti importantissimi e utili … ma che fotografa come stanno le cose, la realtà del momento. Ciao
sarti: già.. il problema e' : riccendere nelle person l'amore ed il gusto per prodotti artigianali ben fatti .. purtroppo la scarsa conoscenza porta a snobbare .. o a preferire peodottiscadenti e vistosi a buon prezzo... se l'arte tessile non trova sbocchi remunerativi.. stenterà a sopravvivere..
Sagge parole Babborcu … concordo sulla sopravvivenza … dispiace … nel mio piccolo sto cercando di apprendere come si fa, di filmare tutto, di ricercare i nomi in lingua sarda, di preservare i disegni e i pezzi antichi, cosi gli strumenti con cui sono stati realizzati … mi rendo conto che sono piccole tracce di memoria nel mare della globalizzazione
Babbo tempo fa chiesi a Milly del rimettaggio per la tecnica a briali (ancora non ha risposto perché molto impegnata) … tu sai qualcosa di questa tecnica? a presto
Sagge parole Babborcu … concordo sulla sopravvivenza … dispiace … nel mio piccolo sto cercando di apprendere come si fa, di filmare tutto, di ricercare i nomi in lingua sarda, di preservare i disegni e i pezzi antichi, cosi gli strumenti con cui sono stati realizzati … mi rendo conto che sono piccole tracce di memoria nel mare della globalizzazione
Babbo tempo fa chiesi a Milly del rimettaggio per la tecnica a briali (ancora non ha risposto perché molto impegnata) … tu sai qualcosa di questa tecnica? a presto
hai ragione.. sono stato impegnato, assente giustificato: in questi mesi ho allestito la "sala costumi" del museo Sanna.. il rimettaggio della tecnica a briali ( chen oi chiamiamo a allittadura) prevede la registrazione dei sollevamenti dei fili d'ordito che danno luogo ai disegni e che portano ad un'esecuzione quasi "meccanica" giocata soprattutto sul "gioco" dei pedali che ,assieme ai licci, alzano e abbassano ora questo ora quel gruppo di fili,,, ogni disegno ha un rimettaggio apposito che osserva precise regole matematiche,, solo un'esperta tessitrice potrebbe spiegartelo, meglio facendotelo vedere,, ciau
Ti ho chiesto come hai tessuto le rose, come è possibile tessere una bisaccia con la tecnica indicata da te (pibiones, sicuramente fattibile) così tessendo, però, ti ritrovi la parte mediana tessuta al rovescio... A meno che non sia una tecnica a me sconosciuta.... Ma non hai risposto......eppure hai letto.....
hai ragione.. sono stato impegnato, assente giustificato: in questi mesi ho allestito la "sala costumi" del museo Sanna.. il rimettaggio della tecnica a briali ( chen oi chiamiamo a allittadura) prevede la registrazione dei sollevamenti dei fili d'ordito che danno luogo ai disegni e che portano ad un'esecuzione quasi "meccanica" giocata soprattutto sul "gioco" dei pedali che ,assieme ai licci, alzano e abbassano ora questo ora quel gruppo di fili,,, ogni disegno ha un rimettaggio apposito che osserva precise regole matematiche,, solo un'esperta tessitrice potrebbe spiegartelo, meglio facendotelo vedere,, ciau
oh Babbo deu seu barrosa la tecnica a briali è facile non c'è bisogno di essere esperte tessitrici.... Ci vuole pazienza attenzione e lo schema del disegno da realizzare.
Ti ho chiesto come hai tessuto le rose, come è possibile tessere una bisaccia con la tecnica indicata da te (pibiones, sicuramente fattibile) così tessendo, però, ti ritrovi la parte mediana tessuta al rovescio... A meno che non sia una tecnica a me sconosciuta.... Ma non hai risposto......eppure hai letto.....
salve,non ho tempo e mi viene da piangere quando passo vicino al telaio.
Ti ho chiesto come hai tessuto le rose, come è possibile tessere una bisaccia con la tecnica indicata da te (pibiones, sicuramente fattibile) così tessendo, però, ti ritrovi la parte mediana tessuta al rovescio... A meno che non sia una tecnica a me sconosciuta.... Ma non hai risposto......eppure hai letto.....
salve,non ho tempo e mi viene da piangere quando passo vicino al telaio. la tecnica é semplice si fa e non capisco cosa intendi per tessuta al rovescio....certo sa mosta la deve tessere al contrario ma il risultato é lo stesso.ne sto tessendo una mi piacerebbe farti vedere le foto ma non sono brava, chiedo a mia figlia e ti faccio vedere alcuni lavori antichi .e qualcuno fatto da me mi piace molto fare anche le frange a mano col telaietto. le rose le ho eseguite a mezzo punto ma con trama normale cioé destra e sinistra.(quella che sto tessendo adesso e la normale!!!!!) domani dovrò iniziare a tessere le palme ne ho due abbastanza grandi...... è un'altra mia passione. ma ora mi conviene andare a dormire visto che domani il lavoro mi chiama ,e mi devo alzare alle sei....(ospedale).a s'intendi...
milly credo che tu sia discretamente esperta.. quella tecnica non e' per principianti, ne sono certo,, se ti fanno il rimettaggio gli altri ,magari si.. e' ovvio ,pero', che e' meno difficile di altre , giustamente ritenute più pregiate,, vedi io so come si fa ma saprei fare, magari malino, un paio di centimetri di tela.. ( non me lo sogno nemmeno perchè non ho la minima pazienza) ma non saprei fare s'allittadura .. e comunque il sapere della mano e' difficle da trasmettere... figuriamoci per iscritto e senza un esempio pratico.. questo volevo dire!!
milly credo che tu sia discretamente esperta.. quella tecnica non e' per principianti, ne sono certo,, se ti fanno il rimettaggio gli altri ,magari si.. e' ovvio ,pero', che e' meno difficile di altre , giustamente ritenute più pregiate,, vedi io so come si fa ma saprei fare, magari malino, un paio di centimetri di tela.. ( non me lo sogno nemmeno perchè non ho la minima pazienza) ma non saprei fare s'allittadura .. e comunque il sapere della mano e' difficle da trasmettere... figuriamoci per iscritto e senza un esempio pratico.. questo volevo dire!!
io smonto e rimonto il mio telaio da sola il rimettaggio lo faccio io errori compresi purtroppo capita. Una tessitrice deve essere in grado di essere autonoma con il propio telaio, io la penso così, giusto o sbagliato che sia.
non ho problemi a dirti che ho ancora tanto da imparare... Sai questa storia della tipicità mi ha fatto arenare.... Volevo capire quali erano i disegni originali, ma mi sono trovata un ostacolo davanti...... Ogni tanto ho la fortuna di incontrare persone più preparate di me per quanto riguarda i disegni, la quale mi ha fatto notare che nei primi del 1900 ci furono le prime uscite degli schemi a punto croce, molte artigiane copiavano e mettevano assieme a gusto loro i motivi. Quindi il mio lavoro rinizia da capo per quanto riguarda la tipicità, ma ho i miei dubbi del risultato finale
hahahaha! disperato tentativo di epurazione!! i disegni " strani" credo circolassero già da prima di quella data ( il problema e' anche capire se sono stati presi paro paro e allora sono davvero estranei o se sono stati assimilati al gusto locale con le opportune variazioni ) anche la mitica caccia reale ( che io trovo orrenda ,ma e' una questione di gusto personale) e' un elemento non vecchissimo ... se posso darti un cosiglio: in linea di massima quando i disegni abbandonano geometrismo e stilizzazione e cercano effetti di profondità, movimento e proporzione fra le diverse parti e tentano di delinare linee curve con intenti "realistici" sono recenti ed estranei..
hahahaha! disperato tentativo di epurazione!! i disegni " strani" credo circolassero già da prima di quella data ( il problema e' anche capire se sono stati presi paro paro e allora sono davvero estranei o se sono stati assimilati al gusto locale con le opportune variazioni ) anche la mitica caccia reale ( che io trovo orrenda ,ma e' una questione di gusto personale) e' un elemento non vecchissimo ... se posso darti un cosiglio: in linea di massima quando i disegni abbandonano geometrismo e stilizzazione e cercano effetti di profondità, movimento e proporzione fra le diverse parti e tentano di delinare linee curve con intenti "realistici" sono recenti ed estranei..
da ciò che mi hanno spiegato, sono disegni copiati e "messi insieme" a gusto personale della tessitrice. La caccia reale sicuramente non è un disegno tipico sardo, anche se viene spacciato per tale, Mi sta venendo un dubbio....come ho detto precedentemente, ho realizzato una bisaccia con disegno datato 1850 , ho sudato le così dette 7 camicie per recuperare il disegno, ma la domanda sorge spontanea... è tipica sarda ? Purtroppo per ragioni di lavoro e li che aspetta ti essere rifinita, spero di terminarla al più presto e te la mostro e mi dici, se vuoi, il tuo punto di vista...
tutte a me le idee strane devono venire, ma devo assolutamente arrivare a una conclusione per quanto riguarda la tipicità, non posso assolutamente arrendermi.
Milly, anche se in silenzio seguo sempre questa discussione (pur non capendoci niente dal punto di vista tecnico!). é un piacere leggere quanto sei appassionata, davvero. Sei mai andata a Cagliari a vedere la collezione Manca-Passino esposta al Palazzo di Città? Là hanno molti pezzi provenienti dalla nostra zona, alcuni davvero molto antichi (per esempio, c'è una tovaglia di Cabras datata 1797 se non sbaglio). Se non ci sei stata può davvero essere una buona occasione, utile per la tua raccolta di disegni. Continua così! Saluti
Milly, anche se in silenzio seguo sempre questa discussione (pur non capendoci niente dal punto di vista tecnico!). é un piacere leggere quanto sei appassionata, davvero. Sei mai andata a Cagliari a vedere la collezione Manca-Passino esposta al Palazzo di Città? Là hanno molti pezzi provenienti dalla nostra zona, alcuni davvero molto antichi (per esempio, c'è una tovaglia di Cabras datata 1797 se non sbaglio). Se non ci sei stata può davvero essere una buona occasione, utile per la tua raccolta di disegni. Continua così! Saluti
No non ci sono stata, grazie del consiglio almeno mi chiarisco un pò le idee. ciao
come ti ho promesso ti inserisco due schemi per la tecnica a littzusu o briali. Sicuramente potrai capire che non posso inserire tutti i disegni in mio possesso non per gelosia ma perchè questo è il mio lavoro. Mi impegno il più possibile per salvaguardare la tradizione,le tecniche di tessitura, i disegni tradizionale,anche se a me piace anche l'innovazione. Condivido volentieri il mio sapere con gli altri, è un modo per confrontarsi e continuo a imparare anche io Scusami se mi sono dilungata...ma a me piace l'onestà e la sincerità anche nel virtuale
Io ti dico le "dritte" che hanno dato a me, anche se penso che saprai cavartela bene, da ciò che ho letto "conosci il telaio" Il rimettaggio si inizia dai licci che confinano con il subbio contenente l'ordito. Ogni punto equivale a due licci vuoti ( spero di essere chiara, è più difficile a dirsi che a farsi) Se accetti un consiglio, non avventurarti con rulli da 1000 fili, provane pochi così prendi confidenza con il rimettaggio.
Milly, apprezzo la tua onestà e sincerità così come rispetto il tuo lavoro, grazie di condividere il tuo sapere con tutti noi.
Milly ho bisogno di qualche altra “dritta” per capire come mi devo muovere. Per capirci siamo al punto in cui devo iniziare il rimettaggio partendo dai licci che confinano con il subbio contenente l’ordito. Partendo dallo schema (il primo che hai postato) inizio il rimettaggio.
Ora prima di procedere ho bisogno come ti dicevo di capire (se è possibile): 1. La sequenza da eseguire è 1-2 (dove 1 sta per su de pabasa quello che confina con il subbio dei fili; 2 su de ananti)? 2-3 (2 su de ananti; 3 su mesu de pabasa)? 3-4 (3 su mesu de pabasa; 4 su mesu de ananti)? 1-4 (1 su de pabasa; 4 su mesu de ananti)? 1-2 (1 su de pabasa; 2 su de ananti)? 2-3 (2 su de ananti; 3 su mesu de pabasa)? 3-4 (3 su mesu de pabasa; 4 su mesu de ananti)? 1-4 (1 su de pabasa; 4 su mesu de ananti)? 1-2 (1 su de pabasa; 2 su de ananti)? 1-4 (1 su de pabasa; 4 su mesu de ananti)? 1-2 (1 su de pabasa; 2 su de ananti)? 1-4 (1 su de pabasa; 4 su mesu de ananti)? 1-2 (1 su de pabasa; 2 su de ananti)? 1-4 (1 su de pabasa; 4 su mesu de ananti)? 3-4 (3 su mesu de pabasa; 4 su mesu de ananti)? 2-3 (2 su de ananti; 3 su mesu de pabasa)? 1-2 (1 su de pabasa; 2 su de ananti)? 1-4 (1 su de pabasa; 4 su mesu de ananti)? 3-4 (3 su mesu de pabasa; 4 su mesu de ananti)? 2-3 (2 su de ananti; 3 su mesu de pabasa)? 1-2 (1 su de pabasa; 2 su de ananti)?
Milly questa sequenza è da intendere come quella per il rimettaggio normale 1-4/2-3 (che tu indichi con 1-2/3-4 dove 1.2 sta per su de pabasa, su de ananti e 3.4 sta per su mesu de pabasa, su mesu de ananti) quindi da ripeter fino alla fine dei fili nel senso che la sequenza si ripete in questo modo:
1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 ecc. Oppure: 1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 2-3;3-4;1-4;1-2;2-3;3-4;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2;1-4;3-4;2-3;1-2 ecc.
fino alla fine dei fili? Posso chiedere cosa intendi quando dici “Ogni punto equivale a due licci vuoti”?
Durante la lavorazione come devo muovere i pedali: esempio quando lavoro con la tecnica a pibiones tengo i pedali centrali 3-4 (3 su mesu de pabasa; 4 su mesu de ananti) mentre eseguo il disegno con la lana; poi per il cotone prima 4-2 (4 su mesu de ananti; 2 su de ananti ) poi 1-2 ((1 su de pabasa; 2 su de ananti) poi nuovamente 3-4 per il cotone e poi la lana, in questo caso come si procede?
Forse chiedo troppo Milly ma puoi mostrare un manufatto con questo disegno.
hai ragione.. sono stato impegnato, assente giustificato: in questi mesi ho allestito la "sala costumi" del museo Sanna.. il rimettaggio della tecnica a briali ( chen oi chiamiamo a allittadura) prevede la registrazione dei sollevamenti dei fili d'ordito che danno luogo ai disegni e che portano ad un'esecuzione quasi "meccanica" giocata soprattutto sul "gioco" dei pedali che ,assieme ai licci, alzano e abbassano ora questo ora quel gruppo di fili,,, ogni disegno ha un rimettaggio apposito che osserva precise regole matematiche,, solo un'esperta tessitrice potrebbe spiegartelo, meglio facendotelo vedere,, ciau
Grazie Babbo, (con grande dispiacere ho saltato l’appuntamento per la visita al museo, spero di riuscire quest’estate e che ci siano ancora i costumi) … la tecnica “a briali”, che preferisco a quella “a pibiones”, per me è ancora un mistero … non è facile capire come si esegue e come dici tu diventa importante avere il disegno ... ciao
in questo periodo sono impegnata con un altro lavoro abbastanza impegnativo, appena libero almeno un telaio te lo mostro meglio con uno schema del rimettaggio spiegato diversamente, è un lavoro semplice ma ci vuole precisione e concentrazione, non me la sento di farti fare un lavoro con degli errori .
in questo periodo sono impegnata con un altro lavoro abbastanza impegnativo, appena libero almeno un telaio te lo mostro meglio con uno schema del rimettaggio spiegato diversamente, è un lavoro semplice ma ci vuole precisione e concentrazione, non me la sento di farti fare un lavoro con degli errori .
A presto
Milly, non ti preoccupare io non ho fretta, grazie per la disponibilità … mi prospettavo un’estate da incubo a fare e disfare per cercare di capire questo tipo di rimettaggio … (accidenti alla mia testardaggine) ... il tuo soccorso credo sarà provvidenziale ... a presto.
Davvero fantastico. Spero che quest'arte non si perda, perchè sarebbe un vero peccato per la nostra Sardegna..! Continuate con le vostre opere meravigliose. Un saluto a tutto il forum..
...WOW, che bello questo mondo della tessitura, complimenti a tutti sia per le ricerche sulla tradizione che per i lavori....davvero splendidi!!!!
Ciao Rosella, l’arte della tessitura ma tutte tradizioni che animano la nostra terra sono molto importanti e meritano tutta la nostra attenzione e salvaguardia … qua nel forum abbiamo la fortuna di avere Milly che parla di questo mondo … Vedo che sei di Serrenti mi chiedevo se da voi sopravvive ancora quest’arte?
Davvero fantastico. Spero che quest'arte non si perda, perchè sarebbe un vero peccato per la nostra Sardegna..! Continuate con le vostre opere meravigliose. Un saluto a tutto il forum..
Ciao Rovarco un saluto anche a te, pure io mi auguro che quest’arte non scompaia … mi risulta che a Lunamatrona ci sono ancora signore che lavorano al telaio … quindi c’è ancora speranza.
...WOW, che bello questo mondo della tessitura, complimenti a tutti sia per le ricerche sulla tradizione che per i lavori....davvero splendidi!!!!
Ciao Rosella, l’arte della tessitura ma tutte tradizioni che animano la nostra terra sono molto importanti e meritano tutta la nostra attenzione e salvaguardia … qua nel forum abbiamo la fortuna di avere Milly che parla di questo mondo … Vedo che sei di Serrenti mi chiedevo se da voi sopravvive ancora quest’arte?
Ciao Rosella, l’arte della tessitura ma tutte tradizioni che animano la nostra terra sono molto importanti e meritano tutta la nostra attenzione e salvaguardia … qua nel forum abbiamo la fortuna di avere Milly che parla di questo mondo … Vedo che sei di Serrenti mi chiedevo se da voi sopravvive ancora quest’arte? [/quote] Ciao Sartinocchja, scusa la mia poca esperienza sul funzionamento dei forum, spero di non far pasticci. Fortunatamente a Serrenti si sta facendo il possibile per non far scomparire la tessitura, grazie all'impegno dell' amministrazione comunale che da una decina d'anni si sta muovendo in tal senso, e alla disponibilità di alcuni insegnanti. Purtroppo però, le persone che a suo tempo si sono rese disponibili alla conservazione di questa nostra parte di storia, sono specializzate in sole due tecniche ( su pibioj e sa tentura che noi usiamo per bertulas e tascapajs), mentre altre persone che usano altre tecniche (briali) non hanno dato uguale disponibilità a trasmettere il loro sapere. So della presenza a Serrenti, anche di una tessitrice sarda ma d'importazione("strangia") che però è abbastanza disponibile, compatibilmente con i suoi impegni, a dare spiegazioni e confrontarsi anche con le maestre anziane. Io nel mio piccolo sto cercando di imparare qualcosa per recuperare una parte di storia di famiglia che nelle generazioni passate aveva il telaio come fosse un compagno di lavoro col quale condividere otre che la fatica, anche tutte le emozioni della giornata e della vita. Sarà difficile diventare un' esperta, ma ho visto la passione del vostro forum, i lavori e le "lezioni" di Milly e spero di poter contare sul vostro e suo aiuto per avviarmi almeno sulla buna strada. Se siete interessati il comune ha organizzato anche corsi di PUNTU VANU, il ricamo che forma la plissettatura di alcuni tipi di camicie sarde, non so se a breve ne verranno organizzati altri, comunque mi sembra un buon punto di partenza per non perdere "il filo del discorso" sulle nostre tradizioni . Un caro saluto e Buona domenica a te e a tutto il forum.
