Paradisola
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Inserito il - 17/10/2009 : 17:48:00
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In occasione della Sagra “La Montagna Produce” a Desulo si svolge la manifestazione culturale “Premio Letterario Montanaru”, giunta quest’anno alla XVIII edizione. Oltre alla premiazione degli elaborati da parte della commissione presieduta dal Dott. Gianni Filippini, è prevista una tavola rotonda per ricordare la figura di Giovanna Cerina.
L’edizione del 2009 promossa dal Comune di Desulo, è curata e gestita dall’Associazione Culturale Padentes. Alla tavola rotonda, sono previsti tra glia altri, gli interventi Prof. Giovanni Pirodda, della Prof.ssa Gonaria Floris, del Dott. Gianni Filippini e del Dott. Simone Pisano. .
Quest’anno, si cercherà, con il premio, semplicemente di considerare che l’opera del poeta ha tracciato una linea culturale che impegna i sardi a ritrovare le radici più profonde della propria identità etnica per costruire il futuro, e di appigliarsi a Montanaru ed all’omonimo Premio Letterario per costruire attorno al Gennargentu una rete di attenzione e solidarietà verso il problemi delle popolazioni della montagna.
Si cercherà ancora di costruire un momento in cui le persone più attente, gli appassionati di Montanaru e della cultura sarda possano ritrovare un occasione solenne di impegno umano e serenità d’animo.
Premio Montanaru
Il premio dedicato alla grande figura del poeta Antioco Casula (1878-1957) è nato, per iniziativa dell’Amministrazione comunale del comune di Desulo, nel 1992 al fine di celebrare un concittadino così importante e di contribuire alla valorizzazione e allo sviluppo della letteratura in lingua sarda.
E’ infatti da sempre articolato in una duplice sezione: quella dedicata alla poesia e quella destinata al racconto breve.
Negli anni sono molti gli scrittori e i poeti contemporanei sardi che hanno ricevuto l’importante riconoscimento che, ormai, si configura come uno dei più importanti dell’isola.
Antioco Casula detto Montanaru Intellettuale barbaricino e importante poeta lirico in lingua sarda. Scrisse quattro raccolte di canti: Boghes de Barbagia del 1904, Cantos d'Ennargentu del 1922, Sos Cantos de sa solitudine del 1933, Sa lantia del 1950.
Nacque a Desulo, in Barbagia, nel 1878. Frequentate le scuole elementari, fu mandato a Cagliari e a Lanusei per la formazione superiore, non terminò tuttavia gli studi regolari un po’ per la sua indole ribelle, un po’ perché la famiglia non poteva permettersi di mantenerlo agli studi. Tornato al paese natale Antioco cominciò ad aiutare il padre nella gestione della modesta attività commerciale familiare, tuttavia, le cronache paesane, riferiscono che il giovane non fosse dedito esclusivamente alle fatiche del lavoro, ma si concedesse scorribande in campagna e si distraesse leggendo disordinatamente romanzi e poesie. A questo periodo risale la scoperta della passione per la poesia e, soprattutto, la consapevolezza di essere dotato lui stesso di estro poetico.
Cominciò dunque a comporre rime amorose, satiriche e religiose, nelle quali era sempre fortemente presente l’angusto ambiente paesano.
Con la Guerra d'Africa, nel 1896, partì sotto le armi e, ispirato dalla nuova esperienza, compose inni patriottici e canti di guerra. Rientrato a Desulo, stanco dell'ozio paesano, si arruolò nell'arma dei carabinieri, senza tuttavia abbandonare la poesia. Nella minuscola stazione di Tula, paesino del Monteacuto, compose i suoi primi canti, ispirati dall'aspro e affascinante paesaggio isolano, dai poveri pastori e dai banditi che egli poteva osservare dal punto di vista privilegiato, e al tempo stesso scomodo, di tutore della legge. I canti furono pubblicati tra la fine dell'800 e gli inizi del '900 nel giornale Piccola Rivista, sotto lo pseudonimo di Montanaru, con notevole successo presso gli intellettuali sardi e della penisola.
Nel 1905, abbandonata l'arma, poté finalmente dedicarsi anima e corpo alla poesia e alla famiglia; nel contempo fu direttore dell'ufficio postale di Desulo e maestro elementare. Convinto assertore del valore della lingua sarda e dell'importanza del suo insegnamento nelle scuole, fu chiamato nel 1925 a Milano per rappresentare la Sardegna al primo congresso nazionale dei dialetti d'Italia.
Non mancarono al Montanaru grandi dolori: la morte prematura dei figli e della prima moglie; nel 1928, l'umiliazione del carcere, con l'accusa di legami con i banditi barbaricini, accusa pretestuosa, orchestrata dai gerarchi fascisti che mal tolleravano questa emblematica figura di intellettuale che, pur vicino al regime, aveva però dimostrato autonomia di giudizio non accettando il nuovo corso del Fascismo nell’isola che, dopo un’iniziale, timida benevolenza a favore delle lingue e culture regionali, aveva intrapreso una politica di bieco monolinguismo.
Da sempre impegnato nella difesa dell'isola e della sua lingua, Montanaru era entrato in aperta polemica con alcuni intellettuali sardi proni alle direttive romane e disposti a sacrificare il sardo sull’altare di una presunta e vaga modernità.
Prosciolto e liberato, poté continuare a comporre versi fino alla morte, avvenuta nel 1957.
Per info: Gigi Littarru 3472952615
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