Forum Sardegna - Vite e Vino nella tradizione - Mamoiada
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Nota Bene: La prima ferrovia della Sardegna - Congiungeva la miniera di San Leone al pontile della maddalena (Capoterra) dove il minerale era imbarcato su appositi velieri con destinazione Marsiglia e Corsica. La ferrovia che aveva una lunghezza totale di 15 chilometri e 400 metri fu inaugurata il 20 novembre 1862 dal principe Umberto di Savoia.



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 Evento: Vite e Vino nella tradizione - Mamoiada
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Paradisola

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Inserito il - 10/05/2008 : 10:12:15  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Paradisola Invia a Paradisola un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Quest'anno l'edizione di Sardegna Slow si svolgerà a Mamoiada in Barbagia, il tema dominante sarà il Vino Cannonau e le piccole cantine di Mamoiada e della Sardegna.
Degustazioni, Mostre, Eventi, Spettacoli, Laboratori del Gusto e Incontri tematici a cura di Slow Food, animeranno i tre giorni della manifestazione.


Un territorio è una entità dove i valori identitari sono il frutto di relazioni complesse di lungo termine, che includono caratteristiche culturali, sociali, ecologiche ed economiche. I prodotti agricoli e alimentari di un territorio sono fortemente connotati da questi elementi e costituiscono parte importante del patrimonio locale. Le specifiche realtà territoriali, sono quindi il risultato di un lungo e lento processo evolutivo che, nel suo svilupparsi, ha dato origine a pratiche specifiche in relazione alla coltivazione, all’allevamento, alla produzione del cibo in generale.



Sono quasi 600 i vitigni tipici dell’Italia, e la Sardegna è la Regione che ne ha il più alto numero.Inoltre è con certezza una delle aree in cui la vite è stata domesticata direttamente. Questa grande ricchezza si traduce in decine di piccole e piccolissime cantine, ognuna delle qualivalorizza i vitigni e le tecniche di coltivazioni tradizionali del proprio territorio di appartenenza.Accanto ai più famosi cannonau, vermentino, carignano si trovano vitigni poco cnsciuti al di fuoridelle specifiche aree di produzione (girò, pascale, arvesiniadu, seminano, nieddera, ee.),che in qualche caso si limitano ad essere delle curiosità enologiche, ma in molti casi dannodei vini decisamente interessanti. Valgano per tutti due esempi: un nieddera e una vernacciache negli ultimi anni hanno raggiunto il traguardo dei Tre Bicchieri nella prestigiosa guida“Vini d’Italia” edita da Gambero Rosso e Slow Food.Molte delle cantine che stanno salvando questo interessante patrimonio sono giovani e rette da giovani.

Per scaricare il Programma Provvisorio cliccare quì

Coniugando questi due temi (le piccole produzioni e il ritorno dei giovani all’agricoltura) la manifestazione vuole evidenziare come si può produrre reddito nelle aree rurali della Sardegna, a partire da quelle che sono le produzioni tradizionali.

Già la prima “tappa della chiocciola Slow” nel 2007 a Siddi ha affrontato uno dei temi legati alla produzione di reddito in aree rurali, concentrando l’attenzione su un’altra produzione tradizionale sarda: il grano e la pasta.
Questa seconda tappa vorrebbe offrire dei nuovi spunti di riflessione, e come la prima, proporrà una manifestazione in cui il territorio sarà presentato nel suo complessa, con una offerta integrata, secondo una formula molto usata. La filosofia Slow Food sarà la chiave di lettura del territorio stesso, senza fermarci all’enogastronomia.

I piccoli comuni sono la regola nel tessuto economico e sociale della Sardegna, ma troppo spesso il loro ruolo viene sottovalutato. Eppure sono il tessuto vivo della nostra regione e possono anche realmente essere attori principali di un turismo curioso e attento. Nelle nostra esperienza con i presidi in tutta Italia abbiamo più volte sperimentato il fatto che i presidi funzionano meglio se sono parte integrante del territorio di riferimento e se concorrono in maniera concreta all’offerta del territorio.
In tempi in cui il turismo enogastronomico assume dimensione sempre più significative (secondo i dati pubblicati recentemente sul Sole24Ore e tratti da una inchiesta del GIST, un viaggiatore su 5 programma soggiorni in funzione dell’offerta enogastronomia e l’alto livello comunque ancora mantenuto dal cibo italiano viene considerato un elemento fondamentale dell’attrattività di un luogo.

La scelta di Mamoiada è legata a:
è sede di alcune piccole cantine che mantengono le produzioni tradizionali della zona dando una importante fonte di reddito al paese
è situato in una zona tradizionalmente vocata alla vitivinicoltura
è in un comune conosciuto solo per le sua importanti manifestazioni carnevalesche e per le sue maschere, ma sconosciuta dal punto di vista delle produzioni è in una delle province sarde in cui le produzioni tradizionali sono ancora molto diffuse e in cui li sapere e il saper fare tradizionali sono ancora l’anima dei paesi

La manifestazione prevede in generale:
Eventi di tipo convegnistico:
Giovani e agricoltura
Cultura rurale e Valorizzazione delle risorse locali
Eventi di tipo gastronomico
Pranzi e cene
Eventi di tipo didattico, con laboratori di degustazione
Laboratori del gusto sul vino e sugli abbinamenti cibo-vino
Eventi di tipo turistico, con escursioni e visite
Visite alle cantine, ai vigneti, ai siti archeologici del territorio

Il partenariato prevede il Comune di Mamoiada, Slow Food Sardegna, Coldiretti Sardegna e il coinvolgimento delle associazione e di tutti gli operatori turistici del paese.






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