Davvero fantastico. Spero che quest'arte non si perda, perchè sarebbe un vero peccato per la nostra Sardegna..! Continuate con le vostre opere meravigliose. Un saluto a tutto il forum..
Ciao Rovarco un saluto anche a te, pure io mi auguro che quest’arte non scompaia … mi risulta che a Lunamatrona ci sono ancora signore che lavorano al telaio … quindi c’è ancora speranza.
Ciao Sartinocchja, confermo che a Lunamatrona ci sono ancora tessitrici in attività, ma non ho notizie del fatto che trasmettano le loro conoscenze e allo stesso tempo vedo nei giovani poco interesse nel voler imparare quest'arte, speriamo bene...Un saluto al forum.
Rosella@ non ti preoccupare per la poca esperienza e i pasticci, io ancora non mi ci raccapezzo … va beh! Diamo tempo … Sono felice per queste notizie, per l'impegno della tua comunità a salvaguardare le tradizioni. La tecnica “sa tentura” che utilizzate per le bisacce dalle mie parti si chiama “a mattoneddhus”, (piccoli scacchi) utilizzata per quelle di uso quotidiano, mentre per quelle festive si usa la tecnica “a laúru”. Sarei curiosa di vedere i tascapajs.
Già quello di non voler trasmettere il proprio sapere è una questione che da sempre affligge molte (se non tutte) le comunità della nostra isola … in modo particolare per quest’arte visto che sin dalla notte dei tempi era trasmessa da madre in figlia e raramente (dire mai) si allontanava dalla cerchia familiare. Oggi chi detiene ancora questo sapere fatica a trasmetterlo a estranei, anche se abitano nello stesso paese ... ancora peggio per chi è "strangia".
La tecnica “a briabi o briali” o "a mos'te pèi", da noi è una delle più antiche. Pure io vorrei riprendere questo tipo di tecnica che da sempre mi affascina, ma per questioni di tempo e d’impegni non mi è stato possibile … come ho detto, sono testarda ... confido pure io nelle “lezioni di Milly”.
So del punto vano di Serrenti .. Rosalba Lecca nel suo libro, “Luoghi e Volti del Punto di Filza” (che non ho letto) parala anche del tuo paese, il quale ha partecipato attivamente alla ricerca. Se vai in abbigliamento tradizionale, c’è una sezione dedicata a questo tipo di ricamo, curata dal bravissimo Ampuriesu. Ciao
Rovarco@ come dicevo a Rosella da sempre noi sardi si fa fatica a far circolare/condividere “i saperi” … (siamo fatti così!) … e i giovani a far tesoro del detto “impara l’arte e mettila da parte”. Ciao
Rosella@ non ti preoccupare per la poca esperienza e i pasticci, io ancora non mi ci raccapezzo … va beh! Diamo tempo … Sono felice per queste notizie, per l'impegno della tua comunità a salvaguardare le tradizioni. La tecnica “sa tentura” che utilizzate per le bisacce dalle mie parti si chiama “a mattoneddhus”, (piccoli scacchi) utilizzata per quelle di uso quotidiano, mentre per quelle festive si usa la tecnica “a laúru”. Sarei curiosa di vedere i tascapajs.
Già quello di non voler trasmettere il proprio sapere è una questione che da sempre affligge molte (se non tutte) le comunità della nostra isola … in modo particolare per quest’arte visto che sin dalla notte dei tempi era trasmessa da madre in figlia e raramente (dire mai) si allontanava dalla cerchia familiare. Oggi chi detiene ancora questo sapere fatica a trasmetterlo a estranei, anche se abitano nello stesso paese ... ancora peggio per chi è "strangia".
La tecnica “a briabi o briali” o "a mos'te pèi", da noi è una delle più antiche. Pure io vorrei riprendere questo tipo di tecnica che da sempre mi affascina, ma per questioni di tempo e d’impegni non mi è stato possibile … come ho detto, sono testarda ... confido pure io nelle “lezioni di Milly”.
So del punto vano di Serrenti .. Rosalba Lecca nel suo libro, “Luoghi e Volti del Punto di Filza” (che non ho letto) parala anche del tuo paese, il quale ha partecipato attivamente alla ricerca. Se vai in abbigliamento tradizionale, c’è una sezione dedicata a questo tipo di ricamo, curata dal bravissimo Ampuriesu. Ciao
Piccola correzione ... Rosella presumo che “sa tentura” sia la tecnica impiegata per la realizzazione delle bisacce (“tentura” significa cattura, detenzione, intrappolamento) ora mi sto chiedendo se non corrisponda a quella che noi chiamiamo “a laúru” o “a bagas” così descritta “Si tratta di trame bloccate tessute contemporaneamente alla tela di fondo” … ? Nel caso delle bisacce della mia zona sono impiegate le tecniche “a briabi o briali”, “pann’e carri”, “a laúru” o “a bagas”. Quelle di uso quotidiano vendono impiegare maggiormente la tecnica “a briabi o briali”, “pann’e carri”, dove prevalgono motivi geometrici, uno di questi è chiamato “a mattoneddhus”, (piccoli scacchi). Per quelle festive/cerimoniali il fondo è realizzato con la tecnica a “pann’e carri” su cui poi si articola la decorazione con la tecnica a “a laúru”.
tessitura semplice, pann'e karri o teba eseguita a 2 licci, tecnica utilizzata per tessere abbigliamento, telerie domestiche. è una tecnica che compare anche in manufatti di grande qualità estetiche quali copricasse strisce e bisacce ,ma attenzione, non è uguale al battoro in posta, li chiamano a mattoneddos ma sono visibili i fili di trama e ordito, a volte alcuni fili dell'ordito vengono sostituiti con fili prevalentemente neri. Come posso ci faccio vedere la differenza.
Battoro in posta, su cuattru in posta, a laurù, bagas, a mustr'e agu, a punt'e agu, a ricamu, a tentura sono tecniche eseguite a 4 licci con queste tecniche che hanno due tipi di rimettaggio si possono tessere bisacce, copricassa, collane, sotto sella, i famosi arazzi che ci invidiamo in tutto il mondo, sono i più rinomati e i più cercati per chi se ne intende etc.
Briài, briali, a litzus, littos, tauledda, a tintura, a mustra e pei, tecniche realizzate da 3 a 18 licci ma è d'obbligo il disegno geometrico, ogni disegno ha il suo rimettaggio, però a volte basta uno scambio di pedalatura per avere un disegno diverso, sono sicura che avrete notato, sopratutto nelle balze, sono ricamate, lavoro non facile bisogna contare i fili dell'ordito, ci vuole tanta tanta pazienza.
A ginestra, sa schia e pisci, uresi, furesi, obraci si utizzano da 3 a 12 licci tecniche utiilzzate per tessere l'orbace ma non solo, si possono tessere bisacce e copricassa. Ho visto anche tappeti tessuti con questa tecnica ma pericolosi perchè fanno scivolare
Pibiones, a ranu, a busa, a ricciu tecniche eseguite a 4 licci con questa tecnica facendo uno scambio di legatura di licci possiamo tessere anche la tela e ricamare ma anche qui armatevi di pazienza. Con questa tecnica possiamo tessere tappeti striscette, copricassa etc, se decidiamo di tessere una bisaccia ricordiamoci che nella parte mediana avremmo il rovescio del lavoro a meno che non si foderi, ho visto degli obrobi Con la tecnica a pibiones possiamo ottenere la tecnica a busa inffiokkada, facilissima da eseguire, si tesse a pibiones e poi a tessitura ultimata si tagliano i grani in rilievo, io non ho mai avuto il coraggio di farlo anche se è bello da vedere.
A stuoia, tessitura liscia, a sceràu, fressada, un'in dente tessitura a tauledda, a su pei eseguita a 2 licci i fili dell'ordito sono completamente nascosti dai fili d'ordito. Una piccola particolarità... è una tecnica dominante a Isili, ricamano con i fili di rame etc. ma al rovescio,(anche se alcune ho notato che tessono al dritto, è più facile e si individuano facilmente gli errori di tessitura) per capirci meglio mentre sto tessendo sul davanti ho il rovescio e sotto il dritto, solo a tessitura ultimata vedono il tessuto al dritto e registrano i passaggi con il giunco fatto passare nei fili dell'ordito, io non lo faccio mai, si perde troppo tempo e per rendere più resistente il tessuto uso i fili doppi dell' orditto. A Samugheo viene tessuta al dritto. Possiamo tessere i famosi tappeti a muro, tappeti bisacce e copricassa
A stuoia, tessitura liscia, a sceràu, fressada, un'in dente tessitura a tauledda, a su pei eseguita a 2 licci i fili dell'ordito sono completamente nascosti dai fili d'ordito.
correzione i fili dell'ordito vengono completamente nascoti dai fili di trama.
Piccola correzione ... Rosella presumo che “sa tentura” sia la tecnica impiegata per la realizzazione delle bisacce (“tentura” significa cattura, detenzione, intrappolamento) ora mi sto chiedendo se non corrisponda a quella che noi chiamiamo “a laúru” o “a bagas” così descritta “Si tratta di trame bloccate tessute contemporaneamente alla tela di fondo” … ? Nel caso delle bisacce della mia zona sono impiegate le tecniche “a briabi o briali”, “pann’e carri”, “a laúru” o “a bagas”. Quelle di uso quotidiano vendono impiegare maggiormente la tecnica “a briabi o briali”, “pann’e carri”, dove prevalgono motivi geometrici, uno di questi è chiamato “a mattoneddhus”, (piccoli scacchi). Per quelle festive/cerimoniali il fondo è realizzato con la tecnica a “pann’e carri” su cui poi si articola la decorazione con la tecnica a “a laúru”.
[/quote] Ciao Sartinocchja, io non sono una esperta,quindi non so dirti se uno stesso termine viene usato in diverse zone per lavori differenti oppure mi abbiano detto un termine sbagliato i improprio. Per tentura, chi me ne aveva parlato, intendeva il tipo di lavorazione con cui viene fatta la striscia decorativa dei tascapajs, mentre il resto li ha chiamati PISTOCCUSU e l'intermezzo GRUXITTAS (ogni 7/10 pistoccusdi altezza faceva 2 o 3 gruxittas)
I I I I I I I I I I I I I I I QUESTI SAREBBERO IS PISTOCCUS, obbligatoriamente neri
I I MENTRE QUESTE DOVREBBERO ESSERE IS GRUXITTAS, che possono essere nere o in colore e intervallano le righe di pistoccus
Comunque a Serrenti le bisacce e is tascapajs sono tessuti allo stesso modo, cambiano solo le dimensioni e la confezione.Ci provo e spero di riuscire a mandarvi le foto di un tascapaj fatto negli anni 70/75 da un'artigiana del paese e un cuscinodi sola tentura in lavorazione; magari dalle foto riuscite voi a dirmi qualcosa in più, o magari metto da parte ciò che mi era stato detto prima e ricomincio daccapo col vostro contributo.Ancora complimenti a tutti. a presto! Immagine:
questa non è una bisaccia ma un copricassa, come esempio va bene lo stesso. la parte ricamata si chiama in diversi modi tra cui "tentura"non ripeto gli altri termini se no diventa un discorso ripetitivo. Ogni paese ha il suo modo di chiamare la tecnica anche se possono essere simili.
qui un esempio della tecnica chiamata battoro in posta sicuramente a Serrenti hanno un nome diverso, se riflettiamo un attimo possiamo tranquillamente paragonare is pistoccheddos a si scaccu, a Santa Giusta, ma non solo, lo chiamano così.
chiedo scusa se mi permetto di quotare una foto, spero che la foto non mi tradisca, ma io ho notato una cosa che non va bene. Le nostre tzie direbbero che il tessuto è "lascu" in italiano non fitto le trame tra una passata e l'altra de "sa mosta"non si devono vedere, questo è un errore che hanno fatto notare anche a me,bisogna sempre fare le prove in base ai filati utilizzati per ricamare. Io in questo caso, invece di 2 passate di trama ne avrei fatta passare una sola.
@ Rovanma perdonami se sono stata schietta, ma....
chiedo scusa se mi permetto di quotare una foto, spero che la foto non mi tradisca, ma io ho notato una cosa che non va bene. Le nostre tzie direbbero che il tessuto è "lascu" in italiano non fitto le trame tra una passata e l'altra de "sa mosta"non si devono vedere, questo è un errore che hanno fatto notare anche a me,bisogna sempre fare le prove in base ai filati utilizzati per ricamare. Io in questo caso, invece di 2 passate di trama ne avrei fatta passare una sola.
@ Rovanma perdonami se sono stata schietta, ma....
Niente di cui tu debba essere perdonata, anzi, Ti ringrazio tanto Milly. Il tessuto non l ho realizzato io ma sono abbastanza in confidenza con chi l ha realizzato e posso permettermi di passarle la critica assolutamente costruttiva. E così impariamo anche qualche termine tecnico preciso!!!!!Quindi in tal caso consigli 1 sola passata di trama?Il resto come sembra?Se riesco a farmi dare la foto del cuscino confezionato uno di questi giorni la invio.Grazie ancora per il prezioso consiglio, ne faremo tesoro.
questa non è una bisaccia ma un copricassa, come esempio va bene lo stesso. la parte ricamata si chiama in diversi modi tra cui "tentura"non ripeto gli altri termini se no diventa un discorso ripetitivo. Ogni paese ha il suo modo di chiamare la tecnica anche se possono essere simili.
qui un esempio della tecnica chiamata battoro in posta sicuramente a Serrenti hanno un nome diverso, se riflettiamo un attimo possiamo tranquillamente paragonare is pistoccheddos a si scaccu, a Santa Giusta, ma non solo, lo chiamano così.
Si, eccola lì, quel copricassa rispecchia le bisacce di Serrenti, anche se il ricamo a tentura era limitato a due strisce in ogni tasca (foddi) perchè la dovevano usare e sarebbe stato atroce per la tessitrice vedere un lavoro così impegnativo distrutto dal lavoro nei campi, bellissimi lavori i tuoi Milly
Niente di cui tu debba essere perdonata, anzi, Ti ringrazio tanto Milly. Il tessuto non l ho realizzato io ma sono abbastanza in confidenza con chi l ha realizzato e posso permettermi di passarle la critica assolutamente costruttiva. E così impariamo anche qualche termine tecnico preciso!!!!!Quindi in tal caso consigli 1 sola passata di trama?Il resto come sembra?Se riesco a farmi dare la foto del cuscino confezionato uno di questi giorni la invio.Grazie ancora per il prezioso consiglio, ne faremo tesoro.
si solo 1 passata di trama sono sicura che noterete la differenza. Ho il presentimento che sia la tecnica a pibiones, ripeto non è facile attraverso la foto ma a me l'ordito sembra doppio, spero tu riesca a capirmi. sto tessendo un'altra bisaccia quindi, se vuoi ti faccio vedere delle foto con tessitura a ricamu e il passaggio di trama, si notano i fili dell'ordito in maniera diversa mediante il sollevamento dei licci.
si solo 1 passata di trama sono sicura che noterete la differenza. Ho il presentimento che sia la tecnica a pibiones, ripeto non è facile attraverso la foto ma a me l'ordito sembra doppio, spero tu riesca a capirmi. sto tessendo un'altra bisaccia quindi, se vuoi ti faccio vedere delle foto con tessitura a ricamu e il passaggio di trama, si notano i fili dell'ordito in maniera diversa mediante il sollevamento dei licci. [/quote]Ti ringrazio, magari vedendo le foto riesco a capire meglio,anche perchè nei testi magari mi sfugge qualche parola e passaggio, e la foto è un aiuto in più..
Milly quando parli della “tecnica semplice” nel Disciplinare di produzione della tessitura artigiana della Regione Sardegna, per questo tipo di tecnica indica: “(…) Tessitura piana bilanciata o semplice (tèla, pann’è karri), telaio orizzontale a due o a quattro licci” ????? Milly il tuo “due” sta forse per numero minimo di licci???? Che differenza c’è? Per quanto riguarda l’esecuzione delle bisacce confermo, per quelle festive/cerimoniali queste prevedono il fondo realizzato con la tecnica a “pann’e carri” (semplice incrocio di trama e ordito) su cui poi si articola la decorazione con la tecnica a “a laúru” (“sa tentura” a Serrenti, come si chiama a Santa Giusta?) La parte “a laúru” si può realizzare anche con un rimettaggio 1-4-2-3. Per quelle di uso feriale e/o quotidiano, devo capire a cosa corrisponde il tuo “battoro in posta”, mia madre lo chiama semplicemente “fai a bettua”. Con questo termine, da quello che ho capito, s’indica sia la tecnica con cui è eseguito il manufatto (quindi il tuo battoro in posta con armatura a 4 licci), sia il motivo geometrico che ne risulta (PISTOCCUSU e GRUXITTAS di Serrenti, “si scaccu” a Santa Giusta). Per il momento sospendo il discorso sul motivo geometrico “a mattoneddhus” …???? Milly come si chiama il motivo decorativo centrale della copricassa realizzata "a battoro in posta"? A presto
Ciao Rosella, descrizione chiara. Indagavo sui termini utilizzati per semplice curiosità, volevo capire a cosa corrispondeva il tuo “sa tentura” … grazie. Che origine ha il tascapaj? Per quanto riguarda il manufatto che mostri, la parte realizzata “a tentura”, a occhio pure a me sembrano due le passate di trama (cotone o lino) fra il motivo decorativo. Se dovesse essere così, in teoria si esegue solo una passata. Mentre si ripete due volte la passata eseguita con la trama supplementare. Saluti
Milly quando parli della “tecnica semplice” nel Disciplinare di produzione della tessitura artigiana della Regione Sardegna, per questo tipo di tecnica indica: “(…) Tessitura piana bilanciata o semplice (tèla, pann’è karri), telaio orizzontale a due o a quattro licci” ????? Milly il tuo “due” sta forse per numero minimo di licci???? Che differenza c’è? Per quanto riguarda l’esecuzione delle bisacce confermo, per quelle festive/cerimoniali queste prevedono il fondo realizzato con la tecnica a “pann’e carri” (semplice incrocio di trama e ordito) su cui poi si articola la decorazione con la tecnica a “a laúru” (“sa tentura” a Serrenti, come si chiama a Santa Giusta?) La parte “a laúru” si può realizzare anche con un rimettaggio 1-4-2-3. Per quelle di uso feriale e/o quotidiano, devo capire a cosa corrisponde il tuo “battoro in posta”, mia madre lo chiama semplicemente “fai a bettua”. Con questo termine, da quello che ho capito, s’indica sia la tecnica con cui è eseguito il manufatto (quindi il tuo battoro in posta con armatura a 4 licci), sia il motivo geometrico che ne risulta (PISTOCCUSU e GRUXITTAS di Serrenti, “si scaccu” a Santa Giusta). Per il momento sospendo il discorso sul motivo geometrico “a mattoneddhus” …???? Milly come si chiama il motivo decorativo centrale della copricassa realizzata "a battoro in posta"? A presto
a me hanno spiegato che su pann'e karri si realizza a 2 licci non a 4 e l'ho letto anche in un libro dove spiega molto bene le tecniche della tessitura in Sardegna. Però propio questo pomeriggio riflettevo, la stessa tela che otteniamo con i 2 licci la otteniamo anche a 4 licci, se tu sai qualcosa di più preciso mi farebbe piacere "sbrogliare la matassa" da parte mia avrò notizie certe solo andando a Samugheo. Però mi piace far lavorare il mio cervello, tutti i fili sia 2 che a 4 licci si sollevano lasciando sul pettine uno sopra e uno sotto, naturalmente nel dente seguente del pettine, quindi non c'è differenza, però lascio il però, non vorrei sbagliare.
