Eventi per mercoledì 5 dicembre 2012
presentazione Libro: I Giganti di Pietra
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| "Giganti di pietra", presentazione del libro sulle statue di Mont'e Prama all'Università di Sassari Mercoledì 5 dicembre alle 18.00 in aula magna
SASSARI. Sarà presentato mercoledì 5 dicembre alle 18.00 nell'aula magna dell'Università di Sassari il volume "Giganti di pietra - L'Heroon che cambia la storia della Sardegna e del Mediterraneo", a cura di Alessandro Bedini, Carlo Tronchetti, Giovanni Ugas e Raimondo Zucca (Fabula editore, Cagliari 2012). L'evento sarà introdotto dal Rettore dell'Università di Sassari professor Attilio Mastino e vedrà la partecipazione di Marco Edoardo Minoja, Soprintendente per i Beni archeologici delle province di Sassari e Nuoro.
Il libro sulle statue di Mont'e Prama, scritto dagli autori dello scavo, fornisce per la prima volta un quadro complessivo e filologicamente rigoroso, basato sui risultati acquisiti sul campo e sui confronti e dibattiti sviluppatisi tra gli autori stessi durante la stesura del volume. Gli autori hanno fatto emergere una datazione attendibile dell'Heroon, collocata negli ultimi decenni dell'VIII secolo a.C. Nel volume inoltre è pubblicata la pianta completa dello scavo, ad oggi inedita, ottenuta dall'unione delle piante degli scavi Bedini e Tronchetti; un'operazione che ha consentito agli archeologi di approfondire l'analisi dei dati e raggiungere maggiori certezze.
I guerrieri di pietra sono stati scoperti casualmente nel 1974 nella zona del Sinis, a Cabras; oggetto di varie campagne di scavo entrate nel vivo nel '79, i frammenti delle statue sono stati conservati nei magazzini del museo archeologico di Cagliari, fino al restauro che si è concluso l'anno scorso. I giganti si trovano ora a Sassari nel Centro di restauro di Li Punti, in attesa di trovare un'altra collocazione.
Alla presentazione del volume interverranno Alberto Moravetti, Alessandro Bedini e Carlo Tronchetti. |
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| L’Heroon di Monte Prama rappresenta la novità archeologica più interessante degli ultimi decenni nelle vicende della Sardegna e del Mediterraneo occidentale nei primi secoli del I millennio a.C. Infatti non si conosceva, fino ad oggi, nell’area compresa tra la Grecia e l’Atlantico, un complesso così imponente e organicamente pensato; i manufatti del periodo che conosciamo ad oggi sono o contemporanei in Grecia, o posteriori in Italia, e non sono aggregati in strutture così monumentali. Dal momento della scoperta, nei primi anni ’70 del secolo scorso, sono state formulate ipotesi diverse sulla forma e sul significato del monumento.
Questo libro, scritto dagli archeologi autori dello scavo, fornisce per la prima volta un quadro complessivo e filologicamente rigoroso, basato sui risultati acquisiti sul campo e sui confronti e dibattiti sviluppatisi tra gli autori stessi durante la stesura del volume. Il restauro condotto dal Laboratorio di Li Punti della Soprintendenza di Sassari, da poco completato con estrema cura, ha consentito un più approfondito studio e comprensione delle sculture.
Gli autori, basandosi sulla loro esperienza di scavo, hanno proposto per la prima volta due dati importanti: una datazione attendibile dell’Heroon, collocata negli ultimi decenni dell’VIII secolo a.C. e una sua ricostruzione, rappresentata nel libro in modo virtuale con un disegno. È pubblicata inoltre la pianta completa dello scavo, ad oggi inedita, ottenuta con l’unione delle piante dello scavo Bedini e dello scavo Tronchetti; un’operazione che ha consentito agli archeologi di approfondire l’analisi dei dati e raggiungere maggiori certezze.