Per quanto riguarda il battoro in posta non ho dubbi occorrono 4 licci e la parte ricamata a Santa Giusta la chiamano, oltre ai termini descritti in precedenza, "a ricamu" però bisogna capire se è un termine "inventato" da questa Tzia o se veramente la chiamavano così, purtroppo le persone che lavoravano in paese sono morte, ci sono 2 sorelle anziane ma lavorano solo il pibiones.
A mottoneddos è diverso dal battoro in posta, ho visto delle bisacce realizzate con questa tecnica, devo cercare le foto.
La parte centrale del copricassa non sono altro che dei rombi, diciamo che mi piace "giocare" con le trame ho voluto metterci un qualcosa di mio ogni tanto ne penso una, ho realizzato anche una bisaccia con lo stesso "gioco"
quando non si è pratici per facilitare la tessitura a "tentura" si premono i pedali centrali ed è più facile il conteggio dei punti. Se dovessi far passare l'ago con della lana attraverso il varco e alternando con la trama otterrei i " pistoccheddos".
qui il farco varco per far passare la trama, spero che si capisca la differenza
in questa foto, a parte i fili dorati, non si vede il filo di trama nel realizzare "sa mosta" la grossezza della lana ha permesso di utilizzare solo una passata di trama ottenendo "sa mosta bella fitta"
Milly, ora come ora non ho le idee chiare, accidenti non ho memorizzato bene le spiegazioni di mia madre come posso, chiarisco nuovamente questo passaggio con lei, poi ti riferisco. Il quesito è se si può realizzare il tessuto “pann’e carri” con un rimettaggio a quattro licci?!
per il “battoro in posta” quattro licci (credo non sia possibile realizzarlo con un numero inferiore di licci.) Per il termine “a ricamu”, Milly probabilmente anche a Santa Giusta si usava un termine specifico visto, l’importanza della tecnica. Per il motivo “a mattoneddhus” ho sospeso il discorso perche voglio prima interpellare le nonnine di Morgongiori … sarebbe interesante vedere le foto. Posso chiederti se per realizzare “sa mosta” esegui due volte il disegno? Mi spiego ogni riga del disegno che si vuole rappresentare, va ripetuta due volte nel manufatto. Se il disegno indica in una determinata riga tre crocette tu, le esegui poi al giro successivo le ripeti. Fatto questo, si passa alla riga successiva del disegno e anche questa si ripete due volte. Confermi?
Ti ringrazio per le immagini, capire diventa più facile.
Posso chiederti se per realizzare “sa mosta” esegui due volte il disegno? Mi spiego ogni riga del disegno che si vuole rappresentare, va ripetuta due volte nel manufatto. Se il disegno indica in una determinata riga tre crocette tu, le esegui poi al giro successivo le ripeti. Fatto questo, si passa alla riga successiva del disegno e anche questa si ripete due volte. Confermi?
Ti ringrazio per le immagini, capire diventa più facile.
si, esatto ogni crocetta del classico punto croce nel telaio corrispondono a 2 passate di lana intervallate dalla trama. L'ultima foto da me inserita si vede abbastanza bene, il primo passaggio dei punti, passo la trama e ripeto, trama e punti successivi
@Milly Grazie per le foto sono molto chiare,e in effetti sa mosta risulta molto più compatta, così il risultato è perfetto... Bellissimo anche il fatto di aver impreziosito il tutto con i fili dorat. In antichità si usava la canuttiglia o il filo dorato o entrambi? Buon lavoro!
@Milly Grazie per le foto sono molto chiare,e in effetti sa mosta risulta molto più compatta, così il risultato è perfetto... Bellissimo anche il fatto di aver impreziosito il tutto con i fili dorat. In antichità si usava la canuttiglia o il filo dorato o entrambi? Buon lavoro!
Ho molte foto di tappeti arazzi e bisacce antiche ma in nessun manufatto è presente il filo dorato o argentato Da una piccola ricerca che ho fatto, secondo me, hanno iniziato a usarli intorno agli anni 70 ma purtroppo non ho la certezza.
Finalmente sono riuscita a ultimare la bisaccia, il disegno centrale risale al 1850 un'altro mio orgoglio l'originale aveva vari strappi quindi alcuni punti gli ho ho dovuti "aggiustare" io
Autore Risposta: maria Inserita il: 22/06/2011 16:41:31 Messaggio:
@Milly Che superbooooo capolavoro bravissimaaaaaaaaaaaaaa
Finalmente sono riuscita a ultimare la bisaccia, il disegno centrale risale al 1850 un'altro mio orgoglio l'originale aveva vari strappi quindi alcuni punti gli ho ho dovuti "aggiustare" io
ciao Milly, è davvero meravigliosa la tua bisaccia.... Da noi purtroppo non ne ho mai visto così ricche, credo le facessero solo più semplici anche perchè se le avessero fatte le bisacce "da festa" sarebbero maggiormente sopravvissute in quanto poco usate. Al contrario, a noi sono arrivate solo le bisacce semplici, da cui deduco che, pur essendo logorate dall'uso in campagna, se sono arrivate a noi era prorio perchè venivano tessute solo quelle....credo....! Tornando al discorso dei fili dorati... nella tessitura non so, ma ho visto un lenzuolo di mia bisnonna, ricamato sicuramente prima del 1910 che aveva le cifre ricamate con filo da ricamo classico intervallato con fili metallici (ora non ricordo che punto fosse, ma forse punto pieno). Il problema è che le figlie che raccontavano di questo ricamo "in oro" che la madre ha dovuto disfare il ricamo col filo metallico e lasciare solo il cotone da ricamo perchè il metallo, intorno agli anni 30, si stava arrugginendo. Credo non abbiano inventato storie, anche perchè i punti di ruggine sul ricamo li ho visti....il dubbio rimane sul tipo di filo se fosse filo metallico dorato oppure canuttiglia come la si trova oggi.... Ritengo quindi che sia possibile che da qualche parte anche nella tessitura il filo dorato o la canuttiglia possano essere stati usati anche prima degli anni 70, e presumibilmente è stato un elemento che ha fatto invecchiare precocemente il manufatto e ha portato alla sua estinzione..!....e per questo non si trovano pezzi con fili dorati precedenti a quell'epoca? Ti rigiro l'interrogativo, magari può darci un nuovo spunto di ricerca....!Buon lavoro! e ancora complimenti per il recupero della bisaccia
ciao Milly, è davvero meravigliosa la tua bisaccia.... Da noi purtroppo non ne ho mai visto così ricche, credo le facessero solo più semplici anche perchè se le avessero fatte le bisacce "da festa" sarebbero maggiormente sopravvissute in quanto poco usate. Al contrario, a noi sono arrivate solo le bisacce semplici, da cui deduco che, pur essendo logorate dall'uso in campagna, se sono arrivate a noi era prorio perchè venivano tessute solo quelle....credo....! Tornando al discorso dei fili dorati... nella tessitura non so, ma ho visto un lenzuolo di mia bisnonna, ricamato sicuramente prima del 1910 che aveva le cifre ricamate con filo da ricamo classico intervallato con fili metallici (ora non ricordo che punto fosse, ma forse punto pieno). Il problema è che le figlie che raccontavano di questo ricamo "in oro" che la madre ha dovuto disfare il ricamo col filo metallico e lasciare solo il cotone da ricamo perchè il metallo, intorno agli anni 30, si stava arrugginendo. Credo non abbiano inventato storie, anche perchè i punti di ruggine sul ricamo li ho visti....il dubbio rimane sul tipo di filo se fosse filo metallico dorato oppure canuttiglia come la si trova oggi.... Ritengo quindi che sia possibile che da qualche parte anche nella tessitura il filo dorato o la canuttiglia possano essere stati usati anche prima degli anni 70, e presumibilmente è stato un elemento che ha fatto invecchiare precocemente il manufatto e ha portato alla sua estinzione..!....e per questo non si trovano pezzi con fili dorati precedenti a quell'epoca? Ti rigiro l'interrogativo, magari può darci un nuovo spunto di ricerca....!Buon lavoro! e ancora complimenti per il recupero della bisaccia
Ciao, non ho risposto subito perchè ho voluto fare una piccola ricerca e chiedere a persone anziane, sicuramente più esperte di me. In un mio post precedente ho scritto che la bisaccia, nei tempi andati, veniva usata come valigia, quindi impossibile che non fossero usurate dal tempo. La bisaccia poteva essere tessuta anche con semplicità perchè a volte poteva identificare un ceto sociale, dovevi vedere in che condizioni era la bisaccia da cui ho recuperato il disegno, in alcuni punti era strappata,i fili d'orati non c'erano, è stato un mio sfizzio peccato non ho pensato di fotografare l'originale, era tanto l'impegno per poter recuperare il disegno.
Per quanto riguarda il filo d'orato nella tessitura i nostri avi non li usavano, questo è ciò che mi hanno riferito, ho avuto la fortuna di vedere molte bisacce ma mai tessute con fili d'orati o fili metallici. Però Isili è famosa nell'utilizzo del filo di rame nella tessitura per esaltare gli effetti cromatici, quindi questo può essere uno spunto, almeno per quanto mi riguarda, per continuare la ricerca sui fili metallici ma non per la canuttiglia, difficile da usare nella tessitura, io ho provato ma con risultati deludenti.
girovagando su internet ho trovato questo libro scaricabile in pdf, a me è stato molto utile, scusate lo sfogo ,non oso dirvi quanto mi è costato e adesso scopro che si puo scaricare "a gratis"
A leggere il post con i miei commenti a questi schemi mi viene da ridere, quanto sono buffe le mie interpretazioni.
Vediamo se così va meglio: Milly per il rimettaggio non necessariamente si parte dal subbio che contiene l’ordito, ora tu lo ripeti sempre ma non è una regola fissa, si può partire anche dal subbio che confina con il pettine, credo dipenda da come si organizza il lavoro.
Così come per la regola numero uno: “mai e poi mai si deve svolgere il lavoro dal subbio una volta tessuto si rischia di compromettere il lavoro”. Milly quanto detto da te è vero solo in parte, nel senso che bisogna, essere pratiche e sapere quello che si fa. Io stessa ho fatto esperienza della cosa e chi lavora al telaio da una vita, lo considera una cosa normale. Ma effettivamente per chi è alle prime armi ci vuole molta attenzione se non si vuole compromettere il manufatto.
Circa il quesito se si può realizzare il tessuto “pann’e carri” con un rimettaggio a quattro licci. Sono quasi certa sia possibile, si procede abbassando i pedali a rotazione 1,2,3,4,1,2,3,4 ecc ... così mi sembra!
Per gli schemi da te gentilmente concessi: dalle mie parti questo schema è chiamato “su briabi a libru”, tu presenti tre disegni ma credo sia la variante di un'unica tipologia. Per questo tipo di rimettaggio occorrono 5 lici (“5 canne”;4+1). Ho fatto fatica a capire cosa intendevi per: “Ogni punto equivale a due licci vuoti”, alla fine penso sia da intendere così: quello che tu indichi come vuoto forse è in realtà “su pan’è carri”. Ma in ogni caso si alterna “uno pieno e uno vuoto”. I due vuoti non li capisco????
Per quanto riguarda il rimettaggio si fa riferimento al primo schema (per intenderci i quadrati bianchi e neri): da ripetere fino alla fine dei fili.
Mentre durante la lavorazione bisogna seguire lo schema come indicato da te: 1-2; 2-3; 3-4; 1-4; 1-2; 2-3; 3-4; 1-4; 1-2; 1-4; 1-2; 1-4; 1-2; 1-4; 3-4; 2-3; 1-2; 1-4; 3-4; 2-3; 1-2; se si sceglie il primo disegno.
Per ogni disegno esiste 4-5 varianti se non di più. Dalle mie parti si differenzia la tecnica “a briabi” con quella “a scaccu”, dove il rimettaggio è lo stesso, cambia solo il movimento dei piedi. Famoso è quello denominato “su scaccu imbidiosu”. Se riesco (ma sono negata) mostro l’immagine del mio primo tappetino … lo adoro. Saluti.
Curiosando su internet mi sono imbattuta in un articolo che parlava di tessitura. In quest’articolo si afferma che in passato (prima metà del secolo scorso) in Sardegna, abili artigiane sapevano elaborare rimettaggi e armature complessi. Mentre oggi sembrerebbe che la maggior parte di loro non conosca la messa in carta o non sa variare un rimettaggio. Ora io non so come funziona il telaio verticale, ho un’infarinatura di come funziona quello orizzontale, e ho la sensazione che la tecnica maggiormente implicata in “quest’amnesia generale” sia quella (come indicata dal disciplinare di produzione di tessitura artigiana della Sardegna) Tessitura a trame lanciate o tessuti operati: (a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga), ma non solo. Mi domando se questo è possibile? È possibile che l’artigiana tessile di oggi abbia perso questa competenza???? È possibile che in passato le nostre nonne fossero capaci di progettare la costruzione di un tessuto e oggi questa competenza è andata persa????
Curiosando su internet mi sono imbattuta in un articolo che parlava di tessitura. In quest’articolo si afferma che in passato (prima metà del secolo scorso) in Sardegna, abili artigiane sapevano elaborare rimettaggi e armature complessi. Mentre oggi sembrerebbe che la maggior parte di loro non conosca la messa in carta o non sa variare un rimettaggio. Ora io non so come funziona il telaio verticale, ho un’infarinatura di come funziona quello orizzontale, e ho la sensazione che la tecnica maggiormente implicata in “quest’amnesia generale” sia quella (come indicata dal disciplinare di produzione di tessitura artigiana della Sardegna) Tessitura a trame lanciate o tessuti operati: (a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga), ma non solo. Mi domando se questo è possibile? È possibile che l’artigiana tessile di oggi abbia perso questa competenza???? È possibile che in passato le nostre nonne fossero capaci di progettare la costruzione di un tessuto e oggi questa competenza è andata persa????
Gessica io mi auguro che non sia così, anche se con tristezza sto realizzando che forse è proprio vero. Vorrei che le tessitrici della nostra isola smentissero a gran voce che quanto scritto in quest’articolo non corrisponde al vero … o che si possa chiarire come stanno le cose ... tu ritieni che nella tua zona sia così? Che cosa dicono i tuoi insegnati a tal proposito? Saluti
DISCIPLINARE DELLA PRODUZIONE ARTIGIANALE TESSILE SARDA
Materiali impiegati I filati utilizzati devono essere prevalentemente composti da fibre naturali, è ammessa l’utilizzazione di fibre artificiali o sintetiche per ottenere particolari effetti decorativi. Di seguito sono riportati i filati più usati: Lana di pecora sarda filata a mano e non, colorata con coloranti naturali e chimici. Pura lana vergine industriale, colorata con coloranti naturali e chimici; Lana di capra sarda filata a mano e non, colorata con coloranti naturali e chimici Cotone Canapa Lino Bisso Seta
La tessitura può essere fatta esclusivamente su telai verticali, orizzontali oppure obliqui. Telaio manuale (sia esso verticale, orizzontale oppure obliquo): Telaio in cui il lavoro è svolto esclusivamente dall’azione manuale della donna. Telaio Semi-meccanico orizzontale: Telaio in cui le trame strutturali e la cassa battente vengono mosse elettricamente mentre le trame per l’effetto decorativo pibiones sono passate e lavorate manualmente. Tale tipologia di telaio può essere utilizzato per la realizzazione della tela nelle tende e nel tovagliato e per la realizzazione dei manufatti a pibiones.
Decorazioni I motivi decorativi sono quelli tradizionali, legati al mondo animale, vegetale ed alla vita quotidiana: uccelli di differenti forme e dimensioni, liocorno, diversi tipi di piante, foglie, fiori, tralci di vite, ostensori, ballo sardo e motivi geometrici ecc.. Sono ammesse decorazioni moderne che rispettino comunque le tecniche realizzative ed i materiali di cui al presente disciplinare e rispecchino lo spirito ed il ritmo decorativo tradizionale.
Tipologie di prodotto Arazzi Tappeti
Biancheria per la casa (tovaglie, lenzuola, coperte, copriletti, asciugamani, copritavola) Complementi di arredo (tende, ornamenti da letto, cuscini) Oggetti da trasporto (bisacce, borse) Orbace Tessuti in orbace per varie utilizzazioni
Metodo di lavorazione Tutte le fasi di lavorazione del prodotto marchiato “Tessitura artigiana - Sardegna devono essere eseguite nel laboratorio artigianale, mediante operazioni manuali, o semi manuali (come precedentemente descritto)
Colorazione I filati possono essere colorati con sostanze organiche o chimiche.
Tecniche di tessitura Tessitura piana bilanciata o semplice. (tèla, pann’è karri). Telaio orizzontale (a due o a quattro licci). È la forma più semplice di tessitura, con una armatura a tela quando si lavorano filati più fini di lino e di cotone. L’ordito e la trama vengono incrociati tra loro e se hanno lo stesso spessore e flessibilità il dritto ed il rovescio del tessuto appaiono simili dato che l’ordito e la trama sono ugualmente visibili. Tessitura piana in diagonale. (uresi, furesi, ispina, obraci). Telaio orizzontale (a quattro licci). Si caratterizza per la presenza di nervature parallele diagonali che si sviluppano verso destra o sinistra per lo spostamento di una legatura per ogni passaggio di trama. La più comune è l’armatura diagonale o saia, che permette di ottenere motivi a spina di pesce e zig zag. Questo tipo di armatura permette di ottenere anche l’orbace quando trama e ordito sono di lana e vengono sottoposti ad un processo di follatura. Tessitura piana con trama a vista. (un’in dente, all’antiga, fressada). Telaio verticale ed orizzontale (a due licci). Si ottiene con una armatura analoga alla tessitura piana bilanciata semplice (a tela) facendo scorrere nel passo d’ordito, i fili di trama, battendoli con forza, fino a nasconderli completamente. Dato che il colore del tessuto è in questo caso determinato dai soli fili di trama, l'ordito può essere di colore diverso, monocromo, screziato o grezzo. Tessitura a fessure o stacchi. Telaio verticale. Tecnica di tessitura piana con trame a vista caratterizzata da susseguirsi di fessure in corrispondenza dei cambi di colore delle trame disposte su orditi adiacenti. Il filo colorato della trama viene infatti fatto girare intorno al filo di ordito senza agganciarlo a quello adiacente sul quale si avvolgerà a sua volta la trama di un diverso colore lasciando una fessura verticale sul limitare dei due blocchi di colore. Tipica, appunto, è la piccola asola verticale in corrispondenza dello stacco tra due colori. In genere i motivi decorativi prevedono una lunghezza di fessure limitata; quando eccezionalmente gli stacchi creano fessure molto lunghe, che potrebbero indebolire eccessivamente il tessuto, si provvede in un secondo tempo a fissarle con piccoli punti di rinforzo. Tessitura a coda di rondine. (a punteddu). Telaio verticale. Tecnica di tessitura piana con trame a vista caratterizzata dal fatto che, ad ogni cambio di colore in senso longitudinale, ogni corso di trama avvolge il primo filo dell'ordito interessato da un altro colore condividendolo a corsi alternati con le trame di diverso colore. In questo modo non si creano fessure e il tessuto risulta compatto e completamente a doppio diritto, sebbene il disegno risulti meno definito nei passaggi cromatici. Tessitura a trame allacciate o agganciate. (puntu a traccu, a manu tenta). Telaio verticale. Tecnica di tessitura piana con trame a vista nella quale la trame colorate si intrecciano sul rovescio del tessuto tra le due catene di ordito che limitano il passaggio cromatico dei diversi blocchi di colore. Nella forma più semplice (‘allacciamento singolo’) un filo di trama passa intorno ad un filo di trama vicino e torna all’interno del blocco del suo colore. Invece l’allacciamento delle trame si dice ‘doppio’ quando ciascun filo di trama compie un giro su se stesso per intrecciarsi con due fili di trama vicini. In questo modo si crea un cordone, sul rovescio del tessuto, lungo la linea di confine dei colori; la struttura è solidissima e i contorni del disegno sono nettissimi sul diritto del lavoro. Il manufatto così tessuto è utilizzabile su entrambe le facce, ma ha un solo diritto. Tessitura a trame curvilinee o deviate o inserti di trame (a s’ambisùe, a abbuccadura). Telaio verticale. Comunemente usata nei vari tipi di tessitura piana per ottenere particolari effetti decorativi. Consente di introdurre nei tessuti alcune trame che formano piccole parti della decorazione con effetti particolari essendo introdotte in modo non perpendicolare nè bilanciato rispetto all’ordito. Spingendo la trama verso il basso o utilizzando filati di diverso spessore, la trama esce fuori linea formando un angolo più o meno accentuato. Tale tecnica viene utilizzata per realizzare i motivi a s’ambisùe, sos poddighes trottos, sas montagnettas. Tessitura a trame lanciate o tessuti operati. (a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga) Telaio orizzontale. Consiste in un insieme di tecniche che consentono di realizzare tessuti operati e decorati sia monocromi che policromi. Nei tessuti monocromi operati la ‘faccia a trama’ corrisponde al verso del tessuto nel quale sono più evidenti i fili di trama che costituiscono il disegno che si presenta esattamente all’opposto sull’altro verso detto ‘faccia ordito’. Tale lavorazione è tipica dei tessuti in lino per tovagliati ed affini. Nei tessuti policromi ha maggior risalto una delle facce che costituirà il diritto. In questo secondo caso i motivi sono realizzati operando con trame di colore e spessore diverso per accentuare l’effetto decorativo di carattere geometrico. In tutti questi casi le trame decorative sono anche strutturali e corrono da cimosa a cimosa. Nei tessuti a trame lanciate i fili di trama colorati benché attraversino il tessuto da cimosa a cimosa, non sono strutturali, ma complementari e sono tessuti in maniera tale da apparire sul diritto solo quando servono nel disegno che può essere anche a più colori. Quando non viene utilizzato il filo colorato ricade morbido sul rovescio del tessuto. In questo caso diritto e rovescio appaiono completamente diversi. Il disegno a trame lanciate può essere prodotto anche intrecciando due colori in modo da formare un tessuto nel quale i colori del motivo risaltano anche sul rovescio, ma specularmente, dando luogo ed un finto tessuto a doppio dritto. Una particolare variante di questa tecnica è quella impiegata per coperte, copricassa e strisce decorative che viene detta a “tauledda” o a “tintura” nella quale la tessitrice opera avendo di fronte a sé il rovescio del tessuto.
Tessitura a trame sovrapposte o aggiunte. (a bagas, a punt’e agu, a lauru). Telaio orizzontale (a 4 licci). Il telaio viene preparato con armatura a tela e le trame supplementari si lavorano a passo chiuso. Durante il processo di tessitura, si introducono le trame di fondo da cimosa a cimosa che determinano l’intreccio (tela) ad ogni passaggio di trama di fondo si inseriscono le trame supplementari e si lavorano a passo chiuso, esclusivamente nelle parti interessate dal disegno. I fili per le decorazioni devono essere continui e non recisi ai margini del disegno e sono perpendicolari all’ordito e sul rovescio del piano di lavoro. A passo chiuso si portano sul dritto del lavoro per creare le decorazioni, che ricoprono interamente il tessuto di fondo. Caratteristica delle decorazioni: a posta, perra posta, a fiu, a postantrotoxiada, passada de contu, passada de torradura. Questa lavorazione si utilizza anche per le decorazioni delle bisacce del Campidano per le quali si utilizza il rimettaggio doppio con il telaio a 4 licci. Tessitura a trame avvolte. (a trizzitta). Telaio verticale. Lavorazione di rifinitura viene utilizzata per definire linee decorative in rilievo. Consistenti trame colorate vengono avvolte lungo l’ordito formando un cordone generalmente bicolore. Quando tale lavorazione viene condotta in una direzione e poi al passaggio successivo in direzione opposta si crea un motivo a treccia o a catenella. Tessitura a riccio (a pibiones, a ranu, a ricciu, a beltighitta). Telaio orizzontale. È caratterizzata da piccoli rilievi che creano il motivo ornamentale costituiti da ricci di trama che si ottengono attorcigliando un filo di trama supplementare (il "tramone") attorno a un ferro appoggiato sul dritto del lavoro. Sfilato il ferro, rimangono i ricci. La tessitura a riccio viene effettuata su un’armatura a saia. Selezionando i punti dove si fanno emergere i ricci, lentamente si compongono disegni assai complessi. Con tale tecnica s’infila la spola tra i fili dell’ordito, quindi si posiziona su questi un ferretto e con le dita della mano destra e poi con quelle della mano sinistra, si solleva la trama e la si avvolge attorno al ferro, nei punti richiesti dal motivo decorativo, formando in tal modo dei grani in rilievo. Si cambia poi, con il pedale, la posizione dei licci per divaricare i fili dell’ordito per permettere il passaggio delle tre trame strutturali.
Articoli di legge imposti dalla regione per tutelare e salvaguardare l'artigianato tessile.
Milly, so che postando il disciplinare di produzione tessile della Sardegna intendi comunicare qualcosa, ma diventa difficile capire che cosa se non lo espliciti.
Naturalmente se l’intenzione è solamente quella di fornire altre informazioni concernenti il mondo tessile della Sardegna e non riguarda l’argomento sopra trattato … come non detto . Saluti
Curiosando su internet mi sono imbattuta in un articolo che parlava di tessitura. In quest’articolo si afferma che in passato (prima metà del secolo scorso) in Sardegna, abili artigiane sapevano elaborare rimettaggi e armature complessi. Mentre oggi sembrerebbe che la maggior parte di loro non conosca la messa in carta o non sa variare un rimettaggio. Ora io non so come funziona il telaio verticale, ho un’infarinatura di come funziona quello orizzontale, e ho la sensazione che la tecnica maggiormente implicata in “quest’amnesia generale” sia quella (come indicata dal disciplinare di produzione di tessitura artigiana della Sardegna) Tessitura a trame lanciate o tessuti operati: (a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga), ma non solo. Mi domando se questo è possibile? È possibile che l’artigiana tessile di oggi abbia perso questa competenza???? È possibile che in passato le nostre nonne fossero capaci di progettare la costruzione di un tessuto e oggi questa competenza è andata persa????
Scusami mi riferivo a questo post, in Sardegna esistono solo le armature che ho inserito nel disciplinare. Datemi tempo e ve le spiego una per una.
Ci sono tantissime armature, noi stesse stando al telaio o rielaborando su carta quadrettata possiamo creare nuove armature, ma ci tengo a precisare che non fanno parte della nostra tradizione, la chiamano: innovazione della tessitura.
Se va in porto il mio nuovo progetto, vi farò vedere nuovi elaborati per adesso non svelo niente altro
A Luras nel Museo etnografico è esposto (malissimo) un tessile che la guida ha detto "ebraico". E' appeso al muro e coperto parzialmente da una cardatrice e da vari oggetti, nella stanza della tessitura
Immagine:
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Qualcuno sa darmi notizie su questo tessile? Mi interessa per la giornata della cultura ebraica che devo organizzare per il 2012 ad Alghero.
non riesco a vedere bene, il manufatto,a primo acchito sembra tessuto a, tessutura piana con trama a vista, tessuti i vari teli e poi uniti fra loro.
Una curiosità per quanto riguarda la tessitura ebraica. Alle frange poste negli angoli dovevano essere inseriti fili di colore techelet che, viene tradotto con blu o porpora, e con il quale comunque in lingua ebraica s’intende riferirsi a varie sfumature dal blu scuro al violaceo, al blu giacinto e all'azzurro- turchino (colore dominante del Dio ebraico-cristiano). Gli ebrei erano erano specializzati nella tessitura di drappi serici, delle sete e dei velluti.
Domani controllo con più calma nei miei libri di tessitura se trovo notizie riguardanti il manufatto da te postato.
@Milly come sei misteriosa … mi piace questo tuo sperimentare … aspetto con pazienza di vedere i tuoi manufatti (ma vedi di non far passare troppo tempo) … Come evidenzi, nel disciplinare sono presenti “le armature” in uso nella nostra isola. Per armatura s’intende (come indica Wikipedia) sia il complesso delle operazioni per il montaggio del telaio, armare quindi significa preparare il telaio per la tessitura. Sia il modo di intrecciarsi dei fili di ordito con quelli della trama, una armatura definisce che tipo di tessuto otterrò da quella tessitura. La scrittura di un'armatura si chiama messa in carta.
Gli intrecci o armature fondamentali sono tre: armatura a tela (comprende anche la tessitura piana a trame a vista), armatura a saia e armatura a raso.
Con l’armatura a tela (tessitura piana bilanciata o semplice) telaio orizzontale: 2 licci: tèla, pann’è karri, (mi sembra di capire che con quest’armatura si realizza anche la tecnica a trizzitta????); 4 licci: tèla, pann’è karri, a bagas, a punt’e agu, a lauru.
Con l’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio orizzontale/verticale: 2 licci: un’in dente, all’antiga, fressada. Con l’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio verticale: 2 licci: tessitura a fessure o stacchi (impiegata anche per la realizzazione del “tapìnos de mortu”); a punteddu; puntu a traccu, a manu tenta; a s’ambisùe, a abbuccadura.
Con l’armatura a saia (tessitura piana in diagonale) telaio orizzontale: 4 licci: uresi, furesi, ispina, obraci, pibiones, a ranu, a ricciu, a beltighitta, a bagas, a punt’e agu, a lauru.
Per quanto riguarda le tecniche a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga, che consentono di realizzare tessuti operati e decorati sia monocromi sia policromi, si usa un numero di licci da 3 a 15 (18?) con il telaio orizzontale, il disciplinare non specifica il tipo di armatura …
Ora la maggior parte delle tessitrici sarde impiega per i suoi manufatti principalmente l’armatura a tela e/o saia a 2 o 4 licci (così mi sembra di capire, correggimi se sbaglio). Con questo tipo di armature si eseguono sia i manufatti tipici, sia quelli “dell’innovazione della tessitura”. Naturalmente va sottolineato che c’è innovazione e innovazione … credo che come per i costumi tradizionali, le modifiche hanno senso in quei paesi dove lo si indossa quotidianamente, così per la tessitura ha senso parlare di innovazione dove il processo tessile non si è mai interrotto e si pratica attivamente ancora oggi (centri come Samugheo, Nule, Mogoro, Aggius, Isili, Sarule, anche se i risultati possono essere discutibili), questo perché la competenza tecnica è sempre alta (così dovrebbe). “(…) Competenza tecnica è anche mantenere la conoscenza di una tecnica e del suo uso e non farla regredire”. Ora non si tratta di creare nuove armature che non fanno parte della nostra tradizione ma di reintrodurre quella varietà in uso anni a dietro e che ben conoscevano le nostre nonne, così come la loro competenza tecnica nell’eseguire i manufatti (che non si limitava/fermava alla semplice armatura) … poi si può parlare anche d’innovazione, altro momento molto importante. Permettimi ma sempre più spesso si vedono in giro cose dozzinali … “senza anima”. Mi piacerebbe conoscere il parere anche delle altre tessitrici presenti nel forum … mi viene in mente Chiara Vigo … ma forse il suo è un discorso a parte ... o forse no! A presto
@Istranzu, l’immagine effettivamente non è un granché … ipotizzo (non sono esperta) … la tecnica (concordo con Milly) è quellla a trame a vista (telaio orizzontale?), tecnica un’in dente, all’antiga, fressada???? … Luras non è poi così distante da Aggius … a guardare il manufatto sembra una coperta (unione di tre teli) … Il motivo decorativo geometrico può essere un indizio (nella tradizione ebraica vige il divieto dell’uso delle immagini), ma qui mi fermo. Per quanto riguarda il suo essere “un tessile ebraico” ma???? Gli ebrei furono espulsi dai regni riuniti di Castiglia e di Aragona di Spagna (di cui la Sardegna faceva parte) nel 1492. Di tempo ne è passato … ???? Saluti
@Milly come sei misteriosa … mi piace questo tuo sperimentare … aspetto con pazienza di vedere i tuoi manufatti (ma vedi di non far passare troppo tempo) … ho bisogno di tempo per mettere in atto i miei studi Come evidenzi, nel disciplinare sono presenti “le armature” in uso nella nostra isola. Per armatura s’intende (come indica Wikipedia) sia il complesso delle operazioni per il montaggio del telaio, armare quindi significa preparare il telaio per la tessitura. Sia il modo di intrecciarsi dei fili di ordito con quelli della trama, una armatura definisce che tipo di tessuto otterrò da quella tessitura. La scrittura di un'armatura si chiama messa in carta.giustissimo, penso non ci sia bignoso di un mio intervento, aggiungo solo che la rappresentazione grafica di un armatura viene chiamata "messa in carta"
Gli intrecci o armature fondamentali sono tre: armatura a tela (comprende anche la tessitura piana a trame a vista), armatura a saia e armatura a raso.
Con l’armatura a tela (tessitura piana bilanciata o semplice) telaio orizzontale: 2 licci: tèla, pann’è karri, (mi sembra di capire che con quest’armatura si realizza anche la tecnica a trizzitta????); questo nome non l'ho mai sentito, intessante 4 licci: tèla, pann’è karri, a bagas, a punt’e agu, a lauru.
Con l’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio orizzontale/verticale: 2 licci: un’in dente, all’antiga, fressada.la tecnica a un'in dente si lavora con il telaio orizzontale, utilizzando per reggistrare il secondo passaggio "sa tauledda" Con l’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio verticale: 2 licci: tessitura a fessure o stacchi (impiegata anche per la realizzazione del “tapìnos de mortu”); a punteddu; puntu a traccu, a manu tenta; a s’ambisùe, a abbuccadura.
Con l’armatura a saia (tessitura piana in diagonale) telaio orizzontale: 4 licci: uresi, furesi, ispina, obraci, pibiones, a ranu, a ricciu, a beltighitta, a bagas, a punt’e agu, a lauru.
Per quanto riguarda le tecniche a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga, che consentono di realizzare tessuti operati e decorati sia monocromi sia policromi, si usa un numero di licci da 3 a 15 (18?) con il telaio orizzontale, il disciplinare non specifica il tipo di armatura … confermo 18 licci, ho armature o bozze dove si tesse con 24 licci, ricordiamoci che nella tessitura a litzos è il disegno che comanda, quindi più il disegno è elaborato più licci dobbiamo utilizzare
Ora la maggior parte delle tessitrici sarde impiega per i suoi manufatti principalmente l’armatura a tela e/o saia a 2 o 4 licci (così mi sembra di capire, correggimi se sbaglio). le tessitrici di ieri ed oggi tessono con più licci stando sempre sulla tipicità, prendo esempio da si scaccu, nel topic c'è la foto, l'ho tessuta con 5 licci, è una "mosta" antica chiamata "sa mustra de su limone" Con questo tipo di armature si eseguono sia i manufatti tipici, sia quelli “dell’innovazione della tessitura”.
@Milly come sei misteriosa … mi piace questo tuo sperimentare … aspetto con pazienza di vedere i tuoi manufatti (ma vedi di non far passare troppo tempo) … ho bisogno di tempo per mettere in atto i miei studi Come evidenzi, nel disciplinare sono presenti “le armature” in uso nella nostra isola. Per armatura s’intende (come indica Wikipedia) sia il complesso delle operazioni per il montaggio del telaio, armare quindi significa preparare il telaio per la tessitura. Sia il modo di intrecciarsi dei fili di ordito con quelli della trama, una armatura definisce che tipo di tessuto otterrò da quella tessitura. La scrittura di un'armatura si chiama messa in carta.giustissimo, penso non ci sia bignoso di un mio intervento, aggiungo solo che la rappresentazione grafica di un armatura viene chiamata "messa in carta"
scusami, la stanchezza fa strani scherzi ho letto per metà mea culpa.
sartinocchja ha scritto:
Naturalmente va sottolineato che c’è innovazione e innovazione … credo che come per i costumi tradizionali, le modifiche hanno senso in quei paesi dove lo si indossa quotidianamente, così per la tessitura ha senso parlare di innovazione dove il processo tessile non si è mai interrotto e si pratica attivamente ancora oggi (centri come Samugheo, Nule, Mogoro, Aggius, Isili, Sarule, anche se i risultati possono essere discutibili), questo perché la competenza tecnica è sempre alta (così dovrebbe). “(…) Competenza tecnica è anche mantenere la conoscenza di una tecnica e del suo uso e non farla regredire”. Ora non si tratta di creare nuove armature che non fanno parte della nostra tradizione ma di reintrodurre quella varietà in uso anni a dietro e che ben conoscevano le nostre nonne, così come la loro competenza tecnica nell’eseguire i manufatti (che non si limitava/fermava alla semplice armatura) … poi si può parlare anche d’innovazione, altro momento molto importante. Permettimi ma sempre più spesso si vedono in giro cose dozzinali … “senza anima”. Mi piacerebbe conoscere il parere anche delle altre tessitrici presenti nel forum … mi viene in mente Chiara Vigo … ma forse il suo è un discorso a parte ... o forse no! A presto
mi dispiace ma non sono d'accordo, sono anni che sto studiando le tecniche etc., pensi che solo in Sardegna si tesse a litzos o briabi ? Ebbene con mia grande sorpresa ho scoperto che non è una tecnica usata solo dalle tessitrici sarde ma anche dalle tessitrici inglesi.