Allo stato attuale degli scavi, che dovranno essere completati, l’Heroon misura circa 50 metri, con le statue collocate sulle lastre tombali, e con numerosi betili e modelli di nuraghe a fianco e dietro. Questo complesso rappresenta la monumentalizzazione, avvenuta nell’ultima fase di utilizzo, di un sepolcreto il cui inizio risale al IX secolo. Un così imponente complesso pone il problema del suo significato, della società che è stata in grado di produrlo e dei suoi contatti politici e culturali con i popoli del Mediterraneo.
Il saggio di Raimondo Zucca analizza la situazione della penisola del Sinis, mettendo in luce la straordinaria densità di nuraghi e villaggi, una consistente continuità pur nei processi di trasformazione tra secondo e primo millennio a.C., il popolamento e i molteplici contatti favoriti dall’area portuale di Tharros fin dall’età protostorica. Ciò consente di affermare che vi erano le condizioni materiali e le conoscenze per la costruzione di un monumento di questa importanza.
Carlo Tronchetti analizza la società dell’età del Ferro, e individua nell’emergere di “aristocrazie” il contesto nel quale l’Heroon è stato costruito. La società aristocratica viveva in case a corte centrale dotate di più ambienti, in villaggi che venivano trasformandosi in centri protourbani, e avevano raggiunto condizioni economiche di relativa ricchezza. La costruzione del santuario si deve a un gruppo familiare allargato, emergente nella società aristocratica, che disponeva delle risorse umane e materiali necessarie. I tipi rappresentati nelle sculture (arcieri, guerrieri, pugilatori, attorniati dai modelli di nuraghe e dai betili) mostrano i valori politici e religiosi elaborati da una famiglia che si descriveva come un’élite. Il complesso era volto a celebrare gli antenati, protettori del gruppo, un elemento essenziale per definire l’appartenenza aristocratica.
Giovanni Ugas analizza la stagione delle aristocrazie, con particolare attenzione alla società, alle relazioni con gli altri popoli del Mediterraneo e alla cultura materiale.
Partendo dall’analisi stilistica Alessandro Bedini individua in modelli orientali l’origine di un flusso culturale che venendo dal Vicino Oriente si diffonde in Grecia, nell’Italia peninsulare fino alla Sardegna e, di qui, arriva nell’Europa che si affaccia sul Mediterraneo. Senza trascurare, tuttavia, la forte impronta locale che ha reinterpretato i modelli. Le campagne di scavo sono documentate da Bedini e Tronchetti con la cronaca dell’attività del gruppo che ha condotto gli scavi, le relazioni di scavo, l’analisi dei materiali e una ricca documentazione iconografica, comprendente fotografie, piante e disegni.
L’iconografia del volume comprende le foto di tutte le sculture ricostruite nel Laboratorio di Li Punti e di molti significativi particolari, e inoltre una ricostruzione virtuale dei tre tipi di personaggi, disegnata espressamente per Fabula editore, come la ricostruzione dell’Heroon, secondo le indicazioni degli autori del volume.
Allo stato attuale della documentazione molti problemi sul valore e sul significato storico di Monte Prama rimangono aperti; gli autori hanno presentano le proprie ipotesi che, in particolare sulla cronologia della costruzione e della distruzione dell’Heroon, presentano soluzione diverse. Bedini e Tronchetti concordano sostanzialmente sulla cronologia di costruzione dell’Heroon, in base ai loro dati di scavo, mentre per la data di distruzione evidenziano la mancanza di dati che permettano di proporre un’ipotesi certa. Ugas, al contrario, dissentendo dagli autori degli scavi, retrodata la cronologia della costruzione dell’Heroon e indica una data precisa per la sua distruzione, non oltre un paio di decenni dopo la costruzione, basandosi su una problematica lettura dei dati di scavo, qui editi.
Questo volume rappresenta una base di partenza. Gli scavi ulteriori, che ci si augura siano intrapresi a breve, e la discussione della comunità scientifica potranno gettare nuova luce su Monte Prama e, di riflesso, sulla storia della Sardegna protostorica e su quella del Mediterraneo occidentale. |
Inserito da DedaloNur
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