La voglia di innovazione non nasce per puro caso ma perchè mi piace tantissimo confrontarmi con altre tessitrici, ascoltare il parere di chi ha voglia di ammirare nelle mostre un qualcosa di nuovo, chi è pronto senza mezzi termini a dirti: a me non piace l'artigianato sardo, perde troppo pelo !!! E poi con grande orgoglio e soddisfazione ti ordina il tappeto, perchè nel tuo manufatto sei riuscita a metterci un qualcosa in più. Anche dalle critiche si riesce ad imparare e a migliorarsi
Gli studi sono lunghi a volte faticosi, ci sono momenti che dico a me stessa ma chi me lo fa fare..... ma ogni volta che vorrei arrendermi, guardo i miei telai, tocco i fili e penso a ciò che potrei fare, i vari intrecci etc. E che dire degli incontri inaspettati con persone che mi spronano ad andare avanti e a non arrendermi. Il mio viaggio a Nuoro mi ha fatto conoscere Nietta Condemi De Felice, ho osservato con ammirazione i vari intrecci studiati da lei, campioni di tessitura dai tanti colori intrecciati tra loro con tanta eleganza....più osservavo il tutto e più ripetevo a me stessa "ce la posso fare", la chiaccherata con la Signora Nietta è stata una carica di ottimismo.
Ed eccomi qua, rimprovata di essere un pò assente dal topic non per cattiveria ma devo pur distrarmi dagli innumerevoli fili che attendono di essere intrecciati dalle mie mani.
Milly, non puoi far aspettare le tue allieve … come dice il proverbio la prima si condona alla seconda si bastona … scherzo non ti devi giustificare o scusare … qui si sta perché ci fa piacere e/o per scambiarci informazioni/idee/critiche … intuisco che effettivamente per mettere in atto quello che stai progettando ci vuole del tempo … (l’intervista alla Signora Nietta apre molti orizzonti … nuove sperimentazioni, molto molto interessante anche se sono sperimentazioni già presenti nel panorama italiano e internazionale) … come ho detto mi piace questo tuo cimentarti in nuove esperienze (so anche che prima di farlo ti sei costruita una buona competenza tecnica).
Vado per ordine: Per la tecnica a trizzitta nel disciplinare di produzione è indicato come Tessitura a trame avvolte, telaio verticale. Nel libro indicato da te “Tessuti. Tradizione e innovazione della tessitura in Sardegna, nel capitolo Tecniche, intrecci, strutture e disegni, a pag. 124 si parla di questa tecnica anche se nel libro la denominazione tradizionale è sconosciuta. Porta come esempio una coperta di Sarule fig. 185-186 (fine XIX inizio XX sec), realizzata con la tecnica trame a vista le decorazioni con la tecnica a coda di rondine, deviazione di trama e trame avvolte.
Per quanto riguarda il discorso dell’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio orizzontale/verticale: 2 licci: un’in dente, all’antiga, fressada. Milly sia il disciplinare di tessitura, sia il libro sopra citato danno come indicazione telaio orizzontale/verticale per questa tecnica. Ora come esempio per il telaio orizzontale indica pag.110 “Copricassa”, Gergei fine sec. XIX (fig.141). Mentre per il telaio verticale mostra come esempio, pag.154, “Coperta” Orgosolo, sec. XIX (fig. 191).
(…) “confermo 18 licci, ho armature o bozze dove si tesse con 24 licci, ricordiamoci che nella tessitura a litzos è il disegno che comanda, quindi più il disegno è elaborato più licci dobbiamo utilizzare” … intuivo che si potesse arrivasse a un numero maggiore di 18, dalle mie parti il numero max di licci sembra essere 15, anche se a parere di molte signore anziane, la bellezza sta nella semplicità ...
Interessante il tuo non essere d’accordo … ti ringrazio per la testimonianza … Concordo quando dici che l’innovazione tessile non è figlia del caso, ma di studio della tecnica, della sua preservazione e nel far si che non regredisca. Nel caso delle tecnica “a briabi” sembra sia successo un po’ questo, non importa se nel resto d’Italia o nel mondo si usa questa tecnica … non ho mai pensato che avessimo l’esclusiva … in Sardegna la situazione, come segnala anche la stessa prof. Nietta Condemi De Felice, è di avere delle ottime tessitrici ma che non conoscono il telaio (preparazione del telaio, movimento licci, la pedalatura, come riportare su carta quadrettata il progetto/disegno del manufatto che si vuole ottenere, ovvero l’armatura del tessuto) … con grave danno per questo settore … mi chiedo come si possa parlare di innovazione quando si perdono pezzi di memoria. Tu stessa quando descrivi la tecnica affermi che è poco diffusa, anche se apprezzata (la tristezza è che li l’innovazione è lasciata a una macchina ???? … il risultato poi … che dire???? Un tovagliato che a vederlo le nostre nonne chissà che orrore). Ripeto non sono contro l’innovazione, io lo considero un momento molto importante del processo tessile, ma se questo nasce, si sviluppa, progredisce in un humus giusto (Naturalmente quello che fai tu è un esempio da seguire) altrimenti forse si creano solo danni.
Grazie per la segnalazione del link … il mio non voleva essere un rimprovero buon lavoro.
io non sono una maestra, amo la tessitura e tutto ciò che rigurda l'argomento, io continuo ad imparare insieme a voi, ogni giorno è una scoperta come quella fatta oggi, il primo è si scaccu invidiosu,devo assolutamente studiare il rimettaggio e l'altra un tipo di tessitura denominato a diamantina l'unico manufatto che ho potuto vedere si trova a Nuraminis ed è una tovaglia tessuta nella seconda metà dell'ottocento.
sartinocchja ha scritto:
Per la tecnica a trizzitta nel disciplinare di produzione è indicato come Tessitura a trame avvolte, telaio verticale. Nel libro indicato da te “Tessuti. Tradizione e innovazione della tessitura in Sardegna, nel capitolo Tecniche, intrecci, strutture e disegni, a pag. 124 si parla di questa tecnica anche se nel libro la denominazione tradizionale è sconosciuta. Porta come esempio una coperta di Sarule fig. 185-186 (fine XIX inizio XX sec), realizzata con la tecnica trame a vista le decorazioni con la tecnica a coda di rondine, deviazione di trama e trame avvolte.
a volte sono distratta leggendo, appena ho la mente libera devo rileggerlo, non ricordo questo termine.
sartinocchja ha scritto:
Per quanto riguarda il discorso dell’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio orizzontale/verticale: 2 licci: un’in dente, all’antiga, fressada. Milly sia il disciplinare di tessitura, sia il libro sopra citato danno come indicazione telaio orizzontale/verticale per questa tecnica. Ora come esempio per il telaio orizzontale indica pag.110 “Copricassa”, Gergei fine sec. XIX (fig.141). Mentre per il telaio verticale mostra come esempio, pag.154, “Coperta” Orgosolo, sec. XIX (fig. 191).
Attenzione, sa fresada la puoi ottenere tessendo sia con il telaio verticale sia con il telaio orizzontale, (posto una foto di un manufatto mio così ti faccio vedere la differenza), per quanto riguarda la tecnica un'in dente si ottiene solo con il telaio orizzontale, a pagina 110 lo spiega molto chiaramente. Come al solito i miei tre telai sono impegnati, ma non mancherà occasione per farti vedere come avviene la tessitura, non è fattibbile con il telaio verticale.
sartinocchja ha scritto:
Interessante il tuo non essere d’accordo … ti ringrazio per la testimonianza …
mi rendo conto di essere ripetitiva, ma a me non piace solo tessere, mi piace scoprire, esplorare, non voglio solo avere un bel tappetto voglio capire la storia che c'è nell'arte tessile e ti assicuro che c'è tanto da imparare e così a volte capita di non essere d'accordo perchè esplorando ti accorgi di alcune cose che fanno riflettere.
Milly non puoi ritornare sui tuoi passi ormai sei la nostra maestra (a breve ti faremmo avere la valutazione sull’insegnamento paura eh!!! … scherzo) … hai ragione qui impariamo tutti ...
Ti parlavo de “su scaccu imbidiosu” (“si scaccu invidiosu” come lo chiami tu devo dedurre a Santa Giusta), nella pagina precedente … è un motivo impiegato per le tovaglie, asciugamani, grembiuli, tovaglioli/salviette con cui avvolgere il pane/dolci da portare ai nonni, il tutto rifinito con delle splendide frange in macramè (trovi molti esempi nel museo di Morgongiori). Da noi è considerato il principe dei motivi decorativi realizzati con questa tecnica, esiste il detto “i, ge (ce??) no è tessiu mancu a scaccu imbidiosu!”. Io me ne sono innamorata come posso voglio realizzare una splendida tovaglia (anche se sarà difficile trovare del lino/cotone di qualità). La tessitura “a diamantina” di Nuraminis ?????, interessante … è vero ogni giorno si scoprono cose nuove. Si Milly posta l’immagine del manufatto con la tecnica a “sa fresada”, così capisco la differenza. Non sei ripetitiva … fai bene a precisare come ti muovi, come operi, cosa rappresenta per te il manufatto che realizzi ... è stimolante quando qualcuno non è d’accordo … come dici tu porta sempre a riflettere. Saluti Giovanna
(…) “confermo 18 licci, ho armature o bozze dove si tesse con 24 licci, ricordiamoci che nella tessitura a litzos è il disegno che comanda, quindi più il disegno è elaborato più licci dobbiamo utilizzare” … intuivo che si potesse arrivasse a un numero maggiore di 18, dalle mie parti il numero max di licci sembra essere 15, anche se a parere di molte signore anziane, la bellezza sta nella semplicità ...
si hai ragione la bellezza sta nella semplicità questo campione è stato realizzato usando 16 licci
che mal di testa ... e tutto per inserire una foto ohi ohi ... per oggi ne ho abbastanza di computer Milly poi ti spiego cos'è ... che meraviglia le cose che hai postato
la foto si vede, bravissima dai non è difficile. Bellissimo il manufatto, se sai il nome de sa mosta mi farebbe piacere saperlo. Aspetto la descrizione .
Arazzo tessuto a un'in dente tessuto al telaio orizzontale, sotto l'arazzo tappeto tessuto al telaio verticale. La differenza è che uno è completamente liscio ed è tessuto solo con le mani, invece per la tecnica a un'in dente usiamo la spola e sa tauledda.
Tra l'ordito, seguendo il conteggio del disegno, si fa passare sa tauledda, una volta finito il primo passaggio si sposta sa tauledda vicino al pettine e si solleva di "coltello" ciò permette e soprattutto facilita il passaggio della lana. prima di sfilare sa tauledda si registra il secondo passaggio inserendo una seconda tauledda dietro la cassa battente e si sposta ( ogni punto sono due passate di lana), solo allora si toglie la prima tauledda, si preme un pedale per volta e si passa la trama Questo è il risultato visto da vicino.
Milly, ho fatto un po’ di scena effettivamente non è troppo complicato … resta il fatto che sono negata come vedi prima posto l’immagine poi la spiegazione e non ho ancora capito come non far apparire tutte quelle scritte … che imbranata … In realtà volevo postare il manufatto di mia nonna appunto … il primo manufatto è quello realizzato da me, quest’estate da povera principiante, perciò abbi pietà … Doveva essere “su briabi dei follasa” ma come puoi vedere manca una parte del rimettaggio e poiché io ho un rullo con 1000 fili, puoi immaginare non me la sono sentita di rimontare tutto di nuovo. Anche perché avevo già fatto il rimettaggio per la tecnica “a pibiònis”. Lo considero un campione su cui mi sono divertita a variare i motivi decorativi e a fare pratica (lo adoro ).
Posto il manufatto di mia nonna per mostrarti la differenza con il tuo. Ora io non so quando è stato realizzato, quello di mia nonna primi del novecento. Credi sia possibile riuscire a trovare il cotone/lino che mi permetta di ottenere un risultato simile? I manufatti che hai postato ribadisco, sono splendidi, sa mosta de is gàncius (9 licci), sa mosta de is pipìus (11 licci), sa mosta de is follas (5 licci), sa mosta de is gravèllus (11 licci). Noi non utilizziamo “sa mosta” (mi devo informare ????). Mi puoi dire la provenienza/origine de “sa mosta”, se sono di Santa Giusta … Quello a 16 licci mi sto chiedendo se appartenga alla tradizione sarda??? Molto interessante. Ok per il discorso tessitura piana con trame a vista, armatura a tela, telaio orizzontale/verticale. Quindi trame a vista telaio orizzontale: un’in dente. Trame a vista telaio verticale: fressada???? All’antiga ??? Grazie per la descrizione e per le immagini, tutto chiarissimo, complimenti per i manufatti .
Milly, ho fatto un po’ di scena effettivamente non è troppo complicato … resta il fatto che sono negata come vedi prima posto l’immagine poi la spiegazione e non ho ancora capito come non far apparire tutte quelle scritte … che imbranata … In realtà volevo postare il manufatto di mia nonna appunto … il primo manufatto è quello realizzato da me, quest’estate da povera principiante, perciò abbi pietà … secondo me è un bel manufatto.
Doveva essere “su briabi dei follasa” ma come puoi vedere manca una parte del rimettaggio e poiché io ho un rullo con 1000 fili, puoi immaginare non me la sono sentita di rimontare tutto di nuovo. Anche perché avevo già fatto il rimettaggio per la tecnica “a pibiònis”. Lo considero un campione su cui mi sono divertita a variare i motivi decorativi e a fare pratica (lo adoro ).ho capito male o hai tessuto a litzos con rimettaggio a pibiones ?
Posto il manufatto di mia nonna per mostrarti la differenza con il tuo. Ora io non so quando è stato realizzato, quello di mia nonna primi del novecento. Credi sia possibile riuscire a trovare il cotone/lino che mi permetta di ottenere un risultato simile?si, ripeto, a Samugheo trovi il lino e cotone di ottima qualità
i manufatti che hai postato ribadisco, sono splendidi, sa mosta de is gàncius (9 licci), sa mosta de is pipìus (11 licci), sa mosta de is follas (5 licci), sa mosta de is gravèllus (11 licci). Noi non utilizziamo “sa mosta” (mi devo informare ????). Mi puoi dire la provenienza/origine de “sa mosta”, se sono di Santa Giusta … si sono di Santa Giusta, però sono "moste" che ho visto in molti paesi della Sardegna
Quello a 16 licci mi sto chiedendo se appartenga alla tradizione sarda??? Molto interessante.no non appartiene alla tradizione sarda, appartiene ai momenti di pazzie di Milly
Ok per il discorso tessitura piana con trame a vista, armatura a tela, telaio orizzontale/verticale. Quindi trame a vista telaio orizzontale: un’in dente. Trame a vista telaio verticale: fressada????si
All’antiga ???è una tecnica che puoi tranquillamente tessere anche con il telaio orizzontale, voglio provare a fare un tappeto a fiamma (tipico di Nule, gli adoro) con il telaio orizzontale, non è difficile perchè conosco "gli incastri" della lana
Grazie per la descrizione e per le immagini, tutto chiarissimo, complimenti per i manufatti . grazie
Grazie Milly sei molto gentile … devi sapere che mia madre ha tutto l’occorrente per la tessitura “a pibiònis”, “a bettua”, “a lauru”, ecc. ma non ha mai armato il telaio per la tecnica “a briabi”. Ora tu sai quanto è importante oltre l’uso del pettine giusto, la grossezza del cotone e lana, i pedali, che i licci scorrano perfettamente, e il tutto sia ben bilanciato (ho capito che è preferibile che i licci siano di spago e non d’acciaio … devo ancora realizzare “sa lizza”). Per me non è stato facile organizzare tutto questo … quindi ci stanno anche i difetti e ti posso assicurare che ci sono … ma va bene lo stesso. Hai capito male quest’estate ho armato prima il telaio per la tecnica a pibiones o tessuto un piccolo tappetino con il disegno postato da Santobevitore “sa mosta’e s’aidi” (camicia festiva di Cabras e come spiega Babborcu di origine rinascimentale, di derivazione moresca …) poi ho armato il telaio per la tecnica a briabi ... Cosa mi dici de su scaccu imbidiosu di mia nonna? … io lo trovo meraviglioso. Milly se digiti su Google “armatura (tessitura)-Wikipedia in basso trovi l’armatura summer and winter … mi sembra di notare una somiglianza con la tua “pazzia” a 16 licci … ben vengano.
• Con l’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio orizzontale/verticale: 2 licci: un’in dente, all’antiga, fressada. La variante con il telaio orizzontale è chiamata “un’in dente” (in ogni dente del pettine si fa passa un filo d’ordito, per questa la tecnica si usa la spola e sa tauledda. Tra l'ordito, seguendo il conteggio del disegno, si fa passare sa tauledda, una volta finito il primo passaggio si sposta sa tauledda vicino al pettine e si solleva di "coltello" ciò permette e soprattutto facilita il passaggio della lana. Prima di sfilare sa tauledda si registra il secondo passaggio inserendo una seconda tauledda dietro la cassa battente e si sposta (ogni punto sono due passate di lana), solo allora si toglie la prima tauledda, si preme un pedale per volta e si passa la trama ). Con il telaio verticale/orizzontale “fressada, all’antiga”.
Mi chiedevo se la tecnica a tauledda, (tecnica a trame lanciate, armatura tessuto operato) centri qualcosa con “sa tauledda” che utilizzi per la tecnica “un’in dente” ????? così per la tecnica all’antiga?????
I tappeti di Nule sono molto belli, (nel libro sopra indicato si parla anche dei manufatti di Eugenia Pinna molto brava), però per me sono un po’ troppo spogli, sin da piccola ho sempre visto tappeti/arazzi/coperte ecc. strapieni e faccio fatica a rappresentarmi quelli di Nulle. Anche se ripeto, sono splendidi. (…) “Il motivo “a fiamma” … dall’andamento romboidale del disegno continuo (pintura sighida). Il simbolismo più recente (derivato dall’arcaico segno del triangolo) del fuoco/focolare riflette tutti i momenti importanti celebrati nella comunità … il ciclo continuo della vita”. Per questo tipo di tappeto si arma il telaio verticale a tela (tessitura piana con trame a vista): puntu a traccu, a manu tenta, dove le trame s’intrecciano sul rovescio del tessuto (allacciamento singolo o doppio). Quindi tu utilizzeresti il telaio orizzontale armato a “un’in dente” per poi eseguire gli intrecci (allacciamento singolo o doppio), sul rovescio del manufatto??????? Sono curiosa di vedere il risultato del tuo esperimento Milly …
L’immagine (forse poco chiara) rappresenta “su briabi forestieru”:
-images/20/briabi.jpg/]
benedetta scritta!!!!!
]P.S. non dimenticarti di censire Santa Giusta per la tecnica a briabi.
telaio orizzontale manuale il movimento dei licci avviene premendo i pedali con i piedi, realizzazione de sa mosta, passaggio di trama e battitura avviene manualmente.
telaio orizzontale semimeccanico sa mosta e la battitura avviene manualmente, il passaggio della spola, chiamato missile avviene tirando con forza una fune posta al centro della cassa battente. Per il movimento dei licci si azione un tirante con il piede che comanda lo scatto meccanico dei licci registrati prima dell'inizio del tipo di tessitura.
telaio orizzontale meccanico esistono due tipi di talaio meccanico, in uno si eseguono i pibiones con le mani, la battitura e il passaggio di trama avviene con sistema meccanico, tirando una fune aziona i movimenti, ritirandola arresta il movimento. Il secondo talaio meccanico si imposta il tipo di tessitura e tesse solo soletto.
Grazie Milly sei molto gentile … devi sapere che mia madre ha tutto l’occorrente per la tessitura “a pibiònis”, “a bettua”, “a lauru”, ecc. ma non ha mai armato il telaio per la tecnica “a briabi”. Ora tu sai quanto è importante oltre l’uso del pettine giusto, la grossezza del cotone e lana, i pedali, che i licci scorrano perfettamente, e il tutto sia ben bilanciato (ho capito che è preferibile che i licci siano di spago e non d’acciaio … devo ancora realizzare “sa lizza”).
si sono a conoscenza dell'importanza dei filati, si usa preferibilmente a due capi titolo 1.500, si trova facilmente. Sei la prima persona che mi dice di preferire i licci di spago o lino, io preferisco i licci in acciaio facilitano l'operazione dell'abbassamento dei fili senza "appicicarsi".
sartinocchja ha scritto:
Per me non è stato facile organizzare tutto questo … quindi ci stanno anche i difetti e ti posso assicurare che ci sono … ma va bene lo stesso.
il lavoro fatto a mano non è mai perfetto.
sartinocchja ha scritto:
Cosa mi dici de su scaccu imbidiosu di mia nonna? … io lo trovo meraviglioso.
è bellissimo
ti faccio vedere attraverso le foto cosa si può fare con un telaio orizzontale con rimettaggio ad un'in dente, così riusciamo a capirci meglio, però devi pazientare, libererò un telaio solo dopo Natale . Per la tessitura a fiamma e a fresada o a s'antiga si usano solo le mani.
telaio orizzontale manuale il movimento dei licci avviene premendo i pedali con i piedi, realizzazione de sa mosta, passaggio di trama e battitura avviene manualmente.
telaio orizzontale semimeccanico sa mosta e la battitura avviene manualmente, il passaggio della spola, chiamato missile avviene tirando con forza una fune posta al centro della cassa battente. Per il movimento dei licci si azione un tirante con il piede che comanda lo scatto meccanico dei licci registrati prima dell'inizio del tipo di tessitura.
telaio orizzontale meccanico esistono due tipi di talaio meccanico, in uno si eseguono i pibiones con le mani, la battitura e il passaggio di trama avviene con sistema meccanico, tirando una fune aziona i movimenti, ritirandola arresta il movimento. Il secondo talaio meccanico si imposta il tipo di tessitura e tesse solo soletto ... ... magari in Cina
telaio verticale Nel telaio verticale (…) “due canne ed un asse con un ordine di licci, posti in posizione mediana, regolano l'apertura del passo tra i fili pari e dispari dell'ordito per permettere l'inserimento della trama. Questa viene avviata verso il basso con una sorta di grosso punteruolo d'osso ed infine battuta con un pesante pettine in legno fino a serrare e nascondere completamente i fili dell'ordito”. Non ci sono pedali ??? Faccio fatica a immaginarmi i licci posti in posizione mediana????
Grazie Milly sei molto gentile … devi sapere che mia madre ha tutto l’occorrente per la tessitura “a pibiònis”, “a bettua”, “a lauru”, ecc. ma non ha mai armato il telaio per la tecnica “a briabi”. Ora tu sai quanto è importante oltre l’uso del pettine giusto, la grossezza del cotone e lana, i pedali, che i licci scorrano perfettamente, e il tutto sia ben bilanciato (ho capito che è preferibile che i licci siano di spago e non d’acciaio … devo ancora realizzare “sa lizza”).
si sono a conoscenza dell'importanza dei filati, si usa preferibilmente a due capi titolo 1.500, si trova facilmente.Ok
Ti chiedevo del cotone/lino perché sempre quest’estate ho realizzato un campione con la tecnica a scaccu …
... come puoi vedere il risultato non è per nulla simile a quello di mia nonna. (Tieni presente che il pettine non è quello giusto … in realtà sono molte cose che non vanno bene … )
Sei la prima persona che mi dice di preferire i licci di spago o lino, io preferisco i licci in acciaio facilitano l'operazione dell'abbassamento dei fili senza "appicicarsi".
Milly tu hai fatto esperienza di un’armatura a 9/11 licci con le maglie in acciaio?? Come ti sei trovata? Io faccio fatica a bilanciare il peso di 5 licci … ci sto studiando su, forse è più accettabile l’appiccicarsi dei fili al peso enorme dei 9/11 per non parlare di 15 licci. Tieni presente che tutto ancora in fase di sperimentazione … quanto mi piace … poi ti dico cosa ne viene fuori … una signora mi ha parlato di “sa lizza a nuitusu” molto pratica.
sartinocchja ha scritto:
Per me non è stato facile organizzare tutto questo … quindi ci stanno anche i difetti e ti posso assicurare che ci sono … ma va bene lo stesso.
il lavoro fatto a mano non è mai perfetto. Già
sartinocchja ha scritto:
Cosa mi dici de su scaccu imbidiosu di mia nonna? … io lo trovo meraviglioso.
è bellissimo ... grazie ... mia nonna ne sarebbe felice ti faccio vedere attraverso le foto cosa si può fare con un telaio orizzontale con rimettaggio ad un'in dente, così riusciamo a capirci meglio, però devi pazientare, libererò un telaio solo dopo Natale .
Per la tessitura a fiamma e a fresada o a s'antiga si usano solo le mani. ok, quindi niente tauledda.
Posto l’immagine di un tovagliolo in cotone realizzato a briabi (3 licci) di mia nonna. “Su briabi a libru”
telaio orizzontale meccanico esistono due tipi di telaio meccanico, in uno si eseguono i pibiones con le mani, la battitura e il passaggio di trama avviene con sistema meccanico, tirando una fune aziona i movimenti, ritirandola arresta il movimento. Il secondo telaio meccanico si imposta il tipo di tessitura e tesse solo soletto ... ... magari in Cina
Cosa centra la Cina ? Mi dispiace a me questa affermazione non piace. In Sardegna si procudono tantissimi manufatti tessuti con telai elettrici.
sartinocchja ha scritto:
Ti chiedevo del cotone/lino perché sempre quest’estate ho realizzato un campione con la tecnica a scaccu … [/blue]
io preferisco usare ordito e trama molto sottile, sia cotone o lino.
sartinocchja ha scritto:
Tieni presente che il pettine non è quello giusto …
ho notato che è largo si scaccu, ma per provare va bene ugualmente.
sartinocchja ha scritto:
Milly tu hai fatto esperienza di un’armatura a 9/11 licci con le maglie in acciaio?? Come ti sei trovata? Io faccio fatica a bilanciare il peso di 5 licci … ci sto studiando su, forse è più accettabile l’appiccicarsi dei fili al peso enorme dei 9/11 per non parlare di 15 licci. Tieni presente che tutto ancora in fase di sperimentazione … quanto mi piace … poi ti dico cosa ne viene fuori … una signora mi ha parlato di “sa lizza a nuitusu” molto pratica.
Mi rendo conto che spiegare per iscritto certe cose è complicato, ma c'è un sistema per bilanciare il peso dei licci, lo utilizzo sia per i licci in lino sia per i licci in acciaio, io uso prevalentemente quelli in acciaio, uso il telaio con rimettaggio a "s'antiga" solo in occasione delle mostre.
Non ho mai sentito il termine sa lizza a nuitusu.
sartinocchja ha scritto:
Posto l’immagine di un tovagliolo in cotone realizzato a briabi (3 licci) di mia nonna. Mente “su scaccu imbidiosu” (5 licci)
una mia curiosità, sono troppo stanca per ragionarci, quando dici 3 licci, 5 licci etc, intendi anche su litzu maistu e su lizzigheddu ?
telaio verticale Nel telaio verticale (…) “due canne ed un asse con un ordine di licci, posti in posizione mediana, regolano l'apertura del passo tra i fili pari e dispari dell'ordito per permettere l'inserimento della trama. Questa viene avviata verso il basso con una sorta di grosso punteruolo d'osso ed infine battuta con un pesante pettine in legno fino a serrare e nascondere completamente i fili dell'ordito”. Non ci sono pedali ??? Faccio fatica a immaginarmi i licci posti in posizione mediana????
no non ci sono pedali
Tipico telaio verticale, non riesco a trovere tra i miei studi e materiali il telaio verticale in legno, sicuramente più carateristico
Il telaio verticale, detto normalmente telaio rittu o rizzu ha la struttura molto semplice, costituito da due travi verticali parallele di legno che sostengono i subbi, ancorato al muro è provvisto di un solo liccio mobile che viene sollevato col procedere della tessitura. Un asse costituito da una canna palustre separa i fili dispari da quelli pari e durante il lavoro consente l'inversione dei fili dell'ordito. La tessitura inizia dal basso verso l'alto, il tessuto che si ottiene è liscio a doppio diritto. I fili di trama vengono inseriti fra quelli dell'ordito direttamente con le mani, facendo scorrere dei piccoli gomitolini preparati per lo scopo. Gli strumenti accessori sono rappresentati da una stecca d'osso detto rajù, ha la funzione di spingere verso il basso i fili di trama, poi si usa sa pettenedda per pressare sulla parte già tessuta i fili di trama detta sa colada, precedentemente abbassati col raju mediante ripetuti colpi, rendendo compatto il tessuto, un paio di forbici per tagliare i fili eccedenti e un punteruolo in legno d'oleastro detto pireddu utilizzato per regolare la tensione dei fili di trama.
Errata corrige … L’ultima immagine in realtà non è “su briabi a libru” ma “su scaccu a libru” . La prima foto mostra ciò che ottengo mentre eseguo il manufatto … così l’ultima “su scaccu a libru” .
Milly Per la "Cina" ... ti mando un messaggio privato. Come realizzo sa lizza a nuitusu posto l'immagine.
“su litzu maistu” credo si riferisca al nostro “pann’e carri”, su lizzigheddu ????
@Milly Grazie per le foto sono molto chiare,e in effetti sa mosta risulta molto più compatta, così il risultato è perfetto... Bellissimo anche il fatto di aver impreziosito il tutto con i fili dorat. In antichità si usava la canuttiglia o il filo dorato o entrambi? Buon lavoro!
Nel libro “Tessuti. Tradizione e innovazione della tessitura in Sardegna, troviamo: Pag.365 Fig.414 –Copricassa, Siamanna, metà sec. XIX, ordito e trama in lino, trama supplementare in lana e filo dorato e argentato e seta, telaio orizzontale, Cagliari, Galleria Comunale D’Arte.
Pag.369 Fig.420 –Copricassa, Mogoro, fine sec. XIX, ordito e trama in lino, trama supplementare in lana e filo dorato e nastro, telaio orizzontale, Cagliari, Galleria Comunale D’Arte. Fig.421 –Copricassa, Cossoine, fine sec. XIX, ordito e trama in lino, trama supplementare in lana e filo dorato e argentato, telaio orizzontale, Cagliari, Galleria Comunale D’Arte.
Pag.371 Fig.423 –Bisaccia, Campidano, 1893, ordito e trama in lino, trama supplementare in lana e lanetta, inserti in filo dorato, velluto e broccato, telaio orizzontale, Nuoro Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde. Fig.427 –Bisaccia, area dell’Oristanese, 1836, ordito in lino, trama in lino e lana, ricamo in seta, filo dorato e argentato, inserti in broccato e seta, telaio orizzontale, Cagliari, Pinacoteca Nazionale.
pag 379: fig.454 -Collana per buoi, Campidano, fine sec. XIX, ordito e trama in lino, trama supplementare in lana e filo dorato, inserti in seta, telaio orizzontale, Regione Sardegna, Collezione Cocco.
A rileggere la frase “su maiustu è quello che comanda” ??? è sorto il dubbio che in gergo tecnico possa significare “ciò che comanda il disegno” quindi “sa lizza pintara” e non “su pann’e carri”????
A rileggere la frase “su maiustu è quello che comanda” ??? è sorto il dubbio che in gergo tecnico possa significare “ciò che comanda il disegno” quindi “sa lizza pintara” e non “su pann’e carri”????
In ogni caso, non è compreso "su pann'e carri".
su litzu maiustu è il liccio che confina con il subbio, seguono i licci che formano il disegno, poi su lizzigheddu, come già spiegato è quello che blocca su scaccu, confina con la cassa battente. Sicuramente ogni paese ha il suo modo di chiamare i licci per distinguerli. Su pannn'è carri, centra solo in parte .
Io faccio così, rimettaggio a pann'è carri, lego i fili al subbio etc., poi tesso un pezzetto di tela, fatto ciò sfilo il secondo liccio (confinante con la cassa battente), premetto, ci vuole molta attenzione e pazienza, solo allora inizio il rimettaggio per si scaccu.
Che cosa interesante (forse un po’ machiavellica) Milly, il tuo modo di organizzare i licci quando utilizzi la tecnica “a scaccu” ma presumo anche e “a briabi”. Per la tecnica “a scaccu” gli elementi sono tre: su litzu maiustu, i licci che formano il disegno, su lizzigheddu. Sto cercando di immaginarmi la sequenza: Nella prima parte utilizzi due licci (su litzu maiustu che confina con il subbio d’ordito), e su lizzigheddu (quello che confina con il pettine) esegui il rimettaggio a pann’e carri (armatura a tela 1:2:1:2 ecc), esegui un piccolo bordo a pann’e carri poi arrivati a questo punto, sfili il secondo liccio (su litzu maiustu???? Cosa vuol dire sfilo?) è solo a questo punto incominci il rimettaggio per la tecnica a scaccu (utilizzando su lizzigheddu e ???).
Denominazione licci per la tecnica a briabi/ a scaccu: Pann’e carri Lizza pintarasa: Aba ananti (su primu, su segundu, su tertzu ecc. de aba ananti) Aba a pabasa (su primu, su segundu, su tertzu ecc. de aba de pabasa) Mesu de ananti (su primu, su segundu, su tertzu ecc. de mesu de ananti) Mesu de pabasa (su primu, su segundu, su tertzu ecc. de mesu de pabasa)
Che cosa interesante (forse un po’ machiavellica) Milly, il tuo modo di organizzare i licci quando utilizzi la tecnica “a scaccu” ma presumo anche e “a briabi”. Per la tecnica “a scaccu” gli elementi sono tre: su litzu maiustu, i licci che formano il disegno, su lizzigheddu. Sto cercando di immaginarmi la sequenza: Nella prima parte utilizzi due licci (su litzu maiustu che confina con il subbio d’ordito), e su lizzigheddu (quello che confina con il pettine) esegui il rimettaggio a pann’e carri (armatura a tela 1:2:1:2 ecc), esegui un piccolo bordo a pann’e carri poi arrivati a questo punto, sfili il secondo liccio (su litzu maiustu???? Cosa vuol dire sfilo?) è solo a questo punto incominci il rimettaggio per la tecnica a scaccu (utilizzando su lizzigheddu e ???).
non sfilo su litzu maiustu ma su lizzigheddu, tolgo i licci dalla canna che li sostiene. Poi "disegno" con il rimettaggio sa mosta con i licci occorrenti, dipende da sa mosta che si vuol realizzare.
Ok, forse ci siamo, nel tuo caso il rimettaggio ha inizio dai licci che confinano con subbio che contiene l’ordito, quindi per te quello è “su litzu maiustu” (“il nostro pann’e carri”), seguono i licci che formano il disegno, poi “su lizzigheddu”. Io il rimettaggio lo faccio partire dai licci che confinano con il pettine (trovo interessante questa differenza), per me quello è “su litzu maiustu” o “pann’e carri”. In teoria tu esegui una prima divisione dei fili a pann’e carri, poi quelli contenuti in “su lizzigheddu” li distribuisci nei licci che formano il disegno ?????? (non si complicano le cose?????). Ci sono due differenze, la prima nella fase di rimettaggio, la seconda quando si esegue il manufatto come ho detto nel mio caso mentre tesso la parte che mi appare è quella mostrata nella prima foto del campione a scaccu, però in definitiva il risultato è lo stesso (molto interessante).
Milly non puoi ritornare sui tuoi passi ormai sei la nostra maestra (a breve ti faremmo avere la valutazione sull’insegnamento paura eh!!! … scherzo) … hai ragione qui impariamo tutti ...
Ti parlavo de “su scaccu imbidiosu” (“si scaccu invidiosu” come lo chiami tu devo dedurre a Santa Giusta), nella pagina precedente … è un motivo impiegato per le tovaglie, asciugamani, grembiuli, tovaglioli/salviette con cui avvolgere il pane/dolci da portare ai nonni, il tutto rifinito con delle splendide frange in macramè (trovi molti esempi nel museo di Morgongiori). Da noi è considerato il principe dei motivi decorativi realizzati con questa tecnica, esiste il detto “i, ge (ce??) no è tessiu mancu a scaccu imbidiosu!”. Io me ne sono innamorata come posso voglio realizzare una splendida tovaglia (anche se sarà difficile trovare del lino/cotone di qualità). La tessitura “a diamantina” di Nuraminis ?????, interessante … è vero ogni giorno si scoprono cose nuove. Si Milly posta l’immagine del manufatto con la tecnica a “sa fresada”, così capisco la differenza. Non sei ripetitiva … fai bene a precisare come ti muovi, come operi, cosa rappresenta per te il manufatto che realizzi ... è stimolante quando qualcuno non è d’accordo … come dici tu porta sempre a riflettere. Saluti Giovanna
L’arte di sfrangiare i tessuti per poi farne delle frange pare abbia origini antichissime, XVIII secolo a. C., già i Babilonesi adottavano le frange nei loro abiti, così gli Assiri e i Persiani. L’arte dei nodi oggi è un po’ sparsa in tutto il mondo, in Italia arriva attraverso gli scambi commerciali con l’Arabia tra il XIV e XV, diffondendosi in modo particole in Liguria e in Sardegna. La parola spagnola Macramè deriva dall’arabo mahramatun (fazzoletto) o da migramah (frangia per guarnizione), da cui vengono anche i termini turchi-ottomani mahrama e makrama (asciugamano o fazzoletto da capo con decorazione ricamata o tessuta). I nodi principali impiegati sono quello semplice, cordoncino, nodo piatto. In ambito tessile sono impiegate per decorare il bordo di tovaglie, asciugamani, grembiuli ecc.
Sono felicissima della mia piccola grande soddisfazione navigando in rete sempre alla ricerca di tutto ciò che riguarda la tessitura ho trovato questo blog http://www.google.it/url?sa=t&rct=j...J0pw&cad=rja
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Rovanma auguri di buone feste a te e a tutte le tessitrici d’Italia, … Milly possiamo utilizzare i tuoi manufatti dal tema natalizio come cartolina d’auguri ... Buon Natale!
Sacchetti tessuti sempre intorno al 1930 con tecnica a obraci. Tessuto a striscie con ordito in cotone e trama in lana naturale ecrù e moreto. Questo genere di manufatto veniva piegato in due e cucito sui fianchi.
tappeto a pibiones datato 1930, la lana utilizzata per tessere il manufatto è tinta con colori vegetali, per il rosso hanno utilizzato la robbia, per il nero la corteccia dell'ontano e per il giallo-zafferano la buccia del melograno.
In origine era un coperta tessuta teusu a teusu, tessuto a piccoli scacchi, a mattoneddus definito a schiringiu.
Copritavolo/copricassa (area alta Marmilla) realizzato con la tecnica “a briabi” (parte centrale del manufatto su fundu, motivo decorativo “sa mustra/mosta dei follas’a”) e la tecnica “a lauru (a posta)” (le due fasce laterali “su cantu” motivo decorativo “sa mustra/mosta de is arrosas”. In teoria è ciò che avrei dovuto realizzare quest’estate.
Il secondo tappeto “1930” a pag. 23 (molto simile a quello realizzato da me), è un’altra versione di questo che mostro (manteniamo lo stesso rimettaggio e numero di licci). Mentre il primo tappeto “1930” è un disegno/rimettaggio diverso a rispetto a quelli che mostri a pag.2, mentre resta invariato il numero dei licci.
Milly se non sono di Santa Giusta puoi specificare se è possibile la provenienza e sempre se non chiedo troppo il nome del motivo decorativo grazie Mi puoi dire se il copriletto su cui è poggiato il sacchetto tessuto "a obraci" è realizzato al telaio manualmente???? Per la coperta teusu a teusu, quando parli del motivo decorativo “a mattoneddus” è ciò che volevi mostrare a pag.19???? Solo che in quel caso parlavi di una bisaccia????
Milly se non sono di Santa Giusta puoi specificare se è possibile la provenienza e sempre se non chiedo troppo il nome del motivo decorativo grazie Mi puoi dire se il copriletto su cui è poggiato il sacchetto tessuto "a obraci" è realizzato al telaio manualmente???? Per la coperta teusu a teusu, quando parli del motivo decorativo “a mattoneddus” è ciò che volevi mostrare a pag.19???? Solo che in quel caso parlavi di una bisaccia????
Questi manufatti sono tessuti a Tonara, purtroppo non sono a conoscenza dei nomi delle "mostre".
Il copriletto non è tessuto manualmente.
Il copriletto è tessuto con tecnica a battoro imposta, stesso rimettaggio delle bisacce, naturalmente "costruendo il disegno durante il rimettaggio" questa variante viene chiamata mattoneddus e schiringiu
La caratteristica principale di Tonara è la ripetizione del motivo che nonostante la tentazione di modificare la tradizione locale è l'unico a mentenersi tipico del luogo. La tessitura liscia viene eseguita su telai verticali, le composizioni del tappeto di Tonara possono riallaccciarsi ad alcuni tessuti dell'America Latina. Il motivo ricorrente è quello delle linee orizzontali a righe parallele nei più svariati colori a mustra, questi motivi esprimono il monotono trascorrere del tempo nei paesi di montagna. Tonara è uno dei centri maggiori per la produzione di tappetti tessuti con la lana sarda, tappeti che caratterizzano l'artigianato locale perchè non contaminati da usi e mode passeggere.
Bisaccia tessuta col telaio verticale, desisamente un motivo sobrio. Possiano notare che una volta tessuta, nel cucirla non hanno rispettato le linee orizzantali, come appare nel momento della tessitura sul telaio.
A Tonara è presente anche il telaio orizzontale, ma anche nel tessere a pibiones o litzos o come si dice correttamente in italiano, a trame lanciate, si caratterizzano da altri centri non per "sa mosta" ma nell'usare i colori. Come già detto qualche post addietro è tinta con colori vegetali,unici colori presenti sono il rosso, il nero e per la trama il giallo-zafferano.
come già detto "la caccia reale" o come viene chiamata in sardo "sa cassa manna" non è assolutamente un disegno tipico sardo, a me ha copito solo la tradizione dell' accostamento dei colori.
saccu de coberri tessuto a obraci, è la prima volta che lo vedo, generalmente sono in orbace di color nero. Tonara mi ha fatto scoprire un altro interessante manufatto.
Ciao Milly vorrei sapere che cosa intendi per telaio verticale, io ho regalato un piccolo telaietto alla mia ragazza, ma ho visto che seppur sia tenuto in verticale, utilizza un metodo diverso per tendere i fili "verticali". Nel telaio verticale preistorico si usano dei pesetti e questi fili sono uniti a gruppetti, il modello che le ho regalato io invece usa una serie di scanalature in cui inserire un unico filo, che crea una sorta di serpentina molto alta. Come classificheresti questo telaietto?
Milly se non sono di Santa Giusta puoi specificare se è possibile la provenienza e sempre se non chiedo troppo il nome del motivo decorativo grazie Mi puoi dire se il copriletto su cui è poggiato il sacchetto tessuto "a obraci" è realizzato al telaio manualmente???? Per la coperta teusu a teusu, quando parli del motivo decorativo “a mattoneddus” è ciò che volevi mostrare a pag.19???? Solo che in quel caso parlavi di una bisaccia????
Questi manufatti sono tessuti a Tonara, purtroppo non sono a conoscenza dei nomi delle "mostre". dispiace
Il copriletto non è tessuto manualmente. Ok
Il copriletto è tessuto con tecnica a battoro imposta, stesso rimettaggio delle bisacce, naturalmente "costruendo il disegno durante il rimettaggio" questa variante viene chiamata mattoneddus e schiringiu
Cerco di capire, a pagina 1 mostri la bisaccia realizzata a tecnica a battoro in posta o a mustra e agu (la vediamo in tutta la sua bellezza a pag. 19, il motivo centrale risale al 1850) … A pagina 2 mostri il manufatto realizzato sempre “a battoro in posta” ecc … non trovo questo termine nel disciplinare di produzione???? mi chiedo come mai ?????
Per quanto riguarda il motivo decorativo “a mattoneddhus e schiringiu”, nel libro Tessuti, pag. 206 (…) “Le bisacce quotidiane erano tessute con ordito in lino e trame in lana locale generalmente tinta di nero, dalla sobria decorazione geometrica; uno dei motivi maggiormente impiegati era infatti quello a piccoli scacchi a mattoneddhus …”. Tu fai presente che il copriletto teusu a teusu realizzato con la tecnica per le bisacce (armatura a battoro in posta), seguendo il disegno a mattoneddus e schiringiu per il rimettaggio, quindi non 14142323141423231414232314142323 ecc. ma (sto ipotizzando … pura fantasia … visto che non ho il manufatto a portata di mano) 141414141414/232323232323/141414141414/232323/1414/2323/1414/232323/141414141414/232323232323/141414141414/232323/1414/2323/… ecc. se così fosse molto molto interessante. Quando posso, cerco di reperire un manufatto per verificare se l’armatura che hai descritto per la coperta teusu a teusu di Tonara, è la stessa per il motivo a mattoneddhus impiegato nelle bisacce della Marmilla.
La caratteristica principale di Tonara è la ripetizione del motivo che nonostante la tentazione di modificare la tradizione locale è l'unico a mentenersi tipico del luogo. La tessitura liscia viene eseguita su telai verticali, le composizioni del tappeto di Tonara possono riallaccciarsi ad alcuni tessuti dell'America Latina. Il motivo ricorrente è quello delle linee orizzontali a righe parallele nei più svariati colori a mustra, questi motivi esprimono il monotono trascorrere del tempo nei paesi di montagna. Tonara è uno dei centri maggiori per la produzione di tappetti tessuti con la lana sarda?????????????????????, tappeti che caratterizzano l'artigianato locale perchè non contaminati da usi e mode passeggere.??????????????? non capisco il discorso????????????
Milly hai preso nota dell’anno/secolo in cui sono stati realizzati i manufatti? Così l’uso dei tre colori principali a quando risale???? Interessante la tessitura di Tonara, molto bello l’ultimo manufatto, quelli “a briabi” e “a obraci”, bel report
Ciao Milly vorrei sapere che cosa intendi per telaio verticale, io ho regalato un piccolo telaietto alla mia ragazza, ma ho visto che seppur sia tenuto in verticale, utilizza un metodo diverso per tendere i fili "verticali". Nel telaio verticale preistorico si usano dei pesetti e questi fili sono uniti a gruppetti, il modello che le ho regalato io invece usa una serie di scanalature in cui inserire un unico filo, che crea una sorta di serpentina molto alta. Come classificheresti questo telaietto?
Ciao, questo è il tipico telaio verticale
a pagina 22, un telaio verticale ma di recente fabbricazione.
esempio di telaio verticale a pesi
Non vedendo il telaio non riesco a classificarlo, a primo acchito, per come lo hai descritto, mi sembra un telaio moderno ma non sono sicura.
Cerco di capire, a pagina 1 mostri la bisaccia realizzata a tecnica a battoro in posta o a mustra e agu (la vediamo in tutta la sua bellezza a pag. 19, il motivo centrale risale al 1850) … A pagina 2 mostri il manufatto realizzato sempre “a battoro in posta” ecc … non trovo questo termine nel disciplinare di produzione???? mi chiedo come mai ????? Io non so per quale motivo nel disciplinare non ci sia questo termine, ipotizzo, essendo una variante del battoro in posta che sia sottinteso. I termini che io ho scritto per indicare il manufatto lo ha usato la persona che me lo ha mostrato. Nel link che ho inserito "tessuti" a 353 è illustrata una coperta tessuta a mattoneddus e schiringiu, nella descrizione c'è un errore non indiferente perchè l'ordito è in cotone trama in lana ed è tessuto con telaio orizzontale.
Per quanto riguarda il motivo decorativo “a mattoneddhus e schiringiu”, nel libro Tessuti, pag. 206 (…) “Le bisacce quotidiane erano tessute con ordito in lino e trame in lana locale generalmente tinta di nero, dalla sobria decorazione geometrica; uno dei motivi maggiormente impiegati era infatti quello a piccoli scacchi a mattoneddhus …”. Tu fai presente che il copriletto teusu a teusu realizzato con la tecnica per le bisacce (armatura a battoro in posta), seguendo il disegno a mattoneddus e schiringiu per il rimettaggio, quindi non 14142323141423231414232314142323 ecc. ma (sto ipotizzando … pura fantasia … visto che non ho il manufatto a portata di mano) 141414141414/232323232323/141414141414/232323/1414/2323/1414/232323/141414141414/232323232323/141414141414/232323/1414/2323/… ecc. se così fosse molto molto interessante. Quando posso, cerco di reperire un manufatto per verificare se l’armatura che hai descritto per la coperta teusu a teusu di Tonara, è la stessa per il motivo a mattoneddhus impiegato nelle bisacce della Marmilla. perdonami ma adesso sono molto stanca, ti faccio il disegno e ti spiego meglio, leggendo ciò che hai scritto mi pare che il rimettaggio sia corretto, ma a quest'ora non mi fido della mia concentrazione.
Autore Risposta: maria Inserita il: 04/01/2012 20:48:51 Messaggio:
La caratteristica principale di Tonara è la ripetizione del motivo che nonostante la tentazione di modificare la tradizione locale è l'unico a mentenersi tipico del luogo. La tessitura liscia viene eseguita su telai verticali, le composizioni del tappeto di Tonara possono riallaccciarsi ad alcuni tessuti dell'America Latina. Il motivo ricorrente è quello delle linee orizzontali a righe parallele nei più svariati colori a mustra, questi motivi esprimono il monotono trascorrere del tempo nei paesi di montagna. Tonara è uno dei centri maggiori per la produzione di tappetti tessuti con la lana sarda?????????????????????, tappeti che caratterizzano l'artigianato locale perchè non contaminati da usi e mode passeggere.??????????????? non capisco il discorso????????????Come ho detto tante volte, a me non piace solo tessere mi piace studiare i manufatti cerco sempre di capire quale è la tipicità del manufatto etc. ci sono troppi manufatti spacciati per tipici ma non lo sono. Aprezzo molto vari designer e studiosi dell'artigianato sardo, molto più preperati di me, grazie a loro ho impararto a capire tante cose. Molti di loro affermano che Tonara è uno dei pochi centri che non ha modificato la sua "mosta". Andando in loco ho potuto accertarmi che ciò che affermano è corretto, sto parlando del classico tappetto tessuto con il telaio verticale, cambiano i colori ma il disegno è sempre quello
Milly hai preso nota dell’anno/secolo in cui sono stati realizzati i manufatti? Così l’uso dei tre colori principali a quando risale???? Interessante la tessitura di Tonara, molto bello l’ultimo manufatto, quelli “a briabi” e “a obraci”, bel report alcuni sono tessuti di recente, per quando riguarda gli altri mi è stato riferito, intorno al 1930. Per quanto riguarda l'uso dei tre colori principali per adesso non ho date precise
io trovo la foto bellissimaaaaaaaaaaaa, la signora che tesse con le sue abili mani, il telaio antico, sicuramente non si può tralasciare il duro lavoro che c'è dietro, l'ambiente poco confortevole, ma è splendida
Cerco di capire, a pagina 1 mostri la bisaccia realizzata a tecnica a battoro in posta o a mustra e agu (la vediamo in tutta la sua bellezza a pag. 19, il motivo centrale risale al 1850) … A pagina 2 mostri il manufatto realizzato sempre “a battoro in posta” ecc … non trovo questo termine nel disciplinare di produzione???? mi chiedo come mai ????? Io non so per quale motivo nel disciplinare non ci sia questo termine, ipotizzo, essendo una variante del battoro in posta che sia sottinteso.
Mi sono persa … nel disciplinare non si fa cenno alla tecnica a battoro in posta … che cosa è una variante dl battoro in posta???? I termini che io ho scritto per indicare il manufatto lo ha usato la persona che me lo ha mostrato. Nel link che ho inserito "tessuti" a 353 è illustrata una coperta tessuta a mattoneddus e schiringiu, nella descrizione c'è un errore non indiferente perchè l'ordito è in cotone trama in lana ed è tessuto con telaio orizzontale.
Ho visto … effettivamente con il telaio verticale mi domando se sia possibile?????
Per quanto riguarda il motivo decorativo “a mattoneddhus e schiringiu”, nel libro Tessuti, pag. 206 (…) “Le bisacce quotidiane erano tessute con ordito in lino e trame in lana locale generalmente tinta di nero, dalla sobria decorazione geometrica; uno dei motivi maggiormente impiegati era infatti quello a piccoli scacchi a mattoneddhus …”. Tu fai presente che il copriletto teusu a teusu realizzato con la tecnica per le bisacce (armatura a battoro in posta), seguendo il disegno a mattoneddus e schiringiu per il rimettaggio, quindi non 14142323141423231414232314142323 ecc. ma (sto ipotizzando … pura fantasia … visto che non ho il manufatto a portata di mano) 141414141414/232323232323/141414141414/232323/1414/2323/1414/232323/141414141414/232323232323/141414141414/232323/1414/2323/… ecc. se così fosse molto molto interessante. Quando posso, cerco di reperire un manufatto per verificare se l’armatura che hai descritto per la coperta teusu a teusu di Tonara, è la stessa per il motivo a mattoneddhus impiegato nelle bisacce della Marmilla. perdonami ma adesso sono molto stanca, ti faccio il disegno e ti spiego meglio, leggendo ciò che hai scritto mi pare che il rimettaggio sia corretto, ma a quest'ora non mi fido della mia concentrazione.
Ok, ci siamo, naturalmente in base alla grossezza del filati/pettine ecc. il rimettaggio da me indicato varia (esp. 141414141414141414 o 1414141414 ecc. ) ma ho capito. È evidente come sia impossibile ottenere questo motivo decorativo (“a mattoneddhus e schiringiu”) se manteniamo l’armatura semplice per le bisacce. Ora resta da verificare se le denominazioni tradizionali “a mattoneddhus e schiringiu” (Tonara), e “a mattoneddhus” (Marmilla) indicano la stessa cosa.
La caratteristica principale di Tonara è la ripetizione del motivo che nonostante la tentazione di modificare la tradizione locale è l'unico a mentenersi tipico del luogo. La tessitura liscia viene eseguita su telai verticali, le composizioni del tappeto di Tonara possono riallaccciarsi ad alcuni tessuti dell'America Latina. Il motivo ricorrente è quello delle linee orizzontali a righe parallele nei più svariati colori a mustra, questi motivi esprimono il monotono trascorrere del tempo nei paesi di montagna. Tonara è uno dei centri maggiori per la produzione di tappetti tessuti con la lana sarda?????????????????????, tappeti che caratterizzano l'artigianato locale perchè non contaminati da usi e mode passeggere.??????????????? non capisco il discorso????????????Come ho detto tante volte, a me non piace solo tessere mi piace studiare i manufatti cerco sempre di capire quale è la tipicità del manufatto etc. ci sono troppi manufatti spacciati per tipici ma non lo sono. Aprezzo molto vari designer e studiosi dell'artigianato sardo, molto più preperati di me, grazie a loro ho impararto a capire tante cose. Molti di loro affermano che Tonara è uno dei pochi centri che non ha modificato la sua "mosta". Andando in loco ho potuto accertarmi che ciò che affermano è corretto, sto parlando del classico tappetto tessuto con il telaio verticale, cambiano i colori ma il disegno è sempre quello
Quindi ancora oggi nella tessitura liscia di Tonara (anche Aritzo???), non solo il motivo decorativo è rimasto invariato nel corso dei secoli, si utilizza lana locale, filata/colorata dalle signore del posto e poi tessuta manualmente. Il manufatto che mostri è realizzato così????, tecnica di tessitura trame a vista, ordito in lana con buona torsione, mentre la trama sempre in lana a torsione lenta???????
Milly hai preso nota dell’anno/secolo in cui sono stati realizzati i manufatti? Così l’uso dei tre colori principali a quando risale???? Interessante la tessitura di Tonara, molto bello l’ultimo manufatto, quelli “a briabi” e “a obraci”, bel report alcuni sono tessuti di recente, per quando riguarda gli altri mi è stato riferito, intorno al 1930. Per quanto riguarda l'uso dei tre colori principali per adesso non ho date precise OK ... Milly tu sai se tra i manufatti tessuti di recente vi sono anche quelli realizzati a briabi … cerco di essere più precisa vi sono tessitrici che usano ancora oggi questa tecnica a Tonara????
Mi sono persa … nel disciplinare non si fa cenno alla tecnica a battoro in posta … che cosa è una variante dl battoro in posta????
Ho visto … effettivamente con il telaio verticale mi domando se sia possibile?????
Il termine "battoro in posta" è un termine dialettele usato a Samugheo.
Attenzione: si scaccu su battoro in posta e a litzos, nel disciplinare nei libri etc sono denominati "a briali". Invece di fare il rimettagio per le bisacce, si "allarga" il disegno, osservando la bisaccia e la coperta si capisce "sa mosta", almeno per chi ha delle piccole basi sulla tessitura.
Non è possibile, il telaio verticale ha un solo liccio, per tessere i mattoneddos necessitano 4 licci
Quindi ancora oggi nella tessitura liscia di Tonara (anche Aritzo???), non solo il motivo decorativo è rimasto invariato nel corso dei secoli, si utilizza lana locale, filata/colorata dalle signore del posto e poi tessuta manualmente. Il manufatto che mostri è realizzato così????, tecnica di tessitura trame a vista, ordito in lana con buona torsione, mentre la trama sempre in lana a torsione lenta???????
Per quanto riguarda Aritzo non saprei. Alcune tessitrici usano lana filata e colorata da loro stesse, ma non tutte, oggi si trova facilmente la lana di vari colori nei vari laboratori sparsi per l'isola.
Mi spiace ma per quanto riguarda la torsione non saprei risponderti.
I tappeti tessuti a pibiones e litzos è lana tinta in casa, per is fressadas ho dei dubbi
sartinocchja ha scritto:
OK ... Milly tu sai se tra i manufatti tessuti di recente vi sono anche quelli realizzati a briabi … cerco di essere più precisa vi sono tessitrici che usano ancora oggi questa tecnica a Tonara????
OK ... Milly tu sai se tra i manufatti tessuti di recente vi sono anche quelli realizzati a briabi … cerco di essere più precisa vi sono tessitrici che usano ancora oggi questa tecnica a Tonara????
Si, poche ma ci sono
Milly questa è una bella notizia
Autore Risposta: maria Inserita il: 09/01/2012 09:09:32 Messaggio:
sartinocchja ha scritto:
milly73 ha scritto:
maria ha scritto:
@Milly Che poverina quella vecchietta
Maria hai ragione, a me incute tanta tenerezza
io trovo la foto bellissimaaaaaaaaaaaa, la signora che tesse con le sue abili mani, il telaio antico, sicuramente non si può tralasciare il duro lavoro che c'è dietro, l'ambiente poco confortevole, ma è splendida
@ Sartinocchia E chi ha detto che la foto nn e bella???? ciao dal Belgio
io trovo la foto bellissimaaaaaaaaaaaa, la signora che tesse con le sue abili mani, il telaio antico, sicuramente non si può tralasciare il duro lavoro che c'è dietro, l'ambiente poco confortevole, ma è splendida
@ Sartinocchia E chi ha detto che la foto nn e bella???? ciao dal Belgio
Maria, piace anche a te lo so … è una foto che suscita tante emozioni … Un saluto da Milano
Autore Risposta: maria Inserita il: 09/01/2012 11:24:38 Messaggio:
sartinocchja ha scritto:
maria ha scritto:
sartinocchja ha scritto:
milly73 ha scritto:
maria ha scritto:
@Milly Che poverina quella vecchietta
Maria hai ragione, a me incute tanta tenerezza
io trovo la foto bellissimaaaaaaaaaaaa, la signora che tesse con le sue abili mani, il telaio antico, sicuramente non si può tralasciare il duro lavoro che c'è dietro, l'ambiente poco confortevole, ma è splendida
@ Sartinocchia E chi ha detto che la foto nn e bella???? ciao dal Belgio
Maria, piace anche a te lo so … è una foto che suscita tante emozioni … Un saluto da Milano
Ok, forse ci siamo, nel tuo caso il rimettaggio ha inizio dai licci che confinano con subbio che contiene l’ordito, quindi per te quello è “su litzu maiustu” (“il nostro pann’e carri”), seguono i licci che formano il disegno, poi “su lizzigheddu”. Io il rimettaggio lo faccio partire dai licci che confinano con il pettine (trovo interessante questa differenza), per me quello è “su litzu maiustu” o “pann’e carri”. In teoria tu esegui una prima divisione dei fili a pann’e carri, poi quelli contenuti in “su lizzigheddu” li distribuisci nei licci che formano il disegno ?????? (non si complicano le cose?????). Ci sono due differenze, la prima nella fase di rimettaggio, la seconda quando si esegue il manufatto come ho detto nel mio caso mentre tesso la parte che mi appare è quella mostrata nella prima foto del campione a scaccu, però in definitiva il risultato è lo stesso (molto interessante).
Dal libro "Tessuti", pag.192 (…) "Con la tecnica a littos (briabi) si tessevano comunemente anche svariati copriletti nei quali l’ornamentazione era data prevalentemente dai fili di trama in lino o lana più grossi di quelli di ordito, solitamente in lino o cotone. Tali fili erano fermati come avveniva anche nelle tele “a iscaccu”, con un ulteriore filo di trama, “sa tramighedda”, collegato al sollevamento del liccio principale “su littu mannu” (un altro liccio “su littigheddu” o “littu purile”, consentiva di eseguire piccoli fori e di conferire al manufatto effetti di traforo). ?????? Descrizione riguardante il nord Sardegna.
L’arte della tessitura in Sardegna ha origini molto antiche, sembra si possa parlare del periodo prenuragico (Neolitico Medio 4000 – 3500 a.C., Cultura Bonu Ighinu), come testimoniano gli strumenti per la lavorazione dei tessuti, come le fusaiole e i pesi da telaio, rinvenuti in diversi siti archeologici. Nella sezione archeologica del Museo Nazionale Archeologico di Nuoro, sala II (Neolitico ed Eneolitico) è presente nella vetrina 2 “(…) un peso da telaio fittile reniforme e due fusaiole fittili biconiche che testimoniano l’arte della filatura e della tessitura”. Gli oggetti appartengono al periodo Neolitico Recente, fase della cultura di S. Michele o di Ozieri (3500 – 2700 a.C.). Sempre nel museo di Nuoro per quanto riguarda l’Eneolitico (2500 – 1800 a.C.) fase della Cultura Monte Claro, (…) “Dal villaggio di Biriai provengono i reperti della vetrina 5: vasi con orlo espanso, bicchieri monoansati, un piccolo coperchio con presa decorato da file di punti impressi, i pesi da telaio con superfici decorate da motivi geometrici metopali, da pesi troncoconici e fusaiole biconiche che testimoniano la lavorazione dei tessuti.” Da: http://www.museoarcheologiconuoro.it/
Nel Museo Archeologico di Dorgali, vetrina VIII (…) “Sono esposti rocchetti, pesi da telaio e molte fusaiole, ciotoline, frammenti di tegami, lucerne, etc. Sono tutti reperti utilizzati per le quotidiane attività domestiche.”
Dal Villaggio Nuragico di Serra Orrios (agro di Dorgali), fasi finali del Bronzo Antico e il Bronzo Medio (1600 – 1400 a.c.): “(…)… “Fra i manufatti ceramici (rinvenuti) hanno un posto di rilievo gli strumenti per la lavorazione dei tessuti, come le fusaiole, i pesi da telaio, i rocchetti. Un particolare gusto per la decorazione testimoniato dalla presenza di pintadere fittili (timbri in terracotta usati per decorare pane e tessuti). Fra gli oggetti d’uso si ricordano alcuni fornelli fittili, attingitoi, eleganti lisciatoi litici, pestelli e macine e matrici di fusione che testimoniano un’intensa attività produttiva”. http://www.ghivine.com/serraorrios.htm
Anche nel Museo Archeologico Comprensoriale di Teti, inaugurato nel 1990, destinato a raccogliere i materiali rinvenuti nell'intero comprensorio n° 12 (Barbagia Mandrolisai), sono presenti oggetti riguardanti l’arte tessile: “(…) Nella sala 2 o 3??? è possibile osservare tutte le tipologie di ceramica e i vari tipi di decorazione del villaggio nuragico di S'Urbale. … sempre nella stessa sala ci si può soffermare a osservare la ricostruzione del vano ff uno dei pochi esempi su tutti i musei sardi di ricostruzione di monumento all'interno del museo. La capanna ricostruita fedelmente con focolare al centro e con i vasi ricollocati sui fornelli nel punto esatto di rinvenimento e i vari oggetti come vennero lasciati al momento dell'incendio che causò l'abbandono dell'abitato. Con la stessa si é voluto evidenziare il sistema di costruzione dei pavimento con lastre di sughero alternate a strati di argilla. Nella parete della capanna si nota il particolare dell'intonaco di argilla che ricopre le zeppe di sughero messe negli interstizi. Su un altro lato della capanna costruito con lastre di granito piantate a coltello vi è il ripostiglio di forma rettangolare, con fusaiole, rocchetti, pesi da telaio e una pintadera in terracotta che associata agli oggetti di tessitura veniva utilizzata forse per la decorazione dei tessuti oltre che dei pani cerimoniali. Da:http://www.archeoetnos.com/musei/teti.htm Per la ricostrizione di una delle capanne del villaggio nuragico di S'Urbale (1600-500 a.C.) http://www.barbagiamandrolisai.it/teti/teti2.html
Mente non capisco l’associazione tra il Nuraghe Nolza (XVI-XV a.C.) nel territorio di Meana Sardo e la riproduzione fedele di questo telaio??? http://www.flickr.com/photos/antoni.../3769894620/ ????? “(…) Sardegna, Meana Sardo, Nel centro di accoglienza Che SI TROVA all'ingresso del Sito archeologico del nuraghe vi Nolza Sono reperti Archeologici relatività Agli scavi dello Stesso nuraghe e vi e also Una riproduzione fedele delle Nazioni Unite di antico Telaio sardo da me fotografato e peche Interessante VEDERE Come un tempo lavorava al SI Telaio Artigianale.” ???????????????
asciugatura della lana, in questo caso l'hanno stesa si dei rami, a volte veniva stesa anche su cespugli
la lana deve essere dipanata, la signora si è allontanata quindi mi manca la foto.
La lana prima di essere filata deve essere cardata, due palette, chiamati pettini, ricoperti di piccoli chiodi su cui viene messa la lana. Passando una paletta sull'altra, la lana viene pettinata e privata delle impurità
filatura della lana
Autore Risposta: maria Inserita il: 16/02/2012 21:54:01 Messaggio:
Superbo il tuo topic Milly Mi piace l'entusiasmo che ci metti a fare conoscere tutto' il tuo amore per
Bellissimo video Milly! ho fatto un tuffo nel passato... ricordavo vagamente tutte le operazioni per preparare il telaio, perchè l'ho visto fare una volta a casa di mia nonna, dove tessevano mia mamma e le mie zie. Quanta pazienza e quanta bravura nelle tessitrici... Milly ti chiedo un favore: non hai per caso una foto de " sacrobaiu sadru"... sono intenzionato a costruirne uno ed intagliarlo con i rosoni e disegni esistenti in su "cascioni" che ho a casa... scusa la sfacciataggine...
Autore Risposta: maria Inserita il: 24/02/2012 08:23:33 Messaggio:
milly73 ha scritto:
Bellissimo questo video
buona visione
Grazie MillyE piu che bellissimo mi chiedo che dolore pero alle loro mani
Bellissimo video Milly! ho fatto un tuffo nel passato... ricordavo vagamente tutte le operazioni per preparare il telaio, perchè l'ho visto fare una volta a casa di mia nonna, dove tessevano mia mamma e le mie zie. Quanta pazienza e quanta bravura nelle tessitrici... Milly ti chiedo un favore: non hai per caso una foto de " sacrobaiu sadru"... sono intenzionato a costruirne uno ed intagliarlo con i rosoni e disegni esistenti in su "cascioni" che ho a casa... scusa la sfacciataggine...
sono io che mi scuso per il mio scarso vocabolario sardo-italiano nessuno rida ma non riesco a capire cosa è sacrobaiu, non sono sicura se sia l'arcolaio mi spiace, hoi tutte a me le brutte figure
Bellissimo video Milly! ho fatto un tuffo nel passato... ricordavo vagamente tutte le operazioni per preparare il telaio, perchè l'ho visto fare una volta a casa di mia nonna, dove tessevano mia mamma e le mie zie. Quanta pazienza e quanta bravura nelle tessitrici... Milly ti chiedo un favore: non hai per caso una foto de " sacrobaiu sadru"... sono intenzionato a costruirne uno ed intagliarlo con i rosoni e disegni esistenti in su "cascioni" che ho a casa... scusa la sfacciataggine...
sono io che mi scuso per il mio scarso vocabolario sardo-italiano nessuno rida ma non riesco a capire cosa è sacrobaiu, non sono sicura se sia l'arcolaio mi spiace, hoi tutte a me le brutte figure
Scusami Milly, ho il " brutto" vizio di ricorrere troppo spesso a termini sardi... intendevo proprio l'arcolaio...
Scusami Milly, ho il " brutto" vizio di ricorrere troppo spesso a termini sardi... intendevo proprio l'arcolaio...
No fai bene a scrivere termini in sardo, almeno ho imparato un altra parola
Questo è il mio arcolaio, l'ho dovuto far rifare da un falegname, è identico a quel che avevo prima ma almeno sta in piedi è non tarlato.
se hai bisogno delle misure del mio arcolaio te le faccio avere volentieri
Oggi ho finito di intagliare ed assemblare il mio arcolaio e come promesso posto una foto...(Ancora è in legno naturale, dovrò decidere il colore e manca qualche rifinitura, ma il più è fatto)...
pèttenes de ferru (pettini in ferro) pettine di ferro o scardassi, costituiti da una tavoletta di legno con impugnatura su cui sono conficcati degli aculei di ferro utilizzati per pettininare la lana, il lino e la canapa
pèttene (pettine) mazzuolo di legno utilizzato nel telaio verticale per pressare i fili di trama. Nel telaio orizzontale, invece, si indica con questo termine lo strumento contenuto dentro la cassa battente, su cui vengono fatti passare i fili d'ordito
impilòriu (aspo) arnese in legno per avvolgere la lana e formare le matasse
arcolaio akroba termine usato a Mogoro, ischiobedrama termine usato a Samugheo, trobetramma termine usato a Tonara, ghìndhalu termine logudorese, rokku paju termine usato a Sant'Antioco
s'impiròiu (bobinatrice) veniva utilizzato per preparare le rocchette.
su fusu (fuso) arnese di legno mediante il quale nella filatura è prodotta per rotazione la torsione del filato
Sto cercando con urgenza un fuso e non so proprio dove andare a reperirlo. Qualcuno potrebbe aiutarmi? Sennò sono costretta a fermare il mio lavoro al telaio, il mio primo manufatto! Grazie infinite. Ciao Pita
Il fuso lo puoi trovare nei mercatini di antiquariato, oppure te lo fai fare da un falegname.
Il mio è fatto con un "piede" di mobile a palla, lo trovi nei negozi di bricolage del legno, tagliato per metà, come "gambo" un mestolo di legno e un gancetto in acciaio. Poi per l'assemblaggio mi ha aiutato un falegname. Più tardi ti posto la foto del mio, ti assicuro che funziona alla grande e non lo scambierei con quelli moderni che stanno intagliando e costruendo adesso, troppo pesanti.
Mi permetto di darti un consiglio, il fuso dev' essere leggero altrimenti ha difficoltà a ruotare.
Non so come ringraziarti, ho il lavoro fermo e ora col tuo aiuto posso riprendere! Puoi darmi tutti i consigli che vuoi, li accetto con grande piacere. Grazie ancora. Ciao a presto.
Bellissimo questo video, utile anche per capire il rimettaggio a briali o a littos. Piccola curiosità, ad Alghero questa tecnica di tessitura la chiamano a "illittadura".
Nella mia zona su lizzu cracu lo chiamano "lizzu e contu".
Ciao Milly... Mi sono "sfogliato" nuovamente tutte le 28 pagine di questo bel Forum ed ho avuto modo di apprezzare nuovamente i tuoi capolavori...Volevo postare una foto di una bertula....ma ho qualche problema e non so se riesco nell'intento.
Questa “BERTULA” … dono di mia mamma; Per me prezioso perchè totalmente da lei realizzato nel 1946, all’età di 24 anni, Da lei è stato raccolto il lino, fatto macerare nel rio Imbessu, pestato, cardato, filato e poi tessuto in combinazione di lana grezza “orbace” filata e tinta con l’uso di dafne gnidio (truiscu) . Ho realizzato una cornice, di cipresso massello, la volevo intagliare cercando di riprodurre rosoni e motivi tipici della nostra terra ma non so se è meglio appendere la bisaccia liberamente come ho visto in alcune foto da te postate oppure... Avrei bisogno di un consiglio. Grazie!
Ciao Tzinni, ti consiglio di proteggere la bisaccia non solo con la cornice ma anche col vetro. Io appendo le bisacce perchè più facile da vedere ma non le tengo a lungo esposte. Pensa alla polvere, agli animaletti che lasciano degli spiacevoli "regalini" , rischi di rovinare la bisaccia. Tieni presente che non si può lavare ne in casa ne in lavanderia, ho visto manufatti rovinati propio perchè non si bada a certi accorgimenti. Hai un prezioso manufatto tra le mani e non solo per ragioni affettive , abbine cura.
La bisaccia tessuta dalla tua mamma è meravigliosa !
Ciao Tzinni, ti consiglio di proteggere la bisaccia non solo con la cornice ma anche col vetro. Io appendo le bisacce perchè più facile da vedere ma non le tengo a lungo esposte. Pensa alla polvere, agli animaletti che lasciano degli spiacevoli "regalini" , rischi di rovinare la bisaccia. Tieni presente che non si può lavare ne in casa ne in lavanderia, ho visto manufatti rovinati propio perchè non si bada a certi accorgimenti. Hai un prezioso manufatto tra le mani e non solo per ragioni affettive , abbine cura.
La bisaccia tessuta dalla tua mamma è meravigliosa !
Grazie Milly per i tuoi preziosi consigli! Il vetro era già programmato... mi resta ancora qualche dubbio circa i rosoni che dovrò realizzare sulla cornice. Grazie ancora Milly!
Autore Risposta: maria Inserita il: 22/01/2014 09:36:25 Messaggio:
milly73 ha scritto:
La bisaccia tessuta dalla tua mamma è meravigliosa !
Concordo con te cara Milly @Graziano custodiscilo bene il tesoro della tua mamma superba la cornicesarei felice di vederla terminata
Tzinnigas ha scritto: Grazie Milly per i tuoi preziosi consigli! Il vetro era già programmato... mi resta ancora qualche dubbio circa i rosoni che dovrò realizzare sulla cornice.
Sono sicura che farai un ottimo lavoro Anche io, come Maria, vorrei vedere il lavoro ultimato .